domenica 9 ottobre 2011

inceneritori di russi e la bagassa sudanese

Ricevo e pubblico

Spett.le Redazione,
inviamo comunicato stampa con preghiera di pubblicazione.
Ringraziamo e salutiamo cordialmente

Per Ravenna Virtuosa
Roberta Babini


IN ARRIVO A RUSSI LA BAGASSA SUDANESE ?
Oltre ai cittadini, Beffata anche Coldiretti ?

E’ una di quelle notizie che di solito si leggono sui giornali che si occupano di industria e che di solito passano inosservate a chi non pone grande attenzione alle operazioni di grande finanza, ma che a nostro parere anticipa e soprattutto potrebbe definitivamente “svelare” le intenzioni di PowerCrop per il progetto ex Eridania Russi.

E’ stato infatti concluso l’accordo fra il gruppo saccarifero italiano Eridania Sadam e la corporation partecipata dal governo sudanese per la costruzione di una grande raffineria di zucchero a Port Sudan, con investimento di 90 milioni di euro, che raffinerà 500mila tonnellate annue di zucchero grezzo da canna, già predisposta per un raddoppio a 1 milione; 50 mila saranno gli ettari destinati alla coltivazione della canna.

La raffineria nascerà a ridosso del principale porto sudanese, collegato con l’Italia da navi porta-container in partenza ogni 7-10 giorni, localizzata in posizione strategica, data la possibilità di accesso al Mar Rosso, ai mercati di vari continenti e considerata la sua prossimità al Canale Suez. Il Sudan rappresenta uno dei 49 Paesi che rientrano negli accordi che consentono la progressiva possibilità di importazione di beni senza dazi.

Ma cosa c’entra l’inceneritore di Russi con il Sudan ? Il residuo della lavorazione della canna da zucchero spremuta, si chiama bagassa e come affermato tra le righe dal Dott. Bragaglia, direttore di Eridania Sadam nel corso di una dichiarazione rilasciata alcuni mesi orsono ad uno sedicente giornalista di provincia, si tratta di un ottimo combustibile che permette di “non avere costi energetici” perché “bruciato per produrre energia elettrica necessaria allo stabilimento.”

Questo materiale potrebbe quindi arrivare in containers dal porto di Ravenna a mezzo nave ed accedere direttamente allo stabilimento di Russi tramite la ferrovia interna, attualmente oggetto di lavori di sistemazione. Anche i tempi previsti dall’azienda coinciderebbero: 2014 entrata in funzione dello stabilimento di Russi, stesso anno per quello in Sudan. La quantità enorme potrebbe anche essere destinata agli altri inceneritori che Eridania/PowerCrop vorrebbe costruire.

A nostro parere sarebbe questa la quadratura del cerchio, una gran bella convenienza per la società saccarifera del Gruppo Maccaferri, che potrebbe essere uno dei motivi che ha portato ad accettare la chiusura degli zuccherifici in Italia. .

Infine altra grande beffata potrebbe essere la Coldiretti che, firmataria dell’accordo, di fatto ha permesso al gruppo Maccaferri di avere la “giustificazione” per il via libera agli impianti. Anche il Presidente dell’associazione agricola Marini è stato forse preso per il…… “pioppo” ?

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