domenica 14 febbraio 2010

la vergogna di dirsi berlusconiani

SOCIETÀ | Massimo Fini
La vergogna di dirsi berlusconiani 11 febbraio 2010
Con Berlusconi si manifesta un singolare fenomeno, già noto ai tempi della Democrazia cristiana. Negli anni Sessanta e Settanta erano rarissimi quelli che ammettevano di votare Dc. Ma il partito del "Biancofiore, simbol d’amore" prendeva regolarmente, a ogni elezione, il 30 per cento dei suffragi. Evidentemente chi lo votava se ne vergognava.

Così è con Berlusconi. Nei bar, nelle palestre, in piscina, ai bagni o in qualsiasi altro ritrovo pubblico che raccolga un po’ di gente, nessuno, anche quando il discorso cade sul politico, dice di votare Berlusconi.

E anche fra i giornalisti, a meno che non siano i giannizzeri del Giornale, di Libero, di Panorama, e pure qui non sempre, nessuno ti dice apertamente che sta con Berlusconi. Un poco se ne vergognano, anche loro.

Ma i berluscones si smascherano in modo indiretto. Se uno ha in orrore Di Pietro, considerandolo il vero "cancro morale" di questo paese, è molto probabile che sia un berluscones. Se vi aggiunge Marco Travaglio ne hai quasi la certezza. Se ci mette anche Giorgio Bocca è matematico.

Per Di Pietro la cosa si capisce, perché è l’unico, vero, contraltare politico del Cavaliere e, per soprammercato, porta avanti il discorso della legalità. E i berluscones detestano la legalità, naturalmente quando si pretende di richiamarvi "lorsignori", per gli altri c’è la "tolleranza zero".

Sono i liberali alla Ostellino, alla Galli della Loggia, alla Panebianco, i liberali da Corriere della Sera (scriveva un indignato Panebianco ricordando l’orribile stagione di Mani Pulite: "L’opera di repressione non doveva più occuparsi prevalentemente, come aveva sempre fatto, dei ‘deboli’ e dei reietti, ma poteva rivolgersi anche ai potenti" – Corriere della Sera, 20/9/1999 – e in un altro pregevole scritto "Non parliamo d’altro che di 'corruzione', 'concussione', 'abuso di ufficio' e non ci accorgiamo dei reati di vero allarme sociale che sono quelli della microcriminalità", e ancora "La legalità, semplicemente non è, e non può essere, un valore in sé" – Corriere, 16/3/1998).

Peraltro l’orrore per il "giustizialista" (altra parola magica che smaschera il berluscones occulto) Di Pietro è un poco contraddittorio. L’intera classe politica attualmente in sella, berluscones in testa, non esisterebbe se non ci fosse stato il "giustizialista" Di Pietro. Particolarmente grottesca è l’avversione a Di Pietro degli ex Msi, ex An, oggi Pdl che, dopo essere stati espunti per decenni dalla politica con la truffa dell’"arco costituzionale", tornarono all’onor del mondo proprio grazie a Mani Pulite.

Dove sarebbe oggi, senza Di Pietro, per esempio l’onorevole La Russa, disonorevole ministro della Difesa? Sarebbe ancora nelle catacombe a fare il "cattivo maestro" di ragazzi che poi, sotto quelle suggestioni, andavano magari a rovinarsi tirando qualche bombetta (Murelli e Loi).

Travaglio è scontato. Sulla legalità ha un rigore torinese, jansenista. Sia a destra sia a sinistra per la verità, ma il berluscones non va tanto per il sottile. Quando però gli chiedi cosa rimprovera a Travaglio, farfuglia. Il massimo che riesce a dire è che "con i libri su Berlusconi ci ha fatto i soldi". Che è come dire che Sciascia non doveva fare le denunce di Todo modo perché quel libro ha venduto.

