mercoledì 23 aprile 2014

Nell'area del Mediterraneo rischio di scarsità idrica

L'allarme lanciato dal panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc). Rischio di incendi per le eccessive ondate di calore ROMA - Nell'area del Mediterraneo è previsto un aumento del rischio di scarsità di disponibilità idrica, sia in quantità (per la diminuzione delle precipitazioni medie annue e l'aumento della evaporazione) che in qualità (per l'intrusione di acqua marina nelle falde acquifere). E' quanto rileva il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), che ha presentato il secondo volume del Quinto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici. Per quanto riguarda l'Europa, il rapporto evidenzia temperature in aumento ovunque, precipitazioni medie annue in una marcata crescita nel nord del continente e in diminuzione nel sud, con un aumento di estremi termici, periodi di siccità e precipitazioni anomale.

Per l'area del Mediterraneo, inoltre, è previsto un forte rischio di veder diminuire qualità e quantità della risorsa idrica. L'impatto su alcuni settori produttivi potrebbe essere importante, in particolare per l'agricoltura che vedrebbe crescere il costo dell'acqua per irrigazione e quindi il costo totale dei suoi prodotti.

Inoltre è previsto in aumento il rischio da estremi climatici, soprattutto ondate di calore con impatti sulla salute umana e aumento del rischio di incendi. La regione mediterranea viene individuata come la regione più a rischio a livello europeo dai cambiamenti climatici con impatto su turismo, agricoltura, foreste, infrastrutture critiche e salute.

I rischi conseguenti ai cambiamenti climatici crescono senza un'adeguata azione di riduzione delle emissioni globali di gas serra: per aumenti della temperatura media fino a 2°C, le azioni di adattamento restano possibili a costi relativamente bassi, mentre per una temperatura media che aumenti oltre i 2°C tali costi potrebbe crescere notevolmente fino a diventare insostenibili e gli impatti potrebbero diventare irreversibili. Secondo l'Enea l'Italia dovrebbe passare da un piano strategico a un piano operativo di adattamento, individuando azioni specifiche, priorità e finanziamenti e minimizzando i costi complessivi con un bilanciamento tra azioni di mitigazione e di adattamento.http://www.repubblica.it/ambiente/2014/04/11/news/nell_area_del_mediterraneo_rischio_di_scarsit_idrica-83330880/

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