sabato 28 febbraio 2009

turbogas verbale 18 dicembre 2008



ore 14 TGR centrale a biomasse

Nel TGR delle 14 o stasera alle 19.30 o in entrambi i casi dovrebbe andare in onda il servizio sulla centrale a biomasse di Mazzocchio.

Mobilità pubblica o boicottaggio? Il paese dell’incontrario

Mobilità pubblica o boicottaggio? Il paese dell’incontrario

Ogni tanto torna la speranza di avere qualche amministratore illuminato che afferma di voler adeguare il trasporto pubblico in questo modo diminuendo quello privato e, di conseguenza, incidenti, inquinamenti che, come sappiamo, sono la causa di malattie gravi.

Non solo tumori all’apparato respiratorio, ma anche danni seri agli altri organi, tra i quali il cuore.

Come abbiamo imparato nel corso delle conferenze, delle valutazioni di impatto ambientale su progetti che farebbero aggravare la situazione, già ai massimi livelli nel distretto di Latina e nel comune di Pontinia, quali centrali a turbogas, biomasse e inceneritori occorre intervenire.

All’estero importanti studi, peraltro già applicati da città molto popolate degli USA, come dell’Inghilterra, tra cui Londra, dimostrano che con pochi interventi la situazione può essere migliorata, favorendo la qualità della vita.

5 anni fa con un altro progetto devastante, il corridoio tirrenico meridionale, era diventato patrimonio culturale la necessità di aumentare la sicurezza, adeguare le strade esistenti, eliminare incroci a raso, effettuare la manutenzione delle strade, illuminare gli incroci pericolosi.

Ma anche adottare piani del traffico (quello del comune di Latina era stato sbandierato 3 anni fa, chi ne ha visto gli effetti?), per mettere ordine ad una situazione che in alcuni tratti di strada è caotica così come in certi orari la coda è senza soluzione di continuità da un semaforo inutile all’altro.

Poi veicoli meno inquinanti (esistono, anche qui altri paesi, altre storie, altri amministratori), mezzi di dissuasione al trasporto privato, di incentivazione a quello pubblico, come all’uso comune di macchine, un sistema integrato di trasporto pubblico.

Quindi spostare il traffico su gomma a quello su rotaia, per costituire ciò che la comunità europea intende come corridoio di trasporto, cioè un sistema integrato di sistemi pubblici dove quello su gomma ha una parte marginale.

Da noi, paese dell’incontrario, si incentivano le aziende a investire sul trasporto privato, togliendo finanziamenti a quello privato per darli ad aziende che in Italia licenziano, mettono il personale in cassa integrazione per poi produrre all’estero.

Il paese dell’incontrario continua aumentando, lo scorso anno, costi dei biglietti e degli abbonamenti del trasporto pubblico del 25/30%, tanto per cambiare.

Magari poi succede, come sta avvenendo in questi giorni che a Pontinia non vengano distribuiti, dai concessionari del servizio di trasporto pubblico, né abbonamenti, né biglietti delle corriere utilizzato da studenti e da lavoratori che vorrebbero dare il loro contributo alla riduzione dell’inquinamento.

Dalle notizie che arrivano pare che non si abbia alcuna notizia sul quando e se tali preziosi biglietti e abbonamenti verranno mai distribuiti e siamo alla fine di febbraio.

E’ un boicottaggio del trasporto pubblico, un errore di programmazione, un difetto di fabbrica o un invito alla vacanza?

Dov’è l’eroe, pronto a salvare la provincia di Latina dall’inquinamento, che si incatena quando serve?

Pontinia 28 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

scrivi alla bella addormentata

Roma, Italia — Arriva una vittoria sul fronte hi-tech! Dopo diverse azioni e ben 47.000 firme raccolte nel mondo, Philips molla l'osso e accetta le nostre richieste. La multinazionale si impegna a offrire ai propri clienti servizi globali di ritiro e riciclo dei propri prodotti a fine vita. In Italia, invece, il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, fa La Bella addormentata. Domani, infatti, è l'ennesimo anniversario di ritardo per l'attuazione della normativa sui rifiuti elettronici.
scrivi alla bella addormentata
http://www.greenpeace.org/italy/campagne/inquinamento/hi-tech/cyber-ewaste

venerdì 27 febbraio 2009

I progetti dannosi e le chiavi dei lucchetti

I progetti dannosi e le chiavi dei lucchetti
Ogni tanto, un po’ sull’onda dell’emozione, ma anche alla continua ricerca e disperata del consenso qualche politico, amministratore o aspirante tale dichiara di volersi incatenare da qualche parte per difendere la salute pubblica e i diritti civili e sociali.
Ma passato il titolo sul giornale, l’intervista in tv, l’applauso pubblico qualcuno è subito pronto a smentire perché, magari, è stato frainteso.
Ogni volta che qualcuno, pubblicamente, si dichiara pronto a incatenarsi ho sempre aggiunto “fatemi sapere quando succede che vengo a tenere le chiavi dei lucchetti”.
Ovviamente nessuno mi ha chiamato, né alcun titolo ha riportato una notizia improbabile.
Questo vale per gli inceneritori, le centrali a turbogas, biomasse, nucleari e in genere, appunto, per tutti gli impianti dannosi per la salute, non convenienti economicamente (alla comunità, ma evidentemente a pochi ignoti, imprenditori o aspiranti tali sì), che non risolvono problemi decennali, inutili dal punto di vista energetico, ma di cui si conoscono tutti i lati negativi.
Ma c’è un altro dubbio che qualcuno mi ha fatto notare.
In pratica si parlerebbe di un progetto irrealizzabile (la centrale nucleare appunto), cercando di sollecitare i soliti tifosi, spesso (da buoni tifosi) che si esprimono con scarsa cognizione di causa a fare confusione o a dividere (tanto per cambiare), magari per occuparsi di altro, mentre gli altri discutono, magari a voce alta.
Non lo so se è così, ma potrebbe essere.
Visto che è passata in secondo piano l’ennesima figura poco esaltante della seduta del consiglio provinciale sulle centrali a turbogas che si fanno sempre più vicine, andato ancora una volta deserto.
Il solito dubbio, quando si tratta di esercitazioni virtuali, criticando magari l’operato di regione (di avversa parte politica) o del comune (idem) si fanno proclami e si annunciano i lucchetti, quando poi tocca a noi fare qualcosa, ci è venuto un coccolone e non possiamo.
Sulla turbogas, ma anche sulla centrale a biomasse la provincia, a scelta, potrebbe, a proposito del piano energetico provinciale approvato con deliberazione n. 63 del 31/10/2008:
- dire che, in merito al piano energetico, che non prevede né turbogas, né biomasse, se non per 5 MW, scusate tanto ci siamo sbagliati, oppure l’Università (da noi pagato) ha sbagliato, correggiamo;
- dire che il piano energetico provinciale (come qualche battuta ricorrente sui semafori in una famosa città italiana) non è un obbligo, ma un consiglio, poi fate come volete;
- oppure difendere in modo coerente e conseguenziale un atto di programmazione territoriale (forse il più importante dell’attuale amministrazione).
Invece è facile e gratuito parlare di una fantomatica centrale nucleare (che non si farà mai), siamo in perenne campagna elettorale.
Intanto si avvicinano le elezioni provinciali, nel 2004 in campagna elettorale si parlava tra l’altro, di viabilità, rifiuti, gestione dei rifiuti, istruzione, sanità, turismo, erosione delle coste, ciclo dell’acqua, quanti e quali di questi problemi si è messo mano, sono stati risolti oppure sono prossimi a qualcosa di diverso che non sia emergenza, contestazione, ipotesi di accordi?
Qualcuno nella prossima campagna elettorale oltre a litigare sulle poltrone, coalizioni, candidati, partiti, liste si ricorderà di questi problemi ai quali si è aggiunto, prepotentemente, quello dell’energia?
Poi chi vuole proporre centrale nucleari sa bene che ci vogliono 15 anni per costruirne una, che il costo di costruzione, ma anche il deposito delle scorie e lo smantellamento del sito sono talmente alti da rendere antieconomica questa scelta, sicuramente più costosa di tante altre.
Anche non volendo computare tali costi, il costo della produzione è destinato ad aumentare di 4 volte quello attuale, le centrali di nuova generazioni producono 30 tonnellate di uranio arricchito l’anno, rifiuti radioattivi, con 4 centrali nucleari da 1,6 GW si produrrà solo il 13% del consumo italiano, solo il 12,5% di energia viene importato dall’estero.
Senza contare le scoperte, citando solo le più recenti della discarica di rifiuti radioattivi di Drigg in Gran Bretagna (24/2/9 http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=597.0), l’arrivo del latte inquinato da Chernobyl (24/02/09) (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=595.0), della collisione dei sottomarini nucleari (16/02/09) (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=580.0), lo scandalo dei 300 milioni di rifiuti radioattivi in Francia con i quali hanno costruito anche scuole (15/02/09) (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=578.0), la scoperta della radioattività di Chernobyl sul suolo svedese proveniente dalla centrale di Chernobyl (02/10/08), (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=311).
La sottoscrizione lanciata da Per i bene comune, contro il ritorno al medioevo nucleare ha già superato le 10 mila firme), per aderire http://petizione.perilbenecomune.org/.
Chi vuole può aderire alla campagna di sostegno alla petizione per l’indipendenza dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) affinché non si renda complice con l’AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) dei crimini di Chernobyl (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=8.0).
A parte le catene (dei lucchetti) c’è qualcuno che si candida per arrivare, tra 5 anni a dire, questo problema lo abbiamo risolto?
Pontinia 27 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

mercoledì 25 febbraio 2009

quattro falsità sul nucleare

NUCLEARE: ECODEM; DIFFUSE FALSITA', ECCO LE VERE CIFRE
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Servirebbe piu' ''serieta' e competenza'' nell'informare su costi e benefici del nucleare: lo afferma una nota degli Ecodem che contrappone i propri numeri alle ''falsita''' diffuse sull'accordo italo-francese. Primo falso, le minori scorie: ''Innanzitutto le quattro nuove centrali nucleari da 1,6 GW a tecnologia francese, da costruire nella penisola, la prima delle quali (secondo l'accordo) da ultimare entro il 2020, non produrranno meno scorie: questi impianti di III generazione consumano infatti oltre 30 tonnellate di uranio arricchito all'anno che inevitabilmente generano rifiuti radioattivi''. Secondo falso, la quota di produzione: ''E' stato affermato che le quattro centrali produrranno a regime il 25 per cento del consumo nazionale: un dato assolutamente falso. Infatti quattro centrali da 1,6 GW potranno al massimo produrre 45 TWh che oggi rappresentano solo il 13 per cento del consumo nazionale''. Terzo falso, la necessita' di avere una maggiore produzione di elettricita': ''Non e' assolutamente vero che l'Italia importa una grande quantita' di energia elettrica dall'estero, per lo piu' dal nucleare francese: dall'estero importiamo solo il 12,5 per cento dell'energia, e il dato interessante e' che ben l'80 per cento di quell'energia e' prodotta da fonti rinnovabili, e non dal nucleare''. Quarta ''falsita''', la spesa: ''Le cifre stimate per l'analoga centrale finlandese in costruzione sono raddoppiate rispetto alle previsioni. Occorrono 20 miliardi di euro per quattro centrali, 5 ad impianto - sottolinea la nota Ecodem -. Si tratta di numeri enormi che segnalano la necessita' di reperire anche risorse private non ancora identificate. Elementi che evidenziano indubbiamente la non convenienza di questo accordo che si ripercuotera' inevitabilmente sulle tasche dei contribuenti''. (ANSA). COM-PH
25/02/2009 14:22

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martedì 24 febbraio 2009

I rischi da incidenti rilevanti e il progetto della centrale a turbogas

I rischi da incidenti rilevanti e il progetto della centrale a turbogas
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, CTR, presso il Ministero dell’Interno, ha inviato la comunicazione, alla ditta proponente la centrale a turbogas e al comune di Pontinia, avente per oggetto: “centrale elettrica a ciclo combinato in località - area rischi industriali.
La ditta proponente ha inoltrato la nota avente per oggetto: “centrale elettrica a ciclo combinato da circa 400 MW in località - area industriale. Richiesta di dichiarazione di compatibilità territoriale”.
Il ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha inoltrato la nota, a tutti gli enti pubblici interessati, dalla Regione Lazio, all’amministrazione provinciale di Latina, al sindaco di Pontinia, al Ministero dell’interno, del lavoro, dello sviluppo economico, all’Ispra, al presidente della commissione istruttoria IPPC, alla direzione della qualità della vita, oltre alla società proponente, la nota avente per oggetto: “autorizzazione integrata ambientale relativa alla centrale AceaElectrabel Produzione spa sita nel comune di Pontinia (LT) – Riunione della conferenza dei servizi del 18 dicembre 2008 – trasmissione verbale definitivo”.
La conferenza si è conclusa con il parere favorevole delle amministrazioni centrali presenti (ministero dell’ambiente, sviluppo economico, ISPRA, commissione IPPC), mentre erano assenti il ministero dell’interno e del lavoro e della salute, ovviamente assente la Regione Lazio, parere contrario degli enti locali (amministrazione provinciale di Latina e comune di Pontinia).
La conferenza ha dato incarico alla commissione IPPC di integrare il parere istruttorio alla luce delle osservazioni al capitolo 6 del parere di autorizzazione integrata ambientale presentate dal ministero dello sviluppo economico.
L’amministrazione provinciale di Latina ha presentato i documenti in data 17/12/8 e 3/4/8 con le osservazioni al progetto.
Nei prossimi giorni ci sarà probabilmente una riunione del tavolo tecnico comunale per il supporto all’azione del comune di Pontinia in seguito alla delibera del consiglio comunale contrario all’unanimità al progetto della centrale a turbogas.
Pontinia 24 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

lunedì 23 febbraio 2009

In Inghilterra orti contro la crisi, a Pontinia le biomasse, chi avrà ragione?

