Marco De Vidi
GREEN ECONOMY. In un anno si è passati da 15 a 462 MW ma entro il 2020 si potrà arrivare a 4mila. La politica di incentivi del governo rumeno alle rinnovabili fa da volano. E piace alla Ue.
Snyéléni, secondo la tradizione orale del Mali, è una contadina leggendaria divenuta simbolo di fertilità in agricoltura ed emblema del ruolo femminile nella vita sociale africana. A questa figura si è deciso di rendere omaggio dando il suo nome al primo Forum mondiale sulla sovranità alimentare, tenutosi proprio in Mali nel 2007. Oggi è ritornato, in veste europea, a Krems, piccolo centro austriaco sulle sponde del Danubio. Il Forum Nyéléni 2011, conclusosi domenica scorsa, ha riunito oltre 400 delegati appartenenti a 120 organizzazioni di 34 diversi Paesi europei. Ma hanno partecipato anche molti osservatori internazionali provenienti da Asia, Africa e Americhe. L’evento di questi giorni ribadisce gli intenti originari, cioè in primo luogo il diritto dei popoli a determinare democraticamente il proprio cibo e i propri sistemi agricoli. Molte le organizzazioni italiane presenti, coordinate dal Comitato italiano sovranità alimentare (Cisa).
Dal documento finale sono emersi i punti che il Forum vuole porre al centro. Innanzitutto, modificare le abitudini di produzione e consumo del cibo: utilizzare dunque modi di produzione ecologici, che preservino la biodiversità e le risorse naturali; diminuire il consumo di carne e prodotti animali nonché aumentare le varietà di prodotti rinunciando agli Ogm. Inoltre cambiare il modo in cui il cibo viene distribuito: accorciare le filiere potenziando reti locali in cui agiscano piccoli produttori agricoli e consumatori, in modo da avere maggior qualità e prezzi minori. L’idea è infatti quella di riuscire a raggiungere anche chi ha un reddito basso o nullo. Chi produce cibo non deve essere sfruttato; servono maggiori diritti e garanzie, anche per i migranti e gli stagionali che operano in condizioni spesso degradate. I beni comuni (terra, alberi, aria, acqua, conoscenze) devono rimanere al di fuori del mercato e vanno amministrati con un controllo collettivo e democratico, che assicuri un’eguaglianza di fatto tra i diversi soggetti.
Principale intento del Forum è influenzare le istituzioni politiche attraverso una diffusa mobilitazione sociale. In particolare, l’obiettivo è modificare secondo queste linee guida la Pac, la Politica agricola comunitaria, la cui prossima riforma entrerà in vigore dal 2014. Si tratta dell’unico settore in cui c’è stato effettivo passaggio di sovranità dai 27 Stati dell’Unione al Parlamento europeo. Le sue decisioni ricadono dunque su tutti i cittadini dell’Unione e non solo. Impegna il 35 per cento del bilancio comunitario per un valore di 55 miliardi di euro l’anno: ecco perché è fondamentale, secondo Nyéléni 2011, agire affinché la Pac risponda ai bisogni di democrazia ed equità sociale.
http://www.terranews.it/news/2011/08/meno-carne-e-produzione-bio-cosi-l%E2%80%99europa-sara-sostenibile
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