Mariachiara Ricciuti
LAZIO. Il garante della Regione denuncia: «Investimenti non più rimandabili». Ma le risorse non ci sono. Allarma il dato delle province di Frosinone e Latina: le utenze non allacciate sono il 32%.
Quando il pesce puzza, puzza dalle testa, recita un proverbio popolare. Ma se il cattivo odore arriva dal mare? Anche qui la causa è a monte, nei depuratori che non funzionano a norma o, peggio ancora, negli scarichi non autorizzati, che sversano i loro liquami direttamente nei fiumi. è quello che succede ancora oggi in molte zone del Lazio, dove la “mala depurazione” delle acque reflue rimane un’emergenza dai mille volti, complessa da gestire e anche da raccontare, ma per cui l’ambiente continua a pagare un prezzo altissimo. Lo certifica l’ultimo Rapporto di Legambiente, che mette il Lazio al sesto posto nella classifica del mare inquinato.
E ora lo conferma anche il Garante del Servizio idrico integrato della Regione: «Sul settore della depurazione - dice - mancano gli investimenti e c’è un ritardo da colmare. Gli interventi sono assolutamente necessari e non procrastinabili, altrimenti si scarica sulle generazioni future non solo il costo del debito pubblico, ma anche quello del risanamento ambientale». Gran parte delle criticità attuali sono un’eredità del passato, quando il servizio di depurazione era nelle mani dei singoli Comuni, ma è un dato di fatto che la mancanza di investimenti e i ritardi e le indecisioni della politica hanno impedito quella “rivoluzione” che ci si aspettava dalla legge Galli e dal passaggio della gestione dei servizi idrici dai Comuni agli Ato, le Autorità d’ambito ottimale. Un passaggio travagliato, ancora oggi incompiuto, che produce frammentarietà nella gestione dei servizi e genera confusione e inadempienze.
Il problema principale resta, su tutto il territorio, quello dell’inefficienza dei depuratori: obsoleti e sottodimensionati rispetto alle esigenze reali di Comuni che intanto hanno visto raddoppiare il numero di abitanti, come nella provincia di Frosinone o in quella di Roma, in Comuni come Monterotondo, Guidonia, Castel Nuovo di Porto o la zona dei Castelli. Va un po’ meglio a Roma città, dove pure a giugno è stato messo sotto sequestro il depuratore di Roma Nord gestito da Acea. I problemi aumentano nel periodo estivo e nelle località balneari, quando i depuratori non riescono a gestire il sovraccarico di lavoro dovuto all’arrivo dei turisti, e vanno in tilt. In questo quadro si salva ancora Sabaudia, città virtuosa sul fronte della depurazione e non a caso bandiera blu del litorale laziale, che insieme a Sperlonga può vantare una rete fognaria separata, che cioè convoglia separatamente le acque piovane da quelle delle abitazioni. Ma è una rarità.
Nella maggior parte dei casi i sistemi sono di tipo misto: basta un acquazzone in più e i depuratori si sovraccaricano. Le irregolarità della depurazione possono essere tante: acque “fuori tabella” o scaricate direttamente al suolo, oppure fanghi derivati da acque industriali che vengono spacciati per fanghi di derivazione domestica e riutilizzati come concimi in agricoltura. Parlano, in tal senso, i numeri di Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Carabinieri: da gennaio 2010 fino al mese scorso, ad esempio, le Fiamme Gialle hanno effettuato 58 controlli, di cui 19 con esito irregolare; 12 le persone denunciate e 45 le sanzioni amministrative elevate. L’altra faccia della medaglia della “mala depurazione’ nel Lazio è quella degli scarichi abusivi, conseguenza, a loro volta, di un altro abusivismo, quello edilizio. Nella sola provincia di Roma si contano 115 scarichi di fognature comunali senza depuratore, basta andare a Monterotondo, a Carpineto Romano, Segni e Gorga, nella Valle del Sacco, oppure a Velletri.
Su tutto il territorio provinciale di Frosinone, come rivela l’ultimo Rapporto del Garante idrico, le utenze non allacciate alla fognatura sono addirittura il 32%; stesse percentuali anche nella provincia di Latina. I cittadini, intanto, continuano a pagare in bolletta una quota per un servizio di depurazione non ancora efficiente. A cui si andrà ad aggiungere il peso delle sanzioni in arrivo dall’Europa, proprio per i ritardi nel recepimento della direttiva sulla depurazione.
http://www.terranews.it/news/2011/09/depuratori-e-fogne-servizio-inefficiente-ma-bollette-salate
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento