lunedì 22 febbraio 2010

ambientalismo e campagna elettorale

Manifesti, slogan, convegni e iniziative per la campagna elettorale regionale sfruttano quasi tutti i temi ambientali. Quasi tutti da una parte politica sono contro l’inquinamento, le malattie, il nucleare, per la difesa dell’ambiente, dell’agricoltura di qualità e del turismo. L’altre parte politica è a giorni alterni (come per le targhe) per l’ambientalismo del fare (che significa sfruttare e deturpare l’ambiente per speculazioni di vario genere) e di quello antinucleare, sempre per la difesa dell’ambiente, dell’agricoltura di qualità e del turismo.
Forse qualcuno di questi aspiranti consiglieri regionali da 10 mila euro al mese, oltre a 350 mila euro l’anno da destinare a chi e come loro vogliono, la pensione da 3 mila euro al mese dopo il primo mandato e il compimento dei 50 anni, pensano o sperano che non abbiamo memoria o che gli elettori non sappiano distinguere tra impianti nocivi. Esperienze di altri comuni, regioni, nazioni evidenziano che le alternative a scempio e distruzione ambientale per favorire le aziende esistono, sono reali, danno decine di migliaia di posti di lavoro. Si chiamano energia naturale e rinnovabile, efficienza energetica, riduzione degli sprechi, miglioramento dell’isolamento, raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, riciclo, riduzione, riuso. Ma gli ambientalisti da campagna elettorale dovrebbero spiegare, per esempio, perché l’ennesima propaganda non è diventata realtà quando loro stessi o i loro partiti sedevano e siedono nel consiglio regionale uscente. Se fossimo in un paese normale, se ci fosse il rispetto dell’intelligenza, conoscenza e memoria degli elettori questi signori, questi partiti dovrebbero chiederci scusa spiegandoci perché sono stati incapaci di realizzare quello che logica, buon senso, rispetto dei diritti civili e sociali impone loro. Quello che serve lo sappiamo, per fortuna, anche senza la loro propaganda. Fa piacere che alla fine lo hanno capito pure loro. Ma non sarà un merito aver compiuto l’obbligo che la carica impone, ma il rispetto del dovere. Spiegateci per esempio, perché la Regione Lazio non ha attuato il programma elettorale di Marrazzo, perché ha emesso documenti ridicoli, come il parere sulle biomasse, istituendo 3 comuni inesistenti, oppure perché non ha emanato il nuovo piano energetico o non ha previsto e preteso la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Spiegateci perché non è stata data risposta a decine di migliaia di cittadini che hanno protestato contro l’autostrada? Oppure contro la gestione attuale del ciclo dell’acqua con decine di migliaia di ricorsi che non soddisfa né cittadini né amministrazioni? Forse confidano nel fatto che non ci sono alternative?
Pontinia 22 febbraio 2010 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il nemico è sempre lo stesso oggi come ieri, I PADRONI!
La rivoluzione socialista sarà sempre valida finchè esisterà il capitalsmo, i padroni, e finchè ci sarà un solo uomo sfruttato, sulla terra!
Saluti comunisti compagni.