Borgo Bainsizza centrale "modello" a biogas in nessun controllo emissioni e scarichi conformi alla normativa
Le emissioni in atmosfera sui campioni del 14/08/12 evidenziano il superamento del parametro COT carbonio organico totale rispetto alle prescrizioni nell’autorizzazione
Per consultare in documenti ufficiali
http://www.lazio5stelle.it/index.php/2014/01/borgo-bainsizza-fuori-limite-di-legge-si-intervenga/
Sentenza Tar Piemonte 9 ottobre 2013, n. 1046
Energia - Impianto a biogas - Emissioni - Autorizzazione integrata ambientale (Aia) - Condizioni - Controlli - Superamento limiti carbonio organico totale (Cot) - Calcolo - Comprensivo della componente metano - Legittimità - Sussiste
Ai fini della verifica del superamento dei limiti imposti dalla autorizzazione integrata ambientale (Aia) per le emissioni di un impianto a biogas da biomassa nel carbonio organico totale emesso dall'impianto va considerata anche la componente metano.
Lo ha ricordato il Tar Piemonte (sentenza 9 ottobre 2013, n. 1046) che ha confermato il provvedimento della Provincia che ha diffidato un'impresa dal continuare ad esercire un impianto a biogas già autorizzato con Aia, per l'accertato successivo superamento del limite di emissione in atmosfera riferito al carbonio organico totale (Cot). L'impresa ha ribattuto che nel Cot non andava inclusa la componente metanica.
>Non la pensano così i Giudici. Il carbonio organico totale si riferisce ad ogni composto, metanico e non. Assume rilevanza il fatto che il Dlgs 152/2006 non prevede (parte III dell'allegato I alla parte V) nessun limite per il metano, ma solo per il Cot. Se il Legislatore avesse inteso il Cot come non comprensivo della componente metanica, avrebbe disciplinato a parte i limiti per le emissioni di metano, la cui dannosità per l'ambiente ai tempi dell'entrata in vigore del Codice ambientale (2006), risultava acclarata. Infine il fatto che il Cot sia un indice di qualità della combustione rende logico e razionale includervi tutte le forme di Cot che possono rilevare la presenza di idrocarburi non combusti.
Lo ha ricordato il Tar Piemonte (sentenza 9 ottobre 2013, n. 1046) che ha confermato il provvedimento della Provincia che ha diffidato un'impresa dal continuare ad esercire un impianto a biogas già autorizzato con Aia, per l'accertato successivo superamento del limite di emissione in atmosfera riferito al carbonio organico totale (Cot). L'impresa ha ribattuto che nel Cot non andava inclusa la componente metanica.
>Non la pensano così i Giudici. Il carbonio organico totale si riferisce ad ogni composto, metanico e non. Assume rilevanza il fatto che il Dlgs 152/2006 non prevede (parte III dell'allegato I alla parte V) nessun limite per il metano, ma solo per il Cot. Se il Legislatore avesse inteso il Cot come non comprensivo della componente metanica, avrebbe disciplinato a parte i limiti per le emissioni di metano, la cui dannosità per l'ambiente ai tempi dell'entrata in vigore del Codice ambientale (2006), risultava acclarata. Infine il fatto che il Cot sia un indice di qualità della combustione rende logico e razionale includervi tutte le forme di Cot che possono rilevare la presenza di idrocarburi non combusti.
http://www.reteambiente.it/normativa/19565/
Idrocarburi Policiclici Aromatici
Che cosa sono?
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (I.P.A.) costituiscono un numeroso gruppo di composti organici formati da uno o più anelli benzenici. In generale si tratta di sostanze solide a temperatura ambiente, sostanze scarsamente solubili in acqua, degradabili in presenza di radiazione ultravioletta ed altamente affini ai grassi presenti nei tessuti viventi.
Il composto più studiato e rilevato è il benzo(a)pirene che ha una struttura con cinque anelli aromatici condensati.
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici sono contenuti nel carbone e nei prodotti petroliferi (particolarmente nel gasolio e negli olii combustibili).
Essi vengono emessi in atmosfera come residui di combustioni incomplete in alcune attività industriali (cokerie, produzione e lavorazione di grafite, trattamento del carbon fossile) e nelle caldaie (soprattutto quelle alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti); inoltre sono presenti nelle emissioni degli autoveicoli (sia diesel che benzina). In generale l’emissione di I.P.A. nell’ambiente risulta molto variabile a seconda del tipo di sorgente, del tipo di combustibile e della qualità della combustione.
La presenza di questi composti nei gas di scarico degli autoveicoli è dovuta sia alla frazione presente come tale nel carburante, sia alla frazione che per pirosintesi ha origine durante il processo di combustione. Gli I.P.A. sono per la maggior parte adsorbiti e trasportati da particelle carboniose (fuliggine) emesse dalle stesse fonti che li hanno originati.
La maggior concentrazione di I.P.A. si trova nelle aree urbane attraversate da traffico veicolare intenso, con valori più elevati nei mesi invernali.
