i motivi della protesta
"iRise 15 ottobre"
PROTESTA. Gli autori (anonimi) della campagna “iRise” spiegano cos’è e come comunica un movimento trasversale. E perché è venuto il momento di indignarsi. Sabato a Roma e in Europa.
Dal Maghreb a Wall Street passando per la calle spagnola, un nuovo stile di comunicazione contagia il Mondo: è l’anonimato e sono le campagne virali che stanno attraversando gli oceani e i continenti. Il web 2.0 diventa direttamente comunicazione politica. Libertà, democrazia, ridistribuzione delle ricchezze, sono solo alcuni dei temi che vengono sollecitati. “We are 99%” vene urlato da giorni a Manhattan, nel cuore pulsante della finanza; “People of Europe rise up” viene ripreso nelle strade delle nostre città e nel resto d’Europa. “iRise”, rovesciamento ironico del marchio Apple, è anche il titolo della nostra campagna. Una forma virale di comunicazione senza nomi e senza firma ma con un messaggio puntuale: possiamo sollevarci e determinare il futuro delle nostre vite e dei nostri Paesi. iRise è diffondere e creare nuove forme di immaginario aperte e in trasformazione perenne, è inclusione e moltiplicazione, è comunicazione e contagio, significa mettersi in rete.
I loghi pubblicitari vengono ribaltati, stravolti, sfruttati nella loro potenza espressiva. Si chiama subvertising e non è stato di certo inventato oggi, ma qui e ora, altrove e contemporaneamente viene ripreso. Il giorno della morte di Steve Jobs è nato Steve workers, nuovo guru dei lavoratori, immagine senza volto perché comprende in sé tutti i volti. La mela che ha colonizzato il mondo oggi subisce uno slittamento semantico e diviene il simbolo di un nuovo modo di aggredire la realtà. Queste nuove biografie nascono su facebook e twitter, sono accattivanti e dai colori sfavillanti, sono i “Draghi Ribelli”,ulteriore contenitore simbolico che rifiuta i diktat della finanza e le lettere, tutt’altro che anonime, di Draghi e Trichet. 15 ottobre perché domani a Roma si tiene la manifestazione che è stata lanciata in Spagna e che è stata immediatamente raccolta a livello europeo.
Nella dimensione transnazionale della crisi anche le istanze delle mobilitazioni si intrecciano attraverso punti comuni e al contempo si esprimono nelle proprie specificità. E’ percezione comune che non è attraverso le politiche di austerity e i tagli ai settori pubblici che si supera la crisi economica. E’ impensabile concepire che il debito provocato dalle speculazioni finanziarie ricada, come invece sta avvenendo, su tutti coloro che producono ricchezza sociale e che di continuo ne vengono privati: studenti, giovani, precari, migranti e lavoratori. Ai piani di risanamento economico proposti dalla Bce e dal FMI si contrappongono istanze di nuova democrazia, un ripensamento radicale del welfare adeguato alla precarietà diffusa nei rapporti di lavoro e nelle condizioni di vita in generale. Nell’immaginare forme alternative di gestione della crisi, si delineano proposte che insistono su un terreno concreto.
Tra queste, la tassazione delle rendite e delle transizioni finanziare e la riapertura di spazi di consultazione democratica che superino i meccanismi arrugginiti della rappresentanza politica. Come abbiamo intravisto nell’esperienza del referendum sull’acqua e nucleare, che ha messo a tema la centralità dei Beni Comuni, si è aperto finalmente un dibattito pubblico nel quale emerge la necessità di riappropriarsi collettivamente della decisione politica. Il 15 Ottobre, nella sua parzialità, ci parla attraverso un linguaggio condiviso di un desiderio di trasformazione che finalmente si dà su scala globale. “iRise” lancia una sfida complessa quanto entusiasmante, dai muri delle città i manifesti rimandano a una nuova applicazione: siete in debito con noi!
http://www.terranews.it/news/2011/10/vi-spieghiamo-perche-domani-alziamo-la-testa
Contro Bankitalia
Luca Bonaccorsi
IN FONDO. Perché è giusto protestare contro via nazionale.
Che la lettera della Bce (con la sua irrituale e preistorica ricetta a base di cilicio) fosse irricevibile, era parso evidente davvero a tutti (Sole 24 ore escluso). Così come era stato ampiamente previsto, oltre un anno fa, che l’austerità fiscale si sarebbe rivelata un vicolo cieco, per il suo portato di recessione e povertà. Non è quindi affatto sorprendente che indignati di tutto il mondo scendano in piazza ancora, e che abbiano scelto le banche (e le banche centrali) come obiettivo della loro decisa protesta. Nel nostro articolo che commentava la lettera agostana di Trichet e Draghi avevamo spiegato che mentre ribadiva il suo insostenibile credo liberista con la mano destra, con la sinistra la Bce stava in realtà violando tutte le sue regole sostenendo in maniera assai generosa 3 stati (27 milioni di persone) e decine di banche (e aziende). Con una politica monetaria talmente espansiva da creare uno scontro in seno alla Bce stessa e ai paladini dell’ala monetarista. Come ha ben dimostrato il caso delle dimissioni (richieste dalla Merkel) del rappresentante tedesco Jurgen Stark. Apprezzando e quindi difendendo l’operato, se non la retorica dell’istituto di Francoforte.