In Inghilterra orti contro la crisi, a Pontinia le biomasse, chi avrà ragione?
In Inghilterra 100 mila persone hanno deciso di tornare alla cura dell’orto contro la crisi per coltivarsi frutta e verdura in proprio.
Sempre in Inghilterra (e non solo) si sta facendo un processo di inversione rispetto ai grandi centri commerciali alla ricerca dei piccoli mercati, della vendita diretta dei prodotti agricoli e dei piccoli negozi.
Latina e la sua provincia dopo aver esageratamente superato gli spazi programmati per i grandi centri commerciali sta pensando di crearne altri, pensando in questo modo di invertire la crisi.
A Pontinia qualcuno vorrebbe poi far credere che le piantagioni di biomasse potrebbero ridar fiato a quelle poche aziende locali che sono sopravissute al Crac Parmalat, alla chiusura di altri grandi aziende (caseifici, zuccherificio, ridimensionamento di altre grande aziende), alle quote latte.
Andando a vedere quello che è successo invece nella mitica padania scopre che un’altra centrale a biomasse, simile a quella progettata per Pontinia, dopo circa 7 anni è riuscita a concludere contratti con le aziende per la fornitura di appena un decimo del fabbisogno.
Quindi, sembrerebbe confermare che, da una parte non è conveniente il ricorso a questo tipo di coltura, dall’altra che ci vuole metà del ciclo vitale di questo tipo di centrale (secondo i biomasse fans club 15 anni), per arrivare ad 1/10 della potenza per la quale la centrale è stata progettata.
Ciò vorrebbe dire che hanno ragione università, amministrazione provinciale, comune di Pontinia a dire che il sistema non è conveniente, né adatto al territorio, né dimensionato in base alla produttività locale?
Sempre dalla Padania (quanta cultura e quante informazioni ci arrivano da lì) si apprende che per compensare la produzione di anidride carbonica da una centrale a turbogas (simile a quella progettata a Pontinia) occorre piantumare il doppio delle piante di pioppo presenti oggi in Italia.
Mi sa che qualcuno oltre a negare il principio di Lavoisier (si impara in fisica già alle scuole medie) dovrebbe tornare alle scuole elementari di matematica dove si dovrebbero apprendere (almeno) addizioni e sottrazioni per capire che se la spesa è maggiore del guadagno forse è meglio cambiare argomento.
Già perché qualcuno vuole negare che nulla si crea e nulla si distrugge, negando anidride carbonica e diossina e qualcun altro vorrebbe far credere che con impianti inutili (la regione Lazio produce il doppio dell’energia che consuma) si aumentano le emissioni, anziché ridurle.
O forse pensiamo che a sbagliare siano gli scienziati, gli statisti e i governanti che hanno proposto, approvato il protocollo di Kyoto e la comunità europea?
Pontinia 23 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Orti anti-crisi
di BARBARA LOMONACO

La grande crisi sembra spingere i sudditi di sua Maestà a riconsiderare le gioie dell'orto sotto casa. Tanto che il National Trust, davanti a una lista di attesa di 100mila persone, ha deciso di usare la terra delle dimore storiche per dare ai britannici la possibilità di coltivarsi frutta e verdura in proprio
L'ultima volta che i britannici imbracciarono in massa vanga e zappa i bombardieri della Luftwaffe sganciavano tonnellate di bombe sopra i cieli di Londra. E Churchill lanciò la campagna 'dig for victory', ovvero convertire i parchi pubblici alla coltivazione di patate e cavoli. Oggi la situazione non è altrettanto tesa ma la grande crisi sembra spingere i sudditi di sua Maestà a riconsiderare le gioie dell'orto sotto casa. Tanto che il National Trust, davanti a una lista di attesa di 100mila persone, ha deciso di usare la terra delle dimore storiche per dare ai britannici la possibilità di coltivarsi frutta e verdura in proprio.
La richiesta di 'allotment' - piccoli appezzamenti di terra a uso agricolo spesso piazzati anche nel centro delle città - è infatti negli ultimi mesi esplosa. Così il National Trust, la Ong britannica che si occupa della gestione del patrimonio culturale del Regno Unito, ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini 1.000 nuovi 'allotment' ricavandoli dalle terre incolte e non utilizzate che sono parte dei suoi poderi. Non pochi, visto che il National Trust è il più grande 'latifondista' privato di tutta la Gran Bretagna. Terreni che, tutti insieme, saranno in grado di produrre 2,6 milioni di cespi di lattuga o 50mila sacchi di patate all'anno.
"Non si tratta solo di risparmiare denaro", ha detto Fiona Reynolds, direttrice del National Trust, "ma di ricavare soddisfazione dal raccogliere il frutto del proprio lavoro". Un cambio nella mentalità ancor prima che nel portafoglio. Cambiamento che, concede la Reynolds, è stato forse scatenato - quantomeno velocizzato - dalla crisi economica in cui si dibatte ora il Regno Unito. Il piano del National Trust, dice, si è inserito in una fase in cui le persone danno più valore a cose "reali" - tempo con la famiglia, cibo salutare - rispetto a desideri "materiali".
E per sostenere, sul lungo periodo, la 'rivoluzione verde' - che sa tanto di ritorno alle origini - il National Trust non solo metterà a disposizione la terra, ma anche i suoi esperti dal pollice verde. Così che pure i principianti, fino a ieri abituati a vedere le carote già impacchettate sui banchi del supermercato, apprenderanno le competenze necessarie per diventare dei novelli contadini. "Il nostro primo obiettivo - ha dunque spiegato la Reynolds - è dare la terra". Che verrà data in affitto in cambio di una pigione molto bassa. "Detto questo - ha concluso - vogliamo anche insegnare a queste persone cosa coltivare e come".
20 febbraio 2009 La Nuova Ecologia

domenica 22 febbraio 2009

Solidarietà all’amministrazione provinciale di Latina e al sindaco di Pontinia

Solidarietà all’amministrazione provinciale di Latina e al sindaco di Pontinia
Desidero esprimere la mia solidarietà, ma anche il mio apprezzamento professionale, amministrativo, di competenza e serietà, oltre che di coerenza all’amministrazione provinciale di Latina, con particolare riferimento ai dirigenti del settore ambiente, dell’assessore all’ambiente e al sindaco di Pontinia, dottor Eligio Tombolillo in merito ad un progetto che non sembra particolarmente apprezzato.
Anzitutto perché è stata applicata la normativa in materia di autorizzazione integrata ambientale (AIA-IPPC), alla lettera, sono state considerati i vari aspetti tecnici, sanitari, ambientali, progettuali, amministrativi.
Poi perché come è stato evidente nell’ultima seduta della conferenza AIA-IPPC sono emersi alcuni fatti che hanno lasciato alquanto perplessi sulla possibilità del rilascio del parere favorevole alla documentazione che, come trasmessa a dicembre al comune di Pontinia allo scopo, ancora incompleta o errata o non aggiornata.
Poi l’intervento degli esperti in materia di sanità e salute evidenziavano danni all’apparato respiratorio della zona interessata dall’impianto ai livelli peggiori della provincia e della regione che impongono cautela e restrizioni.
Altrettanto il rappresentante del comando dei Vigili del Fuoco evidenziavano l’assenza del parere di compatibilità ambientale e territoriale, soprattutto perché il progetto non considerava l’effetto domino e il coinvolgimento con le attività esistenti.
Ricordava questo rappresentante che la ditta proponente avrebbe dovuto prendere atto della situazione (la ditta dichiarava di non esserne a conoscenza) e proporre gli scenari di pericolosità.
Nella progettazione veniva poi ignorata completamente la classificazione comunale in materia di rumore.
Nella penultima riunione della conferenza, invece, la rappresentante della soprintendenza dichiarava che non poteva sciogliere le ultime riserve in materia non avendo la ditta messo a disposizione tecnologie e mezzi per i relativi adempimenti.
Poi non dimentichiamo che impianti simili a quelli proposti, dopo circa 7 anni dal funzionamento, non hanno certo prodotto un indotto significativo, visto che uno di questi, per esempio, dopo 7 anni ha concluso contratti solo per un decimo delle potenzialità, confermando che questo impianto non interessa il settore e non può certo fornire le prospettive di rilancio, visto che non lo ha fatto in altre parti d’Italia.
Qualcuno mi ha fatto notare che la ditta proponente, capitale versato secondo la visura della CCIAA di € 15.000,00, ha ottenuto un finanziamento di 8.000.000,00 € e dichiara che farà investimenti per circa 80 milioni di euro, di cui la società dalla visura di cui sopra non pare disporre.
Poi facendo riferimento ai posti di lavoro e alla sicurezza ha lasciato perplessi che la ditta nella sua proposta ignori la normativa in materia di sicurezza del lavoro e che l’Ente che doveva rilevare tale ignoranza, a sua volta, abbia ignorato tale aspetto.
Quindi non c’è meraviglia se poi si scoprono i lavoratori in nero?
Se questa ditta vuole il dialogo lo si esprime annunciando un ricorso amministrativo avverso un procedimento legittimo?
Il sindaco di Pontinia Eligio Tombolillo ha invece espresso con coerenza il mandato del consiglio comunale. Tale coerenza qualche volta è stata dimenticata da qualche suo collega, in materia di società pubblico-private, che il consiglio dava mandato di votare contro (forse per effetto del pubblico o elettorale) e poi, nel segreto dell’assemblea dei sindaci votava a favore sconfessando il mandato consiliare.
Mi aspettavo che il partito del Sindaco, per coerenza facesse un comunicato, una dichiarazione di apprezzamento per il suo comportamento, idem per i vari gruppi consiliari (maggioranza e opposizione) che hanno votato tale delibera. Invece niente.
Pontinia 22 febbraio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

sabato 21 febbraio 2009

Le centrali elettriche previste a Pontinia, la turbogas e il riassunto dell’AIA (IPPC)

