lunedì 31 marzo 2014

IL CASO DELLA CHIESUOLA Centrali a biogas, silenzi e imbarazzi. Fioravante chiede aiuto alla commissione trasparenza

"La commissione ambiente non si riunisce, non c'è nessuno che sappia dare risposte. Speriamo col supplente..."

La vicenda delle centrali elettriche a biogas continua a tenere banco. Se da un lato il sindaco Giovanni di Giorgi ha deciso di occuparsi personalmente della questione, convocando per domani una conferenza dei servizi con i responsabili dei diversi assessorati che saranno interessati dal progetto, dall’altro lato ci sono le polemiche che riguardano la mancanza di trasparenza da parte della stessa amministrazione comunale. Il comitato no biogas della Chiesuola nei giorni scorsi ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti mentre il consigliere comunale del Partito democratico, Marco Fioravante, questa mattina ha preso l’iniziativa nella commissione… sbagliata.
TRASPARENZA…SULL’AMBIENTE “Mi è sembrato opportuno coinvolgere il presidente della commissione trasparenza – ha detto – in supplenza di quella all’ambiente che oramai, come tutti sanno, è praticamente bloccata e non si riunisce più. Non c’è nessuno che sappia dire con certezza quante centrali siano in procinto di essere realizzate a Latina. Sì, certo, si legge qualcosa sulla stampa, trapela qualcosa dagli uffici, ma con certezza chi lo sa?” Secondo Fioravante è un problema di metodo. “E’ poco serio e fa capire bene come ci si muove all’interno di questa amministrazione. Possibile che non si possa sapere cosa sta accadendo? Visto che la commissione ambiente non è operativa, mi sono rivolto in supplenza al presidente della commissione trasparenza affinché l’argomento possa essere inserito nell’ordine del giorno di una prossima, spero immediata riunione”.
IL SINDACO E L’ASSESSORE Il caso era scoppiato con la denuncia da parte del comitato No Biogas della Chiesuola riguardante il progetto presentato dalla Energetica Srl per la realizzazione, a poche centinaia di metri dalla scuola elementare della frazione, di un impianto a biogas da 300 chilowatt. Progetto attualmente in stand-by, aveva inizialmente spiegato l’assessore allo sviluppo economico, Angelo Tripodi, poiché alla società proponente erano stati imposti dei vincoli, presentate alcune richieste ancora non ottemperate, tra le quali, soprattutto, la fidejussione a garanzia dei lavori di ripristino dello stato dei luoghi, una volta terminato il ciclo di vita dell’impianto, tra circa venti anni. Ma se Tripodi era stato possibilista sull’esito finale della pratica (“Una volta che i proponenti avranno ottemperato alle nostre richieste, non vedo come possa essere fermato il progetto”), il sindaco esattamente il giorno dopo aveva usato termini più perentori, lasciando prevedere un iter più articolato e complicato, tra l’altro avocando a sé la responsabilità e la gestione del caso. “Nulla è ancora deciso, nessuna autorizzazione è stata rilasciata. esistono delle criticità che vogliamo valutare”, aveva detto, annunciando proprio la conferenza dei servizi che si svolgerà domani. http://www.corrieredilatina.it/news/ambiente/4840/Centrali-a-biogas--silenzi-e.html

nuovo attacco al territorio pontino Latina, misteriosa moria di pesci sul lungomare

Una misteriosa moria di pesci ha interessato le coste del lungomare di Latina, in particolare la zona Capoportiere. Non è ancora chiaro da cosa sia stato provocato il triste spettacolo. A lanciare l'allarme sono stati diversi passanti che in questi giorni hanno affollato il lido pontino. Solo qualche giorno fa è stataritrovata la carcassa di un delfino nei pressi di Rio Martino. (foto di Terry De Gol)

Clima, l’allarme dell’Onu: “Impreparati ai rischi. Tagliare produzione gas serra”

Queste le conclusioni del report del secondo gruppo di lavoro dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) delle Nazioni Unite, incentrato sull’impatto dei mutamenti climatici sulla salute dei sistemi naturali e umani, sulla loro vulnerabilità e capacità di adattamento. Eventi meteorologici estremi metterebbero a serio rischio la biodiversità di piante e animali, porterebbero alla brusca riduzione dei raccolti agricoli e all’evoluzione di malattie, con conseguenti spostamenti di popolazioni e conflitti

