mercoledì 30 aprile 2014

ECOBUSINESS PONTINO Rifiuti, il Tar frena la Rida: nessun salasso in vista

Negato lo stop alla tariffa di accesso all'impianto stabilita dalla Regione

Nessuna stangata in vista per i Comuni pontini e per i cittadini che pagano la tassa sui rifiuti. La tariffa stabilita dalla Regione per i rifiuti da conferire all’impianto della Rida Ambiente di Aprilia, l’unico dove viene compiuta una prima separazione della spazzatura prima di portarla in discarica, almeno per ora non si tocca. La srl apriliana non ha ottenuto sconti dal Tar. Niente sospensiva del provvedimento regionale. Se ne riparlerà nel merito e non prima di dicembre.
LA BATTAGLIA DI RIDA. La Rida Ambiente, dopo che la legge obbliga i Comuni a compiere una differenziazione dei rifiuti prima di poterli portare nelle discariche, è l’unico impianto in provincia di Latina dove viene effettuato il recupero dell’indifferenziata urbana non pericolosa. La parte di rifiuto che si può recuperare viene utilizzata per produrre combustibile e l’altra finisce nelle discariche di Borgo Montello, gestite da Ecoambiente e Indeco. La società apriliana presieduta da Fabio Altissimi lamenta da tempo che la tariffa stabilita per l’accesso all’impianto è inadeguata. A lungo i Comuni hanno conferito rifiuti presso Rida pagando la tariffa provvisoria di 82,7 euro a tonnellata. Troppo poco secondo Altissimi. La srl di Aprilia, con un primo ricorso ha costretto la Regione a stabilire la tariffa definitiva, sostenendo che fino a quel momento aveva perso circa 5 milioni di euro.
SALASSO EVITATO. Il provvedimento preso dalla Pisana il 28 novembre scorso non ha però soddisfatto la Rida, che è tornata a bussare alla porta del Tar del Lazio, chiedendo che la tariffa di accesso stabilita dalla Regione venisse subito sospesa e poi annullata. Se la richiesta venisse accolta dai giudici amministrativi, i Comuni, e di conseguenza i contribuenti, si troverebbero a pagare molto di più. Al momento il rischio è stato schivato. Il Tar ha infatti ritenuto troppo complessa la vicenda per poter disporre una sospensiva del provvedimento impugnato. Secondo i giudici il problema può essere affrontato solo nel merito. L’udienza è stata fissata al 5 dicembre e fino a quel  momento non cambierà nulla.
IL SISTEMA CERRONI. Proprio Rida e la stessa tariffa di accesso all’impianto sono intanto finite al centro dell’inchiesta dell’Antimafia sul cosiddetto sistema Cerroni. E dopo gli arresti diventeranno oggetto del processo all’ex patron di Malagrotta, ai suoi collaboratori e ai funzionari regionali finiti sotto accusa, che partirà a giugno. Per gli inquirenti, Cerroni sarebbe riuscito, con una serie di complicità alla Pisana, a mettere i bastoni tra le ruote ad Altissimi, frenando gli affari di quest’ultimo e favorendo così i gestori delle discariche. Una delle trappole? Proprio la tariffa di accesso all’impianto di Aprilia lasciata per lungo tempo provvisoria e bassa.http://www.corrieredilatina.it/news/notizie-locali-nord/5856/Rifiuti--il-Tar-frena-la.html

Impianto di mitilicoltura non autorizzato, scatta il sequestro nel Lago Lungo di Sperlonga

Dopo averlo segnalato per anni finalmente l'intervento sul Lago Lungo con il sequestro dell'impianto di miticoltura. Erano state segnalate anche altre anomalie, come da comunicato del 7 gennaio 2013 che si riporta di seguito.  Se ne era parlato anche nell'incontro con l'Osservatorio per la legalità a gennaio a Borgo Bainsizza sollecitando, inutilmente, l'intervento della Regione Lazio competente. 

