Latina - Deposito nazionale dei rifiuti nucleari: entro un mese l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale consegnerà al governo il piano con i criteri per scegliere la localizzazione. Dopo il caos scoppiato in Puglia dopo la localizzazione a Scansano, l'individuazione di un sito nazionale è rimasta al palo. Adesso, quando il Governo recepirà i criteri toccherà alla Sogin disegnare una mappa con le aree ideonee alla localizzazione. «Ci vorranno sette mesi», ha spiegato oggi a Latina l'ad di Sogin, Riccardo Casale. Per lui la scelta non può più essere procrastinata.
«Per garantire la sicurezza, la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini, investire nella prevenzione, completare il decommissioning degli impianti nucleari è necessario realizzare il deposito nazionale». Lo ha ribadito oggi a Latina l'amministratore delegato di Sogin, Riccardo Casale.
«I rifiuti radioattivi in Italia esistono e sono distribuiti in 23 depositi», le scorie provengono per il 60% da impianti nucleari non funzionanti e per il restante 40% (circa 500 metri cubi di rifiuti annui) dalle quotidiane attività di medicina nucleare, ricerca ecc.
«Sono attesi entro un mese i criteri rilasciati dall'Ispra per la mappatura del territorio nazionale e l'identificazione di una decina di siti idonei per il
deposito», che si ispirerà molto a quello spagnolo di El Cabril, in Andalusia, ha annunciato Casale ricordando che il valore del decommissioning sta anche nelle opportunità provenienti dalla internazionalizzazione: c'è un mercato estero dello smantellamento di centrali che vale fra i 600 e gli 800 miliardi a cui Sogin intende infatti lavorare per aumentare il giro d'affari, promuovere la competenza italiana all'estero e avere ricadute positive sull'occupazione.
«Per garantire la sicurezza, la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini, investire nella prevenzione, completare il decommissioning degli impianti nucleari è necessario realizzare il deposito nazionale». Lo ha ribadito oggi a Latina l'amministratore delegato di Sogin, Riccardo Casale.
«I rifiuti radioattivi in Italia esistono e sono distribuiti in 23 depositi», le scorie provengono per il 60% da impianti nucleari non funzionanti e per il restante 40% (circa 500 metri cubi di rifiuti annui) dalle quotidiane attività di medicina nucleare, ricerca ecc.
«Sono attesi entro un mese i criteri rilasciati dall'Ispra per la mappatura del territorio nazionale e l'identificazione di una decina di siti idonei per il
deposito», che si ispirerà molto a quello spagnolo di El Cabril, in Andalusia, ha annunciato Casale ricordando che il valore del decommissioning sta anche nelle opportunità provenienti dalla internazionalizzazione: c'è un mercato estero dello smantellamento di centrali che vale fra i 600 e gli 800 miliardi a cui Sogin intende infatti lavorare per aumentare il giro d'affari, promuovere la competenza italiana all'estero e avere ricadute positive sull'occupazione.
Lunedì 14 Aprile 2014 - 18:13
Ultimo aggiornamento: 18:21
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© RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.ilmessaggero.it/LATINA/latina_nucleare_entro_un_mese_i_criteri_ispra_per_la_localizzazione_del_deposito_nazionale/notizie/632499.shtml
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