“Gli effetti dei cambiamenti del clima sono già evidenti su continenti e oceani e, in molti casi, il mondo è impreparato ad affrontarne i rischi”. Queste le conclusioni del report del secondo gruppo di lavoro dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) dell’Onu, incentrato sull’impatto dei mutamenti climatici sulla salute dei sistemi naturali e umani, sulla loro vulnerabilità e capacità di adattamento. “La natura dei rischi è incredibilmente chiara, anche se il clima continua a riservare sorprese”.
Si tratta della seconda di quattro parti che compongono il quinto, atteso, rapporto finale dell’Ipcc suicambiamenti climatici – la prima, resa pubblica a fine settembre, ne affrontava le basi fisiche e scientifiche -, le cui conclusioni, in relazione soprattutto all’influenza delle attività umane, verranno pubblicate a fine anno durante la conferenza di Copenaghen sul clima
Eventi meteorologici estremi metterebbero a serio rischio la biodiversità di piante e animali, porterebbero alla brusca riduzione dei raccolti agricoli e all’evoluzione di malattie, con conseguenti spostamenti di popolazioni e conflitti. I rischi di inondazione aumenterebbero soprattutto in Europa e Asia a causa delle emissioni di gas effetto serra, mentre la produzione di cereali (grano, riso e mais) andrebbe incontro a pesanti diminuzioni, a fronte di una domanda in netta crescita. Le conseguenze, in altri termini, sarebbero in grado di destabilizzare gli equilibri attuali, con povertà,fame e migrazione provocate dalle catastrofi naturali. Se i Paesi in tutto il mondo non taglieranno la produzione di gas serra, il già grosso problema del riscaldamento globale andrà “fuori controllo”.  
“Questa sessione di lavori è di enorme valore in prospettiva della stesura del rapporto finale, che sarà completata a ottobre – ha dichiarato Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc, aprendo i lavori della 38esima sessione del panel dell’Onu, che si è svolta la scorsa settimana a Yokohama -. La nostra agenda sarà molto fitta nei prossimi mesi. Il quinto rapporto è rivolto a un audience di non addetti ai lavori, soprattutto ai decisori politici, è sarà un distillato delle conoscenze acquisite negli ultimi anni di attività del comitato. Molto del materiale contenuto nel secondo rapporto, analizzato in questi giorni in Giappone – spiega Pachauri – sarà d’aiuto alla complessa discussione sullapericolosa influenza antropogenica sui sistemi climatici, in vista dei futuri negoziati internazionali sul clima”.
Il gruppo di lavoro dell’Ipcc, formato da centinaia di scienziati volontari provenienti da 70 Paesi, ha analizzato migliaia di studi per produrre una valutazione completa dello stato delle attuali conoscenze sull’impatto dei cambiamenti climatici. “Viviamo in un’era di mutamenti del clima prodotti dall’uomo, ma in molti casi non siamo preparati ad affrontarli”, afferma Vicente Barros, dell’University of Buenos Aires, copresidente del team di scienziati. “Questo rapporto – aggiunge Chris Field, della Carnegie Institution for Science, il secondo coordinatore del gruppo di studio – prende in considerazione le conseguenze che i cambiamenti climatici hanno già determinato sul Pianeta e i possibili rischi per il futuro. Spesso, infatti, siamo più concentrati a rispondere a eventi passati che ad approntare strategie efficaci per il futuro”.
Molti i settori analizzati nel nuovo rapporto, dalla salute degli oceani alla sicurezza dell’uomo, con un particolare riguardo all’efficacia delle risposte da mettere in campo su scala regionale. “Particolarmente significativa è la valutazione dettagliata degli aspetti regionali, con una distinzione tra aree urbane e rurali – sottolinea Pachauri -. Il rapporto potrà, infatti, fornirci una più chiara comprensione del differente impatto passato e futuro dei cambiamenti del clima sulle diverse regioni del globo, dall’Africa all’America centrale e del Sud, dalle regioni polari alle piccole isole fino ai mari aperti”.
Gli scienziati dell’Ipcc lanciano un segnale ai decisori politici, denunciando come gli elevati livelli di riscaldamento del Pianeta, risultato della continua crescita delle emissioni di gas serra, abbiano già avuto effetti sull’agricoltura, sulle forniture d’acqua e, di conseguenza, sui livelli di benessere dell’uomo, sia nelle regioni più ricche che in quelle più povere. “Le popolazioni, le società e gli ecosistemi sono, sebbene a diversi livelli, vulnerabili in tutto il mondo. Per questo – si legge nelle conclusioni del rapporto – la sfida dei mutamenti climatici deve rappresentare anche un opportunità per integrare l’adattamento al clima che cambia con lo sviluppo economico e sociale, sia nel breve che nel lungo termine”.
Il rapporto Ipcc http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/clima-lallarme-dellonu-impreparati-ai-rischi-necessario-tagliare-produzione-gas-serra/932652/

disastro ambientale nella centrale Enel, sentenza Porto Tolle: tre anni di carcere a Tatò e Scaroni, assolto Conti