Ma il più incomprensibile, e quindi il più significativo, è Giorgio Bocca. Se in una conversazione salta fuori, per qualsiasi motivo, il nome di Bocca, il berluscones occulto cade in deliquio, fa il ponte isterico, gli viene la schiuma alla bocca e manca poco che venga preso da una crisi epilettica. Eppure Bocca è stato il primo giornalista italiano di sinistra, ma anche non di sinistra, a denunciare sul Giorno, in un memorabile reportage degli anni ‘60, che cosa fosse realmente la gloriosa Unione Sovietica.

Meriterebbe un posto d’onore nel mondadoriano e berlusconiano opuscolo "Il libro rosso degli orrori del comunismo". Invece i berluscones lo odiano. E si vedono anche delle sciacquette del giornalismo nostrano, gente che ha cominciato a scrivere editoriali, cioè temi da liceo, a vent’anni, e a trenta, non avendo fatto alcuna esperienza sul campo, non san più che dire, storcere il naso di fronte al nome di Giorgio Bocca e alla sua straordinaria carriera che gli permette, alle soglie dei novant’anni, di essere ancora perfettamente lucido sulla pagina.

"Non devo alcun rispetto a Bocca" scriveva tempo fa un pinchetto di cui non ricordo il nome, poniamo un Facci qualsiasi, mentre dovrebbe fare i gargarismi prima di pronunciare il suo nome invano. Comunque sia un indizio è un indizio. Tre indizi (Di Pietro, Travaglio, Bocca) fanno una prova.

Quindi se vi capita in casa un tipo mellifluo, che affetta equidistanza, ma quando sente i nomi di quei tre ha reazioni da demonio finito in un’acquasantiera, potete andare sul sicuro: è un berluscones doc. E cacciatelo a pedate nel culo perché non ha nemmeno il coraggio civile di essere ciò che è.

Da il Fatto Quotidiano dell'11 febbraio

18 commenti:

Anonimo ha detto...

praticamente nel pd votano berlusca ;)
andrea

giorgio libralato ha detto...

Forse non lo votano ma fanno di tutto o per farlo votare o per non andare a far votare. Sempre e comunque solo per perdere voti.

Anonimo ha detto...

ecco questo è un esempio di certa informazione faziosa e politicizzata! Arturo

Anonimo ha detto...

perchè la vergogna di chiamarsi tobolliniani ?

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giorgio libralato ha detto...

Ad Arturo a chi si riferisce? Lucia Annunziata, vespa a vespa, tg1 o mediaste? All’ultimo commento rispondo che in molti, prima della campagna elettorale che ha riportato Tombolillo sindaco, mi avvicinavano e dicevano di essere di destra, mi chiedevano di candidare a sindaco Tombolillo e che la loro famiglia al completo lo avrebbe votato.

Anonimo ha detto...

Guarda che come ha deluso Mochi può deludere Tombolillo. Mochi all'inizio ha ricevuto fiducia dagli elettori, fiducia che poi è stata tradita. Anche a Tombolillo è stata data fiducia ma questa fiducia non deve essere tradita ma onorata. In politica non bisogna dare mai nulla per scontato. contano i risultati. Certo che dall'altra parte c'è il nulla e quindi diciamo che parte avvantaggiato. Mettici pure i mutuati e il centro anziani, la parrocchia ..

giorgio libralato ha detto...

Però di Tombolillo i suoi elettori ne parlano tutti bene

Anonimo ha detto...

Si di Tombolillo parlano bene. E' di quelli che gli ronzano intorno che parlano male! Mica sono scemi! Spillo

giorgio libralato ha detto...

Purtroppo questa maggioranza è stata quasi obbligata dalle scelte sbagliate della peggiore amministrazione della storia di Pontinia che ha dovuto mettere mano al disastro di una certa parte politica.

Anonimo ha detto...

bella roba questa amministrazione post dissesto, la cura è peggio della malattia.

agro dolce amaro

giorgio libralato ha detto...

L’alternativa? Persone che non conoscevano ( e non conoscono) l’amministrazione, i confini, le competenze, la gente e i problemi reali?

