sabato 29 ottobre 2011

contro l'inquinamento delle centrali a carbone manifestazione

Vincenzo Mulè
PROTESTA. Oggi alle 14 prende il via a Adria, nel Polesine, la grande manifestazione nazionale contro la fonte fossile più antica. E responsabile del 43 per cento delle emissioni di CO2 nel mondo.

Il carbone come alternativa al nucleare. È contro questa scelta che oggi associazioni, comitati e cittadini scenderanno in piazza contro quello che viene definito «un ritorno al passato». Le 35 associazioni della coalizione Fermiamo il carbone hanno organizzato una manifestazione nel Polesine, ad Adria, per di no alla riconversione della centrale di Porto Tolle. Contemporaneamente, ci saranno poi una serie di presidi a Saline Joniche, La Spezia, Vado Ligure, Civitavecchia e Brindisi. Tutti uniti contro l’uso del carbone, “che inquina, minaccia gravemente la salute dei cittadini, uccide il clima e costringe i lavoratori del comparto energetico ad un futuro fatto solo di precarietà», come affermano gli organizzatori della manifestazione. Secondo i dati forniti dalle associazioni ambientaliste, la conversione della centrale Enel di Porto Tolle da olio combustibile a carbone (la fonte fossile a maggiore emissione specifica di gas serra) comporterebbe, nel mezzo della pianura Padana e del parco del Delta del Po, «l’emissione di oltre 10 milioni di tonnellate l’anno di CO2: l’equivalente di oltre quattro volte le emissioni annuali di una città come Milano».

Dopo la bocciature del ritorno al nucleare, è noto che una delle fonti sulle quali Enel intende puntare è il carbone. La fonte fossile più antica, secondo quanto riportato dal sito internet di Enel che cita studi Ue, già nel 2010 ha raggiunto 6,5 miliardi di tonnellate e segue un trend di crescita che non è destinato a fermarsi soprattutto sotto la spinta della domanda di Paesi come Cina e India. A livello globale il carbone garantisce il 41% dell’energia; in Europa il 26% con Paesi come la Germania (44%) e la Polonia (90%) che guidano la classifica dei carbonivori del Vecchio continente. I nuovi scenari dopo Fukushima, secondo Enel, spingono verso un aumento dell’uso del carbone che entro il 2035 dovrebbe aumentare sino al 50% la sua produzione mondiale. E se oggi, la produzione di energia elettrica dal carbone in Italia si assesta al 4 per cento, l’Enel punta a innalzare la soglia «almeno al 20».

Per questo, Fermiamo il carbone punta il dito anche contro la riconversione di altre centrali, come Rossano Calabro, e la realizzazione di nuovi gruppi, a Vado Ligure e Porto Torres, o interi impianti, come a Saline Joniche. «Una scelta che va contro ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, contro la salute, lo sviluppo del territorio dell’agricoltura, del turismo e della pesca e contro l’occupazione, poiché, rispetto al settore innovativo e in crescita delle fonti rinnovabili, rappresenta una scelta energetica ormai obsoleta». Secondo le più recenti statistiche dell’agenzia internazionale per l’energia, relative all’anno 2009, le emissioni globali di CO2 sono attorno ai 29 miliardi di tonnellate.

Di queste, il 43 per cento proviene dalla combustione del carbone, il 37% proviene dal petrolio ed il rimanente 20% dal gas. Non solo, ma secondo un rapporto pubblicato dall’Oecd (Organization for Economic Cooperation and Development), nei 24 paesi industrializzati esaminati per il periodo 2005-2010 i sussidi, che sono elargiti per la produzione e l’uso dei combustibili fossili, ammontano a una cifra compresa fra 45 e 75 miliardi di dollari per anno. In termini assoluti, l’industria petrolifera beneficia di circa metà di questi sussidi e l’altra metà va a beneficio del carbone e dell gas in misura quasi uguale. Con la mobilitazione odierna, i promotori della mobilitazione lanciano anche la sottoscrizione di un appello (www.fermiamoilcarbone.it): «Ci rivolgiamo a tutti, anche a coloro che subiscono il ricatto occupazionale, ovunque in Italia vi siano progetti di ritorno al carbone, per rifiutare tutti insieme la contrapposizione tra lavoro ambiente e salute».

Alla manifestazione, che prenderà il via alle 14, sarà presente anche il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: «Domani sarò alla manifestazione di Adria perché una politica energetica pulita, amica dell’ambiente e meno costosa per i cittadini e le imprese è possibile. Duemila MW di energia prodotta da carbone (ossia quelle che verrebbero prodotte nella Centrale Enel di Porto Tolle, nel Parco del Delta del Po) equivalgono ad almeno 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica immessa nell’atmosfera oltre che a milioni di tonnellate di polveri sottili, vere e proprie polveri killer che inquinano l’aria e l’agricoltura».
http://www.terranews.it/news/2011/10/dopo-il-nucleare-il-carbone-un-altro-no-contro-il-passato

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