La Corte riconosce gli ex amministratori colpevoli di disastro ambientale doloso ed omesse cautele nel processo. Scaroni e Tatò interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. L'ad di Eni si dichiara estraneo e annuncia ricorso. Assolto l’attuale ad di Enel, Fulvio Conti. Esultano le associazioni: "finalmente, chi inquina paga"

Sentenza storica nel processo a Rovigo per il disastro ambientale alla Centrale Enel di Porto Tolle. Dopo diverse ore in camera di consiglio la corte ha condannato a tre anni di reclusione gli ex ad Paolo Scaroni (oggi al vertice di Eni) e Franco Tatò con interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. Assolto, per mancanza di elemento soggettivo, l’attuale amministratore e direttore generale Fulvio Conti. Assolti gli altri dirigenti. La corte ha  accolto la tesi del pm Manuela Fasolato per il secondo capo di imputazione relativo al disastro colposo nell’ipotesi non aggravata. Sostanzialmente si è accertato che la Centrale di Porto Tolle è stata gestita senza adeguati meccanismi di contenimento delle emissioni che hanno messo in pericolo la pubblica incolumità. Non è stato accertato, invece, che il disastro sia avvenuto, ipotesi aggravata del 434 comma 2. La sentenza, per il legale di parte civile Matteo Cerutti,  accerta che i condannati “hanno posto in essere fatti diretti a cagionare un disastro”. E la cosa più interessante, sottolinea, è che la sentenza indica una scelta di vertice, perché i giudici hanno condannato Tatò e Scaroni e assolto invece i quadri intermedi e i direttori di centrale.
Mentre le conseguenze sanitarie del “disastro” dovranno essere ora accertate dalle autorità sanitarie e le conseguenze patrimoniali in sede civile. La sentenza sembra aver riconosciuto che l’omessa ambientalizzazione della centrale sia stata una precisa scelta di vertice. La Corte infatti ha condannato Tatò e Scaroni e assolto i quadri intermedi e i direttori di centrale. 
Esultano le associazioni ambientaliste costituite al processo. “La condanna dei vertici di Enel – dichiara il direttore generale di Greenpeace Giuseppe Onufrio – relativa al periodo in cui ci sono state le emissioni di inquinanti maggiori e, sopratutto, la definizione del danno ambientale causato dalle emissioni in eccesso rispetto alla normativa, sono un riconoscimento importante da parte del magistrato”.




Intanto arrivano le prime reazioni dei condannati. L’assoluzione di Conti è accolta con sollievo: “Sono soddisfatto per la sentenza di assoluzione, che dimostra la mia totale estraneità rispetto alle accuse sollevate in questi mesi di dibattimento. Come ho già avuto modo di dichiarare, nutro il pieno riguardo nel lavoro della magistratura. Ribadisco comunque che la centrale di Porto Tolle ha sempre operato nel rispetto delle leggi e delle prescrizioni sia regionali sia nazionali”.



L’ex ad di Enel, Paolo Scaroni, già condannato in passato per la gestione della Centrale e poi prescritto, si dichiara invece estraneo alle accuse: “Sono completamente estraneo alla vicenda e farò immediatamente ricorso. Sono stupefatto da questa decisione, come dimostrato dalle difese la centrale Enel di Porto Tolle ha sempre rispettato gli standard in vigore, anche all’epoca dei fatti contestati”. La sua condanna rischia di mandare a monte l’ipotesi di riconferma ai vertici dell’Eni. Il suo nome rientrava d’ufficio nella lista che il Mef dovrà sottoporre al governo. Nessun effetto diretto, perché l’incompatibilità per la guida delle società pubbliche scatta solo al terzo grado di giudizio. E tuttavia non è un bel biglietto da visita per Scaroni, indagato per tutt’altra vicenda (presunte tangenti su una commessa in Algeria) dalla Procura di Milano.   http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/sentenza-porto-tolle-tre-anni-di-carcere-a-tato-e-scaroni-assolto-conti/932965/