Le centrali elettriche previste a Pontinia, la turbogas e il riassunto dell’AIA (IPPC)
La prossima settimana, probabilmente, verrà convocato il tavolo tecnico comunale per fare il punto dei progetti delle centrali elettriche previste a poche centinaia di metri una dall’altra nel nucleo industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia.
Leggendo la normativa in materia, se venisse rispettata, per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA-IPPC), della centrale a turbogas, si dovrebbe passare alla conferenza unificata, così come l’amministrazione provinciale di Latina, che ha applicato alla lettere norme, regolamenti e leggi, ha fatto per il progetto della centrale a biomasse.
Questo per il parere negativo espresso nell’ultima riunione della conferenza per la centrale a turbogas espresso sia dai commissari per il comune, che dalla provincia, oltre che dal sindaco di Pontinia presente personalmente alla seduta.
Intanto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del Territorio e del Mare è stato inviato il documento: “Parere Conclusivo Trasmissione parere istruttorio conclusico della domanda AIA da ACEA spa - Centrale Termoelettrica di Pontinia - prot. CIPPC-00_2009-0000109 del 21/01/2009
” DSA-00_2009-0002365 “, composto di n. 26 pagine.
Allegato inoltre il “Piano di monitoraggio e controllo della centrale termoelettrica turbogas a ciclo combinato di Pontinia” del 10/12/2008, composto di n. 32 pagine.
Entrambi i documenti, così come gli atti inerenti il procedimento e gli atti inerenti i controlli sull’impianto sono depositati presso la direzione salvaguardia ambientale del ministero dell’ambiente e sono pubblicati sul sito www.dsa.minambiente.it/aia ai fini della consultazione del pubblico.
Osservazioni al progetto risultano prodotte da Giorgio Libralato in data 18 luglio 2008, con allegati il management summary del piano energetico della Regione Lazio, dichiarazioni di stampa dell’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti, richiesta di sospensione della procedura AIA.
Inoltre è stata acquisita la nota della provincia di Latina del 3 aprile 2008 e del 28/07/08, oltre al verbale della commissione AIA relativa alla centrale a biomasse, affinché i due progetti venissero riuniti per la sommatoria delle emissioni e dell’impatto ambientale finora completamente ignorato.
Non risultano quindi presentate osservazioni né da altri cittadini, associazioni, né dai comuni confinanti, contrariamente a quanto dagli stessi dichiarato, né provenienti dal consiglio dell’amministrazione provinciale che dovrebbe trattare l’argomento nella seduta fissata al 26/2 dopo che la seduta già convocata per il 16/2 è andata deserta per l’assenza della maggioranza.
Riuscirà l’amministrazione provinciale a colmare questo deficit nella prossima seduta oppure si limiterà a dichiarazioni di principio senza alcun effetto pratico?
E i comuni che si sono dichiarati contrari perché non hanno trasmesso tale contrarietà alla conferenza dei servizi?
Assoluto silenzio, questo era già noto, da parte della Regione Lazio.
La commissione si è riunita il 10/12/07, il 3/4/8, il 29/7/8, il 27/11/8, il 28/11/8.
La potenza elettrica lorda che sarà autorizzata sarà di 382,5 MWe, di cui, al lordo degli autoconsumi, sarà di 376,6 MWe, sono previste 8.000 ore di lavoro annuo, con una produzione di 2.900 GWh/anno.
Il consumo di acqua sarà di 131.400 mc/anno (21,2 mc/h), di cui 129.757 provenienti dall’acquedotto del consorzio industriale e 1.825 mc/anno (0.2 mc/h) dall’acquedotto dell’ATO 4 di Latina, con lo scarico di 80.000 mc/anno, dei quali 77.200 provenienti dall’impianto e 780 dal consumo umano.
Gli scarichi saranno inviati nel fosso di San Carlo (che è un rigagnolo e che probabilmente sarà inondato).
Si fa notare che il progetto ha ignorato e quindi non risultano i dati necessari a garantire:
- efficienza energetica;
- sistema di raffreddamento;
- recuperi termici;
- sistema di controllo ed allarme per le fughe di gas.
- Fabbisogni idrici della centrale e del trattamento delle acque reflue;
- Piano di ripristino del sito dalla cessazione dell’attività e di ripristino ambientale;
- Misure chiare affinché sia evitato qualsiasi rischio di inquinamento ;
- La differenza dello scambio termiche delle acque scaricate nel fosso di San Carlo non superiore a 3°.
- Sono inoltre ipotizzati fughe di gas, spargimento di sostanze oleose e/o tossiche.

La commissione fa notare che il progetto è preliminare e quindi, la ditta proponente dovrà presentare al MATTM (Ministero dell’ambiente e della tutela del Territorio e del Mare), alla Regione Lazio, Provincia di Latina, all’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che ha sostituito l’APAT, e al comune di Pontinia, il progetto definitivo almeno 90 giorni dell’emissione dell’ordine per la fornitura degli impianti.
I dati dell’aria fanno sorridere (scusate preoccupare) sono riferite a centrali distanti 25/40/50 km in quanto riferiti a Latina, Aprilia e Cisterna addirittura riferiti agli anni 1999/2003 e 1999-2000.
I dati del PM 10 (quelli del PM 2,5 molto più pericoloso sono totalmente ignorati) fanno riferimento ad una centralina mobile (quindi non di dati di un ente preposto a tale controllo) per un arco di 15 giorni, senza specificare dove, come, con quali criteri e condizioni.
L’efficienza energetica dichiarata è del 55%.
Come ormai noto la conferenza dei servizi presso il MATTM per la centrale a turbogas ha preso in considerazione la classificazione acustica del comune di Pontinia, ignorata invece nella conferenza per la centrale a biomasse, oltre che nelle dichiarazioni negli organi di informazione.
La turbina sarà alta 60 m, dovranno essere monitorati gli scarichi e le emissioni di COD, cromo totale, arsenico, manganese, rame, ferro, nichel, solidi sospesi, BOD5, SST, fosforo e azoto totale, escherechia coli, idrocarburi, fluoruri, CO, NOX, aldeide formica, SO2, polveri totali, VOC.
L’AIA consentirà il funzionamento della centrale qualora non fosse garantito il sistema di controllo in continuo delle emissioni.
Dovranno inoltre essere realizzati dei pozzi piezometrici per la verifica delle condizioni della falda.
Se il gestore non fosse in grado di comunicare i dati sulle emissioni potrà inviare una relazione giustificativa e questi dati non saranno necessari.
Pontinia 21 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

venerdì 20 febbraio 2009

canta che ti passa, tra inceneritori e centrali nocive

Qualcuno ancora afferma che gli inceneritori, le centrali elettriche non producono danni alla salute, degli uomini e degli animali, all'ambiente, all'economia, che compromettono irreversibilmente la natura. Altri affermano che è meglio morire del progresso, quindi dei tumori o di altre gravi malattie, che il progresso porta benessere e sconfigge la fame. Mi pare che la storia italiana e della nostra provincia contraddicano queste tesi vista la crisi irreversibile, visto che nonostante impianti nocivi le banche stanno chiudendo conti e mutui, ma nessuno ne parla. Comprendo che un modello diverso di vita può costare non sacrifici, ma l'uso dei muscoli e l'intelligenza che le aziende non gradiscono. Altrimenti si potrebbe cambiare politica, amministatori e aziende. Non abbiamo possibilità di scegliere.
Pontinia 19 febbraio 2009 Giorgio Libralato
Canta che ti passa!
Scritto da Stefano Montanari
mercoledì 18 febbraio 2009
Ormai da anni faccio conferenze sull’ambiente e, di tanto in tanto, mi trovo pure a dibattere. I miei antagonisti sono a volte politici, raramente tecnici, e a volte professori universitari.

Non è raro che, pur disponendo di prove tanto numerose quanto impossibili da confutare scientificamente, io mi trovi in qualche difficoltà perché, come ammonisce il saggio, non si deve mai discutere con gl’imbecilli, dato che questi ti trascinano al loro livello e poi ti battono con l’esperienza quando sei sul loro terreno. Però, a ben guardare, non è poi tanto vero che questi lo sono: questi lo fanno.

Uno dei cavalli di battaglia dei personaggi di cui sopra è che, abrogata ogni legge della Natura, dall’incenerimento dei rifiuti esce aria pulita. Un altro è che i filtri fermano tutto.

Bene, dedicate qualche minuto a questo filmato (http://www.youtube.com/watch?v=s3JRZo8qHJU) e fatevi un’idea. Chi parla è un ingegnere che manovra l’inceneritore di Forlì. Uno degl’inceneritori di Forlì, perché laggiù se ne godono due.

per leggere tutto http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1631&Itemid=62#JOSC_TOP

mercoledì 18 febbraio 2009

Centrali elettriche, protocollo di Kyoto e risparmio energetico

Centrali elettriche, protocollo di Kyoto e risparmio energetico

L'Italia in generale e qualche volta la provincia di Latina ne è l'esempio è un paese al contrario.

Specialmente in fatto di ambiente, economia, posti di lavoro, rispetto dei diritti civili e sociali.

Ne sono una prova le continue sanzioni che ci arrivano dall'Unione Europea.

Oppure la gestione dell'acqua che è un caso nazionale, ma di cui si sono occupate le televisioni europee, asiatiche e sudamericane.

Altro esempio i rifiuti, in America gli inceneritori (che li costruivano) non ne installano più dal 1995, le centrali nucleari con decine di incidenti l'anno in Francia, il nuovo progetto è stato abbandonato perché non è ne sicuro né conveniente.

Altro esempio l'energia rinnovabile (quella vera non quella con parole inventate che non esistono in nessun'altra lingua né paese) il Paese del Sole, il Bel Paese la esporta con progetti innovativi (Rubbia è dovuto andare all'estero, d'altronde è solo un premio Nobel) ma da noi no.

In Germania è diventata la prima industria che crea decine di migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno superando l'industria automobilistica che prima era il vanto tedesco.

In Italia sempre come il gambero o lo struzzo, come fanno alcuni organi di informazione che preferiscono non sapere, non vedere, non parlare, non informare su alcuni temi.

Come, per esempio, si preferisce non parlare di alcune banche con agenzie locali che hanno sospeso mutui già erogati, per i noti problemi, lasciando con il fiato sospeso cittadini, aziende, imprese.

Tornando ai rifiuti da questi si ricavano attività, aziende, posti di lavoro, nuovi materiali e prodotti da noi si ampliano le discariche e si pensa agli inceneritori, in nome di un emergenza che dura da quasi 25 anni.

Emergenza che è la norma, basta vedere lo stato pietoso delle strade.

Come si fa a pensare a quelle nuove se non si riesce a mettere ordine in quelle esistenti, a garantire una manutenzione ordinaria.

Questo lassismo produce perdite di posti di lavoro, migliaia mentre qualcuno vorrebbe fare credere che con 20 o 30 posti di lavoro si risolve il problema nella nostra provincia.

Come potrebbero funzionare progetti, filiere che in altre parti di Italia sono state un fallimento?

Come sempre ci toccano i saldi oppure la merce che nessuno vuole.

Andiamo avanti nel balletto dei candidati, alcuni dei quali distanti dalla realtà sempre più difficile.

E nessuno dice che l'Italia anziché diminuire le emissioni le sta aumentando e non vuole nemmeno affrontare l'argomento, pensando di costruire centrali che aumenteranno le emissioni (turbogas, biomasse).

Produciamo l'85% dell'energia che consumiamo, con le misure di risparmio energetico potremmo arrivare a ridurre i consumi del 20%, sempre con le energie rinnovabili potremmo arrivare al 20%, in questo modo avremmo più della produzione che è necessaria.

Sono passati solo 2 giorni dall'anniversario del protocollo di Kyoto ignorato dalle centrali a turbogas, dal consiglio provinciale e dalla maggioranza dei nostri amministratori.

Ma nessuno parla dei bandi regionali.

Questo succede nel Paese del contrario.

Pontinia 18 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato



www.regione.lazio.it Ambiente: presentati due bandi per risparmio energetico

13/02/09 - Due bandi regionali complessivamente da 6 milioni di euro destinati a cittadini e conodomini del Lazio per realizzare interventi di risparmio energetico e acquistare impianti di trattamento domestico dell'acqua potabile. A presentarli nella sede della Regione l'assessore all'Ambiente Filiberto Zaratti e il direttore generale di Sviluppo Lazio Gianluca Lo Presti.

I bandi, che si inseriscono nel 'Programma attuativo degli interventi relativi all'energia da fonti rinnovabili, all'efficienza energetica e all'utilizzazione dell'idrogeno', saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale gia' domani e verranno gestiti da Sviluppo Lazio. Tra gli interventi ammessi a contributo ci sono l'installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi sanitari o riscaldamento e la riqualificazione degli edifici per migliorane l'indice di prestazione energetica.

''La logica che ci muove in questi provvedimenti - ha spiegato Zaratti - e' quella che considera come prima energia rinnovabile l'energia non consumata, il cosiddetto Negawatt. A fronte delle recenti incertezze del Governo nazionale sulle detrazioni fiscali del 55% per le ristrutturazioni energetiche, abbiamo voluto attivare un contributo regionale in conto capitale, che va dal 20 al 40% secondo il tipo di lavori''.



Lazio, prorogato fino a 4 marzo bando per Distretti industriali

16/02/09 - E' stato prorogato fino al 4 marzo il termine per la presentazione, a Sviluppo Lazio, delle domande in relazione al bando di contributi a favore dei distretti industriali della regione. La chiusura dell'avviso pubblico era prevista per il 12 febbraio ma, su indicazione dell'Assessore regionale alla Piccola e media impresa, commercio e artigianato, Francesco De Angelis, è stato prorogato. "La chiusura del bando - ha spiegato l'assessore - era prevista per il 12 febbraio, ma come è già accaduto per il bando sull'internazionalizzazione a seguito delle richieste da parte delle associazioni di categoria, abbiamo deciso di concedere altri venti giorni di tempo per dare modo alle aziende partecipanti di portare a compimento i progetti da presentare a Sviluppo Lazio".

