Acqua Nella nuova legge n°148/11 si riaffacciano le privatizzazioni. Gli Enti locali chiedono alla Consulta di fare chiarezza
Filippo Bortolini
Terra 29 settembre 2011
La via della legalità nel nostro Paese è sempre più tortuosa e anche un plebiscito come il risultato referendario dello scorso 12 e 13 giugno, che ha visto 27 milioni di italiani recarsi alle urne, viene continuamente messo in dubbio dal governo Berlusconi attraverso pratiche legislative di dubbia costituzionalità.
Così accade che dalle varie realtà dei territori arrivino informazioni frammentate e contraddittorie sulle scelte operative che le amministrazioni locali stanno mettendo in campo per la gestione dei cosiddetti ‘beni comuni’. Bisogna sempre tenere alta la guardia ed è quello che hanno imparato i tanti aderenti ai movimenti per l’acqua pubblica e contro il nucleare in questi anni. L’attenzione oggi ricade sulla scelta del governo di riproporre all’interno della manovra finanziaria, licenziata dal parlamento qualche settimana fa, una normativa che prende il nome di “Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa europea”, ma che di fatto cerca di azzerare il volere degli elettori. Così accade che a livello locale gli amministratori debbano diventare una sorta di garanti della Costituzione utilizzando gli strumenti che il nostro ordinamento mette loro a disposizione come la possibilità da parte delle Regioni, e non dei Comuni, di impugnare una legge o un atto avente forza di legge di fronte alla Corte Costituzionale entro sessanta giorni dalla sua entrata in vigore. Anche in Emilia- Romagna l’attenzione è alta da parte dei movimenti e da parte dei rappresentanti nelle istituzioni e lo dimostra anche lo scambio di informazioni avvenute tra la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo e la Giunta regionale guidata da Vasco Errani. La consigliera ecologista ha domandato infatti, durante una recente seduta dell’Assemblea legislativa, se la Regione Emilia-Romagna avesse già effettuato una valutazione di costituzionalità del decreto citato e se avesse intenzione di fare eventualmente ricorso diretto di fronte alla Consulta, come tra l’altro è stato richiesto dal neonato gruppo che si riconosce nell’appello online ‘La manovra finanziaria di agosto 2011 è incostituzionale’ visionabile su sito www.siacquapubblica.it. La risposta del sottosegretario Alfredo Bertelli conferma che anche la Regione Emilia-Romagna sta procedendo, insieme ad altre Regioni, ad un approfondimento giuridico sull’iter del decreto, ora convertito nella legge n°148/11, con l’intento di verificare se gli elementi di continuità ravvisati nella disciplina post-referendaria possano tradursi in una elusione da parte del legislatore della volontà popolare espressa in sede referendaria, riservandosi ogni valutazione in ordine ad eventuali misure da intraprendere.
La consigliera regionale dei Verdi, pur dichiarandosi soddisfatta dell’attività della Regione, ha chiesto ad Errani non solo di continuare il lavoro di monitoraggio relativo alla costituzionalità, ma anche di vigilare sui piccoli e grandi comuni nel territorio emilianoromagnolo stanno effettuando scelte schizofreniche che potrebbero portare a privatizzazioni selvagge in questo periodo di non chiarezza normativa, cosa che purtroppo sembra stia accadendo. Rimane comunque la difficoltà di svolgere una battaglia politicoistituzionale di questo genere, perché è utile ricordare che in ogni caso, poiché l’articolo 4 della legge varata dal Governo poche settimane fa prevede tra i settori esclusi quello del servizio idrico integrato e poiché un’eventuale impugnazione in via diretta presuppone invece l’immediatezza della lesione giuridica lamentata, un’eventuale giudizio di legittimità costituzionale non potrà che riguardare l’ulteriore formazione che dovesse essere posta in essere nel settore.
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