Sentenza Porto Tolle: tre anni di carcere a Tatò e Scaroni, assolto Conti

di  | 31 marzo 2014 Sentenza storica nel processo a Rovigo sul disastro ambientale della Centrale Enel di Porto Tolle. Dopo diverse ore in camera di consiglio la corte ha condannato a tre anni di reclusione gli ex adPaolo Scaroni (oggi al vertice di Eni) e Franco Tatò con interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. Assolto, per mancanza di elemento soggettivo, l’attuale amministratore e direttore generaleFulvio Conti. Assolti gli altri dirigenti. La corte ha dunque accolto la tesi del pm Manuela Fasolatoche chiesto il riconoscimento del nesso causale tra le emissioni in eccesso della centrale e i danni alla salute e all’ambiente. Danni che una perizia Ispra valuta in 3,6 miliardi. Il pm aveva chiesto la condanna per tutti gli ex vertici e l’attuale ad di Enel, accusati di disastro ambientale per l’omessa installazione di apparecchi al fine di prevenire il deterioramento dell’ambiente circostante lacentrale e l’aumento delle malattie respiratorie nei bambini, evidenziato anche dall’Istituto tumori Veneto. Scaroni e Tatò sono stati condannati anche al pagamento di provvisionali alle parti civiliper circa 430 mila euro.“Sono completamente estraneo alla vicenda e farò immediatamente ricorso – è stata la reazione di Paolo Scaroni – Sono stupefatto da questa decisione, come dimostrato dalle difese la centrale Enel di Porto Tolle ha sempre rispettato gli standard in vigore, anche all’epoca dei fatti contestati”.http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/sentenza-porto-tolle-tre-anni-di-carcere-a-tato-e-scaroni-assolto-conti/932965/

Parco del Circeo RIPRESE LE DEMOLIZIONI A QUARTO CALDO

RIPRESE LE DEMOLIZIONI A QUARTO CALDO Sono ripresi i lavori di demolizione a Quarto Caldo dopo la risoluzione dei problemi burocratici che ne avevano causato un temporaneo fermo. La completa rimozione degli scheletri del "Sacco del Circeo" avverrà entro un mese. L'Amministrazione Petrucci porta così a compimento uno dei punti fondamentali del suo programma, basato sul ripristino della legalità e la tutela del territorio. Il Sindaco e l'Amministrazione ringraziano l'Ente Parco del Circeo per il sostegno economico fornito all'intervento, segno di una importante collaborazione che proseguirà con la presenza costruttiva del Comune di San Felice Circeo nel Consiglio dell'Ente.

In allegato alcune immagini dei lavori http://www.comune.sanfelicecirceo.lt.it/news/news_action.php?ACTION=due&cod_archivio=1647&HOME=1

Provincia di Latina programma delle risorse finanziarie per gli anni 2012 – 2014 destinate alla raccolta differenziata

Programma delle risorse finanziarie per gli anni 2012 – 2014 destinate alla raccolta differenziata in attuazione della DRG Lazio n° 406/2012. Approvazione programma interventi annualità 2014. 
 Deliberazione n. 11.pdf
 GP 11 elenco allegati.pdf
 GP 11 Allegato A.pdf
 GP 11 Analisi raccolta rifiuti 2008 2011 all.1.pdf
 GP 11 estratto elaborazioni dati annualit 2012.pdf
 GP 11 Abitanti porta a porta al 2013 all.1a.pdf
 GP 11 Impianti DLgs 152 06 all.1b.pdf
 GP 11 Centri raccolta comunali a marzo 2013 all.1c.pdf

Pontinia il fallimento della raccolta differenziata ferma al 22%

file:///C:/Documents%20and%20Settings/Giorgio/My%20Documents/Downloads/GP_11_Analisi_raccolta_rifiuti_2008_2011__all.1.pdf vedere pagina 40
Comune di Pontinia (valori espressi in Kg):
853.345 \ 11,5%
6.599.140
7.452.485
1.015.236 \ 14,2%
6.117.330
7.132.566
1.421.888 \ 19,7%
5.809.330
7.231.218
1.560.242 \ 22,2%
5.473.200
7.033.442
0
1.000.000
2.000.000
3.000.000
4.000.000
5.000.000
6.000.000
7.000.000
8.000.000
anno 2008 anno 2009 anno 2010 anno 2011
racc.dif.
racc.indif.
tot.
Al comune di Pontinia è stato complessivamente asse
gnato un contributo finanziario (Regione
Lazio/Provincia) pari a
€ 630.697,82
raggiungendo nel 2011 un’incidenza della raccolta di
fferenziata
sul totale pari al 22.2
%.
Abitanti Istat al 01/01/2011: 14.422
Contributo finanziario pro-capite: €/persona 43.73

greenpeace OGM no grazie 2 aprile Milano Castello Sforzesco

OGM? No grazie! ► Mercoledì a Milano spiegheremo perché vogliamo un' . Non mancate!