da Il Settimanale di Latina del 25 gennaio 2014: L'osservatorio regionale della legalità e dell'ambiente a Borgo Bainsizza
assenti come sempre la politica e gli amministratori locali lunedì nella riunione a Borgo Bainsizza dell'osservatorio regionale della legalità e dell'ambiente a Borgo Bainsizza. Il presidente dell'osservatorio Giampiero Cioffredi era accompagnato da 2 consigliere regionali di maggioranza (Cristiana Avenali espressione di legambiente e Rosa Giancola del pd) e da una di opposizione (Gaia Pernarella M5S). Piena invece la sala di cittadini che provenivano dal sud pontino, dai lepini, Maenza, Priverno, Pontinia, Aprilia, Nettuno oltre che ovviamente da Latina. Basterebbe leggere le cronache locali per capire il pericolo crescente che corre l'economia, la salute pubblica, la sicurezza proprio a causa di mancate scelte, di scelte sbagliate o complici (come dimostrano le indagini concluse) della politica al sistema della criminalità. Politica regionale che rischia di fare danni ulteriori con la speculazione e l'abrogazione dei vincoli nei LaghiLungo e di San Puoto a Sperlonga, sul Parco del Circeo (come il mancato abbattimento degli ecomostri di Quarto Caldo che dovrebbero “valorizzare” il territorio), sul lago di Sabaudia, sulla centrale a biomasse di Pontinia di 20 MW con un documento sbagliato e riferimenti falsi firmati da 2 degli indagati dello scandalo dei rifiuti. Anche Priverno e Maenza (come Pontinia, Sabaudia, Sezze, Aprilia) alle prese con le centrali a biogas favorite dalla politica locale e da legambiente con lotte che, stando alle notizie delle cronache, derivano da minacce e disaccordi tutti interni al comitato che vuole favorire gli affari del biogas. Il consigliere regionale Pernarella ha proprio attaccato la centrale “modello” a biogas di Borgo Bainsizza (partecipata da AzzeroC02 e quindi da legambiente che spiega perchè questa associazione le proponga in ogni dove nonostante gli evidenti danni all'agricoltura e alla salute) diffondendo gli ennesimi dati dell'ArpaLazio sull'inquinamento della centrale con dati di emissioni contro legge, come già era avvenuto per altri fatti segnalati.


SPERLONGA, BLITZ DELLA FORESTALE

Impianto di mitilicoltura non autorizzato, scatta il sequestro

Le indagini avviate da mesi, a febbraio l’attività era già stata fermata. Denunciato il titolare


---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Giorgio Libralato<giorgio.libralato@gmail.com>
Date: 07 gennaio 2013 14:39
Oggetto: SPERLONGA, VERDI: "LAGO LUNGO OCCUPATO ABUSIVAMENTE DA ANNI"
Omniroma-SPERLONGA, VERDI: "LAGO LUNGO OCCUPATO ABUSIVAMENTE DA ANNI"

(OMNIROMA) Roma, 07 GEN - <
abusiva di una superficie dello specchio d'acqua del lago Lungo. - affermano
in una nota il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio e il Portavoce
dei Verdi di Latina, Giorgio Libralato - La concessione per l'uso dello
specchio d'acqua per la coltivazione delle cozze, che è di competenza
regionale e non comunale, è scaduta a luglio 2007 e non è stata più
rinnovata. Secondo l'Assessorato Urbanistica regionale non poteva mai essere
concessa perché il lago era già gravato da diritti civici di pesca a favore
dei cittadini di Sperlonga con due sentenze del 1938 e del 1956 e la
concessione ad altri diversi soggetti avrebbe leso tali diritti preesistenti.
I diritti civici sono inalienabili e imprescrittibili ed è necessario il
ripristino della legalità. La superficie di acqua occupata è passata, pure
abusivamente senza autorizzazione, dagli iniziali 10.000 mq. a 15.000 mq.
Anche le costruzioni realizzate sulla sponda asservite alla manipolazione
delle cozze restano abusive perché fanno parte della stessa concessione non
più rinnovata e non rinnovabile. Trattandosi di occupazione abusiva della
superficie del lago e delle sue sponde non avviene nemmeno il pagamento del
canone della concessione quindi con danno erariale. Il fatto è che le norme
prevedono in caso di occupazione abusiva il pagamento di una indennità di
occupazione pari a tre volte il canone, che non risulta essere stata mai
richiesta dalla Regione alla ditta abusiva. Il sito è zona SIC (sito di
interesse comunitario) e zona di tutela paesistica "integrale" prevista nel
Piano Territoriale Paesistico (PTP). Pertanto le sponde non possono essere
toccate. Invece il Comune di Sperlonga e la Provincia di Latina parlano di
"riqualificazione" con un protocollo congiunto senza accennare minimamente al
rispetto della normativa. Si fa riferimento a "monitoraggio e sistemazione
delle sponde" per rimuovere rifiuti abbandonati nel sito con uno stanziamento
di 14.500 euro pubblici stanziati il 20 dicembre 2012 dalla Provincia di
Latina. Inoltre, sul Lago Lungo, ne hanno parlato varie trasmissioni e anche
"Lineablu" su Raiuno, si pratica anche lo sci nautico anch'esso vietato
dalla normativa regionale, statale ed europea. Non abbiamo notizie, per
esempio della rimozione delle palafitte dei cacciatori, come del ripristino
della strada realizzata lungo le sponde del Lago di cui il dirigente comunale
ordinava sospensione dei lavori e la rimozione con ripristino dei luoghi>>.
red

