sabato 31 gennaio 2009

Viabilità provinciale tra annunci, ricordi ed amnesie

Viabilità provinciale tra annunci, ricordi ed amnesie
Gli incroci di Casal Traiano (a confine tra i comuni di Latina e Pontinia) e di Borgo Pasubio (ingresso centro abitato di Pontinia) sono noti per la frequenza di incidenti.
Essendo su strade provinciali, dopo che la loro pericolosità è stata segnalata centinaia di volte, finalmente nel 2005 viene annunciato che nel piano triennale 05/08 venivano inseriti, finalmente, le opere di messa in sicurezza.
In pratica 2 rotatorie che garantirebbero una sicurezza adeguata, ma anche la riduzione della velocità, indispensabile nei 2 punti, così come la riduzione delle code, specialmente negli orari di punta.
Questa programmazione veniva annunciata con manifesti, guarda caso in periodo elettorale, da AN, esponenti di Pontinia, come se le rotatorie fossero in corso di realizzazione e soprattutto, grazie al “fattivo intervento di AN”.
Qualcuno, giustamente, faceva notare che la messa in sicurezza di incroci pericolosi, così come la riduzione delle cause di pericolo, di danni temuti, ma anche di tutti gli interventi per il bene comune, non debbano essere un vanto, ma un obbligo, un preciso dovere di chi amministra.
I cittadini di Pontinia erano comunque contenti che dopo le richieste inascoltate, qualcuno finalmente avrebbe risolto il decennale problema.
Invece niente.
Le agenzie di stampa, gli organi di informazione annunciano la serie di interventi, ancora una volta annunciati, dell’amministrazione provinciale per la messa in sicurezza di alcune strade.
Benissimo sono contento per i cittadini interessati, per tutti coloro che transitano su quelle strade che, come quasi tutte le strade della nostra provincia, hanno bisogno di opere importanti, come la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Ma le annunciate rotatorie di Borgo Pasubio e Casal Traiano?
Dobbiamo aspettare che la campagna elettorale entri nel vivo?
Allora fatele tutti i mesi le elezioni.
Ma realizzate anche tutte quelle opere per le quali siete stati delegati.
Pontinia 31 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

Centrali nucleari convengono? Italiani favorevoli o contrari

Centrali nucleari convengono? Italiani favorevoli o contrari
L’Italia consuma, secondo i dati del gestore, l’85% dell’energia prodotta nel nostro paese, la maggioranza delle regioni non solo sono autosufficienti, ma addirittura la esportano.
Le centrali esistenti in Italia possono produrre l’energia necessaria per il nostro Paese? Secondo l’Eurispes (L'Eurispes, Ispes fino al gennaio 1993, è un ente senza fini di lucro ed opera dal 1982 nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione.
L'Istituto realizza studi e ricerche per conto di imprese, enti pubblici e privati, istituzioni nazionali ed internazionali.
Nello stesso tempo, promuove e finanzia autonomamente indagini su temi di grande interesse sociale, attività culturali, iniziative editoriali, proponendosi come centro autonomo di informazione ed orientamento dell'opinione pubblica e delle grandi aree decisionali che operano nel nostro Paese) l’Italia ha una sovrapotenza di 34.000 Mw.
Il ricorso al nucleare sarebbe in conformità alle direttive dell’unione europea? Secondo l’Eurispes se arrivasse al 25% dell’intera produzione no.
Quanto può essere, ammesso che ci sia anche quando vengono detratti i costi dello smaltimento delle scorie e dello smantellamento delle centrali nucleari che nessuno mai considera, il risparmio sul consumo nazionale? Secondo l’Eurispes del 4,5%.
Il ricorso al nucleare può allontanare dalla dipendenza del petrolio? No sempre secondo l’Eurispes.
Gli italiani sarebbero favorevole al ritorno al nucleare? Secondo un sondaggio dell’Eurispes i favorevoli sarebbero del 38,3%, i contrari invece il 45,7%.
Pontinia 31 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

EURISPES: CENTRALI NUCLEARI COSTANO 30 MLD MA POCO RISPARMIO
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Per costruire le centrali nucleari e ritornare all'atomo servono, al netto di problemi e di ''accettazione sociale'', almeno 10 anni e circa 30 miliardi di euro (stima non definitiva). E non allontanera' dalla dipendenza dal petrolio, con un margine di risparmio sul consumo nazionale del 4,5% (per molti pari a quello che si puo' ottenere puntando sulle rinnovabili). Questo lo scenario tracciato dall'Eurispes nel Rapporto Italia che parte dalla volonta' ''dell'attuale governo'' di soddisfare con l'atomo il 25% del fabbisogno energetico del Paese entro il 2020-2030. Non raggiungere l'obiettivo del protocollo di Kyoto sul taglio alle emissioni, comporta all'Italia, per l'Eurispes, ''un debito giornaliero di 4 milioni di euro'' pari a ''un esborso di 1,5 miliardi di euro''. Eppure la richiesta maggiore di prodotti petroliferi si e' avuto nel settore dei trasporti (piu' 27,5%). Ma, se la produzione nazionale arriva all'85,1% (il 14,9% e' nucleare importato dalla Francia), in quanto a potenza installata non servirebbe rivolgersi a nessuno: ''La potenza installata e' di 89.800 Mw a fronte di una domanda di picco di 55.600 Mw, per una sovrapotenza di 34.000 Mw''. Il problema, evidenzia l'Eurispes, ''non e' la carenza di centrali'' ma che ''l'utilizzo degli impianti sia inferiore al 50%''. Un nucleare che produce il 25% del fabbisogno energetico, tra l'altro, osserva l'Eurispes, sarebbe ''in contrasto con le direttive Ue'' per gli obiettivi sulle fonti rinnovabili. (ANSA). Y99-GU
30/01/2009 11:43
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EURISPES: NUCLEARE;NO ALL'ATOMO DA 45,7% ITALIANI,SI' 38,3%
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Con uno scarto di 7,4 punti percentuali rispetto ai favorevoli ''gli italiani bocciano il ricorso al nucleare come fonte di energia''. In particolare contrario all'atomo si dice il 45,7% dei cittadini, pur con differenti motivazioni, contro il 38,3% dei favorevoli. Questa la fotografia scattata dal Rapporto Italia 2008 dell' Eurispes, che ha verificato la propensione degli italiani verso il nucleare ''anche in considerazione del dibattito che si e' aperto negli ultimi mesi a seguito dell'orientamento governativo''. Secondo il rapporto negli italiani c'e' ancora ''ansia'' dettata da ''paura'' per scenari apocalittici e ricordo di Chernobyl. Le motivazioni principali dei 'no' sono due: il timore dei rischi (27,3%), il ''non ritenerlo una soluzione'' rapida per i problemi dell'energia (18,4%). I favorevoli si dividono tra chi ritiene il nucleare una buona soluzione (30,1%) e tra chi pone la sola condizione che le centrali stiano distanti dalla zona in cui abitano (8,2%). A dire no sono soprattutto i residenti del nord-ovest (49,5%), seguiti da quelli del sud (47,9%), del centro (47,2%), e del nord-est (45,7%). Tra coloro che si dicono favorevoli spiccano invece le isole (50%), seguite dal nord-est (42,5%) e dal centro (40,2%). Sul piano politico, il 71,5% di chi si dichiara di sinistra e' contrario al nucleare, una percentuale che scende al 55,6% nel centrosinistra, si spaccano a meta' al centro (circa il 41%). Mentre nel centrodestra il 65,9% e' favorevole (a destra il 55,4%). (ANSA). Y99-GU
30/01/2009 11:16
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Le biomasse e le emissioni

Le biomasse e le emissioni
Secondo molti sostenitori dell’uso delle biomasse per alimentare le centrali elettriche queste sono ad emissioni zero, ma sarà così?
Dicono siccome producono (nella combustione dell’incenerimento) tanta anidride carbonica quanta ne assorbono nella loro vita il saldo è uguale a zero, ne sono tutti convinti?
Per esempio il Prof. Gianni Tamino, afferma che a queste emissioni bisognerebbe aggiungere la CO2 emessa per produrre la pianta e che, comunque questo può essere vero se:
- le biomasse utilizzate provengono da colture dedicate;
- le stesse colture vengono reintegrate.
Quindi non è vero se:
- per alimentare la centrale vengono utilizzate ramaglie, alberi, fasce frangivento, foreste, boschi esistenti, perché questi sono già presenti e già assorbono altra anidride carbonica;
- le centrali a biomasse vengono installate in comuni, province, regioni, nazioni dove l’energia elettrica prodotta è già esuberante rispetto ai consumi locali (com’è il caso del Lazio e dell’Italia).
Inoltre il saldo non è pari zero se vengono utilizzate altre biomasse diverse dal legno vergine e dalla colture dedicate, oppure dagli scarti o da piantagioni diverse dagli alberi che hanno invece un saldo di emissioni negative, quindi non si avvicinano nemmeno allo zero.
Pontinia 31 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

La protesta contro le centrali a biomasse e Facebook

La protesta contro le centrali a biomasse e Facebook
Sul blog www.pontiniaecologia.blogspot.com è arrivato da Schieppe l’invito ad unire la protesta che in Italia corre dal Veneto, alla Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lazio (oltre a Pontinia), Basilicata, Puglia e sicuramente ho dimenticato qualche Regione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte spiegato i giusti motivi che provocano la contrarietà dei cittadini verso atteggiamenti di pubbliche amministrazioni e di aziende quando queste propongono progetti poco chiari, che nascondono le informazioni oppure che sono dei cavalli di Troia verso obiettivi diversi.
Soprattutto l’OMS ha invitato al dialogo, al rapporto corretto e democratico, alla trasparenza per evitare le quasi sempre giuste diffidenze.
In merito alle centrali a biomasse (termine troppo generico che comprende un’infinità di elementi da incenerire per produrre energia) si raddoppia la diffidenza quando storia ed esperienza insegnano che queste diventano inceneritori veri e propri.
Non perché cambi la tecnologia (sempre di inceneritori si tratta) ma perché, quando non si trova abbastanza “biomassa” da bruciare spesso vengono alimentati questi inceneritori con rifiuti.
E’ vero che non bisogna generalizzare, né pensare che ogni progetto nasconda altri fini, né che quanto è accaduto in altri parti d’Italia debba avvenire ancora una volta nel territorio.
D’altronde Saviano (e le decine di inchieste che percorrono l’Italia) hanno insegnato l’equazione che dai rifiuti, dagli inceneritori si arrivi a qualcosa non sempre di lecito e questo aumenta la necessità indicata dall’OMS di chiarezza e di dialogo.
Per questo i cittadini sono costretti ad informarsi presso situazioni simili, a coalizzarsi, a costituire una rete, gruppi di lavoro e di collaborazione, anche e soprattutto attraverso internet, che, anche a causa della perdita di credibilità di molte altre fonti di informazione, diventa fondamentale per contrastare progetti sgraditi.
Per esempio ecco alcuni dei gruppi oggi presenti su Facebook alla voce biomasse:
NO alla Centrale a Biomasse e alla Ned Silicon a Fermo
NO ALLA CENTRALE A BIOMASSE A FRAGAGNANO (TARANTO)
Assolutamente contrari alle biomasse (inceneritori) a CANNOLE e nel Salento
NO alla CENTRALE A BIOMASSE SADAM a JESI!!!!!
Castiglione del Lago - Panicale: Centrale a Biomasse??
NO ALLA CENTRALE BIOMASSE (IN REALTA' UN COMUNE INCENERITORE) A FARBO
Contro la centrale a Biomasse a Nogara!!!
NO ALLA CENTRALE BIOMASSE (Fermo)
Centrale a biomasse Diecimo - Borgo a Mozzano
NON VOGLIAMO LE CENTRALI A BIO-MASSE (Russi)
NO CENTRALI A BIOMASSE INCENERITORI, SI ENERGIE PULITE E RICICLO
NO ALLA CENTRALE A BIOMASSE A BISTRIGNA!
REFERENDUM A LECCE: CONTRARIO ALLA CENTRALE A BIOMASSE
CONTRO VENDOLA E LA SUA POLITICA PRO-BIOMASSE!!!!!
Centrale a biomasse Diecimo - Borgo a Mozzano
NO alla Centrale a Biomasse e alla Ned Silicon a Fermo
Castiglione del Lago - Panicale: Centrale a Biomasse??
NO CENTRALE A SUMMAGA!
Comitato per la salute e tutela del territorio in Valle Peligna (AQ) (centrale di Bugnara)
Contro la costruzione dell'inceneritore di Schieppe
Questo ovviamente non significa che tutti i progetti delle centrale a biomasse siano negativi o che non esistano situazioni nelle quali potrebbero rappresentare una giusta risposta, altrettanto non è vero il contrario, cioè che vadano bene in qualsiasi realtà.
Pontinia 31 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

