domenica 27 aprile 2014

"I Misteri dell'ILVA nera"

"I Misteri dell'ILVA nera"

Figura 1.  Numero di superamenti annuali di ozono in sei località tarantine
A Taranto e nei suoi dintorni, stanno succedendo cose veramente misteriose.

La Figura 1 ci mostra che, nel 2009, Grottaglie (colonna blu), a circa 15 chilometri ad est di Taranto, era la località dove si registravano il maggior numero di superamenti delle concentrazioni massime di ozono: 50 superamenti, il doppio del limite ritenuto accettabile per la tutela della salute umana.

Durante quello stesso anno, a Talsano, quartiere a sud di Taranto, l'ozono non era per nulla un problema e anche nel quartiere tarantino di Statte, le misure segnalavano un accettabile numero di superamenti.

Nel 2010, Grottaglie conferma la maglia nera per l'ozono, con oltre 70 superamenti, nettamente superiori agli altri siti monitorati, compresa Martina Franca, new entry per il monitoraggio dell'ozono, a 25 chilometri da Taranto, a sud est del capoluogo.

Nel 2011 succede qualcosa di strano: a Grottaglie l'ozono si riduce drasticamente  e la maglia nera dell'ozono passa a Talsano (colonna rossa) con oltre cinquanta superamenti. Anche le altre tre località superano il limite, mentre dati tranquillizzanti si registano a Massafra (colonna verde), a 17 chilometri da Taranto,dove è entrata in funzione l'utima centralina per monitorare l'ozono.

Nel 2012, succede di tutto.

A Massafra si registra la situazione peggiore (novanta superamenti). Seguono, in ordine, Statte, Talsano e Grottaglie, tutte fuori legge. A un pelo dal superamento del limite, Martina Franca.

Nel 2013 l'anomalia ozono continua con 75 superamenti a Statte e 73 a Grottaglie. 

Come abbiamo gia visto nel post del 14 aprile, negli stessi anni, le centraline posizionate intorno alle acciaierie per controllare il benzo(a)pirene, a partire dal 2010, mostrano un netto e progressivo calo delle concentrazioni di questo pericoloso inquinante e, a partire dal 2012, tutte le quattro stazioni confermano il pieno rispetto dei limiti di legge.

Figura 2. Concentrazione annuale di benzo(a)pirene a Taranto
 La Figura 3 mostra che anche le concentrazioni medie annuali di polveri sottili (PM10) , a partire dal 2011, sono in leggero calo in tutti i tre siti di campionamento attivi a Taranto e in tutti i casi, inferiori al limite di legge di 40 microgrammi/mc.

Figura 3. Andamento concentrazione annuale polveri sottili (PM10) a Taranto
E la Figura 4 mostra che, a partire dal 2011, sono anche fortemente diminuiti i giorni molto polverosi, con  concentrazione di  PM10 superiori a 50 microgrammi /mc.
In base a questo andamento, a partire dal 2012, in tutti i tre siti è ampiamente rispettato il limite massimo di trentacinque superamenti annual.
In particolare i due siti più vicini alle acciaierie (Macchiavelli e Archimede) nel 2013 hanno fatto registrare un numero di superamenti giornalieri di PM10 simile a quello del sito di via Alto Adige, nel centro della città di Taranto. 

Figura 4.  Andamento del numero di giorni con concentrazioni di PM10 superiori a 50 ug/mc

Insomma, dati alla mano, dal 2013, per quanto riguarda benzopirene e PM10 (inquinanti primari) Taranto non è più una citta inquinata.

Invece per un inquinante secondario, come l'ozono, i quartieri periferici di Taranto (Statte e Talsano) e due cittadine intorno a Taranto ( Grottaglie, Martina Franca e Massafra) sono ampiamente fuori legge.

Come si spiega tutto ciò?

La qualità dell'aria delle nostre città dipende da molte variabili e in modo decisamente complesso e non sempre facilmente intuibili.

Per quanto riguarda Taranto e le acciaierie ILVA, siamo certi che nel 2012 è stato avviato lo spegnimento temporaneo delle cokerie più vecchie, spegnimento che si è concluso nel febbraio del 2013.

Lo spegnimento di sei batterie di forni delle cokerie, su dieci batterie in funzione, quanto ha influenzato sulla qualità dell'aria di Taranto e dei paesi vicini?

Quello che sappiamo è che la produzione di una tonnellata di carbon coke  immette in atmosfera
460 grammi di ossidi di carbonio, 7,7 grammi di idrocarburi, 146 grammi di PM10, 0,16 grammi di benzo(a)pirene.

Questo significa che la cokeria attiva nell'ILVA di Genova, che ogni giorno produceva 1.810 tonnellate di carbon coke, immetteva nell'aria  832 chili di ossido di carbonio (CO), 13 chili di idrocarburi, 264 chili di PM10 e 0,3 chili di benzo(a)pirene.

Quando la cokeria di Genova è stata spenta è cessato immediatamente anche l'imissione in atmosfera di tutti questi inquinanti e le centraline dedicate hanno prontamente registrato questo fatto e il netto miglioramento della qualità dell'aria, in particolare per il benzo(a)pirene che in pratica è emesso solo dalla cokeria.

La cokeria di Genova, simile per progettazione alle cokerie tarantine più vecchie,  aveva quattro batterie, le batterie tarantine attualmente chiuse erano sei.

Pertanto la loro chiusura ha ( momentaneamente) risparmiato a Taranto quantità, in proporzioni maggiore, di questi inquinanti.

Strano sarebbe stato se, con la chiusura delle cokerie, le centraline tarantine non avessere registrato un stabile miglioramento.

Resta il mistero dell'ozono, ma visto che quest' altra storia è un pò più complicata, cercheremo di svelare questo mistero con il prossimo post.

http://federico-valerio.blogspot.it/2014/04/i-misteri-dellilva-nera.html

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