071356 GEN 13
SPERLONGA, BLITZ DELLA FORESTALE

Impianto di mitilicoltura non autorizzato, scatta il sequestro

Le indagini avviate da mesi, a febbraio l’attività era già stata fermata. Denunciato il titolare

Questa mattina gli uomini del Corpo della Forestale dello Stato hanno sequestrato un impianto di mitilicoltura a Sperlonga, in seguito ad un'ordinanza di sequestro preventivo, disposto dal Gip del Tribunale di Latina, Guido Marcelli. La struttura, estesa 10.000 metri quadri e che sorge nei pressi di Lago Lungo, era stata già oggetto di sopralluogo, nel mese di febbraio, da parte del Corpo Forestale dello Stato della stazione di Itri, competente per territorio, dei carabinieri e della Polizia Locale di Sperlonga. Era stata bloccata l'attività in attesa delle conclusioni della magistratura che, intanto, stava acquisendo tutti gli atti certificanti la liceità allo svolgimento dell'attività. I forestali dell'ispettore capo Roberto Broccoli hanno apposto i sigilli all'area dove si trovano le boe e tutte le attrezzature per l'allevamento di diversi tipi di mitili. L'amministratore della struttura è stato denunciato per occupazione di suolo pubblico.  http://www.corrieredilatina.it/news/notizie-locali-sud/5842/Impianto-di-mitilicoltura-non-autorizzato-.html

Ilsap (comune di Latina impianto di Borgo San Michele) proroga AIA fino al 17 maggio 2014

D. Lgs.152/06 Parte Seconda Titolo III-bis art. 29-ter. Ditta: I.L.S.A.P. S.r.l. Proroga Autorizzazione Integrata Ambientale prot. n° 68874del 30/10/2007.  Aut. ILSAP.pdf

