mercoledì 22 ottobre 2014

SENTENZA ILVA “La frode fu gestita dai Riva”

Un sistema di frode interamente controllato,
gestito e finalizzato a vendere a clienti esteri i
beni prodotti dalle acciaierie di Taranto ottenendo
il pagamento in contanti e nel contempo beneficiando
delle agevolazioni in assenza del presupposto
della dilazione”. Era questa la volontà di
Emilio Riva, il proprietario dell’Ilva morto lo scorso
aprile e del figlio Fabio secondo le motivazioni
della sentenza con cui il Tribunale di Milano lo
scorso 21 luglio ha condannato a sei anno e mezzo
di carcere, per una presunta truffa da 100 milioni ai
danni dello Stato, il vice presidente dell’Ilva Fabio
Riva insieme altri dirigenti della holding dell’acciaio.
I giudici che tre mesi fa hanno anche disposto
la confisca di beni mobili e immobili a tutti
gli imputati, hanno sottolineato che il sistema architettato
dai Riva padre e figlio “doveva consentire
non solo la percezione del contributo ma anche
la possibilità di trattenere all’estero quanto più denaro

possibile”. il fatto quotidiano 22 ottobre 2014

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