Il bando, come ha ricordato De Angelis, stanzia 3 milioni e 500 mila euro, risorse provenienti dallo Stato e dalla Regione, per finanziare i progetti presentati dalle imprese di quattro poli produttivi del basso Lazio: il distretto del tessile della Valle del Liri, il sistema produttivo del chimico-farmaceutico del Lazio meridionale, il sistema produttivo agroindustriale pontino e il distretto del marmo e del lapideo dei Monti Ausoni e dell'area tiburtina.



Solare fotovoltaico organico. Al via fase industrializzazione Zaratti: "Nel Lazio realizziamo eccellenza tecnologica che ora è a disposizione delle imprese"

06/02/09 - "Considero l'avvio della fase di industrializzazione dei pannelli fotovoltaici organici che parte oggi presso il Polo Solare Organico, voluto dall'Assessorato all'Ambiente e finanziato con sei milioni di euro un vero e proprio successo della ricerca applica nella nostra Regione. - ha dichiarato l'Assessore all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio, Filiberto Zaratti, commentando l'avvenimento durante la visita agli impianti del Polo presso il Tecnopolo Tiburtino a Roma. – Il fatto di aver realizzato, in meno di due anni, un polo d'eccellenza a livello mondiale sulle rinnovabili nella nostra Regione ha un doppio significato. Il primo è quello di aver dato un primo impulso al settore dell'industria delle rinnovabili nella nostra Regione, mentre il secondo è quello di voler aiutare il sistema paese a superare il gap tecnologico e di ricerca che possiede in questo campo. Ora la scommessa, in un periodo di crisi come questo, è quella di dare uno sbocco industriale a queste tecnologie sostenibile che sono a disposizione delle aziende".

"Lo scopo di CHOSE -Polo Fotovoltaico Organico della Regione Lazio - è quello di sviluppare un processo tecnologico per pannelli fotovoltaici DSC (Dye-sensitized Solar Cells) che possa costituire uno standard industrializzabile basato sulla ricerca di nuovi materiali, architetture di dispositivi e sviluppo di processi produttivi innovativi, in grado di garantire buone riproducibilità, efficienze di conversione e durata. – afferma il Professor Ingegner Franco Giannini Direttore Dipartimento di Elettronica di Tor Vergata– CHOSE intende garantire la massima efficacia di azione mediante un continuo trasferimento tecnologico dall'Università alle imprese, anche promuovendo la costituzione di alcuni spin-off universitari tra cui la DYERS e la TIBERLAB, già nate dall'esperienza dei ricercatori del Polo".

"Il gruppo di ricerca è attualmente composto da oltre 30 ricercatori provenienti da varie parti del mondo, compresi alcuni cervelli ritornati in patria, dall'Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania. – afferma Renato Lauro, Rettore Università degli Studi di Roma di Tor Vergata - Il Polo Solare, inoltre, rappresenta una fase importante di Formazione per i giovani infatti, gestisce sia un Master Internazionale in "Ingegneria del Fotovoltaico" presso la nostra università, che una Scuola Internazionale sul Fotovoltaico Organico che ospita studenti da ogni parte del Mondo".

"Il laboratorio CHOSE presso il Tecnopolo Tiburtino è stato realizzato per lo sviluppo di una linea pilota per la fabbricazione di moduli di grande area da integrare in pannelli fotovoltaici. - afferma il professor Aldo Di Carlo, Co-direttore Polo Solare Organico - Regione Lazio. - Ad oggi la massima efficienza raggiunta da questi moduli su piccola area è pari ad 8.5 %. mentre su moduli di grande area si è raggiunta un efficienza su area attiva apri al 4 %. Si tratta di risultati del tutto interessanti, specialmente perché le celle funzionano sia con luce diffusa, e quindi con un integrale giornaliero ben superiore alle celle tradizionali, sia all'interno degli appartamenti. I costi di produzione, infine, sono già notevolmente inferiori a quelli del fotovoltaico tradizionale ed in continua diminuzione".

SCHEDA: COSA SONO LE CELLE SOLARI FOTOVOLTAICHE ORGANICHE

Le Celle solari dye-sensitized (DSC), realizzate per la prima volta dal chimico svizzero Michael Grätzel nel 1991, sono celle fotoelettrochimiche arricchite di un colorante che ne aumenta l'assorbimento della luce solare. Queste celle costituiscono un'alternativa tecnicamente ed economicamente credibile alle convenzionali celle fotovoltaiche in silicio: la realizzazione di tali celle infatti non necessita del grande dispendio economico ed energetico tipico delle industrie dei semiconduttori. Inoltre, il fenomenale sviluppo che negli ultimi anni ha caratterizzato i settori dell'elettronica molecolare e delle nanotecnologie, ha reso possibile il raggiungimento di livelli di efficienza quanto meno confrontabili con quelli delle normali celle al silicio amorfo a costi decisamente inferiori.





www.edilportale.com

Permesso di costruire solo con rinnovabili, dal 2010
Più lontana l'efficienza energetica in edilizia, in controtendenza rispetto all'Unione Europea

di Rossella Calabrese



18/02/2009 - L'articolo 29, comma 1-octies, del disegno di legge di conversione del DL n. 207 del 30 dicembre 2008 Milleproroghe, in queste ore all'esame della Camera, differisce al 1° gennaio 2010 la scadenza del 1° gennaio 2009 entro la quale i regolamenti edilizi comunali avrebbero dovuto vincolare il rilascio del permesso di costruire, per gli edifici di nuova costruzione, all'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.



Il termine del 1° gennaio 2009 – spiega la relazione del Servizio Studi della Camera – è previsto dall'art. 4, comma 1-bis del DPR 380/2001 (Testo Unico Edilizia), come sostituito dal comma 289 dell'art. 1, della Legge 244/2007 (Finanziaria 2008), che prevede che, per gli edifici di nuova costruzione, il permesso di costruire venga rilasciato a condizione che siano installati impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in modo da garantire una produzione energetica di almeno 1 kW per ciascuna unità abitativa e di almeno 5 kW per i fabbricati industriali di superficie non inferiore a 100 mq.



Il testo previgente del comma 1-bis dell'art. 4 del DPR 380/2001 faceva riferimento ai soli pannelli fotovoltaici e richiedeva una produzione energetica non inferiore a 0,2 kW per unità abitativa. La Finanziaria 2008 ha, quindi, incrementato la potenza minima degli impianti e ha esteso l'obbligo di installazione (con una potenza maggiore) anche ai fabbricati industriali. Inoltre, il nuovo comma 1-bis non riguarda più solo gli impianti fotovoltaici ma si riferisce più genericamente ad impianti a fonte rinnovabile.



I tecnici di Montecitorio ricordano poi che nel novembre 2008 la Commissione europea ha presentato una proposta di riesame della politica energetica, proponendo un piano d'azione che individua, tra le sue priorità, l'intervento in cinque settori considerati fondamentali per far fronte alla crescente precarietà dell'approvvigionamento energetico, tra i quali l'efficienza energetica. Le proposte della Commissione sono volte all'attuazione del pacchetto 20-20-20 (riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, raggiungimento del 20% di energia rinnovabile sul totale e riduzione della domanda di energia del 20% entro il 2020).



In questo contesto, la Commissione propone di integrare e modificare la Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico degli edifici prevedendo, tra l'altro, in caso di installazione di nuovi sistemi tecnici per l'edilizia, sostituzione di sistemi tecnici esistenti o interventi importanti di messa a norma di tali sistemi, un obbligo per gli Stati membri di fissare requisiti minimi di rendimento energetico.



La proposta della Commissione, inoltre:

- rafforza le disposizioni in materia di certificazione energetica, ispezioni degli impianti di riscaldamento e condizionamento, requisiti di rendimento energetico, informazione ed esperti indipendenti, in particolare, riformulando le prescrizioni relative al rilascio degli attestati al fine di assicurare che per ogni operazione immobiliare sia emesso un attestato e che al potenziale acquirente o locatario siano fornite informazioni sul rendimento energetico dell'edificio (o di sue parti) con sufficiente anticipo (cioè nell'annuncio di vendita o di affitto);

- amplia il campo di applicazione della disposizione che impone agli Stati membri di fissare requisiti minimi di rendimento energetico in caso di ristrutturazioni importanti negli edifici esistenti, eliminando la soglia di 1000 mq di metratura al disotto della quale non è attualmente previsto l'obbligo, in caso di ristrutturazioni importanti, di conformarsi ai requisiti minimi di rendimento energetico, nazionali o regionali;

- fornisce uno strumento di calcolo comparativo utilizzato dagli Stati membri a scopo di confronto, allo scopo di pervenire ad un graduale allineamento dei requisiti fissati dai diversi Stati membri, attualmente assai differenziati;

- incoraggia gli Stati membri a elaborare piani nazionali volti a favorire la diffusione sul mercato di edifici con un consumo di energia ed emissioni di carbonio bassi o nulli.




L'Italia non sembra essere sulla stessa lunghezza d'onda della Ue in tema di rendimento energetico in edilizia, dal momento che dall'ottobre 2006 è in corso un contenzioso per la presunta non corretta attuazione della direttiva 2002/91/CE. La Commissione ritiene, infatti, che il Dlgs 192/2005, di attuazione della direttiva 2002/91/CE, costituisca un semplice quadro generale di riferimento che avrebbe dovuto essere completato da successivi decreti, linee guida e relazioni da approvare, rispettivamente, entro 120 e 180 giorni, dalla sua entrata in vigore. Non avendo ricevuto alcuna comunicazione inerente tali misure di attuazione, né disponendo di altri elementi d'informazione, la Commissione ha concluso che l'Italia non ha adempiuto all'obbligo di attuare la direttiva.



E una nuova procedura di infrazione potrebbe essere aperta, a carico dell'Italia, per la cancellazione - prevista dalla legge 133/2008 - dell'obbligo di allegare l'attestato di certificazione energetica all'atto di compravendita di interi immobili o di singole unità immobiliari, e dell'obbligo, nel caso delle locazioni, di consegnare o mettere a disposizione del conduttore l'attestato di certificazione energetica. Dall'entrata in vigore della legge 133/2008 è venuto meno l'obbligo di allegare l'attestato di certificazione energetica agli atti di compravendita, ma non l'obbligo di redigerlo, previsto dall'art. 6 del Dlgs 192/2005 (leggi tutto).


(riproduzione riservata)

martedì 17 febbraio 2009

2 bandi risparmio energetico regione Lazio

www.regione.lazio.it
Ambiente: presentati due bandi per risparmio energetico
13/02/09 - Due bandi regionali complessivamente da 6 milioni di euro destinati a cittadini e conodomini del Lazio per realizzare interventi di risparmio energetico e acquistare impianti di trattamento domestico dell'acqua potabile. A presentarli nella sede della Regione l'assessore all'Ambiente Filiberto Zaratti e il direttore generale di Sviluppo Lazio Gianluca Lo Presti.

I bandi, che si inseriscono nel 'Programma attuativo degli interventi relativi all'energia da fonti rinnovabili, all'efficienza energetica e all'utilizzazione dell'idrogeno', saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale gia' domani e verranno gestiti da Sviluppo Lazio. Tra gli interventi ammessi a contributo ci sono l'installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi sanitari o riscaldamento e la riqualificazione degli edifici per migliorane l'indice di prestazione energetica.

''La logica che ci muove in questi provvedimenti - ha spiegato Zaratti - e' quella che considera come prima energia rinnovabile l'energia non consumata, il cosiddetto Negawatt. A fronte delle recenti incertezze del Governo nazionale sulle detrazioni fiscali del 55% per le ristrutturazioni energetiche, abbiamo voluto attivare un contributo regionale in conto capitale, che va dal 20 al 40% secondo il tipo di lavori''.
Solare fotovoltaico organico. Al via fase industrializzazione Zaratti: "Nel Lazio realizziamo eccellenza tecnologica che ora è a disposizione delle imprese"
06/02/09 - “Considero l’avvio della fase di industrializzazione dei pannelli fotovoltaici organici che parte oggi presso il Polo Solare Organico, voluto dall’Assessorato all’Ambiente e finanziato con sei milioni di euro un vero e proprio successo della ricerca applica nella nostra Regione. - ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio, Filiberto Zaratti, commentando l’avvenimento durante la visita agli impianti del Polo presso il Tecnopolo Tiburtino a Roma. – Il fatto di aver realizzato, in meno di due anni, un polo d’eccellenza a livello mondiale sulle rinnovabili nella nostra Regione ha un doppio significato. Il primo è quello di aver dato un primo impulso al settore dell’industria delle rinnovabili nella nostra Regione, mentre il secondo è quello di voler aiutare il sistema paese a superare il gap tecnologico e di ricerca che possiede in questo campo. Ora la scommessa, in un periodo di crisi come questo, è quella di dare uno sbocco industriale a queste tecnologie sostenibile che sono a disposizione delle aziende”.