Richiesta taglio vegetazione

ALLA PROVINCIA DI LATINA
ALLA REGIONE LAZIO
AL COMUNE DI PONTINIA
ALLA PREFETTURA DI LATINA
ALL'ANAS
oggetto: richiesta taglio vegetazione
Come ogni anno, anche se sembra strano, cresce la vegetazione spontanea sulle banchine e sui fossati delle strade. Conseguentemente viene limitata in modo pericolosa la visibilità in corrispondenza di incroci dove mancano le necessaria opere minime di messa in sicurezza.
Per limitare il ripetersi di incidenti si chiede di provvedere con urgenza almeno al taglio della vegetazione su strade provinciali e comunali.
Si chiede inoltre di evitare pratiche dannose per la vegetazione, per gli animali e la salute umana negli anni passati adottati sia dall'ANAS che dalla provincia di Latina con diserbanti come glisofate. 
Gli effetti dannosi sulla salute umana di questa sostanza sarebbero noti da anni 
Uno studio universitario condotto da Greenpeace e GM freeze, riportato da “The Ecologist”, dimostra che il glifosate, ingrediente primo di vari diserbanti e in particolare del Roundup, (quello di gran lunga più diffuso, sia nelle colture tradizionali che – in dosi 4 volte maggiori – in quelle geneticamente modificate) è causa di cancro, malformazioni neonatali, squilibri ormonali e malattie neurologiche quali il Parkinson. Risultati uguali o simili sono stati ottenuti con numerosi altri studi (un esempio fra tanti: quello dell’Università di Saskatchewan, Canada).
Il diserbante glifosate, ovvero quello che viene abbondantemente utilizzato anche nei vigneti e nelle ulivete del Montalbano, è stato trovato nelle urine in Germania con valori elevati: “È STATO TROVATO DEL GLIFOSATO NELLE URINE UMANE. Nella rivista tedesca ITHACA, una ricerca ha rivelato che esistono significative concentrazioni di glifosato nei campioni di urine di abitanti di città. I partecipanti allo studio avevano concentrazioni di glifosato da 5 a 20 volte oltre i limiti per quel che riguarda l’acqua potabile.” http://www.ecplanet.com/node/3323 Ecco l’articolo in tedesco: http://www.ithaka-journal.net/herbizide-im-urin.
Ringraziando per l'attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia Giorgio Libralato

discarica Borgo Montello dopo le proteste per oscuramento regione Lazio di nuovo visibili progetti sottoposti a VIA

Regione Lazio gli ultimi progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale VIA tornati visibili dopo le mie proteste
Dopo le mie proteste (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/04/regione-lazio-consultazione-progetti.htmlper aver oscurato (ancora una volta) i progetti sottoposti ad impatto ambientale e all'intervento del Difensore Civico della Regione Lazio (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/04/regione-lazio-progetti-oscurati.htmlsono tornati consultabili.
Tra i progetti che erano stati oscurati dal servizio ambiente della regione Lazio quello dell'Indeco Realizzazione impianto di trattamento biologico alimentato a biomasse per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in loc. Borgo Montello - Via Monfalcone 
 Progetto ovviamente che sarà contestato mediante le osservazioni e le opposizione di legge da parte dei cittadini. Gli stessi cittadini che hanno fatto ricorso al TAR contro la delibera del Consiglio Comunale di Latina n. 81/2013 del 23.12.2013, pubblicata il 20/01/2014 avente ad oggetto << Deliberazione di Consiglio Comunale n.169/2012 del 28.12.2012(adde: con la quale) è stata adottata la “norma di salvaguardia delle aree agricole contermini (ai) siti di discarica nel PRG del Comune di Latina” – Controdeduzione alle opposizioni/osservazioni (vedere una parte del ricorso http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/04/discarica-di-borgo-montello-ricorso-al.html) . Così come gli stessi cittadini si sono costituiti parte civile direttamente nel processo a carico di 3 esponenti della società Ecoambiente (partecipata da Latina e quindi dal comune di Latina) per inquinamento delle falde.
Naturalmente è solo una coincidenza che i progetti siano stati oscurati per una decina di giorni a ridosso della scadenza della presentazione dell osservazioni (il 12 maggio).
Così come è una coincidenza che lo stesso era successo nel 2012 e nel 2013 sempre per progetti relativi all'area di Borgo Montello.
Ecco gli ultimi progetti presentati in attesa dei vari adempimenti

regione Lazio progetti oscurati sottoposti a VIA interviene difensore civico

Buon pomeriggio si ringrazia del solito Vostro cortese sollecito intervento.
Forse è una coincidenza ma da oggi il servizio è tornato visibile http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=progetti.

