sabato 19 aprile 2014

Il Tar dà ragione ad Acqualatina: il debito da morosità può essere spalmato sulle bollette

di Vittorio Buongiorno
LATINA - Una vittoria pesante per Acqualatina ma che rischia di tramutarsi in una stangata per i cittadini. Anzi, in una beffa per tutti quelli che pagano regolarmente le bollette per la gestione del servizio idrico e della fognatura. Il Tar della Lombardia infatti ha accolto il ricorso della spa pontina contro l’Autorità per l'energia elettrica e il gas. Lo hanno deciso nella camera di consiglio del 20 febbraio 2014 il presidente Angelo De Zotti, l’estensore Giovanni Zucchini, e il referendario Floriana Venera Di Mauro. L’atto è stato pubblicato dal Tar di Milano il sette aprile scorso. Al centro del ricorso vari articoli la delibera dell’Autority numero 585 del 2012. Al centro del ricorso «gli articoli 5 comma 1 e 4 comma 2 della delibera, laddove la prima norma impone agli Enti d’Ambito la redazione del piano economico e finanziario entro il 31 marzo 2013 nel rispetto dell’art. 4.2, mentre la seconda impone l’applicazione del MTT senza tenere conto delle peculiari situazioni locali, con particolare riguardo alle perdite sui crediti ed alle morosità».

Le motivazioni - Spiegano i giudici: «il combinato disposto delle due prescrizioni porterebbe all’applicazione del metodo tariffario senza adeguata considerazione dei costi rappresentati dalle perdite sui crediti derivanti dalla morosità dell’utenza (particolarmente diffusa nell’Ambito di cui è causa, almeno stando alle dichiarazioni del difensore della ricorrente)». Ovvero, Acqualatina chiede da tempo che le perdite derivanti dal mancato pagamento delle bollette non pesino solamente sulla spa, tesi che i giudici mostrano di condividere. Anche l’Autorità, spiegano, «aveva manifestato l’intenzione di riconoscere, fra i costi operativi, le perdite su crediti iscritte a bilancio, seppure entro un limite massimo, per favorire gli sforzi delle imprese volti al recupero dei crediti. Tale intendimento non ha trovato, però, riscontro positivo nella delibera 585/2012, la quale anzi, nelle proprie premesse, dà atto che i problemi della rischiosità del servizio e della morosità dovranno essere meglio affrontati successivamente». Per questo «la doglianza sull’omesso riconoscimento della morosità, così come formulata, appare fondata».

Le morosità - «Preliminarmente - si legge nella sentenza - il Collegio reputa di condividere l’asserzione dell’AEEG, secondo cui la morosità dell’utenza rientra ordinariamente fra il rischio di impresa dell’operatore, che ha l’onere di attivarsi, con tutti i mezzi offerti dall’ordinamento, per il recupero anche coattivo del proprio credito. E’ innegabile, quindi, che la valorizzazione delle morosità quali costi da collocare in tariffa non possa ridursi ad una sorta di rimborso automatico delle morosità stesse, che non costituirebbe un incentivo al recupero del credito e porrebbe, in definitiva, a carico degli utenti “virtuosi”, le morosità degli altri utenti. Tuttavia, qualora tutti gli strumenti legali di recupero siano stati esperiti senza successo ed il credito appaia ormai, di fatto, come concretamente non esigibile, non appaiono sussistere ostacoli di ordine logico o sistematico per il riconoscimento di tali perdite (tale, infatti, deve qualificarsi ormai il credito), quali costi del servizio, da computarsi in tariffa». Ma questo si tradurrà nell’aumento della tariffa e dunque delle bollette. Una beffa per chi ha sempre pagato.
Sabato 19 Aprile 2014 - 11:17
Ultimo aggiornamento: 11:47
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