venerdì 30 gennaio 2009

Tutti uniti contro i danni delle biomasse

Tutti uniti contro i danni delle biomasse
Nella conferenza dei servizi sul progetto delle biomasse del 27 gennaio nessuno ha contestato l’affermazione del Presidente della conferenza quando ha affermato che qualsiasi combustione crea inquinamento, ma anche danni alla salute umana.
Né quando ha affermato che viene consentito di inquinare in base alla legge che forse sarebbe da cambiare.
Questo, a proposito dell’ennesimo studio sui danni evidenti derivanti dalle biomasse, di un team internazionale di varie universita', capitanati da Orjan Gustafsson dell'Universita' di Stoccolma.
Dallo studio pubblicato sulla rivista Science, come si legge nella nota dell’Agenzia di Stampa allegata, si evidenzia:
- l'enorme nube marrone che d'inverno si aggira sull'Oceano indiano e sui paesi dell'Asia del Sud e' un ammasso di polveri inquinanti che derivano dalla combustione delle biomasse, materiali usati come combustibile;
- la produzione di energia avrebbe deleteri effetti sulla salute umana (perche' questa combustione emette sostanze tossiche e particolato che causa malattie polmonari) e sull'ambiente;
- La nube marrone e' un ulteriore campanello d'allarme, ridurre l'inquinamento anche attraverso la riduzione drastica dell'uso di biomasse deve divenire presto una priorita'; non bastera' ridurre l'uso di combustibili fossili come carbone e petrolio, altra misura impellente da prendere.
Quindi se non nessuno ha contestato i danni alla salute umana vuol dire che non vi sono elementi per farlo e che è vero.
Anche l’intervento del Sindaco Tombolillo che ha evidenziato una situazione grave di malattie dell’apparato respiratorio del comune di Pontinia per le donne (il più alto del Lazio) e di uomini e donne del distretto di Latina, Pontinia e Sermoneta ha pesato come un macigno sul lassismo politico e amministrativo.
Non vedo, non sento o non parlo o semplicemente non mi importa oppure più facilmente non sono in grado di invertire la rotta, fare una programmazione seria, ridurre emissioni, inquinamento e malattie gravi?
La ASL ha dichiarato che sarebbe stato d’accordo a mettere delle prescrizioni per ridurre l’evidente inquinamento che sarebbe derivato dal nuovo progetto.
Il Sindaco Tombolillo ha contestato questa affermazione chiedendo di non fare affermazioni generiche e di principio, ma un intervento concreto, cioè esprimere con dati chiari come imporre la riduzione di emissioni e malattie.
In questo periodo di studi, richiesta di pareri e informazioni, contatti con esperti sotto i vari aspetti medico, scientifici, pubblicazioni, informazioni con altre realtà abbiamo scoperto il dramma di malattie gravi, epidemiologie e di contrasto ad un progetto che è sgradito in Puglia, Basilicata, Marche, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Liguria, Lombardia, ma anche in altre realtà del Lazio.
Addirittura l’assessorato agricoltura della Lombardia ne ha evidenziato l’inutilità economica, ma anche i danni.
Il gruppo di lavoro di Pontinia si è messo in contatto in vari modi con queste realtà e da Schieppe (Marche) arriva l’appello sul blog www.pontiniaecologia.blogspot.com ad unire tutte le realtà locali che si battono contro centrali a biomasse, inceneritori, quindi contro diossine, nanoparticelle e malattie gravi.
Da una parte questo ci fa sentire più forti, dall’altra, che delusione quando i cittadini si devono difendere da chi, invece, dovrebbe garantire loro le giuste condizioni di vita e quindi la prevenzione a gravi malattie che inquinano a norma di legge. Sei malato e muori ma la legge è con te.
Pontinia 30 gennaio 2009 Ecologia e territorio Libralato Giorgio

PER FAVORE UNIAMOCI!!

Abbiamo creato un gruppo su Facebook "" Contro la costruzione dell'inceneritore di Schieppe"",
Ci stiamo unendo ad altri gruppi in altre città d'Italia; ci siamo uniti anche ai gruppi dei meetup di Beppe Grillo (che ci stà facendo pubblcità gratuita....)

INFORMIAMO LA GENTE come stanno veramente le cose!!.

Le "NUOVE " centrali a biomassa rilasciano NANOPARTICOLATI.
Non siamo noi a dirlo che sono cancerogeni...CERCATE SU YOUTUBE E VI RENDERETE CONTO VOI STESSI!!

giovedì 29 gennaio 2009

anche sul nucleare sono stati fraintesi?

Comunicati stampa

27/01/2009 13:09 Nucleare, Scajola: non spetta al governo decidere

“Che fine ha fatto il decisionismo del governo?”

“Paura di perdere consenso? Alla prima scadenza elettorale, a quanto pare, in materia di nucleare il governo decisionista si dichiara accondiscendente col territorio”. Così Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, commenta le dichiarazioni rilasciate oggi in Sardegna dal ministro Claudio Scajola, secondo il quale non spetterebbe al governo decidere dove realizzare le eventuali centrali nucleari ma agli enti locali insieme alle società energetiche.

“Il ministro, forse, soffre di amnesia – prosegue Ciafani – visto che la delega al governo in materia di nucleare contenuta nel ddl Sviluppo, in discussione al Senato proprio in questi giorni, prevede il potere sostitutivo dell’esecutivo in caso di mancata intesa con gli enti locali per la localizzazione delle centrali”.

“Comunque, l’episodio ci rassicura – conclude con ironia il responsabile scientifico di Legambiente -. Se così stanno le cose, il nucleare fortunatamente non si farà mai. Avremo, però, perso tempo prezioso e risorse utili allo sviluppo di tecnologie pulite, alla lotta ai cambiamenti climatici e al rilancio dell’economia, come testimoniato anche dalle scelte della nuova amministrazione statunitense in materia di energia”.

L’ufficio stampa di Legambiente 06 86268399 - 79 - 76 – 53 www.legambiente.eu

NUCLEARE: PD, DA SCAJOLA MARCIA INDIETRO ELETTORALE

(ANSA) - CAGLIARI, 27 GEN - ''Fa piacere sentire che il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola, oggi in visita in Sardegna, ha fatto dietrofront sul nucleare. Peccato che il disegno di legge del governo in discussione al Senato prevede che le decisioni rispetto ai siti per le centrali possano essere assunte anche contro il parere delle Regioni''. Lo sottolineano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Gian Piero Scanu, capigruppo nelle commissioni Ambiente e Difesa. ''E' chiaro che oggi nel timore che la posizione sul nucleare faccia perdere voti in Sardegna Scajola fa una precipitosa marcia indietro rispetto alle sue posizioni e a quelle del governo - sostengono i due esponenti del centrosinistra -. Fin dall'inizio il Pd ha dichiarato che la proposta sul nucleare dell'Esecutivo cosi' come e' formulata non e' una proposta seria perche' configura una scelta scollegata dalle politiche energetiche generali. Il paradosso e' che il governo sponsorizza il nucleare come strumento per la riduzione delle emissioni quando in realta' boicotta il pacchetto clima che e' la strada scelta dall'Europa per combattere i cambiamenti climatici. E' comunque positivo che Scajola, pasdaran del nucleare dappertutto e ad ogni costo, adesso abbia deciso di dare prova di maggior realismo''. (ANSA). GC
27/01/2009 16:17

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NUCLEARE:LEGAMBIENTE, MINISTRO SCAJOLA FORSE SOFFRE AMNESIA

(ANSA) - ROMA, 27 GEN - Considerando quanto ha affermato oggi, ''forse Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, soffre di amnesia, visto che la delega al governo in materia di nucleare contenuta nel ddl Sviluppo, in discussione al Senato proprio in questi giorni, prevede il potere sostitutivo dell'esecutivo in caso di mancata intesa con gli enti locali per la localizzazione delle centrali''. Cosi' Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, commenta in una nota le ultime dichiarazioni del ministro Claudio Scajola in materia di nucleare. Ciafani si chiede allora se si tratti di ''paura di perdere consenso'', il fatto che ''alla prima scadenza elettorale, a quanto pare, in materia di nucleare il governo decisionista si dichiara accondiscendente col territorio''. Comunque ''l'episodio ci rassicura'' conclude Ciafani, perche' ''se cosi' stanno le cose, il nucleare fortunatamente non si fara' mai. Avremo, pero', perso tempo prezioso e risorse utili allo sviluppo di tecnologie pulite, alla lotta ai cambiamenti climatici e al rilancio dell'economia, come testimoniato anche dalle scelte della nuova amministrazione statunitense in materia di energia''. (ANSA). Y62-GU
27/01/2009 16:42

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martedì 27 gennaio 2009

Biomasse, dopo la bocciatura del comune di Pontinia, cosa succederà

Biomasse, dopo la bocciatura del comune di Pontinia, cosa succederà
Il sindaco del comune di Pontinia, come richiesto, il parere negativo al progetto della centrale a biomasse in base agli articoli 216 e 217 del R.D. 1265/1934.
Ai sensi della normativa in materia di conferenza dei servizi, che si allega nelle parti interessanti, l’amministrazione provinciale di Latina deve inviare entro 10 giorni la documentazione alla conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
Di seguito si riporta anche il predetto articolo 8.
La conferenza unificata di fatto avrà 100 giorni da oggi per concludere il suo lavoro.
Il sindaco di Pontinia ha espresso il suo parere negativo, articolato e spiegato in 4 pagine, supportandolo con studi espressi in 22 pagine che dimostrano, tra l’altro:
- secondo l’Agenzia Sanitaria Regionale del Lazio il comune di Pontinia ha il più alto indice (nel Lazio) di incidenza tumorale nell’apparato respiratorio femminile;
- secondo il registro tumori della popolazione dell’Azienda Usl della provincia di Latina il distretto di Latina (che comprende i comuni di Latina, Sermoneta e Pontinia) ha la più alta incidenza nelle malattie e nella mortalità per neoplasia uomo e donna dell’apparato respiratorio;
- la mancanza della filiera corta
Sono stati poi ribaditi i concetti da sempre espressi cioè l’incompatibilità territoriale delle centrali elettriche (sia biomasse che turbogas) con le aziende esistenti a rischio di incidente rilevante (anche nota come Direttiva severo) nell’area del consorzio industriale, ma anche il danno che le stesse centrali recherebbero ai prodotti agricoli locali con riconoscimenti e marchi di qualità e provenienza, con i programmi e gli investimenti agricoli sia provinciali che regionali, ma anche l’esclusione delle centrali a turbogas dai piani energetici regionale e provinciale, così come gli stessi piani non prevedono la possibilità di una centrale a biomasse di questa potenza.
Per fare un esempio, nella provincia di Latina, anche ammesso che tutte le biomasse esistenti o programmabili conferissero nella centrale progettata si potrebbe arrivare a circa 5 megawatt anziché i 22 richiesti.
Qui Tombolillo ha richiamato più volte l’assessore provinciale all’ambiente Roberto Migliori affinché prendesse posizione contro un progetto che smentisce lo studio commissionato dall’amministrazione provinciale all’università di Roma che attesta, appunto, una capacità non superiore a 5 megawatt.
Anche il rappresentante del comando provinciale dei vigili del fuoco di Latina ha ricordato che il parere espresso sul progetto, in data 31/8/6 non teneva certo conto degli effetti domino e dell’irraggiamento termico e degli incendi che potrebbero svilupparsi da e per le centrali elettriche alle 2 centrali a incidenti rilevanti.
Un rappresentante della ditta proponente ammetteva: bisognerebbe conoscerli gli impianti esistenti..
Questo perché il progetto delle centrali, contrariamente a quanto prescritto in materia, non analizza aspetti per i quali il comune di Pontinia ha espresso un inevitabile parere negativo.
I rappresentanti della ASL, in particolare il dottor Amilcare Ruta confortava il parere del sindaco di Pontinia che, una evidente situazione di malattie dell’apparato respiratorio era più che giustificabile un discorso dubitativo dove deve prevalere il principio di cautela.
Anzi aggiungeva che un’eventuale autorizzazione doveva contenere prescrizioni per ridurre le emissioni in modo da garantire una sensibile probabilità di incidenza negativa sulla salute umana, anche se mancava una corrispondenza causa –effetto tra le malattie finora riscontrate.
Su sollecitazione del presidente della rete Paolo Cima, la ditta proponente ammetteva di non essere riuscita a concludere alcun accordo di massima con gli imprenditori e le associazioni locali per una preclusione a priori di eventuali accordi.
Il Sindaco Tombolillo affermava che se non viene garantito un guadagno almeno pari allo stato di fatto sarà difficile concludere o prospettare accordi.
La ditta ribadiva la disponibilità a concordare il progetto con le realtà locali, comune, associazioni dei cittadini, di categoria, parti sociali, politiche che finora non è avvenuta certo non per colpa della società proponente.
Libralato evidenziava, nei documenti datata settembre 2008, inviati all’amministrazione comunale nel mese di dicembre per esprimere un parere nella conferenza dei servizi dati ancora non aggiornati, già censurati nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 da parte dell’amministrazione provinciale.
Tali dati riguardano:
il documento “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” a pag. 1 il punto 1. inquadramento meteorologico fa riferimento agli anni 1995, 1996, 1997, 2000 e 2001 e alla centralina a circa 24 km a nord ovest dell’area dove sorgerà la centrale.
Con tutti i conseguenti :
- temperatura;
- direzione del vento;
- velocità del vento;
- radiazione solare totale.
- Stabilità atmosferica.
Se i dati e la “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” per i motivi sopra detti anche le “2. identificazione degli scenari e delle azioni di impatto”, sono di conseguenza, per quelli non ammessi dalla conferenza dei servizi del 30/08/07 e da rifare completamente.
Per gli stessi motivi anche lo “3. studio sull’emissione di polveri” non è valido ed è da rapportare alle nuove indagini da effettuare sul posto.
Il punto “3.4 sintesi fonti emissive” continuano ripetere l’errore per l’inadeguatezza della “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici”.
Grazie ai ripetuti incontri del tavolo tecnico comunale, del notevole lavoro di squadra, all’impegno, ricerche, conoscenza suggerimenti del sindaco Eligio Tombolillo, dell’assessore all’ambiente Valterino Battisti, dell’ufficio tecnico comunale, della rete dei cittadini, Paolo Cima, Luigi Veca, Alessandro Cocchieri e di Giorgio Libralato è stato ottenuto un primo importante risultato a tutela dei diritti dell’amministrazione comunale e soprattutto dei cittadini di Pontinia.
Anche se coscienti che è stato solo il primo tassello di chi si prepara a resistere con la forza e il coraggio della conoscenza del proprio territorio e dei concittadini.
Pontinia 27 gennaio 2009 Ecologia e territorio
Legge 7 agosto 1990, n. 241
Nuove norme sul procedimento amministrativo
Art. 14 (Conferenza di servizi)
Art. 14-quater (Effetti del dissenso espresso nella conferenza di servizi)
3. Se il motivato dissenso è espresso da un'amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità, la decisione è rimessa dall'amministrazione procedente, entro dieci giorni: a) al Consiglio dei ministri, in caso di dissenso tra amministrazioni statali; b) alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, di seguito denominata "Conferenza Stato-regioni", in caso di dissenso tra un'amministrazione statale e una regionale o tra più amministrazioni regionali; c) alla Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, in caso di dissenso tra un'amministrazione statale o regionale e un ente locale o tra più enti locali. Verificata la completezza della documentazione inviata ai fini istruttori, la decisione è assunta entro trenta giorni, salvo che il Presidente del Consiglio dei ministri, della Conferenza Stato-regioni o della Conferenza unificata, valutata la complessità dell'istruttoria, decida di prorogare tale termine per un ulteriore periodo non superiore a sessanta giorni.
(comma così sostituito dall'articolo 11, comma 1, lettera b), legge n. 15 del 2005)