“Lo scopo di CHOSE -Polo Fotovoltaico Organico della Regione Lazio - è quello di sviluppare un processo tecnologico per pannelli fotovoltaici DSC (Dye-sensitized Solar Cells) che possa costituire uno standard industrializzabile basato sulla ricerca di nuovi materiali, architetture di dispositivi e sviluppo di processi produttivi innovativi, in grado di garantire buone riproducibilità, efficienze di conversione e durata. – afferma il Professor Ingegner Franco Giannini Direttore Dipartimento di Elettronica di Tor Vergata– CHOSE intende garantire la massima efficacia di azione mediante un continuo trasferimento tecnologico dall’Università alle imprese, anche promuovendo la costituzione di alcuni spin-off universitari tra cui la DYERS e la TIBERLAB, già nate dall’esperienza dei ricercatori del Polo”.

“Il gruppo di ricerca è attualmente composto da oltre 30 ricercatori provenienti da varie parti del mondo, compresi alcuni cervelli ritornati in patria, dall'Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania. – afferma Renato Lauro, Rettore Università degli Studi di Roma di Tor Vergata - Il Polo Solare, inoltre, rappresenta una fase importante di Formazione per i giovani infatti, gestisce sia un Master Internazionale in “Ingegneria del Fotovoltaico” presso la nostra università, che una Scuola Internazionale sul Fotovoltaico Organico che ospita studenti da ogni parte del Mondo”.

“Il laboratorio CHOSE presso il Tecnopolo Tiburtino è stato realizzato per lo sviluppo di una linea pilota per la fabbricazione di moduli di grande area da integrare in pannelli fotovoltaici. - afferma il professor Aldo Di Carlo, Co-direttore Polo Solare Organico - Regione Lazio. - Ad oggi la massima efficienza raggiunta da questi moduli su piccola area è pari ad 8.5 %. mentre su moduli di grande area si è raggiunta un efficienza su area attiva apri al 4 %. Si tratta di risultati del tutto interessanti, specialmente perché le celle funzionano sia con luce diffusa, e quindi con un integrale giornaliero ben superiore alle celle tradizionali, sia all’interno degli appartamenti. I costi di produzione, infine, sono già notevolmente inferiori a quelli del fotovoltaico tradizionale ed in continua diminuzione”.

SCHEDA: COSA SONO LE CELLE SOLARI FOTOVOLTAICHE ORGANICHE

Le Celle solari dye-sensitized (DSC), realizzate per la prima volta dal chimico svizzero Michael Grätzel nel 1991, sono celle fotoelettrochimiche arricchite di un colorante che ne aumenta l’assorbimento della luce solare. Queste celle costituiscono un’alternativa tecnicamente ed economicamente credibile alle convenzionali celle fotovoltaiche in silicio: la realizzazione di tali celle infatti non necessita del grande dispendio economico ed energetico tipico delle industrie dei semiconduttori. Inoltre, il fenomenale sviluppo che negli ultimi anni ha caratterizzato i settori dell’elettronica molecolare e delle nanotecnologie, ha reso possibile il raggiungimento di livelli di efficienza quanto meno confrontabili con quelli delle normali celle al silicio amorfo a costi decisamente inferiori.

lunedì 16 febbraio 2009

destra maggioranza spaccata sulla turbogas

Ricevo e pubblico
COMUNICATO STAMPA

MAGGIORANZA DI DESTRA CON AFFANNO VERSO LA FINE DELLA LEGISLATURA, MANCA IL NUMERO LEGALE, SALTA IL CONSIGLIO PROVINCIALE SULLA MOZIONE TURBOGAS

I Gruppi di opposizione Partito Democratico, Rifondazione Comunista,Sinistra Democratica,Verdi evidenziano che questa amministrazione provinciale, nonostante i proclami e gli annunci sbandierati per sola demagogia e propaganda elettorale, continua a dare sconcertanti segni di profondo disinteresse per la salvaguardia dell'ambiente di questo territorio. Ma, soprattutto, continua a dare segni di scarso rispetto delle istituzioni e di mancato senso etico e politico di rispetto della minoranza.

Oggi, infatti, non si è presentata in blocco in Consiglio Provinciale ove era previsto all'o.d.g. la discussione della costruzione delle centrali turbogas da 750 Mw ad Aprilia e Pontinia.

Per evitare il confronto istituzionale, che invece essa dovrebbe auspicare a tutti i livelli, la maggioranza ha pensato bene di evitare la discussione in aula con l'opposizione (presenti sei consiglieri di maggioranza e sette di minoranza) rinviando la discussione ad una nuova seduta del Consiglio provinciale per il giorno 25 febbraio p.v., che ha presentato una mozione in data 8 gennaio 2009 per difendere l'impegno civile e non violento delle città di Aprilia e Pontinia che cercano di ostacolare la costruzione della suddetta centrale.

La mozione presentata dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico intende esprimere solidarietà ai cittadini colpiti dai provvedimenti amministrativi e dalle multe ottenute a seguito delle manifestazioni in strada, e alle associazioni che da anni si oppongono alla realizzazione della centrale Turbogas.

Inoltre, con la mozione si fa appello formale al Prefetto di Latina e a tutte le Istituzioni competenti ad esprimersi al fianco delle città di Aprilia e Pontinia impegnate in una battaglia civile e democratica per il bene supremo dei propri cittadini.

Si invitano, pertanto tutti i consigli comunali dei comuni limitrofi e già ampiamente sostenitori della vertenza di Aprilia e Pontinia e le altre istituzioni provinciali e regionali ad esprimersi e a prendere posizioni analoghe alla presente.

Latina 16 febbraio 2009

A nome dei gruppi di opposizione
Domenico Guidi

Tra improbabili centrali elettriche e il protocollo di Kyoto

Tra improbabili centrali elettriche e il protocollo di Kyoto

La provincia di Latina e il comune di Pontinia sono l'oggetto del desiderio di alcune società che vorrebbero installarvi improbabili centrali elettriche, perché escluse dal piano energetico della Regione Lazio e dell'amministrazione provincia di Latina.
Speriamo se ne ricordino i 31 componenti il consiglio provinciale di domani che affronterà il tema delle centrali a turbogas di Pontinia ed Aprilia.
La data della convocazione del consiglio (non so se chi ha convocato il consiglio lo sa, spero di sì) coincide con l'anniversario del protocollo di Kyoto del 16 febbraio 2005, che non è stato certo rispettato dall'Italia, visto che anziché tagliare le emissioni del 6,5% queste sono cresciute del 9,9%.
Percentuali che aumenterebbero con le centrali, non solo a turbogas, ma anche a biomasse, entrambe aumentano le emissioni già troppo elevate.
Speriamo anche che il consiglio provinciale di domani assuma, invece, atteggiamenti, iniziative per contrastare i dati sulle malattie dell'apparato respiratorio del comune di Pontinia e del distretto di Latina che sono allarmanti.
E che necessitano una risposta, vera non solo elettorale.
Pontinia 15 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato


CLIMA: KYOTO;ASSOCIAZIONI,ITALIA IMMOBILE SU IMPEGNI ASSUNTI

(ANSA) - ROMA, 14 FEB - ''L'Italia rischia un autentico suicidio per la propria credibilita' internazionale se continuera' a non fare nulla per attuare gli impegni previsti dal primo periodo di azione del protocollo di Kyoto entrato in vigore il 16 febbraio 2005''. Questo l'allarme lanciato da Wwf, Legambiente e Greenpeace in una nota congiunta, alla vigilia del quarto compleanno del protocollo salva-clima. Per le associazioni, rispetto all'impegno di un taglio delle emissioni del 6,5%, queste sono cresciute del 9,9% e ''il nostro Paese non solo non ha una strategia valida, ma sta dando indicazioni contraddittorie con un rilancio del carbone e del nucleare, a danno dello sviluppo di rinnovabili ed efficienza energetica. Inoltre - proseguono gli ambientalisti - si pensa di compensare le mancate riduzioni con un massiccio ricorso a 'progetti di sviluppo pulito', con l'impiego di risorse pubbliche, progetti spesso di dubbia efficacia''. Insomma, per le associazioni l'Italia ''ha solamente adottato provvedimenti spot, che peraltro sono stati puntualmente disattesi'', come ''il finanziamento di 200 milioni di Euro del 'Fondo rotativo' per Kyoto, annunciato dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo'', poi ''scomparso''. Infine, il rischio e' che il nostro Paese non faccia ''dell'emergenza climatica un'occasione di rilancio dell'economia''. (ANSA). Y62-NAN
14/02/2009 13:38

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Comunicati stampa
14/02/2009 01:16 Clima ed energia: l'Italia rischia il suicidio
Italia immobile nel primo anno di azione del protocollo di Kyoto
Comunicato congiunto Greenpeace Legambiente Wwf

L'Italia rischia un autentico suicidio per la propria credibilità internazionale se continuerà a non fare nulla per attuare gli impegni previsti dal primo periodo di azione del protocollo di Kyoto entrato in vigore il 16 febbraio 2005. E' passato il primo anno di effettiva validità degli impegni previsti dal protocollo (2008-2012), che per l'Italia prevedono un taglio complessivo delle emissioni del 6,5%, e il nostro Paese non solo non ha una strategia valida – le emissioni sono invece cresciute del 9,9% dal 1990 ad oggi - ma sta dando indicazioni contraddittorie con un rilancio del carbone e del nucleare a danno dello sviluppo di rinnovabili ed efficienza energetica; inoltre si pensa di compensare le mancate riduzioni con un massiccio ricorso a "progetti di sviluppo pulito" (CDM), con l'impiego di risorse pubbliche, progetti spesso di dubbia efficacia.

L'Italia non ha una strategia vera e propria (1) ma ha solamente adottato provvedimenti spot che peraltro sono stati puntualmente disattesi. Ultimo in ordine di tempo il finanziamento di 200 milioni di Euro del "Fondo rotativo" per Kyoto, annunciato dal Ministro Prestigiacomo e scomparso dal testo finale della Finanziaria 2009. Gli stessi fondi per organizzare il registro degli assorbimenti forestali, previsto da una delibera CIPE dell'allora governo Berlusconi del 2002, sono spariti dall'ultima Finanziaria.

Circa 42 milioni di euro sono invece stati destinati a sostenere progetti all'estero, così come permesso dai meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto, che tuttavia lasciano irrisolte alcune importanti questioni (2) e che non permetteranno di rientrare negli obiettivi di riduzione delle emissioni in assenza di misure concrete a livello nazionale. Paradossalmente, mentre negli Stati Uniti il Presidente Obama annunciano un "Green New Deal" di rilevanza storica, l'Italia torna al passato con una politica energetica fondata sul rilancio del carbone e del nucleare, le fonti più sporche e più pericolose. Recentemente il Senato USA ha cancellato dal "pacchetto di stimolo" per l'economia 50 miliardi di dollari in prestiti a tasso agevolato a nucleare e "carbone pulito".

C'è dunque il rischio che il nostro Paese, senza una strategia concreta per sostenere gli investimenti nelle fonti rinnovabili e nel settore dell'efficienza energetica perda ancora una volta il treno per fare dell'emergenza climatica un'occasione di rilancio dell'economia e fronteggiare la crisi finanziaria.

NOTE:
(1) La strategia tracciata dalla delibera CIPE del 2002 è infatti abbondantemente superata e sia l'ex ministro all'ambiente Pecoraro Scanio che l'attuale ministro Prestigiacomo hanno annunciato una revisione che non è mai arrivata.
(2) Non è chiaro se i beneficiari dei crediti derivanti dai progetti che il Governo intende finanziare all'estero siano le aziende o lo Stato. Nel primo caso vorrebbe dire che saranno i contribuenti a sostenere i costi per la compensazione delle emissioni di gas serra delle aziende private, in completa contraddizione del principio "chi inquina paga" del Protocollo di Kyoto. Inoltre, non vi sono garanzie che i progetti finanziati dal Governo siano progetti in grado di soddisfare gli standard emissioni ambientali e sociali.