VERSO EXPO 2015 NUTRIRE IL PIANETA SENZA OGM CASTELLO SFORZESCO, CORTILE DELLE ARMI Piazza Castello, MILANO In Italia è allarme deregulation: a un anno da Expo 2015, l’appuntamento che farà del nostro Paese la capitale mondiale dell’alimentazione, 38 associazioni della Task Force per un’Italia libera da OGM ribadiscono le ragioni del NO. INTERVENGONO Antonio Cianciullo Giornalista di Repubblica MODERA Durante l’incontro sono previsti contributi di enti, istituzioni e associazioni aderenti alla Task Force per un’Italia libera da OGM. #ItaliaNOogm Organizzato dalla Task Force per un’Italia libera da OGM, composta da: Acli · Adoc · Adiconsum · Adusbef · Aiab · Amica · Associazione per l’Agricoltura Biodinamica · Assoconsum As. Se. Me. · Campagna Amica · Cia · Città del Vino · Cna Alimentare · Codacons · Coldiretti · Crocevia · Fai Federconsumatori · Federparchi · Firab · Focsiv · Fondazione Univerde · Greena

Caccia alle balene, Corte dell’Aja ordina al Giappone la sospensione. “E’ illegale”

Non è stato riconosciuto lo scopo scientifico della pratica sostenuta soprattutto nell'Oceano Antartico. L'Onu ha così risolto un duro contenzioso sollevato dall'Australia nel 2010

di  | 31 marzo 2014 La caccia alle balene è illegale. A dirlo è la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja che non ha riconosciuto i fini scientifici della pratica e disposto la sospensione. La caccia alle balene è praticata soprattutto dal Giappone nell’Oceano Antartico.
L’organo giudiziario dell’Onu ha così risolto il duro contenzioso sollevato nel 2010 dall’Australia che aveva citato il Giappone in giudizio chiedendo una pronuncia sulla caccia alle balene ritenuta “mera attività commerciale”. L’accusa, infatti, era di aggirare con la scappatoia della ricerca scientifica il divieto di caccia alle balene del 1986.
“Il Giappone deve revocare i permessi, le autorizzazioni o le licenze già rilasciate nell’ambito del Jarpa II (il piano sulla ricerca, ndr) e di non concedere eventuali nuove licenze nell’ambito dello stesso programma”, ha detto il giudice Peter Tomka, nel corso dell’udienza al Palazzo della Pace all’Aja. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/caccia-alle-balene-corte-dellaja-ordina-al-giappone-la-sospensione-e-illegale/932485/

Brescia, discarica ex Piccinelli. Arpa: “Acque contaminate da scorie radioattive”

La relazione dell'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere, risale al 6 ottobre scorso. Si garantisce che non c'è pericolo per gli acquedotti "perché pescano da una seconda falda". Ma il collega geologo: "La falda è una sola"