Decreto Legislativo 28 agosto 1997, n. 281
"Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato - citta' ed autonomie locali"

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 202 del 30 agosto 1997
(Rettifica G.U. n. 217 del 17 settembre 1997)

Art. 8.
Conferenza Stato - citta' ed autonomie locali e Conferenza unificata
1. La Conferenza Stato - citta' ed autonomie locali e' unificata per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province, dei comuni e delle comunita' montane, con la Conferenza Stato - regioni.
2. La Conferenza Stato - citta' ed autonomie locali e' presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, per sua delega, dal Ministro dell'interno o dal Ministro per gli affari regionali; ne fanno parte altresi' il Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, il Ministro delle finanze, il Ministro dei lavori pubblici, il Ministro della sanita', il presidente dell'Associazione nazionale dei comuni d'Italia - ANCI, il presidente dell'Unione province d'Italia - UPI ed il presidente dell'Unione nazionale comuni, comunita' ed enti montani - UNCEM. Ne fanno parte inoltre quattordici sindaci designati dall'ANCI e sei presidenti di provincia designati dall'UPI. Dei quattordici sindaci designati dall'ANCI cinque rappresentano le citta' individuate dall'articolo 17 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Alle riunioni possono essere invitati altri membri del Governo, nonche' rappresentanti di amministrazioni statali, locali o di enti pubblici.
3. La Conferenza Stato - citta' ed autonomie locali e' convocata almeno ogni tre mesi, e comunque in tutti i casi il presidente ne ravvisi la necessita' o qualora ne faccia richiesta il presidente dell'ANCI, dell'UPI o dell'UNCEM.
4. La Conferenza unificata di cui al comma 1 e' convocata dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Le sedute sono presiedute dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, su sua delega, dal Ministro per gli affari regionali o, se tale incarico non e' conferito, dal Ministro dell'interno.

parere negativo alla conferenza dei servizi biomasse

Il sindaco di Pontinia Eligio Tombolillo ha espresso negativo, per quanto di competenza al progetto della centrale a biomasse.
Più tardi il servizio completo

Rinnovabili, chiesta la restituzione degli incentivi

Rinnovabili, chiesta la restituzione degli incentivi
Secondo l’associazione ‘Diritto al futuro’ fondi dirottati agli inceneritori
27/01/2009 – Il 7% dell’importo della bolletta elettrica non finanzia le energie rinnovabili, ma gli impianti di incenerimento, per lo smaltimento di scarti di raffineria e lavorazioni industriali. Lo denuncia l’associazione “Diritto al Futuro” (http://www.dirittoalfuturo.it/pages/index.htm), che alla conferenza stampa di sabato 24 gennaio ha consigliato a utenti privati e aziende di chiedere la restituzione degli importi prelevati dal 2004 al 2007 attraverso la sottoscrizione di una vertenza.

A causa di questa condotta l’Italia potrebbe incorrere in sanzioni e procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea a causa del mancato rispetto della Direttiva 2001/77. Dal 1991, anno caratterizzato da carenza energetica per l’Italia, sono stati introdotti i contributi Cip6/92. I fondi avrebbero dovuto incentivare la produzione di energia alternativa a quella fossile, facendo crescere l’importo della bolletta elettrica di circa il 7%.

Secondo la denuncia di “Diritto al Futuro” le risorse raccolte, che per il solo 2006 ammontano a 3,5 miliardi di euro, sarebbero state dirottate a favore di petrolieri e inceneritori di rifiuti. La direttiva europea 77/2001, che ha seguito l’istituzione del GSE, Gestore del servizio elettrico, ha stabilito l’esclusione dei rifiuti non biodegradabili dagli incentivi.

La norma, inizialmente non recepita dall’ordinamento italiano, ha trovato applicazione con la Legge Finanziaria 2007, lasciando però scoperto il periodo dal 2004 al 2006.

Molti altri i progetti a favore di aziende e privati portati avanti dall’associazione “Diritto al fururo”, tra cui emerge “Rifiuti zero”. Iniziative aperte a tutti i contribuenti in regola con i pagamenti al Gse.

(riproduzione riservata)


• Approfondimenti sulla vertenza (http://www.casaportale.com/public/uploads/13845-pdf1.pdf)

www.edilportale.com

lunedì 26 gennaio 2009

27 gennaio 2009, Giornata della memoria

27 gennaio 2009, Giornata della memoria
LE ATTIVITÀ ALLA CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA DI ROMA
domenica 25 gennaio 2009 di Francesca Mentella
http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article5674

Lettori unici di questo articolo: 720
La storia insegna e la memoria vigila, per questo la Repubblica italiana dal 2000 ha istituito il 27 gennaio come il “Giorno della Memoria”, in “ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Il 27 gennaio è dunque un giorno per non dimenticare la storia, un passato recente e tragico, ma che brucia ancora. E’ necessario ricordare, far ricordare, soprattutto ai giovani, troppo spesso ancora tristemente ignoranti di fronte agli avvenimenti di quel periodo storico.
Roma onora questa giornata: anche quest’anno la Casa della Memoria e della Storia conferma il suo ruolo di primo piano nella Capitale per le celebrazioni intorno al “Giorno della Memoria”. Il 27, 28 e 29 gennaio 2009 sarà possibile assistere a proiezioni di film, documentari, testimonianze e interviste, conferenze, letture e presentazioni di libri. Il 27 gennaio 2009 alle ore 10 sarà l’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione Umberto Croppi a portare il saluto delle Istituzioni alla Casa della Memoria e della Storia.

Riportiamo di seguito il programma completo delle iniziative ricordando ai nostri lettori che tutte le iniziative sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.

IL PROGRAMMA MARTEDÌ 27 GENNAIO 2009Alle ore 10.00 - Sala Multimediale Saluto dell’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione Umberto Croppi

A seguire Proiezione del documentario “La deportazione e l’internamento nei lager nazisti dei militari italiani” edito dall’A.N.E.I. Un filmato sulla situazione dei militari italiani dopo l’8 settembre 1943: il periodo di internamento nei lager nazisti nei quali furono considerati non come prigionieri di guerra bensì Internati Militari Italiani (IMI) per sottrarli all’assistenza prevista dalla Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.

A seguire Conferenza sul tema “La geografia dei lager - dove nasce l’Europa” tenuta dai relatori Marcello Palumbo e Sabrina Frontera. Coordinatore Angelo Sambuco. Iniziativa a cura di ANEI

MARTEDÌ 27 GENNAIO 2009 Alle ore 17.30 – Sala Multimediale Proiezione di “Ritorno a Auschwitz” L’ultima intervista a Primo Levi: documentario del 1982 diretto da Daniel Toaff. L’intervista, curata dalla rubrica di cultura ebraica “Sorgente di vita” per la Rai, a cura dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane con la collaborazione di Fausto Coen, Emanuela Ascarelli, Miriam Silvera, è stata realizzata durante uno dei viaggi di ritorno ad Auschwitz fatti da Primo Levi con un gruppo di studenti e di insegnanti della provincia fiorentina.

A seguire Proiezione del filmato “Hollywood racconta la Shoah”, di Daniel Anker, edizione italiana di Giuliana Varone, a cura di Chiara Tiezzi, tratto dalla trasmissione “La storia siamo noi” di Rai Educational curata da Giovanni Minoli. Iniziativa a cura di IRSIFAR

MERCOLEDÌ 28 GENNAIO 2009 Alle ore 9.30 – Sala Multimediale “Il conflitto sulla storia. Negazionismo, antisemitismo, razzismo” Per il Giorno della Memoria e in occasione della ristampa del volume di Pierre Vidal-Naquet, “Gli assassini della memoria. Saggi sul revisionismo e la Shoah” con introduzione di Giovanni Miccoli (Viella Editore), si propone una riflessione sulle diverse forme di negazionismo e antisemitismo. Relatori Giovanni Miccoli, Valentina Pisanty, Saul Meghnagi Iniziativa a cura di IRSIFAR e dell’Associazione Proteo Fare Sapere- Roma/Lazio

GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2009 Alle ore 17.00 - Sala Multimediale Presentazione del libro “Primo Levi: il dialogo è interminabile”, di Roberto Mauro (La Giuntina, 2009). Introduce Stefano Gambari. Interventi di Gilberto Scaramuzzo (Università Roma Tre) e Griselda Miriam Gomez. Letture di brani di Primo Levi a cura di Tullia Della Moglie e Valentina Tinelli e intermezzo musicale a cura di Francesca Meli. Iniziativa a cura di Istituzione Biblioteche di Roma e La Giuntina Editore

INFO Casa della Memoria e della Storia da lunedì a sabato 9 – 19, domenica chiuso. Via San Francesco di Sales, 5 (Trastevere) – Roma. Tel. 060608, 06 6876543, www.casadellamemoria.culturaroma.it

domenica 25 gennaio 2009

Biomasse e la politica, se ci sei batti un colpo…..