Anonimo ha detto...

Libralato c'ha ragione al 1000%. Non c'è alternativa purtroppo. Neppure a Berlusconi c'è alternativa. Quando ci sarà un'alternatova voteremo.

Anonimo ha detto...

Prodi ha fatto lo stesso iter di Mochi. Marrazzo ha fatto un figura che stanno ancora a ridere tutto il mondo. Libralato ti devi rassegnare attualmente non c'è alternativa a Berlusconi e neppure a Tombollo. Walter

giorgio libralato ha detto...

L’alternativa si chiama persone serie, preparate, capaci, volenterose, impegnate per il bene comune e non per le aziende. Si chiama democrazia, libertà, informazione, rispetto delle regole, dignità, diritti civili e sociali. Prodi ha evitato il dissesto, almeno per qualche anno, ma se si continua così…. Marrazzo ha dimostrato dignità e responsabilità, rispetto degli elettori. Argomenti sconosciuti ad una certa parte politica.

Anonimo ha detto...

Libralato ma ti sei messo a difendere Marrazzo? Ma non ne vale la pena. Si è sputtanato da solo, ma quale dignità? ma quale rispetto? Fino a quando la sinistra o il centro-sinistra non sarà in grado di esprimere un volto nuovo, un progetto serio vincerà Berlusconi. Non c'è alternativa a Berlusconi attualmente. Come a Tombolillo. Mi dispiace ma è così. Fammi il nome di un politico che può sostituire Tombolillo? Fami il nome di uno che può sostituire Berlusconi? Marrazzo ha fatto una figura di m.... Lo hanno scaricato prima di tutti quelli del suo partito. Chiedi al buon Eligio cosa ne pensa
Walter

giorgio libralato ha detto...

C’è una parte, un modo di fare politica che cambia il senso alle parole. Conosco personalmente Piero Marrazzo e non avrei mai immaginato cosa nascondesse la sua parte privata. Ha sbagliato, ci ha deluso e l’ho criticato per primo, tanto che le mie critiche sono state riprese, e condivise, addirittura dal presidente della provincia. Però ha avuto il buon senso di farsi da parte ammettendo gli errori evidenti, che sono stati sicuramente meno importanti di quelli noti a tutti, esibiti con vanto in ogni occasione e con ogni mezzo, senza pudore o vergogna. Potere per il potere. Marrazzo ha avuto la dignità e il rispetto di chieder scusa e farsi da parte.

Anonimo ha detto...

LIBRALATO SVEJATE! MARRAZZO E' STATO FATTO FUORI E' STATO SILURATO DA QUELLI DEL SUO STESSO PARTITO, DA QUELLI DEL PD. SONO I LORO I PRIMI CHE PARLANO MALE DI MARRAZZO. TANTO E' VERO CHE HANNO CANDIDATO LA BONINO (CHE NON E' DEL PD) PERCHE' NEL PD NON RIUSCIVANO A TROVARE NESSUNO CHE DOPO LA SPUTTANATA DI MARRAZZO VOLESSE CANDIDARSI. AVEVANO TUTTI PAURA. IN QUESTA VICENDA- COME ANCHE NELLA VICENDA DI PONTINIA - C'E' BEN POCO DI VIRTUOSO. SONO UGUALI AGLI ALTRI. TALI E QUALI. CAMBIA PARTITO MA LE MODALITA' SONO LE STESSE. IDENTICHE. MI DISPIACE.

giorgio libralato ha detto...

Diciamo che certi politici scappano dalle responsabilità con una trasversalità e unanimità granitica. Lì non c’è maggioranza e opposizione, ma tutti uguali. Non credo sia un mistero che dietro ci siano gli interessi di una società che l’ex presidente aveva fatto accantonare. Che in quel settore ci fosse il ricatto di chi poteva erogare i fondi della sanità. E che le regioni gestiscono appetititi troppo forti nel settore della sanità.