di  | 31 marzo 2014 È bastata una pioggia più intensa ed è successo il peggio: una massa di polveri radioattive, interrate in una discarica abusiva a Brescia, è finita a contatto con la falda acquifera della città. Lo scrive l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in un report sull’ex cava Piccinelli, uno dei siti contaminati più pericolosi della regione Lombardia secondo le autorità sanitarie: un’ex cava alle porte di Brescia in cui negli anni ’90 sono state sversate scorie di alluminio contaminate dal Cesio 137 fino a mille volte oltre i limiti per il terreno. Rifiuti radioattivi che da anni minacciano la falda acquifera. L’Arpa tranquillizza i cittadini escludendo la contaminazione poiché “gli acquedotti pescano da una seconda falda ad una profondità maggiore”. Ma il geologo dell’Agenzia Gian Paolo Oneda pochi mesi prima scriveva che “la falda è una sola”. Ad aumentare le preoccupazioni è la mancanza di un dispositivo di controllo dei movimento dell’area interrata.
“Il 6 ottobre 2013 – si legge nella relazione dell’Arpa, che ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere – si è verificata la parziale sommersione di uno spessore di 10-20 centimetri dei volumi radiocontaminati”. È la prima volta che il contatto tra le scorie e la falda viene certificato da un ente di controllo. Fino ad ora si era sempre trattato di timori, calcoli e ricostruzioni di possibili scenari avvenuti in passato, quando la rete di monitoraggio non era attiva. Scenari che la Prefettura solo nel giugno 2013 prospettava al Ministero dell’Ambiente usando rigorosamente il condizionale: “Esisterebbe una concreta possibilità che la falda freatica, anche in ragione della eccessiva piovosità degli ultimi periodi, possa raggiungere i rifiuti radio contaminati”. Ora invece sappiamo che è successo. 
A questo punto, la discussione si sposta sulla sicurezza dell’acqua che esce dai rubinetti di Brescia: le analisi sulle acque eseguite finora non hanno riscontrato contaminazione. Sia le analisi condotte sulle acque di falda che sull’acqua immessa nella rete idrica dalla multiutility A2A hanno escluso la presenza di radioattività “in concentrazioni superiori alla sensibilità analitica”. Questo il dato che l’agenzia si limita a riportare senza ulteriori spiegazioni. Sulla stessa linea è anche l’ultima relazione dell’Arpa, firmata dalla dirigente dell’“area radiazioni” Maria Grazia Santini e dal chimico Sergio Resola: una contaminazione dell’acquedotto sarebbe lo scenario “più critico sebbene non realistico – scrivono i tecnici – per l’assenza di punti di captazione, in prossimità dell’area, di acque dalla prima falda” destinate al consumo umano. Nessun problema quindi per i pozzi dell’acquedotto, che pescano a una profondità maggiore, nella seconda falda. 
Ma il collega Gian Paolo Oneda, geologo dell’Arpa, solo pochi mesi fa, aveva stabilito invece come in quella zona non vi sia alcuna distinzione tra la prima e la seconda falda. Ci sarebbe, insomma, una sola falda. Una situazione che metterebbe più a rischio, potenzialmente, il pozzo che si trova a sud della discarica abusiva, regolarmente allacciato all’acquedotto. Il geologo che ha firmato quella relazione nell’aprile 2012 non si occupa più del caso. Raggiunto al telefono, risponde: “Confermo tutto: la falda è una sola”. Se fosse così, la situazione sarebbe grave a causa delle proprietà fisiche del Cesio 137, tra gli isotopi radioattivi più solubili.
Per monitorare il sito attuamente non esiste un dispositivo che segnali in tempo reale i movimenti della falda. L’Arpa nel giugno scorso lo aveva chiesto al Comune di Brescia, che non ha ancora provveduto. Pochi giorni fa, per far fronte alle emergenze ambientali, la consigliera M5S Laura Gamba ha presentato un emendamento per destinare 820mila euro per gli interventi urgenti di bonifica. Una scelta condivisa e rilanciata anche da Legambiente. Ma l’emendamento è stato bocciato dalla maggioranza di centrosinistra: quei soldi verranno utilizzati per la ristrutturazione di una piazzetta del centro storico. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/brescia-discarica-abusiva-ex-piccinelli-arpa-acque-contaminate-da-scorie-radioattive/930903/

Lazio, approvate nuove modifiche al Piano Casa

Saranno favoriti l’housing sociale, la rigenerazione urbana e gli interventi in aree agricole http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/lazio-approvate-nuove-modifiche-al-piano-casa_38704_15.html

31/03/2014 - La commissione urbanistica del Consiglio regionale del Lazio ha dato parere favorevole alle modifiche al Piano Casa del Lazio.
 
Si tratta della proposta di legge numero 75, che contiene le modifiche volute dalla Giunta regionale, la seconda dopo la numero 76, già approvata a gennaio scorso
In particolare - spiega la Regione -, vengono cambiate le norme del vecchio Piano Casa che andavano a incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe - in particolare i cambi di destinazione d’uso - con relativo premio di cubatura, restituendo centralità ai Comuni.

In secondo luogo vengono cambiate le norme sull’housing sociale, anche rispondendo alle sollecitazioni arrivate dagli operatori nelle audizioni. Si favoriscono, poi, tutti gli interventi sulla ‘città costruita’ - demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d’uso - la cosiddetta rigenerazione urbana, anche attraverso la semplificazione delle norme, in maniera da ridurre il consumo di suolo.

Infine vengono modificate anche le norme che riguardano leimprese agricole che avranno la possibilità di fare interventi all’interno dei piani aziendali, dando la possibilità di demolizioni e ricostruzioni, senza modificare la destinazione agricola delle aree in questione.