Saluti
Giorgio Libralato 
From: Difensore Civico FA <difensorecivico@cert.consreglazio.it>
To: giorgio.libralato@gmail.com
Cc:
Date: Wed, 30 Apr 2014 13:20:15 +0200 (CEST)
Subject: Impossibilità consultazione online progetti in procedura di VIA
Gentile signor Giorgio Libralato, in allegato trova la nota relativa alla problematica da Lei sollevata. Sarà cura di questo ufficio trasmettere la documentazione che l'amministrazione interpellata invierà.
Cordiali saluti

Il Difensore Civico
Dr. Felice Maria Filocamo


Consiglio Regionale del Lazio
Area Autonoma del Difensore Civico
Via della Pisana, 1301 - 00163 Roma
Tel. 06/65932014  Fax 06/65932015
Numero verde:  800866155

Regione Lazio gli ultimi progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale VIA tornati visibili dopo le mie proteste

Dopo le mie proteste (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/04/regione-lazio-consultazione-progetti.html) per aver oscurato (ancora una volta) i progetti sottoposti ad impatto ambientale e all'intervento del Difensore Civico della Regione Lazio sono tornati consultabili. Ecco gli ultimi progetti presentati in attesa dei vari adempimenti
http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=progetti

Progetti

  • 15/04/2014 - Realizzazione di un centro produttivo riguardante il recupero di inerti destinati al riutilizzo, produzione di bitume e conglomerato bituminoso, produzione di compost, completamento del piano di coltivazione di pozzolana autorizzato in loc. Pantane Scarica Sintesi Elaborati Progettuali Responsabile del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico: 0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale: folivieri @regione.lazio.it
    proponente: NICOLAI STEFANO
    comune: Viterbo
    provincia: VT
  • 15/04/2014 - Realizzazione di un impianto di recupero rifiuti pericolosi e non, sito nella Zona Industriale Parchi Scarica Sintesi Elaborati Progettuali Responsabile del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico: 0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale: folivieri @regione.lazio.it
    proponente: EURORECICLA SRL
    comune: Minturno
    provincia: LT
  • 03/04/2014 - Realizzazione di un Parco Archeologico-Didattico con attrezzature turistiche, ricreative e di servizio in loc. Colle Passero Scarica Sintesi Elaborati Progettuali Responsabile del Procedimento: Paola PeloneRecapito Telefonico: 0651689369Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:  ppelone@regione.lazio.it
    proponente: ARCHEOPARK SRL
    comune: Castel Madama
    provincia: RM
  • 03/04/2014 - Realizzazione area attrezzata per servizi commerciali in V. Barca San Domenico Scarica Sintesi Elaborati Progettuali Responsabile del Procedimento: Paola PeloneRecapito Telefonico: 0651689369Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:  ppelone@regione.lazio.it
    proponente: REA SERVICE 2000 SRL
    comune: Sora
    provincia: FR
  • 27/03/2014 - Realizzazione impianto di trattamento biologico alimentato a biomasse per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in loc. Borgo Montello - Via Monfalcone 23/A. Scarica Sintesi Elaborati Progettuali. Responsabile del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico: 0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:  folivieri@regione.lazio.it
    proponente: INDECO SRL
    comune: Latina
    provincia: LT
  • 20/03/2014 - Delocalizzazione dell'impianto di recupero inerti e compostaggio verde in loc. Via Casal dei Venti snc. Scarica Sintesi Elaborati Progettuali. Responsabile del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico: 0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:  folivieri@regione.lazio.it
    proponente: RECIN SRL
    comune: Ladispoli
    provincia: RM
  • 04/03/2014 - Modifica non sostanziale per l'ampliamento della piattaforma polifunzionale di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi e non in loc. Poggino. Scarica Sintesi Elaborati Progettuali. Responsabile del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico: 0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:  folivieri@regione.lazio.it
    proponente: SIECO SRL
    comune: Viterbo
    provincia: VT
  • 27/02/2014 - Eliminazione di una strettoia in curva e dei dossi su un cavalcavia ferroviario al KM 110+820 nel tratto compreso tra i KM 110+500 e 111+500 Scarica Sintesi Elaborati Progettuali. Responsabile del Procedimento: Paola PeloneRecapito Telefonico: 0651689369Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:  ppelone@regione.lazio.it
    proponente: ANAS S.P.A.
    comune: Monte San Biagio
    provincia: LT

