sabato 19 aprile 2014

La relazione del gestore del servìzio idrico Morosità da record: mancano 70 milioni

Latina Oggi, Sabato 19 Aprile 2014

Compromesso il 10% del fatturato

Un piano d’azione contro la morosità. Un documento di una trentina di pagine messo a punto da Acqualatina e presentato un paio di settimane fa alla conferenza dei sindaci dell’Ato 4 che non ha però provveduto a votarlo.
La situazione della morosità per Acqualatina è spaventosa. Siamo a quasi 72 milioni di euro di credito scaduto nel 2013 su un fatturato di quasi 750 milioni. In percentuale, circa il 10,7%. Troppo per la dirigenza della spa, che appunto ha cercato di recuperare quei crediti, senza il successo sperato. Del resto la battaglia è tutta di natura ideologica e la sola città di Aprilia, per fare un esempio, incide per 1’ 1,5% sull’intero ammontare della morosità di Acqualatina. Si
parla di cifre attorno ai 17 milioni di euro. Dall’analisi dei dati fomiti da Acqualatina, si evince inoltre come la morosità è concentrata in particolare in 4 comuni: Aprilia, Latina, Anzio e Cisterna. Da soli, fanno il 60% del totale. A Latina, città capoluogo, il credito scaduto e dunque non incassato, equivale a 13 milioni circa di euro. Anzio 10 milioni, Cisterna 3.
La società imputa gran parte delle responsabilità alla battaglia ideologica contro il gestore e il servizio idrico. E spiega nelle trenta pagine di relazione di non essere stata in grado di recuperare i crediti, per tutta una serie di ragioni. Nel mirino finisce soprattutto Aprilia: «In termini monetari - si legge nel documento - la morosità è circa 17 milioni e incide in modo sensibile sulle capacità finanziarie della nostra società». Acqualatina fa rilevare come «nonostante un aumento degli incassi, la spa non ha raggiunto i livelli attesi dal piano economico e finanziario, con conseguente ritardo nei pagamenti dei fornitori e nella realizzazione degli investimenti. E’ bene evidenziare - affermano da viale Nervi -che senza il riconoscimento integrale dei costi di morosità non sarà possibile assicurare la completa realizzazione dei programmi di investimento né finanziare le iniziative di carattere sociale né garantire il rispetto dei covenant finanziari legati alle performances aziendali per permettere il rispetto degli impegni sottostanti il finanziamento con Depfa bank». In pratica, a rimetterci, saranno i Comuni e, di conseguenza, i cittadini.

T.O.

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