il
quotidiano di Latina 21 ottobre 2014
L’eredità
di Luca Fegatelli, un nuovo responsabile esterno e molti errori nel
caso Montello
L’Area
Rifiuti della Regione è un ginepraio di dirigenti e nessuno ha
controllato
SCENARI
LE
VERIFICHE
DELLA
PROCURA
POTREBBERO
LAMBIRE
LA
PISANA
ED
ECOAMBIENTE
Tra
due giorni si potrà conoscere
per
la prima volta
la
versione degli indagati
dello
scandalo Indeco che si trovano
agli
arresti domiciliari e
che,
dunque, verranno sottoposti
ad
interrogatorio di garanzia. Ma
nel
frattempo ulteriori verifiche
sullo
scandalo del mancato accantonamento
dei
fondi post
mortem
per la discarica potrebbero
estendersi
all’Area Rifiuti
della
Regione Lazio. Il nome
indica
un immenso ufficio di
coordinamento
e azioni dell’am -
ministrazione
regionale sull’in -
tero
ciclo dei rifiuti. Un ginepraio
di
competenze, di dirigenti,
funzionari,
responsabili di settore,
insomma
il «cervello» che
assume
ogni decisione su impiantistica,
raccolta,
discariche, differenziata,
piano di programmazione
e
di emergenza, tariffe,
controlli
sui documenti. E a questa
maxicentrale
operativa creata
circa
venti anni fa dall’assessore
a
l l’ambiente dell’epoca, Giovanni
Hermanin,
è «sfuggito»
che
la Indeco srl alla vigilia del
termine
di coltivazione della discarica
non
aveva a disposizione
i
fondi necessari per tenere in
sicurezza
la stessa per i 30 anni
successivi
come prevede la legge.
Eppure
quei fondi erano stati
prelevati
dalle bollette dei cittadini.
L’Area
rifiuti fino a gennaio
del
2014 è stata nelle mani di
Luca
Fegatelli, arrestato
nell
’ambito dell’inchiesta su
Manlio
Cerroni che ha provato
come
il gruppo dell’avvocato romano
aveva
un fortissimo potere
sugli
uffici regionali, al punto da
ottenere
nel tempo provvedimenti
a
proprio favore sulle discariche,
compresa
quella di
Borgo
Montello dove Cerroni è
presente
tramite Ecoambiente, il
secondo
gestore degli invasi. In
seguito
all’arresto di Fegatelli e
d
el l’altro dirigente coinvolto,
Raniero
De Filippis, la giunta
Zingaretti
e l’assessore all’am -
biente
Civita hanno provato a
cambiare
un po’ di cose dentro la
famosa
«Area Ambiente» e hanno
anche
chiamato un nuovo
dirigente
esterno, Flaminia Tosini.
E’
quest’ultima che ha dovuto
seguire
la conferenza di servizi
per
l’autorizzazione Aia a Indeco,
concessa
appena un mese emezzo
fa, quando cioè era già
stato
accertato dalla Questura di
Latina
che i soldi per la gestione
post
mortem non c’erano. E che
l’autorizzazione
Aia si sarebbe
innestata
su una situazione complessa,
in
un’area inquinata e che
c’erano
danni potenziali e attuali
per
i cittadini come affermava
l’Arpa,
ossia l’organismo tecnico
di
controllo ambientale di
derivazione
diretta della Regione
Lazio.
La scarsissima attenzione
della
Regione Lazio è stata sottolineata
e
censurata anche dal giudice
che
ha firmato i provvedimenti
cautelari
per i vertici di
Indeco.
Ed è un errore che ancora
non
è stato giustificato in alcun
modo
dall’Area Ambiente della
Regione,
nemmeno dal dirigente
responsabile,
appunto Flaminia
Tosini.
La quale si trova comunque
ad
operare con uno staff che
viene
dal passato, molti degli
attuali
dipendenti di quel settore
appartengono
allo stessa squadra
che
fu di Luca Fegatelli e di
Raniero
De Filippis. In questo
senso
il «ricambio» tentato
dall’attuale
amministrazione potrebbe
non
essere riuscito o non
essere
stato sufficiente, neppure
dopo
il cambio nell’ufficio del
super
dirigente De Filippis, da
marzo
occupato da Bruno Placidi,
già
commissario della Regione
al
Mof di Fondi. Di fatto la
Regione
non è stata in grado di
capire
la gravità di quello che
stava
succedendo a Montello,
nell’invaso
di Indeco. Peraltro
analoga
richiesta di Aia e ampliamento
è
stata formulata da
Ecoambiente
e su questa istanza
la
Regione si deve ora pronunciare
non
si sa se prima o dopo
aver
verificato l’esistenza, anche
in
questo caso, dei fondi necessari
alla
manutenzione post mortem
del
secondo invaso, quello di
Ecoambiente-Cerroni
appunto.
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quotidiano di Latina 21 ottobre 2014
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