Incendio all'ex Mira Lanza a poche ore dagli sgomberi

Le fiamme potrebbero avere natura dolosa. Il mini sindaco Veloccia chiede di assegnare gli spazi. L'Accademia Silvio D'Amico doveva trasferirsi in uno dei capannoni ma non c'è mai andata
Incendio questa notte sul lungotevere Papareschi, all'interno dei palazzi ex Mira Lanza sgomberati ieri mattina. Il rogo è divampato da diversi focolai e ha sprigionato una grossa colonna di fumo nero. Nessuna delle abitazioni vicine è rimasta coinvolta e nessuna persona è rimasta ferita. Sul posto gli agenti del commissariato San Paolo e i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme e stanno accertando le cause dell'incendio. Secondo i primi accertamenti le fiamme potrebbero avere natura dolosa. 
VELOCCIA: "ASSEGNARE GLI SPAZI" - Secondo il presidente dell'XI Municipio, Maurizio Veloccia, "l'incendio dimostra, ancora una volta, la necessità di assegnare quegli immobili a nuove funzioni, il più presto possibile". "L’ex Mira Lanza, se riqualificato e ridestinato, è un luogo dalle grandissime potenzialità, ma che lasciato in questo stato rischia di diventare pericoloso e degradato – continua - il Municipio in questo senso ha fatto la sua parte, indicando la costruzione di un nuovo asilo nido come nuova destinazione per uno dei tre capannoni. Adesso è necessario che anche gli altri siano adibiti a nuove funzioni: in uno dovrà nascere la nuova sede dell’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico, mentre l’altro è ancora da destinare. Siamo in costante contatto con la Regione Lazio e con Roma Capitale affinché si giunga, quanto prima, ad una soluzione per quest’area e con l’avvio del processo di progettazione partecipata del Parco Papareschi, alcuni passi in avanti sono stati fatti. Ma bisogna continuare. Non possiamo permettere che si torni all’immobilismo che ha caratterizzato la precedente Amministrazione capitolina che aveva pensato di vendere gli stabili dell’ex Mira Lanza: noi vogliamo che siano messi a disposizione del quartiere e che ciò avvenga presto".
FI: "DARLO A LAZIODISU" - La pensa diversamente il presidente del gruppo consiliare di FI in Municipio Marco Palma: "Aver concesso un plesso all'Accademia di arte drammatica Silvio D'Amico è stata, molti anni fa, una cosa certamente nobile. Il fatto però che la stessa non abbia piantato un chiodo ed abbia lasciato che lo stesso stabile venisse occupato ed incendiato ripetutamente è stato certamente un danno anche per il quartiere". E chiede a Roma Capitale di valutare la possibilità "di concederlo a Laziodisu utilizzando la costruzione esistente e compensando eventuali edificabilità in altri luoghi, accelerando così anche la fase dell'edificazione di un nido comunale e contribuendo in modo molto più evidente alla creazione di un vero Parco di cui marconi ha evidentemente bisogno, con annessa area cani".
 MIRA LANZAMARCONIINENDIO http://www.paesesera.it/Cronaca/Incendio-all-ex-Mira-Lanza-a-poche-ore-dagli-sgomberi

Rifiuti tossici, morto Roberto Mancini il poliziotto che si ammalò per indagare

L’investigatore che era rimasto contaminato durante le indagini sui traffici di rifiuti si è spento questa notte, dopo aver lottato per mesi contro il tumore che lo aveva colpito. Un male dovuto alle scorie sversate nelle terre tra la Campania e il Lazio. Aveva chiesto un riconoscimento economico anche alla Camera dei deputati, dove aveva lavorato come consulente della commissione Scalia per quattro anni, ma gli era stato negato

