lunedì 28 aprile 2014

SALVARE L’AMBIENTE: INSIEME SI PUÒ l'esempio della Grotta dell'Uzzo la casa dello zingaro

La splendida casa dello Zingaro
di Tomaso Montanari
Il paesaggio visto dalla Grotta dell’Uzzo, Riserva
dello Zingaro, Sicilia.

Diecimila anni fa, nella Grotta dell'Uzzo viveva
un piccolo gruppo di cacciatori. Nella
grotta sono state rinvenute ossa degli animali
che riuscivano a prendere: cervi, rinoceronti,
leoni e perfino mammuth. Quando quegli
uomini antichissimi, e da noi così diversi,
uscivano dalla loro grotta, vedevano ciò che
vedete voi in questa fotografia. Un paesaggio
incontaminato, ancora oggi identico ad allora.
Un luogo unico, dove puoi fare il bagno
già ad aprile, ma dove puoi anche pensare e
imparare. Un panorama senza tempo che
funziona da macchina del tempo.
Ebbene, se oggi i nostri occhi vedono le stesse
forme che videro i nostri progenitori del Paleolitico,
non è per una fortunata combinazione.
No, è perché qualcuno ha fortemente
voluto che questo fosse possibile. Perché
qualcuno ha voluto che i suoi figli e i suoi
nipoti avessero le sue stesse occasioni di diventare
e rimanere umani.
Questo qualcuno furono duemila cittadini siciliani,
che il 18 maggio del 1980 marciarono
contro la realizzazione di una strada costiera
nell'ultimo lembo vergine della Sicilia, quello
che congiunge Scopello a San Vito Lo Capo, sulla
costa nord-occidentale. Erano uomini, donne e bambini,
che risposero alla chiamata di associazioni come
il Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Arci, Club alpino
siciliano, Associazione forestali. Fu una specie di rinascita
civile, e meno di un anno dopo, il 6 maggio del
1981, una legge regionale sanciva l' istituzione della
riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima della
Sicilia. Io l'ho visitata in questo
giorni, e vi consiglio di
farvici portare. È un posto
straordinariamente bello,
ben tenuto, organizzato, e
dove lavorano persone competenti,
accoglienti, generose.
Un'Italia diversa.
La Riserva dello Zingaro e la
sua storia dimostrano che insieme
possiamo farcela. L'articolo
9 della Costituzione dice
che la Repubblica tutela il
paesaggio. Ebbene il 18 maggio
del 1980 quei duemila cittadini
rappresentarono la Repubblica
tutta intera. Se fossero
rimasti nelle loro case
fermi e muti, oggi la vista dalla
Grotta dell'Uzzo abbraccerebbe
villaggi vacanze, negozi,
strade. Una inesorabile
colmata di cemento. Luoghi di mercato nei quali saremmo
stati misurati, come sempre, con il metro del
nostro reddito: cioè di ciò che abbiamo.
Invece oggi lì siamo cittadini sovrani, signori e custodi
di un territorio intatto dove conta ciò che siamo
e ciò che sappiamo. E, sì, lì sentiamo che l'umanità,
dai tempi del Paleolitico, ha fatto davvero molta strada. il fatto quotidiano 28 aprile 2014


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