«Emissioni zero al 2050
per evitare la catastrofe»
Avviare un circolo virtuoso che tenda a portare a zero, per il 2050, le emissioni di CO2 del sistema elettrico. La proposta di Paolo Frankl, a capo dell'Unità per l'energia rinnovabile dell'Iea, al convegno organizzato a Roma dal Kyoto Club

Nella produzione di energia elettrica entro il 2050 bisognerà mirare all'obiettivo di emissioni zero, se si vuole scongiurare una catastrofe ambientale. Lo ha detto Paolo Frankl, a capo dell'Unità per l'energia rinnovabile dell'Agenzia internazionale per l'energia (Iea), parlando al convegno organizzato ieri a Roma dal Kyoto Club. Frankl ha fatto un quadro della situazione attuale e degli obiettivi a medio e lungo termine da raggiungere. Con un innalzamento di 6 gradi della temperatura del pianeta entro la fine del secolo, andremo incontro a una catastrofe ambientale se non si metterà in moto un 'circolo virtuoso' che tenda a portare a zero, per il 2050, le emissioni di CO2 della produzione di energia per il sistema elettrico, dove - ha spiegato - si può intervenire più facilmente che in altri settori come i trasporti o i cicli di trasformazione industriale.

La riduzione delle emissioni responsabili dell'effetto serra può avvenire - ha spiegato Frankl - per ben il 54% con un uso più efficiente delle risorse, per un 23% attraverso l'uso delle energie rinnovabili, e per il resto con altri metodi di produzione come il nucleare. Per l'Europa l'obiettivo è del 60% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2050. L'Iea rivolge un appello - ha detto Frankl - per un 'New Deal' dell'energia pulita, perché l'attuale rallentamento economico globale sia visto come "un'opportunità e non come una distrazione dagli sforzi per combattere i cambiamenti climatici", sottolineando come investire nell'efficienza energetica e nelle tecnologie pulite può essere un utile stimolo alle economie nazionali

domenica 15 febbraio 2009

Pontinia e i posti di lavoro

Pontinia e i posti di lavoro
Tante persone che evidentemente ignorano storia, caratteristiche, potenzialità del territorio comunale di Pontinia, hanno espresso pareri e notizie che lasciano perplessi.
Cominciamo dall’occupazione verso la quale 2 impianti, uno con 20 posti di lavoro, l’altro con 30 potrebbero risolvere il problema occupazionale della nostra provincia (che perde invece migliaia di posti l’anno) o del nostro comune, per un periodo che non potrà andare oltre (secondo quanto dichiarato dai suoi promotori) 12 o 15 anni.
Attuare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nel nostro comune produrrebbe una ventina di posti di lavoro.
Adottare l’energia naturale e rinnovabile (quella vera non quella che la legge definisce assimilata con un concetto sanzionato dalla comunità europea perché nasconde la verità), cioè l’energia solare produrrebbe in provincia oltre mille nuovi posti di lavoro (vedere la Germania) con una ricaduta nel comune di Pontinia oltre 50 nuovi posti di lavoro l’anno e non per 15 anni.
Evidentemente investire nell’energia rinnovabile produrrebbe molti più posti di lavoro.
La storia di Pontinia è una serie di industrie venute dal nord che hanno lasciato, dopo e durante la chiusura della cassa del mezzogiorno, impianti più o meno inquinanti, ruderi e problemi.
Dall’ex Mira Lanza, alla Frine Fashion, alla Prefabbricati, alla Metalca, solo per citare alcuni casi che hanno aperto per qualche mese o anno, qualcuno facendo profitto anche magari con la compiacenza oppure con il mancato controllo di qualche funzionario pubblico.
Queste aziende che evidentemente avevano poca attinenza con il territorio non hanno portato indotto, né tecnologie, ma appunto, impianti da smantellare.
O come segnalato nell’incontro con Angelo Bonelli, nel giugno 2005 nella sua prima visita a Pontinia quand’era assessore regionale prima di diventare capogruppo alla Camera dei Deputati, deposito di fusti interrati con non si sa quale sostanza.
Entrambi questi impianti decantati, con gli impianti simili ubicati in altre zone d’Italia, non hanno portato indotto, né creato un’economia vera.
Senza contare che le aziende agricole comunali, quelle che sono rimaste nonostante tante promesse, di aziende o dei soliti politici poi scomparsi come neve al sole, non hanno molti ricordi favorevoli di aziende venute dal nord che hanno trascinato nel loro fallimento (come la Parmalat per esempio) anche i risparmi di una vita o di precedenti generazioni.
Verso le magie, le proposte allettanti, i decantati posti di lavoro che esistono solo nella campagna elettorale di qualche politico improbabile a Pontinia hanno imparato a rispondere con un sorridente “eccone un altro” oppure con “abbiamo già dato”.
Non si tratta di rifiutare posti di lavoro, quindi, ma di chiedere impianti, aziende, iniziative che diano le risposte alle esigenze del territorio, migliorino le aziende e le attività che, nonostante tutto, ancora continuano, che possano essere realizzate nel rispetto della programmazione.
Pontinia 15 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

sabato 14 febbraio 2009

le autorizzazioni alle centrali elettriche possono costituire “illecito ambientale in bianco?”

le autorizzazioni alle centrali elettriche possono costituire “illecito ambientale in bianco?”
Secondo il sito www.dirittoambiente.net si parla di "ILLECITI AMBIENTALI IN BIANCO", “gli atti amministrativi illegittimi delle pubbliche amministrazioni, su cosa può fare un organo di PG, un'associazione ambientalista e animalista o un privato cittadino:
(http://www.simoline.com/ecomme/product_info.php?cPath=31&products_id=87)
Gli "Illeciti ambientali in bianco" sono un settore particolare, poco conosciuto ed affatto affrontato in sede editoriale e seminariale; eppure rappresenta una materia importante, che coinvolge in modo diretto e profondo diversi settori cardine della disciplina della tutela giuridica ambientale del nostro paese.
Infatti in molti casi le violazioni di legge non sono poste in essere da soggetti privati che violano la normativa per perseguire la loro finalità, ma in modo incredibile e paradossale le violazioni di legge sono contenute in alcuni atti amministrativi che poi - a loro volta - autorizzano i privati e le società ad attuare comportamenti e realizzare opere che in se stesse sono in palese violazione di legge.
Un paradosso apparentemente assurdo. Che non dovrebbe esistere. Ma che nella realtà delle cose concrete esiste, ed è piuttosto diffuso. Si tratta di una vera e propria nuova disciplina, da molti sconosciuta o sottovalutata, per lo più sviluppata nel campo dell'edilizia e dei vincoli paesaggistici ambientali, ma ormai emergente anche nel settore delle acque e dei rifiuti; una realtà che sta determinando e causando una latente - seppur silenziosa - elevatissima statistica di opere ed attività realizzate in palese violazione di legge, ma nel contempo apparentemente intoccabile in quanto coperta ed avallata da atti amministrativi in se stessi illegittimi in quanto a loro volta emanati in violazione di legge.
Vale la pena dunque affrontare questa materia in modo organico, per fare il punto sulla situazione, e per offrire sia ai privati cittadini e alle associazioni ambientaliste ed animaliste da un lato, sia agli organi di polizia giudiziaria deputati ai controlli sul territorio e materia ambientale dall’altro, validi e chiari strumenti giuridici per affrontare - anche e soprattutto in sede penale - questo emergente e pericoloso fenomeno.”
La curiosità, a questo punto, è sapere se tra gli atti amministrativi illegittimi che può commettere una pubblica amministrazione può rientrare, nella casistica di cui tratta il Dottor Maurizio Santoloci, anche l’autorizzazione oppure le VIA o le AIA ?
Cioè a tutte quelle opere pubbliche soggette a queste procedure.
Mi riferisco in particolare ai progetto contestati da cittadini, associazioni, pubbliche amministrazioni che in provincia di Latina in particolare sono rappresentati da passaggi discussi quali le centrali elettriche di Aprilia (turbogas) e di Pontinia (ancora turbogas e anche biomasse) qualora (è solo un’ipotesi tutta da verificare) si fosse saltato qualche passaggio oppure qualche parere fosse stato espresso in modo sbagliato.
Questo potrebbe costituire una speranza (ripeto da verificare) per la Provincia di Latina, uno spunto per il prossimo consiglio provinciale di lunedì sul tema contestatissimo delle centrali elettriche.
Pontinia 14 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

venerdì 13 febbraio 2009

Il consiglio provinciale sulle 2 centrali a turbogas

Il consiglio provinciale sulle 2 centrali a turbogas
Il 16 febbraio è stato convocato il consiglio provinciale per esaminare i rischi e i danni che saranno provocati irrimediabilmente al territorio, alla salute, all’economia, all’agricoltura, all’ambiente della provincia pontina e non solo dalle 2 centrali a turbogas di Aprilia e Pontinia.
Pontinia si sa, le disgrazie non vengono mai sole, è gravata anche dal progetto di una centrale a biomasse e forse dell’inceneritore, insomma una bulimia di metalli pesanti, nanoparticelle, diossina, furani, benzene.
E’ avvilente assistere ad una “programmazione” (si fa per dire) che passa dalle aule di tanti, troppi tribunali, del territorio e dell’energia.
Colpa dell’assenza della politica e della strumentalizzazione, colpa delle aziende o colpa di chi?
Intanto mentre si archivia la prima fase dall’AIA per la centrale a biomasse con la trasmissione, in base alla normativa vigente, della documentazione dall’amministrazione provinciale alla conferenza unificata, sarebbe opportuno che il consiglio provinciale si esprimesse.
Cioè dovrebbe dire (e questo non vale solo per le centrali, ma per tutta l’attività amministrativa), se i propri atti sono validi e credibili, se lo sono (cosa di cui tutti siamo sicuri) come intende attuarli, valorizzarli, difenderli, sostenerli.
E’ molto strano che, per esempio, l’amministrazione provinciale non abbia assunto una posizione politica sul progetto delle biomasse che è ben diverso da quanto previsto, studiato con un lavoro commissionato all’Università dalla stessa Provincia e deliberato come piano energetico provinciale.
Se questi atti hanno la valenza istituzionale altrettanto dovrebbero essere difesi nelle sedi opportune.
Com’è stato fatto, per esempio, per la gestione dell’acqua.
Intanto per la centrale a turbogas di Pontinia l’iter continua, sembra inarrestabile, in attesa di notizie dal presidente della Regione.
In questi giorni è arrivato il documento del Ministero dell’Ambiente avente per oggetto: “ trasmissione parere istruttorio conclusivo della domanda AIA presentata da AceaElectrabel Spa – Centrale Termoelettrica di Pontinia” del 21 gennaio 2009 con allegato il piano di monitoraggio e controllo della centrale termoelettrica turbogas a ciclo combinato di Pontinia.
Il tutto ai sensi dell’art. 6 comma 1 lettera b del decreto 153/07 del Ministero dell’ambiente, aggiornato con le risultanze della conferenza dei servizi del 18 dicembre 2008.
Insomma la centrale a turbogas di Pontinia, di cui si sono perse le notizie in merito agli espropri dei percorsi del gasdotto e dell’elettrodotto, senza fare alcun rumore sta per essere approvata, pare, stando alle notizie sulla stampa di oggi, con il parere non contrario, in linea generale, del WWF sezione di Latina.
Ma non è una novità questa associazione considera energia rinnovabile anche quella proveniente dagli inceneritori. (Consultate http://www.wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=3133
"Nelle città, una volta raccolti i materiali riciclabili, i rifiuti possono essere inceneriti per produrre calore ed energia. In Europa, gli inceneritori forniscono calore a 20 milioni di utenti. La Germania – con 65 impianti – e la Francia sono i leader europei. Negli Stati Uniti, una novantina di impianti convertono 20 milioni di tonnellate di rifiuti in energia per 6 milioni di consumatori." ).
Qualcuno mi ha chiesto, ma se esiste una sezione del WWF a Latina cosa ha fatto, negli ultimi 10 anni, per esempio, in merito ai problemi del traffico, dell’inquinamento da metalli pesanti, PM 10, 2,5, programmazione territoriale, trasporto pubblico, gestione dell’acqua, dei rifiuti, della messa in sicurezza della centrale nucleare, le scorie?
Ogni idea, posizione, fraintendimento può e deve essere sempre legittimo.
Speriamo, invece, che dal consiglio provinciale di lunedì arrivi, finalmente, una presa di posizione chiara e forte in materia energetica, di programmazione territoriale e che non sia solo una mossa preelettorale.
I Cittadini vorrebbero capire chi sta dalla parte loro e chi dalla parte del guadagno individuale e di parte.
Pontinia 13 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

il WWF, gli inceneritori e l'energia rinnovabile

Lo sapevate che il WWF comprende tra le energie rinnovabili gli inceneritori?
Consultate http://www.wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=3133
"Nelle città, una volta raccolti i materiali riciclabili, i rifiuti possono essere inceneriti per produrre calore ed energia. In Europa, gli inceneritori forniscono calore a 20 milioni di utenti. La Germania – con 65 impianti – e la Francia sono i leader europei. Negli Stati Uniti, una novantina di impianti convertono 20 milioni di tonnellate di rifiuti in energia per 6 milioni di consumatori."

giovedì 12 febbraio 2009

troppo costoso il Cip6

Lo so tutti i fans degli inceneritori, quindi dei tumori, delle diossine, di trasformare tutto quello che vedono in anidride carbonica, metalli pesanti, nanoparticelle, rifiuti o biomasse che siano ci resteranno male.
Ma oltre alla follia energetica (consumo 100 di energia per averne 30, qualsiasi idiota ci arriva da solo) c'è anche quella economica ed occupazionale.
Se continuiamo con la finanza di stato, con l'aiuto a pseudo imprenditori con i soldi pubblici e i guadagni privati di pochi quale economia possiamo avere?
Bruciamo risorse, materie che possono essere utilizzate e posti di lavoro.
Chi è questo Genio?
Giorgio Libralato
Elettricità da rinnovabili, troppo costoso il Cip6
In fase di approvazione al Senato un ddl per la risoluzione anticipata delle convenzioni energetiche
di Paola Mammarella
11/02/2009 - Incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. È nato con questo scopo il CIP6, inserito in un disegno di politica energetica messo a punto nel '92 per il superamento del monopolio detenuto dall'Enel. Come ricordato da Antonio Catricalà, presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, durante l'audizione di giovedì scorso davanti alla Commissione X Attività Produttive della Camera, l'Enel era obbligata ad acquistare l'energia dalle imprese a un prezzo fissato in via amministrativa tale da comprendere i costi evitati per aver deciso di non utilizzare impianti basati su tecnologie non rinnovabili e un incentivo correlato ai costi delle nuove tecnologie.

