Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, nel nostro inserto, Guido Da Silva ci spiega perché, e soprattutto da chi, l’industria spaziale europea viene soffocata, e per questo non potrà mai competere col dominio di Elon Musk. A farla da padrona nel Vecchio Continente è Parigi: le principali aziende del settore – Airbus, Safran, Thales – sono quotate in Borsa, ma in tutte ha un peso decisivo lo Stato francese, che ne è il principale azionista, ed è il governo a sceglierne i vertici. Il paradosso è che, nonostante le ingenti perdite, l’Europa ha le mani legate. Con Pietro Spirito torniamo sulla condizione in cui versano le Ferrovie. Ci sono delle cause strutturali che stanno provocando un drastico peggioramento nelle prestazioni della rete e dei servizi ferroviari. L’Alta Velocità, se da un lato è stata un successo, dall’altra ha prodotto un’accelerazione delle usure dei materiali e una riduzione delle fasce per la manutenzione. Risultato: più interventi “a guasto” a scapito delle riparazioni programmate. Andrea Moizo si occupa, invece, di porti: alle Camere, l’Antitrust – in vista della nuova legge annuale sulla concorrenza – ha citato presunte lentezze nelle operazioni portuali e ha proposto deregulation, per la gioia degli armatori. I sindacati, leggerete, sono sul piede di guerra. La presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, apre una parentesi internazionale con un commento sull’insediamento di Donald Trump, che avrà serie ricadute sulla politica climatica e alimentare. Torniamo in Italia per parlare di pensioni: nel 2029 l’età pensionabile arriverà a 67,5 anni. “Altrimenti il sistema non regge”, ci sentiamo ripetere. Ebbene, è falso, e Marco Palombi ci spiega perché. Piccolo spoiler: le pensioni da lavoro (al netto di assistenza e tasse) sono già in attivo per miliardi. Infine, con Salvatore Cannavò uno sguardo al contratto dei metalmeccanici bloccato dal muro di gomma di Federmeccanica. Il problema maggiore, però, non sono gli aumenti. Buona lettura |
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