Il presidente della Commissione, Enrico Panunzi (Pd), ha espresso “viva soddisfazione per un impegno che aveva preso la Giunta e che la commissione ha portato a compimento, in tempi rapidi e in un positivo clima di collaborazione. Ora dobbiamo arrivare velocemente al voto del Consiglio regionale”.

Adesso, infatti, la legge dovrà arrivare in Aula per avere l’approvazione definitiva. Sarà discussa - ha spiegato ancora il presidente Panunzi - insieme alla proposta numero 76, quella che contiene le norme concordate fra la Giunta e il Ministero dei Beni culturali, in maniera da evitare il contenzioso avviato dal Ministero stesso di fronte alla Corte costituzionale.

Collegato Ambiente: incentivi agli appalti verdi e riciclo materiali

Per il 2014 stanziati 10 milioni di euro per la demolizione degli immobili abusivi, unificate le commissioni per la Via e l’Aia http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/collegato-ambiente-incentivi-agli-appalti-verdi-e-riciclo-materiali_38711_15.html

31/03/2014 - È iniziata in questi giorni in Commissione Ambiente alla Camera l’esame del Collegato Ambiente alla Legge di Stabilità 2014. Il testo, che dopo essere stato licenziato dal Consiglio dei Ministri lo scorso novembre è rimasto fermo per quasi quattro mesi, prevede il finanziamento della demolizione degli immobili abusivi, incentivi per gli appalti verdi e la semplificazione dei procedimenti di Via, Vas e Aia.
Ecco, nel dettaglio, le misure del disegno di legge.
 
Appalti verdi
Gli operatori economici dotati di registrazione EMAS o di marchio Ecolabel, che partecipano ad una gara d’appalto, avranno un incentivo pari alla riduzione del 20% della cauzione a corredo dell'offerta e della garanzia di esecuzione prestata dall'aggiudicatario.
 
Recupero materiali
Il ddl propone una serie di incentivi a chi acquista prodotti realizzati grazie al recupero e al riciclo di rifiuti urbani, carta, plastica, oggettistica per la casa, pannelli fonoassorbenti, arredamenti per esterni, profilati per prefabbricati, vetro e compost.

Demolizione degli immobili abusivi
Il Collegato Ambiente stanzia 10 milioni di euro nel 2014 con i quali i Comuni potranno procedere all’abbattimento degli immobili abusivi. La priorità negli abbattimenti sarà data ai manufatti situati in aree a rischio idrogeologico elevato o molto elevato.
 
Ricordiamo che la demolizione degli edifici abusivi si è scontrata più volte con proposte di legge tese a sottolineare la “valenza sociale” degli abusi edilizi, commessi spesso per rispondere ad esigenze abitative e risolvere il problema della carenza di alloggi. Da ultimo, il ddl Falanga prevede che gli abbattimenti seguano una lista di priorità, prediligendo gli immobili pericolanti o usati dalla criminalità organizzata e facendo passare in secondo piano i piccoli abusi, commessi per rendere più vivibili gli edifici.

Via, Vas e Aia
Inizialmente la VIA costituiva un presupposto di legittimità per la favorevole conclusione del procedimento di AIA nei casi nei quali la legge richiedeva l’attivazione di ambedue i procedimenti.
Dato che, successivamente, il DL 128/2010 ha introdotto un procedimento unitario sia per la localizzazione dell’impianto che per la valutazione del suo impatto sull’ambiente, il Collegato Ambiente unifica le due commissioni. La specificità delle singole procedure continuerà ad essere tutelata dalla presenza di quattro sottocommissioni per la Via, la Via speciale, la Vas e l’Aia.