Ciononostante stavolta è impossibile non aderire pienamente alla protesta indignata. Non tanto per la retorica insostenibile della Bce, ma per l’attività della sorella minore italiana, Bankitalia. Perché Bankitalia non sta facendo il suo dovere. Che in questi mesi di feroce contrazione della produzione e dell’occupazione dovrebbe essere, almeno, quello di vigilare sulla corretta erogazione del credito all’economia italiana. Qualunque studio oggi racconta della difficoltà ad accedere al credito da parte delle piccole e medie aziende italiane, e delle famiglie. Qui a Terra ne sappiamo qualcosa. Dopo cinque anni di regolare rapporto con la Banca di Credito Cooperativo di Roma ci siamo trovati, dal giorno alla notte, senza alcuna forma di credito. Siamo in perdita? No. Abbiamo tanti debiti? Macché. Ma la banca ti taglia fuori e basta. Altro che piccoli istituti vicini al territorio. Allora la domanda è: la signora Anna Maria Tarantola, responsabile della Vigilanza di Bankitalia, cosa fa? Magari ce lo dice domani, alla manifestazione.
http://www.terranews.it/news/2011/10/bankitalia-da-indignarsi
Le proteste degli indignati in tutta Italia
Uova a Montecitorio dopo il voto di fiducia "In politica nessuno ci rappresenta", dicono. E all'ennesima tenuta del governo sul filo del rasoio gridano: "vergogna". A Milano grosse proteste davanti agli uffici di Fininvest e irruzione dentro la sede di Goldman Sachs Mentre alla Camera si contano uno per uno i deputati nel corso dell’ennesimo voto di fiducia, fuori la piazza fa sentire la sua voce. Gli indignati della capitale, da due giorni accampati in via Nazionale davanti alla sede della Banca d’Italia, questa mattina in concomitanza con l’esito del voto si sono spostati, con in testa un drago di cartapesta, proprio davanti a Montecitorio. Non solo studenti, ma anche giovani precari, ricercatori, singoli cittadini, esponenti del popolo viola: moltissime le persone che si sono aggiunte alla protesta in direzione della Camera dei deputati, al grido di “nessuno ci rappresenta”. Il malcontento per la situazione politica ed economica del Paese è troppa e qualcuno, appresa la notizia della fiducia ottenuta sul filo del rasoio dal governo si Silvio Berlusconi, ha fatto partire un lancio di uova gridando: “vergogna”.
Prove generali in vista della manifestazione nazionale di domani, che va ben al di là di una semplice opposizione al governo, come sottolineano gli stessi manifestanti, che ribadiscono: “Non abbiamo nessun colore politico”.
Oltre che nella capitale ci sono state manifestazioni anche in altre città d’Italia. A Milano, nel corso del corteo organizzato dal Coordinamento dei collettivi per protestare contro il governo e la manovra economica, irruzione e lancio di uova di un gruppo di indignati nella sede della banca americana Goldman Sachs e proteste degli studenti davanti agli uffici di Fininvest in via Paleocapa, nei pressi della stazione di Cadorna. Presi di mira anche vetrine, sportelli bancomat di alcune banche e uffici dell’Inps.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/14/le-proteste-degli-indignati-in-tutta-italia-uova-a-montecitorio-dopo-il-voto-di-fiducia/163857/
Milano, assedio a Fininvest e Goldman SachsAlla vigilia della manifestazione di domani 15 ottobre, i Collettivi studenteschi di Milano e provincia tornano in piazza. Un corteo partito alle dieci da largo Cairoli ha attraversato il centro del capoluogo lombardo cantando slogan contro banche e governo. Prese d’assalto le vetrine di molte filiali del credito, come Intesa Sanpaolo e Unicredit. Durante la mattinata è stata tentata anche l’incursione nella sede milanese della agenzia di rating Goldma Sachs, dopo gli episodi che nelle scorse settimane avevano coinvolto Moody’s e Standard&Poors. Il corteo ha poi raggiunto piazza Cadorna dove verso mezzogiorno, all’angolo con via Paleocapa gli studenti hanno lanciato ortaggi e frutta marcia contro la polizia, impegnata a bloccare l’accesso al palazzo che ospita gli uffici della Fininvest. “La nostra fiducia non l’avrai mai, ladro mafioso”, hanno gridato gli studenti all’indirizzo del premier Berlusconi. di Franz Baraggino
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/14/milano-assedio-a-fininvest-e-goldman-sachs/163869/
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2 commenti:
Liberi e Forti,
sono indignati verso le banche?, hanno ragione.
Bisogna ricordare anche che i consigli di amministrazione delle banche locali, come le Casse Rurali o le Banche cooperative, il consiglio di amministrazione è composto da quasi tutti del posto.
Se si và per un prestito ad un istituta nazionale per 20 mila euro, bisogna portare in garanzia 2 appartamenti, se si va in una banca locale 3 appartamenti. Il male dove stà?
Grazie delle informazioni
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