Per la bonifica dei siti contaminati occorre evitare che il pubblico, i cittadini, le istituzioni paghino un'altra volta dopo aver subito il danno ambientale e sanitario, il costo delle analisi e delle verifiche.
chi inquina paga? e chi inquinerà ancora?
Quindi deve rimanere l'obbligo del chi inquina paga ma va anche evitato che altri impianti nocivi e inquinanti (già in funzione, oppure appena autorizzati o in corso di autorizzazione) non diano garanzie oppure che le garanzie non siano sufficienti per coprire i danni e la necessaria bonifica.
E' il caso, infatti, di discariche, impianti di compostaggio, tmb, inceneritori, centrali a turbogas, biomasse, biogas che non hanno accantonato le somme di legge (per le quali ricevono il compenso come denunciato per esempio dall'assessore all'ambiente del comune di Latina Fabrizio Cirilli in merito alle discariche di Borgo Montello ditte Indeco ed Ecoambiente di cui a settembre 2014 è stata rinnovata l'AIA), oppure tutti gli impianti che vengono autorizzati pur non avendo la fideiussione rilasciata da istituti e nei modi di legge indicati dalla relazione della Banca d'Italia (come per esempio le centrali a biogas di Maenza, Pontinia, Latina, Aprilia, Cisterna, Sabaudia, Sezze, Sermoneta tutte in provincia di Latina) oppure addirittura con fideiussioni oltre che rilasciate da Istituti che non ne hanno i requisiti sono addirittura falliti (come per esempio la centrale a biogas di Borgo Bainsizza a Latina che non ha superato alcun controllo dell'ArpaLazio superando sia i limiti delle emissioni in atmosfera che degli scarichi) o a pericolo rilevante anche con incidenti mortali (come per esempio quelli accaduti ad Adria a settembre e a luglio alla Kyklos di Aprilia).
quali sistemi e ditte per bonifica?
Varie fonti autorevoli dichiarano due pericoli in merito alle bonifiche che il sistema adottato per la bonifica o non sia idonea o che venga aggirato nelle attuazioni e nei controlli e che ci sia il pericolo che gli appalti vengano assegnati o a ditte che hanno già inquinato(o direttamente o collegate alle responsabili) o ditte legate alla malavita.
E' quindi necessario il controllo pubblico, anche dei comitati dei cittadini (escludendo ovviamente le associazioni finte ambientaliste in società con le ditte che inquinano o finanziate dalle stesse) con la necessaria trasparenza nei progetti di bonifica, controllo, monitoraggio e nella scelta delle aziende (è il caso del monitoraggio nella discarica di Borgo Montello a Latina che secondo il CTU del tribunale di Latina non corrisponde alla buona tecnica, in modo insufficiente. Lo stesso CTU giudica insufficiente lo stesso progetto di bonifica posto a base del rinnovo dell'AIA di settembre 2014). Sempre in merito alla discarica di Borgo Montello non è mai stata resa nota l'analisi del terreno dopo gli scavi, nè il monitoraggio, nè i dati nell'ultima area caratterizzata.
Come migliorare norme e prassi
La continua evoluzione dei fatti di cronaca con nuovi siti inquinati da rifiuti industriali, speciali, urbani negli anni '70 – 80 (e anche recenti) indicano una situazione compromessa in vaste aree e in quasi tutte le regioni. Dovrebbe essere svolto, a livello comunale, un censimento dei siti industriali dismessi con la caratterizzazione delle attività, epoca di lavorazione e prassi di smaltimento (dell'epoca) con uso di inceneritori aziendali, interramento o mancata bonifica. A Latina e provincia si va da 1 ha di rifiuti speciali interrati nell'ex stabilimento Fulgorcavi (cavi elettrici con smalteria) con annesso inceneritore, l'ex Fonderia e Smalteria a Borgo Piave, ex Mira Lanza (detersivi) a Pontinia. E' evidente che ogni sito dismesso o utilizzato negli anni '70 – 80 – 90 è potenzialmente inquinato anche per la prassi in uso prima dell'entrata in vigore della legge Merli (10 maggio 1976 n. 319) continuata in qualche caso per necessità aziendali o per il ritardo o difficoltà nei controlli pubblici e per la successiva regolarizzazione.
Dall'analisi di una situazione ambientale e sanitaria compromessa in diverse aree del paese è evidente che per una corretta caratterizzazione dei siti (o degli ambiti territoriali composti da più siti) vanno confrontati e analizzati:
- indagine epidemiologica in tutte le aree a rischio (quindi confinanti o in vicinanza) quali discariche, stabilimenti chimici, impianti di trattamento rifiuti, di produzione energetica, fabbriche dismesse;
- analisi dei pozzi, delle falde, dei corsi d'acqua, monitoraggio ambientale effettuati sia dagli enti pubblici che dai laboratori privati.
Dopo il riconoscimento, oppure durante la semplice fase di verifica, di siti (o di aree) contaminati va effettuata la messa in sicurezza dei siti e quindi adottate le fasi di bonifica.
La normativa attuale di autorizzazione (o di comunicazione di inizio attività) di impianti pericolosi o inquinanti, della valutazione di impatto ambientale non considera nella giusta misura una situazione di degrado, di inquinamento o comunque già compromessa dal punto di vista sanitario.
Quindi oltre alla bonifica dei siti contaminati va adottata una normativa di tutela per evitare ulteriori situazioni.
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