Negli anni però il sussidio è stato erogato non solo a favore delle fonti rinnovabili, ma anche a sostegno di forme di energia assimilate comprendenti gli impianti di cogenerazione, che utilizzano calore di risulta, fiumi di scarico, scarti di lavorazioni e fonti fossili provenienti da giacimenti minori. Hanno beneficiato degli incentivi anche i termovalorizzatori, soprattutto nel Centro-Sud, caratterizzato dall'assenza di impianti di generazione elettrica.

L'Autorità già nel 2006 ha criticato la maggiore incidenza delle fonti assimilate e il meccanismo di aggiornamento della remunerazione per le imprese, che non prende in considerazione i miglioramenti di efficienza energetica. Con il Decreto Legislativo 79/1999 sono stati negati gli incentivi a quanti avessero effettuato investimenti tardivi.

L'alta differenza tra il prezzo del ritiro dell'energia incentivata e il prezzo di vendita della stessa ha portato a uno scoperto di 3,1 miliardi di euro. Dalle stime effettuate emerge che nel 2005 a fronte di una remunerazione pari a 113 euro per Mwh, il prezzo di cessione si attestava a 50 euro per Mwh. Il dispacciamento prioritario dell'energia elettrica convenzionata ha di seguito portato al soddisfacimento del 15% della domanda nazionale grazie a impianti di generazione non retti da logiche concorrenziali.

Nonostante i miglioramenti apportati dalle leggi finanziarie del 2007 e 2008, che sulla base della Direttiva Europea 2001/77/CE riconoscono gli incentivi solo alla produzione di elettricità da fonti rinnovabili, per il 2009 sono concesse deroghe dal Ministero dello Sviluppo Economico, estese anche al termovalorizzatore di Acerra.

Nel 2007 il Gse ha sostenuto un costo di circa 4 miliardi per la produzione di energia elettrica da fonti assimilate e di solo un miliardo per quella da rinnovabili. Distorsioni che graveranno sui consumatori finali fino alla scadenza delle convenzioni, prevista tra 7 o 10 anni.

Per questo motivo è in fase di discussione al Senato il disegno di legge S. 1195 per la risoluzione anticipata delle convenzioni CIP6. Anche se dal 2002 i produttori di elettricità da fonti non rinnovabili devono immettere nel sistema una quota di energia pulita o acquistare certificati verdi, deprezzati per l'eccesso di offerta e la contrattazione fuori borsa, il CIP6, pur rispondendo alle carenze del mercato, continua ad essere costoso. Necessario quindi, secondo Catricalà, circoscriverne l'operatività, delineando incentivi più efficienti.

(riproduzione riservata)



Audizione alla Camera
http://www.edilportale.com/news/2009/02/11/risparmio-energetico/elettricita-da-rinnovabili-troppo-costoso-il-cip6_13990_27.html

mercoledì 11 febbraio 2009

A proposito di progetti

A proposito di progetti
Quando si desidera costruire un fabbricato, di solito si chiede all’ufficio urbanistico del comune interessato un certificato di destinazione urbanistica dove vengono riportate i limiti e le possibilità.
Ma il rilascio di questo certificato non significa certo che possono iniziare i lavori, semplicemente che va presentato il progetto che rispetti i vari parametri.
Se anche poi il progetto di massima viene approvato vengono richiesti una serie di documenti, nulla osta, pareri, oltre alla progettazione esecutiva per iniziare i lavori, quindi non si possono ancora iniziare i lavori.
Nel caso poi la proprietà richieda finanziamenti o mutui e li ottenga anche se non ha ancora avuto l’approvazione del progetto lo fa a suo richiesto e pericolo.
Non può certo chiedere i danni se tale progetto, esaminato in conformità alla normativa, nei tempi di legge non viene autorizzato perché mancano uno dei pareri richiesti o se tale parere è negativo.
Poi se si presenta un progetto e questo viene sospeso in attesa che vengano corretti i dati progettuali perché questi sono sbagliati, oppure non sono attuali o esplicativi, con lettera scritta, se tali dati non vengono corretti in base alla nota all’esame, si può pretendere che venga rilasciata lo stesso l’autorizzazione?
E se questa progettazione non è stata aggiornata è colpo della proprietà che ha richiesto l’approvazione e commissionato il progetto, non aggiornato, oppure è colpa dell’ente?
Sulla costruzione magari ci avrebbero potuto lavorare 6 persone per un anno che invece non avranno questa opportunità. Per causa del comune che bocciato un progetto che non aveva i requisiti o del progettista?
Capita anche che ci siano persone, associazioni, comitati che ritengano giusto rispettare la normativa di carattere ambientale a salvaguardia della tutela della salute pubblica e individuale, così come previsto dalla Costituzione e dalle leggi applicative.
Tra queste persone, associazioni, comitati capita che ci sia chi vuole proteggere la salute pubblica perché il progetto non rispetta i requisiti di legge, perché può essere una minaccia per la salute pubblica, perché potrebbe aggravare le condizioni di salute di persone malate o gravi o semplicemente perché il progetto confina con la sua proprietà o sta nello stesso quartiere, località, comune, provincia.
Succede anche che i direttori di una testata (quotidiano o emittente) sia favorevole a qualsiasi progetto, indipendentemente se è più o meno inquinante, tranne quelli che confinano con la sua proprietà.
Se 30 posti di lavoro fissi possono risolvere la crisi dell’intera provincia di Latina che perde migliaia di posti di lavoro l’anno, perché non fare, per esempio, come fa la Germania che con il ricorso alle energie nature e rinnovabili (quelle vere) producono 50/60 mila nuovi posti lavoro l’anno? Con un semplice rapporto avremmo quasi mille posti di lavoro in provincia di Latina.
Sono scemi i tedeschi o noi?
Cosa pensare inoltre di tutte quelle realtà italiane (oltre che straniere) che dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ricavano economia e posti di lavoro?
Se la provincia di Latina puntasse sulla raccolta differenziata, quella vera, potremmo avere anche qui oltre 1000 nuovi posti di lavoro, solo per la differenziata.
Senza contare le attività collegate.
Siamo furbi noi a rimanere indietro come la coda del cane, a puntare agli inceneritori (diossina e tumori) oppure quelli che ricavano migliaia di posti di lavoro?
Ah dimenticavo, 30 posti di lavoro risolveranno qualsiasi problema in questo senso, 30 sono più di migliaia.
Poniamo il caso che un abitante di Latina decida di trasferirsi a Milano, si compra un terreno presenta un progetto e, se non glielo approvano perché non risponde ai parametri urbanistici, viene bocciato e lui fa causa al comune.
Cosa direbbero i milanesi nordisti? Direbbero viene da centinaia di km e appena arriva già fa causa.
Cosa farà se lo facciamo costruire ai vicini e confinanti? Continuerà con le denunce o farà peggio?
Loro i milanesi e nordisti, si sa sono tolleranti, applicano la carità e la solidarietà.
Pontinia 11 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

martedì 10 febbraio 2009

8 milioni di euro e i posti di lavoro

Quanti posti di lavoro con 8 milioni di euro a Mazzocchio?
Con circa 800 mila euro si può costruire un capannone di circa 1000 mq acquistare il terreno e avviare un’attività per una decina di persone artigianale – industriale.
Il cantiere edile durerebbe circa 8 mesi con una media di 6 persone al giorno, senza contare i prefabbricati e la fornitura del materiale, quindi si arriva a 10 posti di lavoro per 8 mesi.
Con 8 milioni di euro si arriva a cantieri che per 6 mesi occupano 80 posti di lavoro.
Si creano 100 posti di lavoro stabili e si crea un indotto, perché ogni attività alimenta le altre, di almeno altri 30 posti di lavoro fissi.
Se questi 8 milioni di euro, anziché a fondo perduto, si dà un finanziamento del 50% arriviamo a 160 posti di lavoro in cantiere, 200 posti di lavoro fissi e altri 60 fissi a tempo indeterminato, per un totale di 260 posti di lavoro.
Aggiungendo a questi investimenti l’energia naturale e rinnovabile arriviamo a produrre 60 megawatt di energia elettrica, vengono generati altri 40 posti di lavoro fissi, altrettanti per il cantiere e arriviamo a 300 posti di lavoro fissi.
Abbiamo finanziato 8 milioni di euro e prodotto 300 posti di lavoro fissi, 200 posti di lavoro in cantiere e a 40 megawatt di corrente.
Quanti altri progetti producono energia naturale e rinnovabile (e non anidride carbonica), senza impatto sull’ambiente, producono 40 megawatt, 300 posti di lavoro fissi a tempo indeterminato, 200 posti di lavoro in cantiere?
Perché invece investire in progetti che devastano inevitabilmente il territorio, non creano indotto, tecnologia ed economia virtuosa?
Pontinia 10 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

lunedì 9 febbraio 2009

Biomasse da La Provincia

con l'articolo di oggi sembrerebbe:
- che l'impianto di Bando d'Argenta non era il massimo della tecnologia visto che ne è stato modificato l'impianto;
- che la situazione legale non è conclusa, il dissequestro non significa certo che è stata emessa la sentenza;
- che il territorio non è certo in grado di soddisfare l'esigenza energetica della centrale. Difatti, dopo circa 7 anni dalla partenza dell'impianto, sono stati stipulati i primi contratti di filiera;
- questi contratti di filiera coprono circa 1 decimo del necessario per alimentare la centrale;
- come e con quale materiale e combustibile finora è stata alimentata la centrale?

