domenica 5 ottobre 2014

Il comitato Porto Torres: «Energia, Saras non fa gli interessi del popolo sardo»

Intervista. Una rete di movimenti in lotta contro il Progetto Eleonora
Paola Pil­li­sio è uno dei por­ta­voce del comi­tato che a Porto Tor­res si batte con­tro la rea­liz­za­zione, in una delle aree più inqui­nate d’Italia, di un impianto chi­mico, di pro­prietà Matrìca, ali­men­tato da una cen­trale che dovrebbe bru­ciare bio­masse (esat­ta­mente, piante essic­cate di cardo). Insieme a un ampio car­tello regio­nale di movi­menti, anche il comi­tato di Porto Tor­res ha soste­nuto la lotta di Arbo­rea con­tro il Pro­getto Eleo­nora della Saras dei fra­telli Moratti.
Per giu­sti­fi­care le tri­vel­la­zioni alla ricerca di gas ad Arbo­rea si con­ti­nua ripe­tere la sto­ria che se il prezzo dell’energia in Sar­de­gna è più caro è per­ché l’isola non solo non è col­le­gata alla rete inter­na­zio­nale di distri­bu­zione del metano ma nean­che pro­duce metano in loco.
Non è vero: noi in Sar­de­gna il gpl lo pro­du­ciamo. E lo paghiamo, nono­stante ripe­tuti inter­venti dell’authority, fino al dop­pio rispetto al resto d’Italia. Il fatto è che l’unica raf­fi­ne­ria a pro­durlo è pro­prio la Saras dei Moratti. Con gli imbot­ti­glia­tori e i distri­bu­tori di gpl, l’azienda di Sar­roch ha messo su un car­tello che ha fatto cre­scere i prezzi in maniera abnorme, inac­cet­ta­bile. E’ dav­vero scon­cer­tante far finta di non sapere che il caro ener­gia in Sar­de­gna è legato alla pre­senza di un ope­ra­tore, la Saras, che per i suoi 4000 gwh/anno (un terzo della pro­du­zione iso­lana) gode dell’incentivo Cip6 (con rela­tiva tariffa dop­pia) per­ché li pro­duce uti­liz­zando i resi­dui della raf­fi­na­zione del petro­lio, assi­mi­lati alle rin­no­va­bili. Non entriamo poi nel merito degli oneri di ser­vi­zio inse­riti nelle nostre bol­lette ener­ge­ti­che per pagare l’essenzialità ad altri ope­ra­tori solo per­ché esi­stono e non per­ché pro­du­cono. Non si può per­dere la ric­chezza del turi­smo e dell’agricoltura per arric­chire spe­cu­la­tori del kilo­wat­tora sov­ven­zio­nato con i nostri soldi.
Ora però in campo c’è un sog­getto nuovo: i movi­menti nati nei territori…
Cer­ta­mente l’azione dei comi­tati ha fatto cre­scere la con­sa­pe­vo­lezza del valore dei luo­ghi in cui si vive. Lo sta­gno di S’Ena Arru­bia prima non se lo filava pro­prio nes­suno. La vit­to­ria con­tro l’inceneritore di Ottana e con­tro altre spe­cu­la­zioni, in ultimo quella di Arbo­rea, sono state un esem­pio di raf­for­za­mento reci­proco di isti­tu­zioni e comi­tati di lotta. Sem­pre più sin­daci si schie­rano con le pro­prie popo­la­zioni, ne inter­pre­tano i pro­getti e i sogni. C’è tutto da inven­tare e a volte da rein­ven­tare. Si tratta di un’affascinante ri-produzione di luo­ghi e di comu­nità, nel senso che i nostri luo­ghi erano diven­tati invi­si­bili allo sguardo, alla nostra intel­li­genza e alla nostra capa­cità di fare. E ora invece un immenso labo­ra­to­rio si apre. C’è una grande dif­fe­renza tra il ritro­varsi liberi nei ter­ri­tori appena sot­tratti all’ingordigia degli spe­cu­la­tori e il sedersi, asser­viti e dispe­rati, a tavoli come quello di Matrìca a Porto Tor­res, dove par­titi e sin­da­cati par­lano a nome di comu­nità che non rap­pre­sen­tano. Nean­che si pon­gono il pro­blema di che cosa sia suc­cesso ad Arbo­rea e di che cosa, sem­pre di più, stia acca­dendo dap­per­tutto in Sar­de­gna. Ce la pos­siamo fare anche senza la chi­mica. Abbiamo rin­no­va­bili e idroe­let­trico a volontà.
La giunta regio­nale e il pre­si­dente Fran­ce­sco Pigliaru che cosa dovreb­bero fare?
Dovreb­bero sospen­dere imme­dia­ta­mente tutte le auto­riz­za­zioni date per nuovi impianti e non con­ce­derne altre prima che sia stato ela­bo­rato un Piano ener­ge­tico regio­nale che tenga conto dei reali inte­ressi della Sardegna.
http://ilmanifesto.info/il-comitato-porto-torres-energia-saras-non-fa-gli-interessi-del-popolo-sardo/

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