di  | 30 aprile 2014  La giustizia che il sostituto commissario di polizia Roberto Mancini aspettava non arriverà mai più. L’investigatore che era rimasto contaminato durante le indagini sui traffici di rifiuti si è spento questa notte, dopo aver lottato per mesi contro il tumore che lo aveva colpito. Un male dovuto alle scorie sversate nelle terre tra la Campania e il Lazio, che Mancini inseguiva nelle sue indagini. Fin dagli anni ’90 ne aveva ricostruito nei dettagli il percorso: dai colossi industriali del nord, fino alle cave dei casalesi. In mezzo una nebulosa di broker, intermediari, pezzi dello stato compiacenti, indagini abortite o mai partite. E carte ancora oggi segrete. La sua informativa firmata il 12 dicembre del 1996 venne per anni lasciata nei cassetti della Criminalpol. Solo nel 2010 la Dda di Napoli aveva ripreso le sue indagini, che sono diventate una delle colonne portanti del processo per disastro ambientale contro il clan dei casalesi e l’avvocato Cipriano Chianese, la mente dei traffici illeciti nord-sud.
La sua inchiesta era iniziata nel 1994, partendo dalla costituzione di una banca a Cassino, dove dovevano confluire i capitali dei clan. Incontra per la prima volta il nome di Cipriano Chianese, l’avvocato di Parete esperto nella creazione nell’intermediazione dei rifiuti. Lo intercetta per mesi, annota con cura i contatti con i clienti, in gran parte gruppi imprenditoriali ancora oggi attivi. Intuisce il peso dei circoli massonici in quei traffici, salotti borghesi dove la grande industria incontrava i clan, dove gli accordi per lo sversamento dei veleni venivano siglati. Ascolta a verbale Carmine Schiavone, che elenca nomi, luoghi, date. Per cercare i riscontri porta in elicottero l’alloracollaboratore di giustizia nella zona di Casal di Principe, segnando con cura le coordinate delle cave utilizzate per interrare i fusti tossici. Un lavoro gigantesco, riassunto nelle 250 pagine di informativa – che firma insieme all’allora capo della Criminalpol romana Nicola Cavaliere – rimaste per troppo tempo negli archivi, senza uno sviluppo giudiziario. Nel 1997 Mancini entra nel pool di consulenti della commissione bicamerale d’indagine sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Massimo Scalia. Per mesi visita le discariche abusive italiane, scende nelle miniere tedesche dove erano stoccati migliaia di bidoni tossici, visita i luoghi indicati da Schiavone come i terminali dei veleni delle industrie italiane ed europee. Quella commissione per la prima volta ricostruirà la mappa delle holding dei rifiuti, mettendo nero su bianco gli intrecci societari e gli accordi di cartello. Un lavoro fondamentale, tanto da essere inserito nell’ordinanza di custodia cautelare che lo scorso gennaio colpì il gruppo Cerroni.
Poi è arrivata la malattia, il linfoma Hodgkin. Una commissione medica stabilisce l’origine con certezza: un tumore causato dalla contaminazione con sostanze pericolose e radioattive. L’amministrazione paga un conto ridicolo, cinquemila euro. Nei mesi scorsi Mancini aveva chiesto unriconoscimento economico anche alla Camera dei deputati, dove aveva lavorato come consulente della commissione Scalia per quattro anni. Nulla da fare, la risposta dell’avvocatura fu negativa, come ha raccontato ilfattoquotidiano.it lo scorso novembre. Roberto Mancini aveva 53 anni. Lascia una moglie e una figlia. I funerali si terranno sabato 3 maggio, alle ore 11.30, nella basilica di San Lorenzo a Roma, a pochi passi dal commissariato dove lavorava. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/30/rifiuti-tossici-morto-roberto-mancini-il-poliziotto-che-si-ammalo-per-indagare/968575/

Crimini ambientali sono in aumento in tutto il mondo

I reati contro l’ambiente sono in continuo aumento e costituiscono ormai uno dei settori più redditizi per le grandi organizzazioni criminali. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), i più gravi sono questi. 
• Il commercio illegale di legname, perché la deforestazione priva le popolazioni indigene dei loro mezzi di sussistenza e accelera il riscaldamento climatico.
• Il traffico di sostanze che riducono lo strato dell’ozono, provocando di conseguenza gravi problemi alla salute, soprattutto l’aumento dei tumori della pelle.
• La tratta dei rifiuti, che contamina il suolo e le acque, minacciando l’ecosistema e la salute delle persone.
• La pesca illegale, che comporta perdite economiche dirette e indirette, e minaccia di estinzione alcune specie.
• Il bracconaggio, che minaccia di estinzione alcune specie, come le tigri, i rinoceronti e gli elefanti.
Di fronte alla proliferazione di questi “nuovi” crimini, alcuni esperti propongono l’istituzione di una Corte penale internazionale dell’ambiente.
http://www.internazionale.it/atlante/crimini-ambientali/
Mappe di Riccardo Pravettoni e Marianna Pino