domenica 8 febbraio 2009

Sporchi da morire

Sporchi da morire
Importante iniziativa ieri nella Protomoteca del Campidoglio con i professori con Antonietta Gatti, Stefano Montanari, Paul Connett, Giovanni Ghirga e il Sindaco di San Francisco della città simbolo di Zero Waste (Rifiuti Zero), Gavin Newsom.
Durante il convegno il regista Marco Carlucci è stato presentato in anteprima mondiale un video tratto da “Sporchi da Morire”
Film Documentario in preparazione sulla gestione dei rifiuti in Italia e all’estero e sulle possibili alternative virtuose agli impianti di incenerimento.
E’ stato proiettato un Video Messaggio del Sindaco di San Francisco Gavin Newsom,città simbolo di Zero Waste (Rifiuti Zero) San Francisco Assisi Roma, un ponte per la speranza di un futuro virtuoso.
La sala era piena con tanti posti in piedi con oltre 400 persone e decine di telecamere per registrare e diffondere quello che l’informazione di regime non vuole che si sappiano. Anche la durata (3 ore) e le numerose domande da parte di un pubblico coinvolto e interessato sono la dimostrazione che iniziative simili andrebbero ripetute e amplificate.
Nanoparticelle, diossine, polveri sottili sono diventati, purtroppo, argomenti noti a causa del diffondersi di casi, malattie, tipo di cancro, dati epidemiologici sempre più gravi.
Solo chi non vuole sapere, chi perderebbe guadagni e potere ostacola la diffusione della verità, delle notizie, delle conoscenze.
Connet è stato chiaro, c’è chi tratta i cittadini, gli amministrati come amici e chi invece come nemici con le armi, come avviene dove non c’è democrazia né bene comune.
Chi, per esempio, impedisce la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e chi manda i militari per imporre quello che la scienza e il buon senso rifiutano, oltre alla democrazia, cioè gli inceneritori.
Gli esempi virtuosi non mancano in America, come in Italia, come in Europa.
Da una parte c’è l’economia, dall’altra il fallimento, le centrali elettriche a carbone, turbogas, biomasse.
Raccolta differenziata significa futuro e vita, l’incenerimento la morte (ricordati che sei polvere e polvere ritornerai).
L’alternativa è semplice, volete recuperare e risparmiare energia e materie prime, creare posti di lavoro oppure continuare a far finta che tutto va bene.
Fino a quando non capita come ad una Signora che ha raccontato la sua esperienza e quella del figlio che a 8 viene diagnosticato un cancro alla prostata con ingrossamento della stessa, tipico di un uomo anziano.
La causa? La sua famiglia vive tre 2 inceneritori e nel suo organismo sono stati trovati metalli pesanti, tipici dell’incenerimento, che in un corpo umano non dovrebbero esserci.
Questo è, purtroppo, solo uno dei tanti esempi.
Quando a Stefano Montanari gli ho ricordato quando ci siamo sentiti e scambiati qualche mail, da dove venivo (Pontinia) e i 2 progetti a poche centinaia di metri (centrali elettriche a turbogas e a biomasse), forse è meglio sorvolare……. Mi tengo la dedica del suo libro come auspicio.
Rilevante la presenza degli amministratori ed onorevoli capitolini, tra i quali l’assessore all’ambiente del comune di Roma, tutti, ovviamente, di destra, oltre alla fugace apparizione (forse 60 secondi) e intervento (forse 30 secondi) del Sindaco Alemanno.
Qualche momento di contestazione per la faziosità, la strumentalizzazione e la piaggeria a favore dei padroni di casa, ma era già un avvenimento che questa parte politica abbia patrocinato e partecipato attivamente ad un incontro tanto interessante ed importante.
A Latina, per esempio, non è nemmeno pensabile, ma chissà che non avvenga il miracolo.
Ma in quello che una volta si chiamava centro sinistra non mi pare le cosa vadano meglio né che i predecessori di Alemanno saranno ricordati per le iniziative in favore dell’ambiente.
D’altronde della nostra provincia che io conosca, eravamo in 3, c’era anche il rappresentante del WWF di Terracina che da decenni prova a promuovere la raccolta differenziata.
Di amministratori della nostra provincia nemmeno l’ombra.
Forse sono troppo impegnati a pensare a quale altra schifezza proporre nell’area industriale di Mazzocchio, sovradimensionata, quindi inutile e dannosa.
"Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale" (Lorenzo Tomatis).
Gli applausi a scena aperta per i dottori Gatti, Ghirga, la partecipazione il simpatico coinvolgimento di Paul Connet, la tragedia e la speranza del bimbo della famiglia Gardini e diversi minuti di scroscianti e ininterrotti di applausi conclusivi per Stefano Montanari sono un segnale di aspettativa e di speranza affinché questa follia si possa se non fermare, almeno attenuare.
Pontinia 7 febbraio 2009 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato

Note Biografiche
Dottor Stefano Montanari
Autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della chirurgia vascolare, della pneumologia e progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia, ha eseguito consulenze scientifiche per varie aziende, dirigendo, tra l’altro, un progetto per la realizzazione di una valvola cardiaca biologica. Dal 1979 collabora con la Dottoressa Antonietta Gatti in numerose ricerche sui biomateriali. Dal 2004 è Direttore Scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena. Docente in diversi master nazionali ed internazionali, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie, soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini.

Dottoressa Antonietta Morena Gatti
Scopritrice delle nano-particelle assieme al dott. Stefano Montanari. Ricercatrice e Direttrice del Laboratorio di Biomateriali, Dipartimento di Neuroscienze, presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Lavora come esperto scientifico e consulente per la Commissione Europea, in particolare nel settore dei biomateriali, della biotecnologia e dei dispositivi medici. Con 140 pubblicazioni scientifiche a suo nome, è anche una collaboratrice di diverse riviste scientifiche internazionali e membro d’importanti comunità scientifiche, compresa la European Society of Biomaterials. Collabora con il Ministero della Difesa per gli studi sui danni per la salute umana causati dall’uranio impoverito.

Dottor Giovanni Ghirga
Medico Pediatra e portavoce del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute e del Comitato dei Medici per il No al Carbone dell’Alto Lazio..

DOTT. PAUL CONNET
Professore di chimica alla Università St. Lawrence di Canton nello stato di New York dove insegna chimica generale, chimica ambientale e tossicologia.
Oltre a svolgere l'insegnamento Connet ha posto al servizio di comitati ed associazioni le proprie competenze divulgando l'informazione scientifica attorno ai problemi sanitari provocati dagli inceneritori.
Le sue ricerche sulla riduzione, il riciclaggio e la gestione dei rifiuti lo hanno portato a tenere più di 1800 conferenze e seminari in 49 atati degli U.S.A. ed in 46 paesi di tutti i continenti.
Invece sulle questioni riguardanti la gestione dei rifiuti oltre a pubblicare numerosi contributi e' coeditore insieme alla moglie Ellen della Newsletter settimanale "Waste Not".

sabato 7 febbraio 2009

le generazioni future ci perdoneranno?

Le generazioni future non ci perdoneranno il danno che stiamo facendo loro
http://www.sporchidamorire.com/doc/index.php?Itemid=1

Le centrali a biomasse saranno convenienti?

Le centrali a biomasse saranno convenienti?
Alcune notizie in merito ad uno dei progetti più contestati del nuovo millennio, apparse sui giornali e ispirate dal biomasse fans club, sono state smentite in modo anche troppo semplice tanto erano inattendibili.
Mi riferisco alle 2 delibere in materia di zonizzazione acustica del territorio di Pontinia, brillantemente ignorate negli studi proposti, ma anche nell’attività dei solerti funzionari e istituti pubblici e istituzionali che dovrebbero prevenire le malattie.
Idem per le emissioni di anidride carbonica, si dice impatto zero, ignorando il postulato fondamentale di Lavoisier, ma soprattutto nascondendo che le 275 mila tonnellate di biomasse che dovrebbero essere incenerite in realtà producono circa 25 tonnellate di CO2.
Quindi o proviamo che il protocollo di Kyoto è sbagliato, che l’unione europea ha preso una cantonata negli obiettivi fissati di ridurre del 20% le emissioni, che bisogna produrre energia rinnovabile (vera non quella dei fans club) per almeno il 20%, che Obama, Blair, Al Gore, l’Onu, l’Ippc, l’Oms, le società della Silicon Valley, il premio nobel Rubbia sbagliano oppure aumentare le emissioni in atmosfera è una corbelleria.
Non solo l’incenerimento delle biomasse produce nanoparticelle (che non possono essere smaltite, né degradate, quindi saranno eterne) e conseguenti nanopatologie (per le quali spesso non vi sono cure e rimedi).
Probabilmente nei fans club non vi sono stati casi di malattie gravi nei famigliari.
Se poi si vuole instaurare un dialogo, prima si ascolta cosa ne pensa l’altro e se questo non è d’accordo non si minacciano ritorsioni.
Se si è convinti di un progetto per allargare il consenso non si portano a cena gli operatori dell’informazione. Io ne ho rispetto e non cerco di condizionarli, se non con le idee, gli esempi, i documenti e la ragione.
Qualche fans club parla di opportunità per il territorio e l’agricoltura.
Intanto non si spiega come le polveri sottili emesse dall’incenerimento siano conciliabili con le coltivazioni in atto, queste nanoparticelle entreranno nell’organismo umano producendo danni spesso irreversibili di cui non si vuole parlare.
Parliamo invece di vino rosso, abbacchio, mozzarelle condite con la diossina e le polveri sottili di cui si potranno nutrire i fans club, al ristorante come a casa.
Si è parlato di centinaia posti di lavoro generati dall’indotto, per verificare se è vero basterebbe fare quello che per un giornalista si chiama verifica della notizia, studio, approfondimento, critica.
Il gruppo di lavoro del comune di Pontinia lo ha fatto scoprendo:
“Attualmente la centrale di Bando importa il materiale combustibile dal Veneto e, in parte, dal Brasile, con buona pace dell’economia locale. Si è inoltre visto come le superfici richieste per le coltivazioni energetiche siano assurdamente enormi.” (fonte http://edemps.comunicopparesi.it/edemps/forum/tavolo-tematico-ambiente/660631367). Che a proposito del processo in seguito al sequestro, scrive:
Si è recentemente concluso il processo a carico della centrale con sentenze penali a carico dei dirigenti della società San Marco (che gestisce l'impianto), per falsificazione di dati sulle emissioni della centrale di Bando d'Argenta, più una miriade di condanne amministrative e penali per reati ambientali.(fonte: atti del processo).
Si è scoperto che la centrale, non avendo sufficiente combustibile, bruciava materiale in legno trattato (cioè rifiuti) sforando così ampiamente i limiti di legge, in quanto entravano nel forno vernici, solventi, fertilizzanti residui plastici e tanto altro.
Altre informazioni:
Infine l’assessore all’ambiente del Comune di Argenta, ha raccontato tutta la vicenda della centrale a biomasse di Bando di Argenta. Facendo notare come tutte le promesse fatte dai proprietari in fase di progettazione e realizzazione, in termini di ricaduta occupazionale e utilizzo delle produzioni agricole locali, siano state completamente disattese. L’unica ricaduta, ha affermato l’assessore, è stata quella ambientale: più di 100 TIR al giorno che portano allo stabilimento la materia vegetale necessaria, proveniente probabilmente dall’estero, causano un inquinamento acustico e ambientale di notevole entità.
(fonte
http://www.articolo32.it/documenti/PRIMO%20INCONTRO%20A%20RUSSI%20PER%20LA%20CENTRALE.htm)
Si continua:
“Le grandi centrali a biomasse (20,30,40 MW) che i privati stanno proponendo ad alcuni Enti locali (Conselice, Russi, Finale Emilia) non rispondono a logiche di filiera e non hanno nessun legame col territorio. Le rese per ettaro, sia quantitative che economiche conducono inevitabilmente al reperimento sul mercato estero dei materiali da bruciare, con buona pace della riconversione dei nostri agricoltori che dell’ambiente, sul quale graveranno i costi di trasporto.”
(fonte http://www.alessandroronchi.net/2006/biomasse-le-grandi-centrali-sono-fuori-gioco/
http://www.leganordbondeno.com/agricoltura/riconversione-degli-zuccherifici-e-agroenergie-delusioni-in-agguato-per-la-nostra-agrico-2.html
Actelios Falck e Eridania Maccaferri hanno siglato un accordo da 300 milioni di euro per sviluppare la produzione di bioenergia negli ex stabilimenti per la lavorazione della barbabietola di Castiglion Fiorentino russi, Fermo e Villasor (Cagliari). Benché la volontà dichiarata sia quella di approvvigionare di materia prima locale le centrali , un moderato realismo fa supporre che non sarà proprio così. Difficile credere nell’uso di olio di girasole, quotato grezzo a più di 550 euro/t , quando si può importare olio di palma grezzo a 400 euro/t. Lo stesso discorso vale per la biomassa da legno. Ne abbiamo un esempio con la grande centrale di Bando d’Argenta. Neanche un pioppo è stato piantato in Italia per alimentare quello stabilimento. E non è l’unico

http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/admin/rla_Documenti/1-2160/RIVA.pdf
Il mercato della biomassa considerato è extraregionale in oltre il 60% dei casi. Questo
aspetto è condizionato dai costi di trasporto, dalla effettiva disponibilità nel territorio in
cui sono inserite le centrali e dai costi del prodotto. Inoltre, è stato riscontrato come gli
impianti di taglie superiori si approvvigionino al di fuori della regione. Dalla Tabella 7 si
osserva come negli impianti di classe di potenza superiore solo il 20% di biomassa è
reperita nell’area della regione di insediamento della centrale.

Al che si può concludere:
- nessun vantaggio per l’economia locale (per lo meno per Bando d’Argenta);
- nessuna piantagione è stata messa a dimora per alimentare la centrale;
- la massa legnosa arriva almeno da fuori provincia, quando non arriva da altre regioni o addirittura dall’estero;
- il procedimento penale sembrerebbe non essersi concluso per i fatti relativi alla centrale di Bando d’Argenta.

Pontinia 7 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato