martedì 1 aprile 2014

Inchiesta sui rifiuti: giudizio immediato per Landi, Cerroni e altri cinque imputati

I reati contestati sono associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa ai danni di enti pubblici e falsità ideologica

Era il 9 gennaio 2014. E’ la data in cui è finito un impero. E’ il giorno in cui “il supremo” Manlio Cerroni, sovrano incontrastato dell’affaire rifiuti, non solo nel Lazio viene, arrestato. Ora l’inchiesta “passa” nelle aule del tribunale. Per Manlio Cerroni e altre sei persone, ai domiciliari da quasi tre mesi, si va a giudizio. Il processo, che inizierà il 
5 giugno,  davanti ai giudici della prima sezione penale riguarderà anche Francesco Rando, amministratore unico di molte imprese riconducibili a Cerroni, l'altro socio Piero Giovi, l'ex presidente della Regione Bruno Landi, Giuseppe Sicignano, supervisore delle attività operative del gruppo ad Albano Laziale presso la Pontina Ambiente, Luca Fegatelli, già capo Dipartimento della Regione Lazio e Raniero De Filippis, fino al 2010 responsabile del Dipartimento del Territorio. I reati contestati sono associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa ai danni di enti pubblici e falsità ideologica. Cerroni aveva in oltre sessanta anni di attività creato un sistema infallibile, o quasi. Un circolo “virtuoso” che facendo leva sulla costante emergenza degli invasi obbligava di fatto le amministrazioni a trovare nuovi siti, ad autorizzare nuove discariche che, ovviamente sarebbero state gestite dal gruppo Cerroni. A far crollare, non rapidamente certo, l’impero i numeri emersi dal conteggio delle cubature di Malagrotta che accoglievano non solo il materiale indifferenziato ma anche il riciclabile e il Cdr rendendo gli invasi perennemente in emergenza.
CHI E’ CERRONI. Il Supremo di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, ha oltre ottanta anni ed è nell’ambito della gestione dei rifiuti l’uomo più potente. E’ lui che controlla termovalorizzatori, discariche e impianti di trattamento rifiuti non solo nel Lazio e in altre regioni italiane, ma anche in Brasile, Egitto, e Australia con un fatturato che supera i due miliardi di euro.  

L’INDAGINE. Iniziata nel 2008, grazie alla collaborazione tra i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico e la Procura della Repubblica di Velletri, hanno portato a 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di: Manlio Cerroni, Francesco Rando, ingegnere, amministratore unico di molte imprese riconducibili a Cerroni e suo storico collaboratore, Piero Giovi, socio di molte imprese riconducibili a Cerroni, Bruno Landi, organizzatore dell’associazione nonché “cerniera” fra il gruppo Cerroni e le strutture politico-amministrative della Regione Lazio, Giuseppe Sicignano, preposto all’impianto TMB e supervisore delle attività operative condotte del Gruppo Cerroni ad Albano Laziale presso la Pontina Ambiente, Luca Fegatelli, già capo dipartimento della Regione Lazio e Raniero De Filippis, già responsabile del Dipartimento del Territorio della Regione Lazio. Nella stessa operazione sono state eseguite 22 perquisizioni nelle abitazioni e gli uffici degli indagati e presso le sedi delle diverse imprese del gruppo Cerroni. La Procura di Roma inoltre ha disposto il sequestro delle società Giovi e Pontina ambiente per 18 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti sono finiti la gestione dell'impianto di raccolta e trattamento rifiuti di Albano Laziale, la costruzione dell'impianto di termovalorizzatore di Albano Laziale, la realizzazione di un invaso per un discarica a Monti dell'Ortaccio, le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e le ordinanze regionali sullo smaltimento dei rifiuti nei Comuni di Anzio e Nettuno. http://www.corrieredilatina.it/news/home/4880/Inchiesta-sui-rifiuti--giudizio-immediato.html

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