Biomasse e la politica, se ci sei batti un colpo…..
La politica, si sa, ha i suoi tempi e i suoi meccanismi.
Se così non fosse non si spiegherebbe il disincanto e la delusione della maggioranza degli italiani che non si riconoscono nei rappresentanti eletti da pochi (una decina) segretari di partito che hanno stabilito, a tavolino, che siedono nel parlamento.
Quindi la Politica quella vera rimane (chissà ancora per quanto) a livello locale ed amministrativo.
Per questo motivo i cittadini di Pontinia, come dell’intera pianura pontina “redenta” che rischia di tornare palude, come studi universitari e tecnico scientifici dimostrano, ma anche deposito di diossina, polveri sottili, nanoparticelle come qualche negazionista vorrebbe.
Questi “illuminati” negazionisti dei diritti civili e sociali, di un ambiente sano, con idonee caratteristiche di acqua, aria, suolo, vorrebbero riempire la nostra provincia di impianti devastanti.
Altri Illuminati amministratori e politici vorrebbero invece una corretta gestione del territorio che parte dalle esigenze locali, per arrivare ad un’armonia e un equilibrio che partendo dall’ambiente comunale, tocchi e coinvolga quello provinciale, regionale, nazionale, mondiale.
Questa armonia e questo equilibrio, ci insegnano questi Illuminati, possono derivare da una programmazione sul lungo periodo che possono dare un respiro ben più ampio rispetto al consumismo sfrenato, senza regole e controllo.
Bene la speranza dei cittadini del comune di Pontinia e dell’intera provincia di Latina è che arrivi se non un intervento diretto nelle sedi competenti (lo dicevamo prima: la politica, si sa, ha i suoi tempi e i suoi meccanismi) vi sia almeno un intervento almeno a mezzo stampa sulla questione delle biomasse.
Il Presidente della Provincia, gli Assessori, i Consiglieri Provinciali hanno il diritto dovere istituzionale di occuparsi delle questioni territoriali, ambientali, energetiche.
Di più hanno votato un documento in consiglio provinciale lo studio e il piano energetico provinciale che sembrerebbe contrastare il progetto per le biomasse previsto a Pontinia?
Bene Presidente Cusani, assessore Migliori, consiglieri di opposizione Venditti, Bartolomeo, Guidi, Campoli cosa ne pensate di questo progetto?
E’ conforme al Vostro deliberato?
Agli studi da Voi richiesti e pubblicati, assunti come Vostri?
La gestione del territorio deve essere lasciata ad una asettica conferenza dei servizi, al progetto rivisto, aggiornato e corretto in seguito alla segnalazioni di errori dei Vostri Funzionari, oppure deve avere un respiro ampio di dibattito, coinvolgimento pubblico?
Di più, se qualcuno (pro o contro) al progetto impugnasse in una delle tante aule del Tribunale (civile, penale, amministrativo) il risultato di studi, conferenze, deliberati è giusto che a decidere il futuro delle attuali e prossime generazioni di 500 mila persone debba essere un Giudice oppure la Politica?
Grazie, della Vostra attenzione, grazie se vorrete far sentire la Vostra Voce, se intendete scrivere una nota di stampa, un comunicato, proporre un incontro con gli altri protagonisti della gestione del territorio, istituzionali, comuni, regione prima che sia troppo tardi.
Ho apprezzato la passione espressa sui temi dei rifiuti, della gestione pubblica dell’acqua, il Vostro disinteressato contributo al dibattito, al dialogo, alla condivisione con i cittadini e con gli Enti, fatelo, per favore, anche sul tema energetico.
Prima che arrivi una decisione da un’altra parte, un’altra emergenza sulle spalle dei cittadini e delle prossime generazioni.
Un cittadino, tecnico, politico (come afferma giustamente l’assessore Migliori) che non si rassegna alla politica decisa fuori dalle sedi competenti per la Politica.
Pontinia 25 gennaio 2009 Giorgio Libralato

sabato 24 gennaio 2009

Nuovo tavolo tecnico progetto a biomasse a Pontinia

Nuovo tavolo tecnico progetto a biomasse a Pontinia
In vista della conferenza dei servizi decisoria sul progetto della centrale a biomasse progettata nell’area del consorzio industriale di Mazzocchio ieri si è svolto un nuovo tavolo tecnico per esaminare i tanti, troppi, lati negativi o comunque non graditi dall’amministrazione di Pontinia.
Ma anche dai cittadini e da quelle persone di buona volontà, in difesa dei diritti civili e sociali, del buon senso, del bene comune, delle regole, norme e statuti, della programmazione territoriale, industriale, economica e sociale.
Intanto si apprende che un funzionario della Regione Lazio è intervenuto direttamente presso l’amministrazione comunale per perorare la causa del progetto, questo spiega gli strafalcioni del documento emesso in materia?
Sembra inoltre che la ditta proponente si prepara per martedì 27, la data della conferenza presso l’amministrazione provinciale di Latina, ad un nuovo colpo di scena, cioè integrazioni al progetto che dimostrerebbero la produzione, in provincia di Latina, di 275 mila tonnellate di legno da bruciare nell’inceneritore che dovrebbe produrre 22 megawatt di energia elettrica.
In pratica sarebbe, stando alle indiscrezione tutte da verificare, uno studio che contrasterebbe con lo studio commissionato dall’amministrazione provinciale allegato al piano energetico provinciale?
In questo caso a chi credere? Agli studi di un privato oppure di un’università e di un ente pubblico?
Se venisse recepito dall’amministrazione provinciale la stessa cambierebbe il suo piano energetico?
Questa documentazione integrativa, se venisse confermata, porterà ad un breve aggiornamento della conferenza?
Nel caso il comune di Pontinia confermasse il suo parere negativo motivato quale saranno le fasi successive? Ricorso al Tar? Conferenza dei servizi stato-regioni? Entrambi?
Da parte dei cittadini pare che saranno prodotte ulteriori osservazioni al progetto.
Si è persa un’altra occasione di programmazione del territorio lasciando la parola a norme, paragrafi, cavilli, ricorsi, pareri tecnici e legali?
Il tavolo tecnico grazie alle persone di buon senso e buona volontà ha prodotto materiale copioso che conferma quanto deliberato dal consiglio comunale di Pontinia in materia contrario all’unanimità al progetto delle biomasse.
Né poteva essere altrimenti visto:
- lo statuto del comune di Pontinia che al punto 2) dell’art. 21 “industria-commercio” così recita:
“rilevata l’esistenza dell’area industriale, Mazzocchio, già urbanizzata, si adopera per un definitivo rilancio industriale dell’area stessa con divieto d’inserimento di termo distruttore”;
- il famoso capitolo dell’art. 42 bis delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore territoriale, variante generale di adeguamento ed aggiornamento del consorzio per lo sviluppo industriale Roma-Latina che prescrive: “ 1. all’interno dell’agglomerato non è consentito, di norma, l’insediamento di attività che comportino l’uso e/o il trattamento di sostanze definite nocive e/o tossiche e/o pericolose dalle vigenti norme in materia, salva la possibilità di deroga che può essere esercitata dal Consorzio previo parere favorevole dell’autorità competente in materia di tutela ambientale (Provincia e/o Regione). “

Pontinia 24 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Come sempre si ringraziano le Redazioni, i Giornalisti e i Corrispondenti per l’attenzione e la divulgazione, così come per le critiche che aiutano a diffondere idee ed una necessaria coscienza civile.
Se a qualcuno viene qualche dubbio sull’accostamento tra termodistruttore ed impianto a biomasse può consultare il documento del Ministero dell’Ambiente e del Ministero per le attività culturali http://209.85.129.132/search?q=cache:uWGbkMcY0M0J:www2.minambiente.it/Sito/Settori_azione/via/legislazione/docs/decreto_10_10_01_6486.pdf+termodistruttore+biomasse&hl=it&ct=clnk&cd=25&gl=it

La pianura pontina imparerà dall’Asia per le biomasse?

La pianura pontina imparerà dall’Asia per le biomasse?
La letteratura in materia, le indagini epidemiologiche relative alle emissioni e ai danni derivanti dalle centrali elettriche a biomasse evidenziano presenza di nanoparticelle, diossine e altre particelle che provocano malattie gravi nell’apparato respiratorio.
Anche la letteratura tecnologica e scientifica indicano che tale ricorso non è conveniente né da un punto di vista energetico, né da quello economico.
Nel particolare rispetto alla produzione di calore la resa scende al 30% rendendo evidente che non è certo questo l’utilizzo ideale.
Inoltre il prodotto dell’incenerimento del legno per arrivare alla produzione di energia elettrica provoca rifiuti speciali da inviare in discariche speciali.
Adesso arriva un’altra conferma, dall’Asia addirittura, difatti l’enorme nube marrone che d'inverno si aggira sull'Oceano indiano e sui paesi dell'Asia del Sud e' un ammasso di polveri inquinanti che derivano dalla combustione delle biomasse, materiali usati come combustibile nei paesi in via di sviluppo, molto adoperati anche nelle abitazioni per riscaldarsi e cucinare, ma che sprigionano fumi altamente tossici.
Questa volta ad affermarne i danni non sono il centro tumori di Genova che pure ha prodotto gli studi in materia, oppure il centro di ricerca Nanodiagnostics, dalle Arpa, dal Cnr, dalle Aziende Usl italiane, ma da un team internazionale di varie universita', capitanati da Orjan Gustafsson dell'Universita' di Stoccolma.
Lo studio e' stato pubblicato sulla rivista Science e vengono attribuiti all’uso delle biomasse deleteri effetti sulla salute umana (perche' questa combustione emette sostanze tossiche e particolato che causa malattie polmonari) e sull'ambiente.
La nube marrone presente sull’Asia è una minaccia ed un ulteriore campanello d'allarme per India e Cina: ridurre l'inquinamento anche attraverso la riduzione drastica dell'uso di biomasse deve divenire presto una priorita'.
La pianura pontina imparerà dagli errori degli altri?
Oppure il 27 gennaio diventerà, con la conferenza dei servizi decisoria sul progetto di Pontinia, una giornata da dimenticare?
Pontinia 24 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

INQUINAMENTO:TROVATO IDENTIKIT NUBE ASIA,COLPA FUMI BIOMASSE
(ANSA) - ROMA, 22 GEN - L'enorme nube marrone che d'inverno si aggira sull'Oceano indiano e sui paesi dell'Asia del Sud e' un ammasso di polveri inquinanti che derivano dalla combustione delle biomasse, materiali usati come combustibile nei paesi in via di sviluppo, molto adoperati anche nelle abitazioni per riscaldarsi e cucinare, ma che sprigionano fumi altamente tossici. A dare identita' all'enorme nube marrone che si intravede periodicamente in inverno nei cieli dell'Asia sono stati ricercatori di un team internazionale di varie universita', capitanati da Orjan Gustafsson dell'Universita' di Stoccolma. Lo studio e' stato pubblicato sulla rivista Science. Le biomasse, principalmente paglia di grano, cotone, mais, sorgo e altre colture agricole, trucioli della lavorazione del legno, sono usate non solo a livello industriale per la produzione di energia ma anche nelle stesse abitazioni, con deleteri effetti sulla salute umana (perche' questa combustione emette sostanze tossiche e particolato che causa malattie polmonari) e sull'ambiente. Da tempo si cercava di capire la composizione della folta nube di fuliggine che periodicamente 'oscura' i cieli indiani e di altre zone dell'Asia meridionale. Sulla cima di una montagna gli esperti hanno raccolto campioni di questa nube e con analisi chimiche hanno compreso che e', per i due terzi, il risultato della combustione di biomasse. La nube marrone e' un ulteriore campanello d'allarme per India e Cina: ridurre l'inquinamento anche attraverso la riduzione drastica dell'uso di biomasse deve divenire presto una priorita'; non bastera' ridurre l'uso di combustibili fossili come carbone e petrolio, altra misura impellente da prendere. (ANSA). Y27-GU
22/01/2009 20:22
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venerdì 23 gennaio 2009

Manifestazione a sostegno del Procuratore di Salerno, Luigi Apicella

modifica al post:
come ormai già sapete la manifestazione è stata sposta a Piazza Farnese ed inizia alle ore 9:00.
Per chi viene da fuori Roma in treno ed arriva alla Stazione Termini
può raggiungere Piazza Farnese
recandosi alla fermata sul piazzale fronte Stazione TERMINI e Prendere la linea 64
direzione (P.ZA STAZIONE S. PIETRO (FM)) per 9 fermate (dovrebbe esserci una corsa ogni 5 minuti)


Manifestazione a sostegno del Procuratore di Salerno, Luigi Apicella
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Informazioni evento
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Organizzatore: Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia
Tipo: Incontri - Ritrovo
Rete: Global
Ora e luogoData: mercoledì 28 gennaio 2009
Luogo: Piazza della Repubblica lato Basilica Santa Maria degli Angeli
Città/Paese: Rome, Italy
Info di contatto E-mail: info@familiarivittimedimafia.com

Descrizione dell'evento
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Manifestazione a sostegno del Procuratore Capo di Salerno, Luigi Apicella: "Giustizia per i magistrati e democrazia per il popolo italiano"

ROMA (Reuters) - La sezione disciplinare del Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio il procuratore di Salerno Luigi Apicella e ha trasferito d'ufficio il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, il suo sostituto Alfredo Garbati e due pm di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, coinvolti nel caso De Magistris.
Lo riferisce una fonte del Csm.
La decisione è immediatamente esecutiva.
La sezione disciplinare dell'organo di autogoverno dei giudici ha accolto in parte le richieste del ministro della Giustizia Angelino Alfano, che aveva chiesto il trasferimento di tutti i pm di Salerno e Catanzaro, protagonisti di uno scontro senza precedenti tra le due procure sulle inchieste condotte da Luigi De Magistris, ex pm nella città calabrese poi trasferito a Napoli.
Lo scontro tra i due uffici si era aperto il mese scorso, dopo che la procura di Salerno aveva disposto il sequestro degli atti dell'inchiesta "Why Not" e iscritto nel registro degli indagati diversi magistrati calabresi, che erano stati anche perquisiti. Uno dei pm di Catanzaro aveva denunciato di essere stato denudato.
Due giorni dopo, la procura di Catanzaro aveva proceduto a un atto di controsequestro e indagato sette pm salernitani per abuso d'ufficio.
I magistrati delle due procure hanno già detto di avere la coscienza a posto sul come sono andati i fatti.
L'indagine salernitana è scaturita da una denuncia dello stesso De Magistris su presunti illeciti nella procedura con la quale gli erano state avocate le inchieste "Why Not" e "Poseidone" su politica e affari in Calabria.