Il composto più studiato e rilevato è il benzo(a)pirene che ha una struttura con cinque anelli aromatici condensati.
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici sono contenuti nel carbone e nei prodotti petroliferi (particolarmente nel gasolio e negli olii combustibili).
Essi vengono emessi in atmosfera come residui di combustioni incomplete in alcune attività industriali (cokerie, produzione e lavorazione di grafite, trattamento del carbon fossile) e nelle caldaie (soprattutto quelle alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti); inoltre sono presenti nelle emissioni degli autoveicoli (sia diesel che benzina). In generale l’emissione di I.P.A. nell’ambiente risulta molto variabile a seconda del tipo di sorgente, del tipo di combustibile e della qualità della combustione.
La presenza di questi composti nei gas di scarico degli autoveicoli è dovuta sia alla frazione presente come tale nel carburante, sia alla frazione che per pirosintesi ha origine durante il processo di combustione. Gli I.P.A. sono per la maggior parte adsorbiti e trasportati da particelle carboniose (fuliggine) emesse dalle stesse fonti che li hanno originati.
La maggior concentrazione di I.P.A. si trova nelle aree urbane attraversate da traffico veicolare intenso, con valori più elevati nei mesi invernali.
Effetti sulla salute e sull’ambiente
Gli I.P.A. sono tra i Composti Organici Volatili più pericolosi per la salute dell’uomo. L’assorbimento degli I.P.A. può avvenire per inalazione di polveri, aerosol o vapori, essendo presenti come sostanze adsorbite sul particolato, per ingestione di alimenti contaminati o attraverso la cute.
Per quanto riguarda le conseguenze sulla salute, mentre non sono stati rilevati casi di effetti tossicologici acuti, un numero considerevole di Idrocarburi Policiclici Aromatici presentano attività cancerogena, sia in esperimenti di laboratorio che tramite indagini epidemiologiche. In particolare le stime della Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che nove persone su centomila esposte ad una concentrazione di 1 nanogrammo per metro cubo (1 nanogrammo è un miliardesimo di grammo) di benzo(a)pirene sono a rischio di contrarre il cancro. L’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) ha inserito il benzo(a)pirene e altri I.P.A. con 4-6 anelli condensati nelle classi 2A o 2B (possibili o probabili cancerogeni per l'uomo) per gli effetti dimostrati "in vitro".
Pericolosità ancora più elevata rispetto agli Idrocarburi Policiclici Aromatici è stata dimostrata da I.P.A. con azoto e ossigeno, anch'essi generati nelle combustioni incomplete.
Per quanto riguarda le conseguenze sulla salute, mentre non sono stati rilevati casi di effetti tossicologici acuti, un numero considerevole di Idrocarburi Policiclici Aromatici presentano attività cancerogena, sia in esperimenti di laboratorio che tramite indagini epidemiologiche. In particolare le stime della Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che nove persone su centomila esposte ad una concentrazione di 1 nanogrammo per metro cubo (1 nanogrammo è un miliardesimo di grammo) di benzo(a)pirene sono a rischio di contrarre il cancro. L’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) ha inserito il benzo(a)pirene e altri I.P.A. con 4-6 anelli condensati nelle classi 2A o 2B (possibili o probabili cancerogeni per l'uomo) per gli effetti dimostrati "in vitro".
Pericolosità ancora più elevata rispetto agli Idrocarburi Policiclici Aromatici è stata dimostrata da I.P.A. con azoto e ossigeno, anch'essi generati nelle combustioni incomplete.
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici fanno parte di una più ampia classe di inquinanti conosciuti con il nome di Inquinanti Organici Persistenti, sostanze organiche che resistono ai processi ambientali di degradazione naturale, ovvero di scissione o trasformazione in altre sostanze grazie a meccanismi di origine chimica o biologica o originati dall'azione della luce (denominati per questo fotolitici). Questi inquinanti, analogamente ai metalli pesanti , tendono ad accumularsi in alcuni tessuti degli esseri viventi (bioaccumulo) provocando effetti negativi alla salute umana e all'ambiente in generale. Esempi di inquinanti organici persistenti – oltre agli IPA – sono pesticidi come il DDT, e le diossine e i furani che derivano dalla combustione a bassa temperatura di sostanze che contengono cloro oltre ad essere sottoprodotti di alcuni processi industriali.
Gli inquinanti organici persistenti, come del resto i metalli pesanti, in atmosfera si trovano prevalentemente nel particolato. Avendo riconosciuto che l’inquinamento da particolato – soprattutto da particolato fine – è un fenomeno che interessa scale spaziali di centinaia e migliaia di chilometri, tanto che si parla addirittura di inquinamento emisferico, è stato predisposto e sottoscritto il protocollo di Aarhus sui composti organici persistenti il cui obiettivo è la limitazione dell'inquinamento da composti organici persistenti a livello transfrontaliero.
http://www.lamiaaria.it/tutto-su/gli-inquinanti/idrocarburi-policiclici-aromatici.aspx
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