I tagli e i furti di Antonio Padellaro Il Fatto quotidiano 16 febbraio 2010
Guardando domenica sera su RaiTre l’impressionante “Presa diretta” di Riccardo Iacona, dedicata allo sfacelo della scuola italiana ci veniva in mente Tangentopoli.
Ricordavamo, infatti, che una delle scintille che accesero l’incendio fu l’aver costretto una moltitudine di anziani spossati a lunghe file agli sportelli per pagare un balzello sanitario escogitato dall’allora ministro De Lorenzo. Dopo di allora gli arresti di Mani Pulite apparvero a molti come una legge del contrappasso rispetto a un potere intollerabilmente osceno e rapace.
Poiché se alle ruberie della politica (ormai una sorta di tassa fissa) si aggiungono in sovrappiù piccole e grandi vessazioni, o si fanno vivere le persone in uno stato di mortificazione permanente e di abbandono, ecco che allora può succedere tutto. Di esseri umani esasperati Icona ce ne ha mostrati davvero troppi. L’insegnante condannata alla disoccupazione che straccia il diploma di laurea. Il volto di pietra dei colleghi che hanno buttato una vita nei concorsi e nelle attese. La preside della scuola (pubblica) palermitana costretta a raccogliere “contributi volontari” tra le famiglie degli alunni per tirare avanti. Il grottesco pellegrinaggio degli studenti dell’istituto nautico messinese in cerca di aule.
Ma l’immagine che non può essere sopportata è quella dei bimbi di un asilo, imbacuccati e tremanti, stipati dentro uno stanzone privo di riscaldamento. Che razza di gentaglia permette tutto ciò? Vorremmo conoscerli, vedere che faccia hanno questi “amministrator i” della cosa pubblica e i loro degni funzionari. Del ministro della Pubblica istruzione neanche a parlarne. Il portavoce a cui ci siamo rivolti dopo aver attraversato la linea maginot di filtri e centralini vari non ha dato segni di vita. Si sa, costoro usano la televisione solo per pavoneggiarsi o per biascicare inutili comunicati. In un paese civile dopo la messa in onda di “Presa diretta” ci sarebbero state reazioni infuocate in Parlamento (ma l’opposizione è andata al Festival di Sanremo), pressioni sul ministero, e magari qualcuno
avrebbe provveduto a rifornire di gasolio la caldaia bloccata dai tagli indecenti. Ecco appunto:
i tagli. Come si fa a giustificare davanti ai cittadini una politica di risparmi che colpisce una spesa indispensabile come quella scolastica?
Quando dalle inchieste della magistratura si apprende che la stessa cura parsimoniosa non si applica al monte tangenti che, secondo la Corte dei Conti, ci costa 60 miliardi l’anno. A tanto infatti ammonta la “tassa occulta” pagata dai contribuenti come pedaggio della corruzione dilagante.
E con 60 miliardi quante scuole possono essere riscaldate?
Quando lo capiranno che la gente non ne può più dei ladri e dei profittatori?
mercoledì 17 febbraio 2010
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2 commenti:
va benissimo così, tutto ciò fa si che le persone si incazzino fino a reagire con la guerra civile, quindi che si inizi a costruire le centrali nucleari, l'autostrada, che caschino giù le montagne perchè la tutela dell'ambiente non esiste più, che ci siano terremoti così avvolatoi speculatori possono ridere e farsi le budella d'oro con i soldi dello stato, va bene così!!!! che chiudano le fabbriche in sicilia e tutta italia, che si lincenzino migliaia di lavoratori che vadano sui tetti a protestare, il prossimo passo sarà la guerra civile non ci sono alternative.
XL
Troppe volte abbiamo pensato che la misura fosse colma, che si fosse passato il limite alla decenza, alla truffa, alla sfacciataggine di trasformare e usare tutto per il proprio tornaconto. Quante volte abbiamo sperato che la gente, i nostri concittadini, amici, parenti aprissero gli occhi. Ma continuano imperterriti
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