E' possibile leggere le parole dei componenti dell' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia sul sito www.familiarivittimedimafia.com
Vi preghiamo di dare conferma della vostra partecipazione indicando in risposta a questo messaggio la città di provenienza così da poter preventivamente organizzare gli spostamenti dalle varie città italiane verso Roma.
Grazie


Comitato promotore della manifestazione

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Sonia Alfano
Benny Calasanzio
Salvatore Borsellino
Chicco Alfano
Serenetta Monti
Francesco Saverio Alessio
Daniele Vignandel
Stefano Cucinelli
Guido De Gennaro
Stefano Franco
Massiiliano Mostardi
Emiliano Morrone
Gabriella Bonino
Valerio Petrucci

http://www.meetup.com/beppegrillo-256/it/messages/boards/thread/6139969

mercoledì 21 gennaio 2009

Paul Connet sabato 24 gennaio a Frascati

Premessa.

Il prof. Paul Connett, candidato al premio Nobel nel 2008, è docente di chimica ambientale e tossicologica alla Saint Lawrence University di Canton, New York. Negli ultimi venti anni ha studiato le problematiche legate alla gestione dei rifiuti, con un’attenzione particolare ai pericoli derivanti dall’incenerimento dei rifiuti ed alle alternative di non combustione più sicure e più sostenibili. Da quindici anni cura la pubblicazione del bollettino “Waste not” (Rifiuti zero) ed è considerato uno dei massimi esperti internazionali sulla gestione dei rifiuti.

Con tale iniziativa ci proponiamo di promuovere una nuova concezione delle merci, del consumo e dei rifiuti, per uno sviluppo sostenibile del pianeta e... dell'essere umano. Riteniamo che il tema sia fortemente attuale, visto le recenti vicende in Campania (e non solo..), ma anche vista la prossima costruzione dell'impianto di incenerimento nei pressi del comune di Albano Laziale.

SABATO 24 GENNAIO, ore 18:00

Auditorium delle SCUDERIE ALDOBRANDINI
FRASCATI, Piazza Marconi.

incontro-dibattito con

PAUL CONNETT
scienziato, professore di chimica ambientale alla Saint. Lawrence University di New York e promotore della rete internazionale "Rifiuti Zero".

Tema dell'incontro:
EMERGENZA RIFIUTI: il modello "Rifiuti Zero"

conduce Enrico Del Vescovo, presidente di Italia Nostra Castelli Romani e promotore dell'iniziativa.

Organizzano: Associazione Culturale Alternativ@Mente, www.alternativamente.info ed Italia Nostra Castelli Romani, info: 3331135131.

martedì 20 gennaio 2009

Una lista per il bene comune alle elezioni provinciali?

Una lista per il bene comune alle elezioni provinciali?
I cittadini alle prese con i problemi reali della provincia guardano con perplessità le trattative in vista delle prossime elezioni provinciali di giugno.
Problemi irrisolti da decenni sembrano lasciare il passo al solito ballo delle candidature, alleanze, poltrone creando un solco incolmabile tra questa antipolitica e questioni irrinunciabili, quali:
- gestione dell’acqua pubblica;
- gestione dell’intero ciclo dei rifiuti;
- infrastrutture necessarie;
- efficienza dei servizi pubblici ed amministrativa;
- sanità pubblica;
- scuola, formazione e informazione;
- occupazione;
- energia naturale e rinnovabile;
- ambiente, agricoltura, turismo.
Tutti aspetti di cui l’amministrazione provinciale dovrebbe essere la protagonista e la coordinatrice di un sentire comune, di un obiettivo condiviso, il bene comune appunto, allontanando squallidi tentativi di speculazione.
Invece i cittadini avvertono un crescente conflitto tra le varie istituzioni come se ci potesse essere una che, anziché difendere la comunità, possa propendere per gli interessi, siano essi di parte o aziendali o privati.
Una gara, non sappiamo se tra poveri o ricchi, alla ricerca del guadagno individuale mentre l’occupazione da diversi anni registra la perdita di migliaia di posti di lavoro l’anno, aumento dei servizi pubblici con percentuali non solo di gran lunga all’inflazione, ma, in molti casi, del 2/3/400%.
Stranamente continuano invece ad aumentare o comunque a rimanere stabili i costi dei beni di prima necessità, delle case, manca l’edilizia pubblica economica e popolare, tranne qualche raro caso.
Le uniche continue richieste continuano ad essere di centri commerciali e di impianti bocciati dalla situazione mondiale ed europea che non risolvono i problemi, ma anzi li amplificano.
Inceneritori, centrali a turbogas, biomasse nonostante gli studi, indagini epidemiologiche, casi crescenti di tumore e malattie gravi da essi originati o aggravati, in contrasto addirittura alle indicazioni di statisti ed economisti di valore mondiale che indicano altre strade.
Il tutto ovviamente trascurando gli unici metodi che possono avere un futuro, cioè risolvere il problema, senza alimentare emergenze che, a volte, sembrano create apposta per finanziare opere inutili e devastanti.
Quindi raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, trasporto pubblico, messa in sicurezza di strade, incroci, energia naturale e rinnovabile con l’ambiente, l’agricoltura di qualità e finalmente un piano turistico collegato alla storia, alle caratteristiche per valorizzare i tanti aspetti positivi.
Ce la farà la provincia di Latina a diventare più che l’espressione di tante, troppe, classifiche negative, una provincia attenta, solidale, economicamente sostenibile, con investimenti mirati e all’avanguardia nelle soluzioni in difesa dei diritti civili e sociali?
Saprà indicare la giusta programmazione in modo da evitare le tensioni sociali create dalla gestione dell’acqua, dai progetti incompatibili con il territorio come turbogas, maxi-biomasse, inceneritori?
Oppure la programmazione sarà fatta da estenuanti giudizi e ricorsi in tutti i tribunali civili, penali, amministrativa?
Vinceranno finalmente il buon senso comune oppure chi ha avvocati migliori?
Pontinia 18 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

lunedì 19 gennaio 2009

biomasse legnose a Calimera

MiniDossier Biomasse Legnose a Calimera

"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma."
Antoine Lavoisier

Opportuna precisazione

L'inceneritore proposto a Calimera è un inceneritore a biomasse relativamente piccolo. In termini relativi è meno impattante di tanti altri inceneritori proposti nel Salento, sia a biomasse, sia di CDR che di altro. Il fatto però che sia di dimensioni ridotte non significa che debba considerarsi come inceneritore a biomasse ecosostenibile, tollerabile e innocuo in primis per la salute della popolazione vicina. Oltretutto par corretto ricordare che il materiale da bruciare in detto inceneritore (secondo le intenzioni dichiarate dai promotori) produce emissioni meno inquinanti e più limitate rispetto al materiale che altri tipi di inceneritori, simili o no, sono indirizzati a bruciare. Almeno per ora l'inceneritore da 1 MW di ricavo energetico (e di 5 MW di potenza termica) brucerebbe biomasse legnose, che sono rinnovabili, e non materiale derivato da fonti fossili o dal famigerato CDR. Tuttavia è da tenere presente che se al peggio non v'è mai fine e che se l'inceneritore a biomasse legnose di Calimera su tante altre soluzioni rappresenterebbe una scelta del meno peggio, vi sono anche soluzioni alternative per produrre energia meno peggio del progetto in questione e tutt'altro che negative nei confronti dell'inquinamento prodotto e del rispetto e della tutela dell'ambiente e della salute di tutta la popolazione.
brevi considerazioni sul perchè di questo minidossier...

Tipologie di biomasse destinate all'inceneritore

A detta dei più l'impianto dovrebbe bruciare, in linea generale sfalci di potatura e legna vergine. Senza specificare nel particolare di cosa si stia parlando.
E' opportuno quindi riportare quali biomasse dovrebbero essere bruciate secondo l'allegato X sezione 4 del D.Lgs , citato nel progetto dell'inceneritore:

Localizzazione

L'inceneritore a biomasse legnose dista circa 300mt dall'abitato di Calimera. Tale distanza appare troppo piccola per un impianto del genere e non sarebbe coerente nè con il principio di precauzione, né di prevenzione. L'inquinamento che l'impianto che produce avrà infatti un impatto maggiore tanto più è vicino all'abitato.

Disponibilità di materiale: la filiera corta

Dalle dichiarazioni dei sostenitori dell'inceneritore a biomasse il materiale da bruciare dovrebbe essere reperito lungo una filiera di tipo corto. Quando la questione inceneritore a biomasse è esplosa girava voce che il materiale sarebbe stato reperito dal territorio di Calimera e dei paesi limitrofi. Per materiale da bruciare poi si sarebbe inteso esclusivamente gli scarti di potatura delle campagne. A queste condizioni sarebbe stato pressocchè impossibile poter far funzionare l'impianto a pieno regime per 8.000 ore l'anno al fine di arrivare a produrre 1 MW ogni ora: la potatura dell'intero territorio (considerato anche quello edificato) dei comuni di Calimera, Martano, Martignano, Castrì e Caprarica avrebbe a malapena consentito il funzionamento dell'impianto solo per il primo anno di funzionamento, mentre poi si sarebbe presentato un serio problema di reperimento di risorse.
Successivamente però il problema di disponibilità di risorse sembrerebbe essere stato ovviato prevedendo il rifornimento delle stesse entro una filiera di raggio pari a 70 km (limite massimo entro cui si può ancora parlare di filiera corta). Pertanto il materiale potrebbe essere reperito dagli agri di tutto il Salento, da Leuca a ben oltre la città di Brindisi.
Considerando gli scarti di potatura nel raggio di 70 km e prendendo per buono quanto dichiarato dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) di Lecce, il materiale disponibile durante l'anno è pari a circa 300.000 tonnellate. Siccome l'inceneritore di Calimera brucerebbe dalle 10.000 alle 14.000 tonnellate l'anno di materiale, entro i termini di filiera corta si ricorrebbe a circa il 4% di tutto il materiale disponibile. In questo senso il problema del reperimento di risorse sembra essere stato risolto almeno potenzialmente. Piuttosto il ricorso ad una filiera corta con raggio di 70km può essere argomento di obiezione in considerazione dell'inquinamento che ne può derivare dai mezzi di trasporto. Inquinamento aggravato poi in considerazione del fatto che, secondo normativa vigente, per parlare di filiera corta, basti che solo il 40% del materiale da bruciare provenga nel raggio di 70 km, senza nulla prevedere per il restante 60%. Su ciò ci soffermeremo più avanti.
Link: Comunicato stampa tra CIA Lecce e Fiusis s.r.l.


Cosa emette l'inceneritore?

Questione ceneri
Se effettivamente venissero bruciati rametti e fogliame provenienti dalle campagne, senza che in precedenza fossero stati lavorati o trattati con prodotti chimici, quali i diserbanti, le ceneri prodotte dall'inceneritore non dovrebbero costituire un problema e potrebbero effettivamente essere distribuite nelle campagne stesse. Nel progetto dell'inceneritore le ceneri dovrebbero rappresentare massimo il 4% del prodotto della combustione. Si noti che nella relazione dell'inceneritore viene riportata la tabella sulle caratteristiche della sansa di oliva disoleata, intese anche come caratteristiche delle altre tipologie di biomassa da bruciare.

Emissioni in atmosfera
in preparazione, presto online

Polveri sottilissime: le nanoparticelle
Sebbene venga previsto un sistema di filtraggio per alcune tipologie di polveri, l'inceneritore in questione, mediante i processi di combustione, produce fumi con polveri di dimensione tale da non poter essere in alcun modo filtrate. Si tratta di nanoparticelle che hanno grande facilità di penetrazione nell'organismo umano. Più piccole sono e più in profondità possono arrivare, sino ad intaccare il nucleo delle cellule. Più piccole sono e più tempo possono restare sospese in aria, tanto da poter essere trasportate con i venti a distanze enormi, anche se, ovviamente, i rischi di assunzione sono maggiori nelle località più prossime all'impianto.
Le nanoparticelle entrano nell'organismo per mezzo dell'apparato respiratorio (data la loro dimensione a nulla valgono i sistemi di filtrazione naturale, quali le cavità nasali) e per mezzo dei cibi vegetali e animali (si depositano sulle verdure, vengono ingerite dal bestiame degli allevamenti). Si depositano nell'organismo, nel quale, a seguito di reazioni in sua difesa, si creano infiammazioni che a loro volta possono tendere a produrre cancri. Tali nanoparticelle sono artefici di altri problemi per la salute. Ovviamente soggetti più forti in salute possono avere un più alto grado di tollerabilità nei confronti delle nanoparticelle. Tuttavia lo stesso inceneritore a biomasse in questione produrrebbe quantità di nanoparticelle ben difficilmente tollerabili dall'ambiente circostante.
Altra caratteristica di queste polveri: sono pressocché eterne. Una volta prodotte non sono più eliminabili.
Si tenga presente che allo stato normativo attuale, la difesa da nanoparticelle non è prevista da nessuna legge, né nazionale, né regionale, né europea. Il fatto che non sia ancora prevista alcuna misura normativa al riguardo deriva principalmente da due motivi: 1) si tratta di un filone di ricerca recente; 2) (cosa più importante) il riconoscimento delle nanoparticelle è fortemente osteggiato da forti e grosse lobbies produttive che sarebbero riconosciute come minaccia alla salute di tutti.
Il fatto che manchi una tutela legale dall'inqunamento di nanoparticelle, non significa che esse non esistano, nè che non rappresentino una minaccia reale per la salute. A tal proposito coloro deputati a prendere decisioni pubbliche, come l'avvio all'iter per installare l'inceneritore a biomasse legnose, dovrebbero fermarsi al rispetto del principio di precauzione. Quando ciò non avviene, come successo a Calimera, non si può evitare di qualificare l'operato dell'amm.ne come minaccia per la salute della popolazione, anche qualora si voglia far salva la buona fede degli amministratori, magari inconsapevoli di quale materia si stia trattando.

Diossine
Dalla documentazione sull'inceneritore a biomasse le grandi assenti sembrano essere le diossine. Ogni processo di combustione produce diossine. Questo perchè componente delle diossine è il cloro. Il cloro nella documentazione non viene preso in considerazione. (Si veda: L. Mara, M. Caldiroli, “gli inceneritori per biomasse producono ed emettono diossine e altri tossici”, Medicina Democratica, luglio-dicembre 1998)
Senz'altro la combustione di inceneritori da CDR o di altri materiali producono parecchie diossine, ma grandi quantità di tali insidie saranno anche prodotte dall'inceneritore a biomasse.
Si tenga presente che nel forno dell'inceneritore man mano che crescerà la distanza dai punti con temperatura superiore agli 850 gradi, la temperatura si ridurrà e aumenterà la produzione di diossine. D'altra parte si creeranno diossine dai fumi che usciranno dall'inceneritore, una volta entrati in contatto con l'aria esterna.
Come per le polveri sottili e le nanoparticelle, anche le diossine prodotte da questo inceneritore sono un valido motivo per evitare la sua costruzione al fine di non mettere inutilmente e ulteriormente a rischio la salute delle popolazioni limitrofe.
Purtroppo, tanto per questo inceneritore, quanto per la stragrande maggioranza dei progetti degli inceneritori a biomasse o meno in genere, si evita di affrontare la questione diossine sottacendola. Tuttavia la produzione di diossine è inevitabile nei processi di combustione in cui siano implicati cloro e carbonio. Si tenga presente che le biomasse qui considerate sono caratterizzate dalla presenza di cloro non affatto trascurabile.

"Anche quando si tratta di biomasse si preferisce sorvolare sull’argomento, rappresentando tutti i vegetali come composti di carbonio, idrogeno e ossigeno senza ulteriori raffinatezze, senza considerare come questi stessi elementi si mescolino in una varietà elevatissima di combinazioni, ognuna delle quali con caratteristiche proprie assolutamente non omologabili o comunque, comparabili, ad altre combinazioni degli stessi tre elementi. E da queste combinazioni nascono molecole che non diventeranno anidride carbonica e acqua quando le si brucia, ma ben altro. Le diossine, i furani, gli idrocarburi policiclici aromatici possono servire da esempio." (S.Montanari, "il girone delle polveri sottili", pag. 232)


Ma esiste almeno la necessità di installare un simile inceneritore a biomasse?
Chi ci guadagna, chi ci perde:

Materiali e articoli sul caso inceneritore a biomasse legnose di Calimera
Automobili e inceneritore a biomasse

Inquinamento tra inceneritore a biomasse e auto. Un confronto da non omettere (dalla prospettiva degli inquinanti...)
La bufala sul confronto tra inceneritori a biomasse e auto (dalla prospettiva della potenza energetica...)


Materiali sul convegno del 19/09/2008

Raccolta video del Convegno del 19/09/2008 (purtroppo mancano diversi interventi dal pubblico in coda)
Comunicato sul Convegno del 19/09/2008: Il futuro dei Calimeresi non sarà bruciato dagli inceneritori
Invito al Convegno del 19/09/2008

Dall'inquinamento delle biomasse all'inquinamento della democrazia

La questione dei banchetti vietati

Altro

Breve video "provocatorio" sugli inceneritori (ovvero come certi tecnici disinformano nei convegni)
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centrali, tra ragione, programmazione, indagini e aule del tribunale

centrali, tra ragione, programmazione, indagini e aule del tribunale
Le cronache locali relative ai progetti di centrali incompatibili con il territorio (lo dicono la Regione Lazio e l’amministrazione provinciale di Latina a proposito dei relativi piani energetici regionali) continuano a parlare di processi, cause, ricorsi, rinvii.
Oltre a quelli in corso si legge anche di quelli futuri e probabili se l’ente locale si oppone sarà ricorso (o denuncia non so bene).
Che senso ha questa “gestione” (si fa per dire) del territorio a colpi di progetto e di sentenze?
Esistono ancora la politica e la programmazione?
Hanno ancora la facoltà Regioni, Province e Comuni di studiare, concordare, approvare piani regolatori siano essi urbanistici, commerciali, industriali, produttivi, energetici oppure ne sono stati espropriati?
L’interesse collettivo della comunità prevale ancora sugli interessi privati di aziende, speculatori, imprenditori, commercianti?
I finanziamenti devono raggiungere il maggior numero possibile di aziende, quindi sostenere creare migliaia di posti di lavoro oppure deve prevalere il progetto con una o due decine di posti di lavoro magari a termine tra 12 o 15 anni?
Ha senso progettare, approvare, costruire cattedrali nel deserto?
Dire se ti opponi al progetto lo impugno nelle sedi competenti è un metodo corretto di un’azienda di rapportarsi (che viene addirittura da fuori provincia o regione) con il territorio dove si vuole andare ad installare?
Non dovrebbe essere interesse di un’azienda essere approvata e sostenuta dall’ambito dove produce?
Anziché creare conflitto a priori (se mi dite di sì bene, altrimenti ci sono i tribunali) con amministrazioni e cittadini, non sarebbe più produttivo per tutti dialogare e concordare insieme?
L’uso della forza (fisica, del potere, economica, amministrativa, giudiziaria che sia) non ha, nella storia, prodotto vittorie di Pirro illusorie?
Purtroppo, se questa fosse la realtà, vuol dire che la politica (intesa come democratica che garantisce il bene comune al di sopra di quello particolare e pari dignità e condizione) non esiste più.
Che i rappresentanti dei cittadini non hanno alcun potere di svolgere il loro mandato , cioè difendere gli interessi dei loro amministrati.
A chi e a cosa devono credere i cittadini?
A chi si devono rivolgere, ai giornalisti, ai comici?
Pontinia 18 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

domenica 18 gennaio 2009

Biomasse, conferenza il 27, riunito tavolo tecnico

Biomasse, conferenza il 27, riunito tavolo tecnico
Positivo incontro del tavolo tecnico comunale di Pontinia che sta analizzando in modo critico il progetto della centrale a biomasse, progettata nel nucleo industriale di Mazzocchio, con la conferenza dei servizi convocata il 27 gennaio.
Intanto è arrivata la richiesta al sindaco della ditta proponente per un incontro, evidenziando, forse il timore, espresso in modo autorevole nella conferenza del 13/01, dall’assessore provinciale all’ambiente Roberto Migliori che ha dichiarato il parere del sindaco conclusivo, in modo negativo, della conferenza dei servizi.
Nel particolare le osservazioni e le prescrizioni annunciate da Tombolillo chiudono la conferenza dei servizi.
Se poi la ditta proponente intende continuare nel presentare, nonostante l’eventuale ennesima procedura o si rivolgerà al Tar oppure chiederà la conferenza dei servizi stato-regione.
Tutti gli intervenuti al tavolo tecnico, oltre dal Sindaco, l’amministrazione comunale oggi pomeriggio era rappresentata dagli assessori Farris e Battisti, oltre alla rete con Luigi Veca e Paolo Cima e il sottoscritto, sono stati determinati a ribadire:
- tutti i dati epidemiologici noti e accertati derivanti dagli impianti di combustione in generale e dagli impianti a biomasse in particolare. Continuano ad arrivare ricerche, studi sia a livello locale, sia a livello regionale, nazionale e internazionali, che dichiarano l’incompatibilità di un tale impianto con la salute;
- la programmazione territoriale, urbanistica, sanitaria, energetica contraria a questo progetto ribadita e sancita dai piani della Regione Lazio e dell’amministrazione provinciale;
- la mancanza di qualsiasi accordo e programmazione con le organizzazioni del mondo agricolo, peraltro ribadita dalle esperienze negative delle altri centrali a biomassa in Italia;
- gli errori e le mancanze di dati tecnici nel progetto, già rilevati nelle precedenti conferenze dei servizi.
Si continua a lavorare con entusiasmo e convinzione per tutelare la salute, l’ambiente, l’agricoltura di qualità, ma anche per ribadire con coraggio ed orgoglio il diritto-dovere di programmare e progettare a livello locale, respingendo tutti i progetti di qualsiasi azienda che vada in senso contrario.
Pontinia 16 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

sabato 17 gennaio 2009

altri danni derivanti dalle biomasse

http://www.rosarioberardi.it/sitoberardi/centralielettrichenew/biomasse.html
IMPATTO AMBIENTALE

Se da una parte la combustione delle biomasse costituiscono un ottimo sistema per ridurre l'inquinamento del suolo, dall'altra concorrono all'inquinamento dell'aria con i fumi della loro combustione provocando l'effetto serra e dando origine alle piogge acide .
Notevole il cattivo odore prodotto dai rifiuti e da considerare anche il loro stoccaggio.
Non trascurabili i danni all'ecosistema del corpo idrico utilizzato per gli scarichi termici dell'acqua.
L'impianto, come tutte le altre centrali del resto, occupando una certa superficie, normalmente recintata, allontana dalla zona la fauna e i vari edifici, connessi al suo funzionamento, comportano sempre un certo impatto sull'ambiente dal punto di vista paesaggistico.
Nella sala macchine sia le turbine, sia i generatori di corrente producono un rumore costante di parecchi decibel che, a lungo andare, provoca danni all'udito degli operatori, per cui, questi, devono essere sottoposti a periodici controlli medici.
Le macchine elettriche, quali gli Alternatori e le Dinamo, per effetto dello strisciare delle spazzole sul collettore generano un certo scintillio. L'arco voltaico scompone l'Ossigeno dell'aria O2 in O, che legandosi poi ad altre molecole, forma Ozono O3, gas velenoso dal caratteristico odore di aglio.
Da considerare anche i rischi connessi al funzionamento della caldaia.

petizione contro l'Iea che blocca il passaggio alle energie rinnovabili

L’IEA blocca il passaggio globale alle fonti di energia rinnovabile
E’ l’Agenzia Internazionale per l’Energia a bloccare il passaggio globale alle fonti energetiche rinnovabili”
Traduzione di Progetto Humus da http://www.guardian.co.uk per segnalazione della rete “Sortir du Nucleaire”

Di David Adam

Un gruppo di scienziati e politici sostiene che l’organismo internazionale, che fornisce consulenza ai più importanti governi di tutto il mondo in materia di politica energetica, sta ostacolando il passaggio globale alle fonti energetiche rinnovabili a causa dei suoi legami con i settori petrolifero, del gas e nucleare.