domenica 30 marzo 2014

Quale futuro energetico per l'Europa

ubblicazione - 2014-03-27
In tre distinti rapporti Greenpeace fotografa la situazione delle grandi aziende elettriche ancora bloccate a difendere le fonti fossili, del pericoloso invecchiamento centrali nucleari e del conflitto tra rinnovabili e fonti sporche nelle reti elettriche in Europa. Entro ottobre 2014 la UE dovrà decidere la propria politica energetica e di taglio delle emissioni di CO2 e stabilire gli obiettivi al 2030.
"Locked in the past": le grandi aziende energetiche europee come emerge dai loro investimenti sbagliati, sono rimaste legate al passato e alle fonti fossili, che le hanno portate in una condizione finanziaria precaria. I segnali di cambiamento del mercato c'erano ed erano evidenti, ma le compagnie energetiche non sono state in grado di coglierli e sono pertanto rimaste indietro nella corsa alle rinnovabili. Per questo ora cercano di bloccarne il mercato.
"Out of age": su 151 reattori nucleari operanti in Europa, 66 hanno più di 30 anni, 25 più di 35 anni, 7 più di 40 anni. Greenpeace ha fatto una fotografia della tragica situazione evidenziando i rischi legati all'invecchiamento dei reattori, molti dei quali stanno operando con deroghe rispetto all'iniziale periodo di vita previsto.
"powE[R] 2030": L’Europa ha bisogno di politiche energetiche unitarie, altrimenti i costi del sistema dell’energia elettrica aumenteranno di circa 2 miliardi di euro l'anno entro il 2030. Il rapporto dimostra come con investi uguali a quelli previsti da ENTSO-E (il network europeo dei gestori delle reti elettriche) sarebbe possibile dimezzare i chilometri di nuove linee elettriche aumentando contemporaneamente l'integrazione delle rinnovabili fino al 77% sul totale. Se invece ogni paese continuerà a procedere autonomamente questo causerà costi più alti per tutto il sistema. http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/Quale-futuro-energetico-per-lEuropa/

"Take Action! Uno scatto per l'ambiente" - Concorso Fotografico da Greenpeace

https://www.facebook.com/events/228502514021153/
Inizia alle ore 9.00 · Termina alle ore 23.30
Al via la prima edizione del concorso fotografico "Take Action! Uno scatto per l'ambiente"organizzato dai volontari dei Gruppi Locali di Roma di Greenpeace e dedicato a tutti gli amanti della natura appassionati di fotografia. Il concorso vuole mostrare le azioni che compiamo ogni giorno per aiutare il Pianeta attraverso tematiche legate alle campagne di Greenpeace: un'occasione unica per esprimere il proprio impegno per la tutela dell’ambiente attraverso uno scatto originale.
Il concorso è gratuito e aperto a tutti, fotoamatori e professionisti, senza limiti di età, ed è suddiviso in 5 temi ispirati alle campagne di Greenpeace: Deforestazione Zero, Clima ed Energia, Mari e Oceani, Sostanze Tossiche, Agricoltura e OGM. Ogni partecipante può scegliere un tema e presentare n.1 foto che dovrà testimoniare un'azione positiva per l'ambiente oppure mostrare le conseguenze delle azioni negative da parte dell'uomo sulla natura che lo circonda.
Per prendere parte al concorso basterà dunque guardarsi intorno, pensare ai gesti che si compiono tutti i giorni e cercare esempi da seguire o azioni da condannare nella propria realtà locale per immortalarli in uno scatto.
Come partecipare: la foto dovrà essere inviata all'indirizzo mail concorsogreenpeaceglroma@gmail.com a partire dal 25 marzo ed entro il 25 aprile.
A chiusura del bando di partecipazione, nella prima fase le foto - in linea con i 5 temi del concorso e con i valori dell’associazione - saranno pubblicate online sulla pagina Facebook“Greenpeace Gruppo Locale di Roma” dove gli utenti potranno votarle a suon di “like” dal 28 aprile all'8 maggio 2014. Le fotografie che riceveranno il maggior numero di “mi piace” saranno poi esposte in una mostra allestita durante la serata conclusiva dell’evento che si terrà il 23 maggio 2014 presso i locali delFusolab 2.0 (Viale della Bella Villa, 94 – Roma) e sottoposte ad una seconda votazione da parte dei presenti. I vincitori finali saranno decisi sommando i voti ottenuti durante l’evento e il parere di una commissione costituita da esperti del settore, che annuncerà i risultati la sera stessa e premierà i vincitori.
Il 1° classificato riceverà gadget di Greenpeace e un buono per partecipare ad uno dei corsi organizzati presso il Fusolab 2.0 (elenco completo suwww.fusolab.net) nell'anno 2014/2015; il 2° classificato sarà premiato con gadget di Greenpeace accompagnati da una bicicletta; il 3° classificato riceverà i gadget firmati Greenpeace insieme ad un oggetto realizzato dall'organizzazione “2 Panche Agricole” (https://www.facebook.com/pages/2-Panche-Agricole/602396103144744?fref=ts).
Tutti coloro che intendano partecipare al concorso fotografico “Take Action! Uno scatto per l’ambiente” sono tenuti aleggere attentamente il regolamento completo al seguente link e compilare gli allegati:
https://volontari.greenpeace.it/content/take-action-uno-scatto-lambiente-il-concorso-fotografico-di-greenpeace-gruppi-locali-di-roma