IN COPERTINA

In nome dei soldi

In nome dei soldi
Sempre più spesso le multinazionali portano in tribunale gli stati. Vogliono leggi che non ostacolino i loro affari o risarcimenti miliardari. E vincono sempre

Geografia dei reati

Fonti: Unodc annual reports 2010 e 2013; Wwf-Australia; Globaltimber.co.uk, Estimates of the percentage of “illegal timber” in the imports of wood-based products from selected countries, 2007; Traffic; Fao; World ocean review report 2013; Michigan state university, Human trafficking task force; Greenpeace, The toxic ship, 2010; Rassegna stampa National Geographic, Huffington Post e L’Espresso. Traffic, Fao, Unodc, Global financial integrity. 
Fonti: Etis 2013. Cites, CoP14 Proposal 6, 2007; Wasser, S., K., et al., Using Dna to track the origin of the largest ivory seizure since the 1989 trade ban, Pnas, 2007; Environment investigation agency (Eia), How China’s illegal ivory trade is causing a 21st century African elephant disaster, 2007; Unodc, Promoting health, security and justice, 2010; personal communication with Dr Christian Nelleman, GRID-Arendal, 2012.

Storia di un traffico di legname

Fonte: ricerca personale condotta in Uganda da Riccardo Pravettoni e Rannveig Formo (GRID-Arendal),
attraverso interviste a un ex trafficante.
Per saperne di più
J. L. Schneider. Sold into extinction: the global trade in endangered species (Praeger 2011)
L. Shelley, Human trafficking: a global perspective (Cambridge University Press 2010)
M. Naim, Illecito. Come trafficanti, falsari e mafie internazionali stanno prendendo il controllo dell’economia globale (Mondadori 2006)
A cura di N. Gilman, J. Goldhammer, S. Weber, Deviant globalization: black market economy in the 21st century (Bloomsbury Academic 2011)
R. White, Transnational environmental crime: toward an eco-global criminology (Rutledge, 2011)

LA RETE, TERRA DEI FUOCHI E’ MORTO IL COMMISSARIO MANCINI. SENZA GIUSTIZIA

Roberto Mancini, il poliziotto che ha dedicato la vita ad indagare sui veleni sversati nelle terre dei casalesi, è morto questa notte all’ospedale di Perugia. Da tempo era malato di linfoma di Hodgkin, un tumore rimediato in servizio inseguendo veleni e trafficanti in Italia e all’estero. Lo scorso anno si era sottoposto a trapianti di midollo.
Roberto Mancini è stato il primo poliziotto a ricostruire nei dettagli la holding criminale dei trafficanti di rifiuti, tra il Lazio e la Campania.Nel dicembre del 1996 consegnò una lunga informativa, che verrà poi accantonata dai magistrati romani. Solo nel 2010 la Dda di Napoli, con il pm Milita, riprese il suo lavoro, che divenne la base investigativa del processo oggi in corso per disastro ambientale nei confronti di Cipriano Chianese.
Mancini è stato consulente dal 1997 al 2001 anche della Commissione parlamentare sui rifiuti presieduta da Massimo Scalia,la stessa che nel 1997 ascoltò a lungo il collaboratore di giustiziaCarmine Schiavone.
Una discarica di fusti tossici nella Terra dei fuochi, Gomora
Una discarica di fusti tossici nella Terra dei fuochi, Gomora
Per anni ha inseguito l’avvocato delle ecomafie, Cipriano Chianese: ha ricostruito nelle sue informative i contatti ai massimi livelli, gli ordini delle industrie del nord e quella rete estesa di broker e trasportatori.
La sua malattia, riconosciuta come legata al suo servizio dallo Stato, è stata liquidata con cinquemila euro. Nessun indennizzo è stato invece riconosciuto dalla Presidenza della Camera.

Roberto Mancini: Morto il poliziotto che ha combattuto le ecomafie Ucciso dalla leucemia dovuta ai veleni che ha respirato


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