Gli esperti dell’ “Energy Watch group” (gestito dalla Fondazione Ludwig Bölkow, Germania), dicono che l’Agenzia Internazionale per l’energia (IEA) pubblica dati fuorvianti sulle fonti rinnovabili e che, nell’attività di consulenza ai governi, ha sempre sottovalutato la quantità e qualità dell’energia generata dall’eolico. Si dice che l‘IEA mostri “ignoranza e disprezzo” verso l’energia eolica, mentre promuove il petrolio, il carbone ed il nucleare come tecnologie “insostituibili”.
per leggere tutto http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=517
la petizione >>> FIRMA LA PETIZIONE CONTRO LE "BUGIE NUCLEARI" DELL'AIEA http://www.mondoincammino.org/index.php?name=formhumus

venerdì 16 gennaio 2009

l'ex Mira Lanza, la scuola e la viabilità

Probabilmente ricordo male ma avevo capito che una delle richieste per accettare il cambio di destinazione d'uso dell'ex Mira Lanza vi fosse anche la viabilità esterna e una scuola.
Non ho trovato nulla di tutto questo nella delibera:
DELIBERA n. 64 del 5/12/2008:

1) DI INDIVIDUARE i seguenti criteri ed indirizzi cui attenersi in sede di valutazione sulla ammissibilità per eventuali iniziative volte alla riconversione del sito industriale dismesso già occupato dalla Soc. Mira Lanza:
a) il proponente l’iniziativa di riconversione dovrà corrispondere alla comunità locale, individuata nell’Amministrazione Comunale, un contributo da potersi utilizzare per opere e interventi pubblici, non inferiore a € 7,00 per ogni metro cubo che si intenderà riconvertire al nuovo utilizzo ed alla nuova destinazione d’uso. Restano fermi gli ulteriori obblighi relativi ai versamenti sul contributo sul costo di costruzione e sugli oneri di urbanizzazione, come per legge dovuti;
b) il proponente l’iniziativa di riconversione dovrà impegnarsi, nel caso l’iniziativa stessa preveda la realizzazione di attrezzature commerciali, a riservare una quota parte della superficie di vendita, non inferiore al 15 % della superficie di vendita complessiva, alla realizzazione di esercizi per attività di vicinato da alienarsi o concedersi in affitto agli imprenditori locali che ne facciano richiesta a prezzi scontati del 10 % rispetto ai correnti prezzi di mercato;
c) sempre nel caso in cui sia prevista la realizzazione di attrezzature commerciali, il proponente l’iniziativa di riconversione dovrà:

- impegnarsi con protocollo d’intesa tra Comune, produttori e commercianti locali a destinare un’area non inferiore a 1200 mq all’interno del complesso commerciale per la commercializzazione di prodotti tipici locali e per la valorizzazione e promozione del territorio anche sotto il profilo socio-culturale,, con comodato d’uso gratuito e/o a prezzo simbolico;
- approvare con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative nel settore commerciale ed il Comune stesso un protocollo d’intesa relativo alla disciplina degli orari di vendita e dei turni di apertura domenicale e festiva al fine di valorizzare le attività commerciali sul territorio comunale;
- approvare con il Comune stesso un protocollo d’intesa volto a favorire l’inserimento lavorativo nel nuovo centro commerciale e nelle attività dell’indotto, di disoccupati, inoccupati residenti nel territorio comunale, nonché a privilegiare nei limiti delle normative vigenti ed applicabili nella fattispecie, l’utilizzo e l’assunzione di maestranze e personale residente nel territorio comunale;
- a favorire la localizzazione di esercizi commerciali ed attività produttive esistenti sul territorio comunale all’interno del centro commerciale e nelle attività dell’indotto e comunque a dare priorità a tali attività nelle proprie politiche commerciali;
d) Il proponente l’iniziativa di riconversione dovrà altresì obbligarsi a realizzare le opere di urbanizzazione necessarie (quali ad esempio viabilità interna, parcheggi, rete idrica, fognatura, depuratori, rete di illuminazione ecc..ecc..) a proprie cure e spese.Le aree da destinare a parcheggi, verde ecc.. di cui all’art. 5 del D.M. 1444 del 2.4.1968 dovranno, altresì, essere attrezzate e le relative opere essere realizzate sempre a cura e spese del proponente, e da questi essere cedute gratuitamente al Comune di Pontinia. Queste ultime aree ed opere potranno essere oggetto di eventuali protocolli d’intesa per la loro gestione e manutenzione da parte del proponente stesso;

2) DI STABILIRE che gli impegni e gli obblighi di cui sopra debbano essere oggetto di specifico Atto unilaterale d’obbligo a favore del Comune di Pontinia, registrato e trascritto, da prodursi allo stesso Comune di Pontinia prima del rilascio delle contestuali Autorizzazioni a Costruire (Permesso di Costruire) e per l’esercizio delle attività proposte (Autorizzazione alla vendita e quant’altro previsto dalle vigenti normative).

il toto assessori

Secondo un quotidiano locale sarebbe pronto il rimpasto della giunta che amministra il comune di Pontinia con la sostituzione di 2 assessori.
Proviamo per una volta a pensare quale dei 6 in carica (in ordine alfabetico), potrebbe essere chiesto (o imposto) di lasciare il passo:
Valterino Battisti, Ernesto Bilotta, Giovanni Farris, Franco Pedretti, Patrizia Sperlonga, Luigi Subiaco.
Oppure chi potrebbe essere il sostituto tra gli altri consiglieri di maggioranza: Marcello Calisi, Massimo Mantova, Carlo Medici, Teresa Nardoni, Argeo Perfili, Paolo Sellacci, Fernando Ronci.

augurio del 16 gennaio agli sponsor delle biomasse

Dedicato a tutti coloro che pensano che bruciare biomassa non produca danni alla salute, non ci sia rischio epidemiologico, a quelli che credono sia la mano santa dell'agricoltura.A quelli cui piace bruciare per il gusto di farlo, a quelli che per interesse, moda, vanità, interesse, parcelle o potere lo sponsorizzano e lo propongono in ogni occasione, come la soluzione dei problemi.Una causa non sarà mai la soluzione di un problema.A tutti questi auguro di subire lentamente o immediatamente, come preferiscono, con gentilezza gli effetti della combustione da biomasse.Se hanno ragione loro e la combustione che genera diossina non fa male non hanno nulla da temere.In caso contrario possono iniziare a farci i conti.A tutti auguri.Giorgio Libralato

giovedì 15 gennaio 2009

biomassa uguale diossina

A caccia di biomasse
Scritto da Stefano Montanari
mercoledì 20 giugno 2007
Pubblicata in un blog perugino c’è una serie di esternazioni di un giovane dipendente di un’azienda che tratta centrali a biomasse. Come sempre accade in circostanze analoghe, il dipendente, della cui buona fede non dubito, è stato opportunamente addestrato in modo da non chiudere il cerchio del suo ragionamento. Malauguratamente, soprattutto quando ci sono forti interessi economici in ballo, chi ha interesse a farlo offre una rappresentazione parziale dei fatti, mettendone in luce alcuni aspetti e trascurandone altri. Ora, non è raro che questi aspetti tenuti da parte siano di estrema importanza. Se vogliamo dare un’occhiata all’energia che l’uomo usa, e in parte preponderante spreca, non c’è massa vegetale capace di fornirne una frazione ragionevole. Ma questo, lasciando da parte la resa energetica di fatto veramente irrisoria, non sarebbe poi tanto grave, se esistessero le possibilità pratiche per ottenere queste masse. Le cose, però, non stanno così. Se si dà un’occhiata alla situazione

dell’Emilia Romagna, dove c’è il progetto di erigere qualche centrale del genere, i calcoli del prof. Tamino (Università di Padova) indicano che per farle funzionare occorrerebbe mettere a coltura dedicata un territorio ben più che doppio rispetto a quello dell’intera regione e quelle colture, peraltro campate in aria se non altro per carenza di metri quadrati, riguarderebbero un tipo di canna infestante che i contadini locali hanno impiegato un secolo a debellare. Dunque, nel caso, si ricorrerà ad importazioni dall’estremo oriente con l’inquinamento che conseguirà sia da tutte le fasi del trasporto, sia dai concimi chimici sia dai pesticidi che ci arriveranno insieme con i vegetali da quei paesi. È poi ovvio che non si possono mettere a coltura dedicata territori enormi, perché di vegetali per altri scopi abbiamo comunque bisogno. Ciò che accadrà inevitabilmente, e la profezia è fin troppo facile, sarà che qualche legislatore, legalmente ma illegittimamente, tramuterà ogni sorta di rifiuti in biomasse con buona pace di tutti. Un déjà vu.E tuttavia non è questo l’aspetto fondamentale, almeno a parer mio, della questione. Che lo vogliamo o no, l’uomo è l’unico animale inquinante che viva su questo pianeta e, sempre che lo vogliamo o no, ha cominciato ad uscire dall’equilibrio naturale nel momento in cui ha imparato ad accendere il fuoco. A questo punto, so bene che qualcuno comincerà a strillare accusandomi di auspicare un ritorno alla più pura animalità, ma io parlo da un punto di vista esclusivamente scientifico e il resto m’interessa solo come folclore. Bene, occorre sapere che ogni combustione produce inquinanti. E tanti. Per chi vuole informazioni, il Politecnico di Zurigo organizza ogni anno un congresso di livello mondiale sull’argomento, ma basta una normale laurea in chimica o anche solo un diploma per saperlo. Così, non bisogna illudersi: i vegetali bruciati inquinano eccome. Quando si entra nell’argomento biomasse, a riprova degli aspetti su cui si preferisce glissare, si dice che, bruciando, una pianta produce tanta anidride carbonica quanta ne produrrebbe comunque con il suo solo esistere. D’accordo. Però il problema non sta lì. Intanto bisogna sapere che ogni volta che si brucia qualcosa di organico in presenza di cloro, un elemento pressoché ubiquo, si produce la più insidiosa delle diossine, quella con quattro atomi di cloro nella molecola. Ma oltre alla diossina, la temperatura e l’ossidazione di una miriade di sostanze solo parzialmente conosciute costruiscono tutta una serie lunghissima d’inquinanti. Tanto per fare un esempio che credo sia di facile comprensione, è noto come il tabacco (una solanacea come la patata) contenga quasi 4.000 sostanze di cui si ha contezza, e di queste qualche centinaio sicuramente tossiche. Non esiste nessun motivo scientifico che possa escludere presenze analoghe in ciò che si brucia promuovendolo come innocuo. Il tabacco stesso, comunque, con i propri scarti di lavorazione rientra nella classificazione di biomassa. Poi, restando nel mio campo, si producono quantità rilevanti di micro e nanoparticelle inorganiche che originano dal contenuto appunto inorganico della pianta stessa, un contenuto tutt’altro che irrilevante e fortissimamente dipendente dal terreno in cui la pianta è cresciuta. Va, poi, tenuto conto del fatto che anche i vegetali cosiddetti vergini subiscono l’inquinamento superficiale di ciò che sta più o meno sospeso nell’atmosfera “normale”, e questo passa di conseguenza nella combustione in maniera più o meno trasformata. Di quel particolato (non commento l’ovvia ingenuità dell’autore delle esternazioni che crede che questo particolato possa essere “abbattuto”) non si è tenuto conto nel ragionamento fatto e questo è ormai in contrasto stridente con la scienza medica moderna. Al proposito esiste un’amplissima letteratura e la Comunità Europea, tra le altre istituzioni, vi dedica parecchie risorse. Si tenga presente, in aggiunta, che la stessa Comunità Europea ha da tempo recepito il cosiddetto principio di precauzione e, se non vogliamo essere i soliti arroganti fuorilegge, dobbiamo dimostrare che ciò che esce da questi impianti non fa male. In mancanza di una dimostrazione, niente centrali. È la legge. L’energia, allora? Sì, è vero: oggi il fotovoltaico è arretrato. A questo punto, bisogna ancora una volta tener conto di un fatto fisico inoppugnabile. Quando si vuole attribuire energia ad un sistema, l’energia va presa da fuori, a pena di restare per forza di cose a secco. Il sole è, che lo si voglia o no, in pratica l’unica fonte d’energia esterna di cui disponiamo e di energia ce ne dà a iosa, più o meno due cavalli vapore per metro quadro di pianeta ogni secondo, cioè intorno ad un miliardo di volte più di quanta ne usiamo e ne sprechiamo noi. Dunque, invece di andare a caccia di farfalle e d’imbarcarci in imprese improbabili e deleterie se non altro dal punto di vista della salute, è meglio che ci rimbocchiamo le maniche, indirizziamo la ricerca in una direzione utile a tutti e non fatta per circoli sulla cui onestà non giocherei un centesimo, e cerchiamo di acchiappare quel miliardesimo del tesoro che ci serve.

le biomasse sono innocue?

Ancora più grave invece è l’affermazione dell’ing. Valentino quando dice che “ bruciare le biomasse ad alta temperatura non è pericoloso per la salute umana”.
Riteniamo questa visione dell’ingegnere molto interessata e pertanto riteniamo utile riportare alcuni dati certi in merito.
E’ vero che le biomasse sono energìa solare imprigionata tramite la fotosintesi clorofilliana.
Il problema è che di questa energia ne sprechiamo almeno il 90% bruciando le biomasse (vedi studi del prof.. Gianni Tamino - Università di Padova - che i conti li ha fatti).
Ancora ricordiamo all’ingegnere che le biomasse all’origine non contengono diossine, ma le stesse SI FORMANO PER COMBUSTIONE (carbonio + ossigeno + idrogeno + CLORO) e questo processo chimico non si sarebbe prodotto in natura.
Pertanto è evidente che anche bruciando biomasse si sviluppano sostanze inquinanti. Forse non ricorda l'anidride carbonica (e il protocollo di Kyoto), l'ossido di carbonio, gli ossidi d'azoto, gli ossidi di zolfo e, soprattutto, le polveri sottili ed ultrasottili. Per fare un esempio, ricordiamo che il tabacco, una biomassa che si brucerà a Casalnuovo (Na) e che si potrebbe bruciare a Canosa, se fosse costruito l’inceneritore, contiene poco meno di 4.000 sostanze individuate scientificamente, di cui alcune centinaia con sicuro effetto cancerogeno. Dunque, ogni vegetale ha contenuti diversi, cosa che, con ogni evidenza, l’ing. ignora.
Alla luce di quanto su detto egli non può ritenere che il messaggio della dottoressa Lombardi, che afferma il contrario di quanto da lui sostenuto sia generico e fuorviante.
Quanto affermato, in maniera disinteressata, dalla dottoressa Lombardi e, da noi pienamente condiviso, è un principio chimico inconfutabile e non capiamo , per cosi dire, come lui possa affermare il contrario.
Pertanto riteniamo che il suo messaggio sia inopportuno, falso, strumentale, interessato e non veritiero.
Dio ricicla il diavolo brucia
Scritto da Cosimo Pellegrino
domenica 04 febbraio 2007
http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=53&Itemid=68

ecosistema bambino 2009

AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA

Oggetto: attuazione programma elettorale città dei bambini e delle bambine

Si chiede di dare attuazione al programma elettorale, della lista Tombolillo, nella parte relativa all’argomento “città dei bambini e delle bambine” anche partecipando all’iniziativa:

Ecosistema bambino 2009
Legambiente invita tutti i comuni italiani a partecipare ad Ecosistema bambino 2009: basta presentare i progetti che l'amministrazione dedica a favore dei bambini, per la loro formazione culturale, ambientale, sociale. I dati raccolti saranno il palcoscenico per le buone pratiche dedicate all'infanzia nel nostro Paese, la cassa di risonanza per tutti i Comuni che hanno scommesso in attività finalizzate alla partecipazione dei ragazzi per un ambiente migliore.

