domenica 26 gennaio 2025

Montagne immaginarie. Recensione di Franco Pistono ambiente e non solo

 tratto da https://ambientenonsolo.com/montagne-immaginarie/


Montagne immaginarie

Recensione di Franco Pistono

Montagne immaginarie, frutto della penna di Michele Sasso e pubblicato da EdizioniAmbiente, è il libro della settimana. Si tratta di un’opera che va dritta al cuore, nella carne del problema. Quale? La nostra visione del mondo e la drammatica, incauta gestione che ne deriva.

Parto dal fondo, come spesso mi piace fare. Condotta l’analisi delle difficoltà che affliggono la montagna – direttamente o indirettamente figlie dell’azione antropica – l’autore riferisce che, dinanzi alla complessità che emerge, la risposta della classe politica italiana risulta “semplice e semplicista”, avendo il governo stanziato, per il biennio 2023-24 ben 378 milioni “per promuovere gli interventi di ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale”.

Qual è il punto? Con il riscaldamento globale sarà sempre più difficile – e insensato – produrre e mantenere il vagheggiato, candido manto e, come se non bastasse, allo scopo occorre comunque consumare enormi quantità di acqua e di energia. Tradotto: siamo fuori strada.

Che si può fare, dunque? Per esempio cambiare prospettiva e, conseguentemente, visione e investimenti. La montagna non è un parco giochi, non è un distaccamento della città; tuttavia si fatica a distaccarsi dai vecchi modelli che così l’hanno disegnata e dagli interessi consolidati che, su quel piano – pericolosamente inclinato – scorrono con noncuranza.

Quando si parla di economia e di sviluppo occorre riflettere sul fatto che, in primo luogo, non è sano ragionare in soli termini quantitativi e, secondariamente, che le risorse che arrivano nelle zone oggetto degli interventi, sovente schivano chi ci risiede, per raggiungere unicamente i “consumatori mordi e fuggi che ripropongono gli stessi modelli di consumo metropolitani in contesti (falsamente) tipici”.

Così, si immaginano montagne come lunapark, ignorando le voci di chi le cime conosce le quali, come ricorda l’autore, da un po’ intonano all’unisono che “si corre verso il disastro”.

Il libro è molto vario, scorrevole e fa riflettere, non solo attraverso le opportune, lucide critiche, ma altresì raccontando alcune storie positive, di rinascita sociale e territoriale, nel segno di nuovi modelli di vita.

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