lunedì 24 ottobre 2011

Merkel e Sarkozy deridono Berlusconi sui provvedimenti del Governo

Bruxelles: domanda su Berlusconi. E in sala stampa ridono tutti

(23 ottobre 2011)
"Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?". A questa domanda, la reazione ilare di Merkel, Sarkozy e di tutta la stampa presente. Poi la risposta del presidente francese: "Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell'insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche"

http://tv.repubblica.it/copertina/bruxelles-domanda-su-berlusconi-e-in-sala-stampa-ridono-tutti/79013?video=&ref=HREA-1

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/23/crisi-sarkozy-italia-e-grecia-siano-responsabili/165910/
Crisi, ultimatum europeo all’Italia e al premier: “Aspettiamo risposte entro 3 giorni” Sarkozy freddo verso Berlusconi: "Fiducia in lui? Nelle istituzioni italiane". E mette sullo stesso piano Roma e Atene. Merkel: "Abbiamo fatto presente che serve senso di responsabilità sulle misure di debito e crescita"Più che le parole di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel sono gli sguardi imbarazzati, i sorrisi non trattenuti, a rendere realmente ciò che pensano i leader Europei di Silvio Berlusconi. Pochi secondi di video della conferenza stampa conclusiva del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles, valgono più di qualsiasi dichiarazione ufficiale. Quando i giornalisti chiedono a Sarkozy e Merkel se sono stati rassicurati dal Presidente del Consiglio italiano, tra il presidente francese e la cancelliera ci sono stati sguardi e sorrisi imbarazzati. Qualche secondo di silenzio, poi le parole. Anche queste di certo eloquenti. ”Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere”, ha detto Sarkozy. Mentre Merkel ha più diplomaticamente affermato: “Berlusconi è il nostro interlocutore”. Ma l’Italia ha tempo “fino a mercoledì” per trovare risposte concrete alla crisi, ha puntualizzato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.



“Oggi il problema è Berlusconi”: è stato questo, secondo quanto riferito dai partecipanti ai lavori del Consiglio Ue, il leit motiv del Consiglio Europeo svoltosi oggi a Bruxelles. Le stesse fonti hanno espresso sorpresa per la durezza delle parole pronunciate dal presidente permanente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy – noto per la sua pacatezza, riservatezza e capacità di mediazione – a proposito delle richieste rivolte all’Italia, praticamente un ultimatum, nel corso dell’incontro bilaterale avuto questa mattina con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier, dopo il colloquio con il presidente del Consiglio Ue, ha visto anche Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Un incontro dal quale, riferiscono sempre le stesse fonti, Berlusconi è uscito scuro in volto.

E la conferenza conclusiva ne ha spiegato i motivi. Sarkozy, insieme alla cancelliera Merkel, ha illustrato i lavori svolti e i risultati raggiunti. I due hanno sottolineato come la Spagna sia “uscita dalla prima linea”, mentre per la prima volta l’Italia è stata messa sullo stesso piano della Grecia.

“All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita”, ha detto Merkel sostenendo di essere fiduciosa al termine dell’incontro con il Cavaliere. Di altro avviso è apparso Sarkozy. Alla domanda se si sente rassicurato da Berlusconi, il presidente francese ha volto lo sguardo ad Angela Merkel poi, dopo un profondo respiro, ha risposto ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane. Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese”.

Insomma l’Italia è stata bocciata. E addirittura messa sul medesimo piano della Grecia. Eppure Berlusconi stamani si era detto più che sereno. “Ma che domande mi fate?”, aveva ribattuto quasi scandalizzato a chi gli chiedeva un pronostico sull’esame che l’Ue si accingeva a fare all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo – dice ai cronisti – io non sono mai stato bocciato in vita mia“.

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