Ringraziando per l’attenzione si inviano distinti saluti.

Pontinia 12 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

http://www.legambientescuolaformazione.it/news.php?id=177 News
ECOSISTEMA BAMBINO 2009
Vetrina delle buone pratiche dei Comuni che hanno promosso attività finalizzate alla partecipazione, sensibilizzazione e informazione dei ragazzi


PERCHÉ SI CAMBIA
Dopo dieci anni di attività Ecosistema Bambino si trasforma in luogo di scambio e confronto, per dare visibilità alle idee e ai progetti, per fare rete in maniera agile e costruttiva nella piena convinzione che solo la sinergia e il dialogo tra i soggetti educativi possano elevare il livello di qualità culturale del nostro Paese.


Gli ultimi anni hanno visto le politiche per l’infanzia passare in secondo piano nelle priorità del Paese. Sono finiti gli anni d’oro di Agenda 21, del trattato di Lisbona, della legge 285 e delle Città amiche delle bambine e dei bambini. Legambiente per anni ha monitorato l’attenzione dei capoluoghi di provincia verso gli strumenti di partecipazione e cittadinanza rivolti ai giovanissimi con l’obiettivo di mantenere un livello minimo di confronto e discussione sui temi della formazione alla cittadinanza attiva e sul bambino “protagonista” nel territorio.
Sotto la lente c’è stato finora l’utilizzo dei fondi della legge 285 che per una decina di anni hanno consentito una buona riflessione e progettazione iniziale che si è tuttavia tradotta più nella quantità che nella qualità delle iniziative proposte.
Ad ogni modo è stato possibile, per oltre un decennio, dare evidenza alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e, contestualmente, istituzioni, Enti Locali e associazioni hanno potuto lavorare sulla complessità del pianeta infanzia senza limitare gli interventi, sociali-culturali-educativi, al concetto di servizio.


Le scelte governative degli ultimi anni si sono rivolte ad altro, facendo cadere nel dimenticatoio semplici concetti che rendevano, comunque, meno invisibile il mondo dei giovanissimi. Non si parla più di città a misura di bambino, concetto spesso abusato nella comunicazione ma che è servito da faro per molti amministratori. I tavoli di confronto tra esperti di educazione sono tornati ad essere monotematici relegando nel proprio ristretto ambito chi si occupa di questo o quel settore.
Associazioni ed enti che lavorano sui temi dell’infanzia sono costretti alla sopravvivenza e alla ricerca, spesso vana, della visibilità per il proprio lavoro. Rimane l’impegno di amministrazioni, Comuni-Province-Regioni, che non hanno smesso di progettare e proporre iniziative pur con la difficoltà di trasformare il tutto in un percorso politico radicato nel territorio e nella cultura dei cittadini.


Considerando la situazione politica e sociale attuale (crisi finanziarie, percezione di insicurezza sociale, scarsa fiducia nel futuro), crediamo sia indispensabile modificare lo strumento Ecosistema Bambino: non più una classifica dei virtuosi ma una vetrina delle buone pratiche per dimostrare che alcune scelte possono essere fatte a prescindere da bandi, concorsi e finanziamenti straordinari ma, semplicemente, per il bene del Paese. Investire sui bambini e sui giovani dovrebbe essere l’assicurazione per il futuro di ogni società. Formazione ed educazione dei cittadini sono l’unico
antidoto reale e concreto ai fenomeni dell’isolamento e del disagio sociale. Le politiche per i più giovani devono passare attraverso le scelte sulla mobilità e sull’urbanistica, sull’agevolazione dell’accesso alla cultura, sulla disponibilità di luoghi di incontro e confronto, di spazi e tempi da autogestire tra coetanei e non.


Scarica il documento allegato: ECOSISTEMA_BAMBINO_2009.pdf http://www.legambientescuolaformazione.it/news.php?id=177

biomasse gli agricoltori cosa dicono?

Mi hanno risposto che non hanno interpellato ancora nessuna organizzazione agricola. Prima aspettano di vedere se il progetto va in porto.
Però gli agricoltori qualcosa l'anno detto a proposito delle centrali a biomasse esistenti, così come qualcosa l'ha detto l'assessorato all'agricoltura della Regione Lombardia, non propriamente di sinistra e non esattamente ambientalista.
A qualcuno interessa sapere cosa hanno detto?

biomasse conferenza dei servizi del 30 agosto 2007

Estratto dal verbale della conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 relativo all'esame del progetto della centrale a biomasse proposto dalla Ditta Pontinia Rinnovabili nel consorzio industriale di Mazzocchio a Pontinia:

“La Dott.ssa Nicoletta Valle chiede alla ditta di formalizzare la richiesta di variazione di combustibili utilizzati ripresentando la domanda di autorizzazione integrata ambientale con tutta la relativa documentazione allegata, che sarà oggetto di una nuova procedura di istruttoria tecnica, vista altresì la necessità di procedere ad una nuova pubblicazione della documentazione.
La Dott.ssa Nicoletta Valle comunica la carenza della documentazione presentata circa l’inquadramento territoriale dell’insediamento dal punto di vista paesaggistico, ambientale, storico-culturale, dei vincoli esistenti, rappresentando che le valutazioni vanno fatte specificatamente per l’area locale interessata dall’insediamento alla luce anche del procedimento amministrativo in corso presso il Ministero dell’ambiente riferito all’approvazione del progetto della centrale turbogas (anche in riferimento all’eventuale presenza di rischio di incidenti rilevanti) prevista in zona limitrofa alla centrale Pontinia Rinnovabili.
La ditta dovrà procedere all’avvio delle procedure di richiesta di autorizzazione all’approvvigionamento idrico ai sensi della R.D. 1775/1933 e di autorizzazione ai fini idraulici ai sensi del R.D. 523/1904, valutando in particolare gli impatti sul regime idrogeologico e ideologico dell’area generato dai prelievi e degli scarichi della ditta.
Si rappresenta la necessità di acquisire il parere del sindaco di Pontinia di cui agli artt. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265.
La ditta deve approfondire l’aspetto dell’approvvigionamento delle biomasse considerando il bilancio di anidride carbonica assorbita dalla vegetazione e derivante dalla combustione vista la vicinanza dei siti SIC, ZPS e altre zone sottoposte a tutela.

A.6 autorizzazioni esistenti per impianto: le autorizzazioni ottenute sono relative al precedente sito che è diverso da quello previsto attualmente.
A.24 relazione vincoli territoriali, urbanistici ed ambientali: si evidenziano, quali punti di particolare sensibilità e importanza quanto segue:
- a carattere generale: in considerazione che mancano le figure specifiche per gli aspetti geologici, idrogeologici, vegetazionali, floristiche va indicato e dettagliato la bibliografia a cui si è fatto riferimento;
- inquadramento programmatico, da integrare con Parere della Soprintendenza ai Beni Archeologici per il Lazio per la realizzazione dello stabilimento;
- stato del clima e dell’atmosfera: in relazione alla qualità dell’aria si fa presente che le stazioni di misura utilizzate e indicate nell’allegato D6 sono eccessivamente distanti dal sito, queste infatti sono a Latina, pertanto l’indagine andrà rielaborata con dati della qualità dell’area riferita al sito e se necessario andranno eseguite apposite indagini;
- stato acque superficiali e sotterranee: va aggiornato ed integrato come segue.
. erronea indicazione del bacino idrico di appartenenza, non è il fiume Amareno, ma è il fiume Ufente;
. illustrare in modo dettagliato il sistema di scarico nel fosso S. Carlo, in particolare se scaricano le acque nel canale di scolo che confluisce in parte nel fosso San Carlo e in parte nel fosso posto sul confine nord-ovest dello stabilimento.
. integrare con i dati di portata, citati ma non riportati e i punti di misura che andranno opportunamente indicati in cartografia;
. integrare lo stato della qualità delle acqua sia superficiale che sotterranea.
- stato del suolo e sottosuolo:
. in relazione alle caratteristiche geologiche va indicata la bibliografia di riferimento e riportare su cartografia i punti delle indagini geologiche utilizzati come riferimenti bibliografici;
. vanno integrate completamente la descrizione e verifica di fenomeni di sprofondamento e subsidenza, oltre alla caratterizzazione della permeabilità dei terreni;
- stato della flora e della vegetazione:
. da quanto evidenziato dalle foto allegate al paesaggio è evidente che è presente vegetazione lungo uno dei canali posti a margine, pertanto andrà integrata con apposita indagine vegetazionale e flogistica;
. sempre in relazione alla vegetazione e a quanto illustrato nell’analisi paesaggistica andrà illustrato il progetto del verde con illustrazione delle specie eventualmente messe a dimora;
- stato della fauna da integrare totalmente;
- stato degli ecosistemi: integrare il paragrafo relativo ai rapporti con le zone di tutela sia Aree protette che le aree naturali sensibili, con particolare riferimento ai SIC, ZPS, poste a breve distanza;
- stato del paesaggio e del patrimonio storico/culturale:
- paesaggio: indagini di area troppo vasta, pertanto va rielaborato evidenziando da un lato il sistema della pianura pontina scandita dal sistema di canali e corsi d’acqua naturali che si interrala con le migliare e dall’altra con la collina di Priverno e i Monti Musoni ed alle relazioni che si stringono tra di loro, con particolare riguardo all’area a forte valenza paesaggistica del Bosco del Polverino.
- Bacini visivi – paragrafo 3.3. da integrare con cartografia che indichi i punti e i coni di visuale delle foto, inoltre inserire nella foto aerea post-opera l’opera stessa e inserire punti di visuali poste sulle alture limitrofe per verificare l’impatto dell’area vasta.
- Beni storici-culturali, anche qui è eseguito un inquadramento a una scala troppo vasta, va riquadrato nel sistema descritto al punto precedente ed in particolare per quanto attiene all’archeologico va letto rispetto a quanto emerso dagli studi della Dott.ssa Cancellieri della Soprintendenza Archeologica per il Lazio.
- B.1.2. Consumo di materie prime (alla capacità produttiva): ogni materia prima riportata fa riferimento al relativo schema a blocchi ma in questo non sono esplicitate tali materie prime con i propri flussi in entrata ed uscita;
- B.6.c sistema di trattamento delle emissioni in atmosfera, filtro a tessuto, manca la scheda tecnica del punto di emissione E3.
- B.6.2 Emissioni in atmosfera di tipo convogliato (alla capacità produttiva): non sono riportati tutti gli inquinanti presenti invece nella scheda A7;
- B.8.2 Quadro riassuntivo delle emissioni in atmosfera (alla capacità produttiva): è incompleta, mancano i dati relativi alla portata, la frequenza, il fattore di emissione e vanno riportati tutti gli inquinanti con i relativi valori limite del flusso di massa e della concentrazione;
- B. 18 relazione tecnica dei processi produttivi, la descrizione dei sistemi di trattamento delle acque di prima pioggia, delle acque reflue civili e delle acque di processo non è corredata della verifica dimensionale di tali impianti e della relativa efficienza depurativa, né sono riportati i disegni di dettaglio. Si dichiara che i siti sono dotati di filtri, quindi vanno dichiarati e descritti. Si dichiara che l’acqua depurata uscente dall’impianto di depurazione biologico viene convogliata all’impianto di trattamento delle acque di processo, però dalla planimetria non risulta in questo modo. Il bilancio idrico deve essere fatto più dettagliato: va descritta e quantificata ogni tipologia di acqua, dal prelievo allo scarico finale.
- D.3. metodo di ricerca di una soluzione MTD soddisfacente: le specifiche linee guida di settore non sono state ancora pubblicate in Italia pertanto deve essere utilizzato il metodo di ottimizzazione per la valutazione delle BAT.