giovedì 22 settembre 2011

Latina, le 7 discariche, scoperto catasto parallelo?

Andrea Palladino
ECOMAFIE. La Guardia di finanza sequestra sette discariche abusive. Un’area è della Regione.
http://www.terranews.it/news/2011/09/latina-scoperto-%E2%80%9Ccatasto-parallelo%E2%80%9D-dei-rifiuti-tossici
Sette discariche con rifiuti industriali pericolosi sono state scoperte ieri dalla Guardia di Finanza di Latina, con una superficie totale di quindici ettari, dove erano stati sversate quattromila tonnellate di sostanze pericolose. Si tratta di terreni nascosti e non facilmente raggiungibili nei comuni di Pontinia, Priverno, Prossedi, Latina e Sezze, nel pieno dell’agro pontino, zona di bonifica ad alto valore agricolo. Le aree poste sotto sequestro sono di proprietà di un’azienda industriale, del comune di Priverno, della Consorzio di bonifica dell’Agro pontino e della Regione Lazio. Sono state individuati diversi macchinari industriali abbandonati, amianto, sostanze bituminose e altre scorie che, per la tipologia, sono riconducibili alle attività industriali. Non si tratta, quindi, di aree occasionali utilizzate per gli sversamenti artigianali, non organizzati, ma probabilmente di veri e propri siti di stoccaggio clandestini.

La situazione più preoccupante è stata riscontrata nella zona del fiume Ufente, dove, lungo la sponda, in un terreno di proprietà della Regione Lazio, sono state trovate tracce di diossina. «Il corso d’acqua non risulta contaminato – precisano gli investigatori – e non c’è motivo d’allarme per le aziende agricole del posto». La presenza dei contaminanti è recente e le sostanze chimiche non avrebbero raggiunto ancora le falde acquifere. La Guardia di Finanza sospetta che dietro gli sversamenti nelle sette discariche abusive vi possa essere una vera e propria organizzazione. I punti sono difficilmente raggiungibili per chi non li conosce e la provenienza industriale dei rifiuti escluderebbe l’origine locale degli sversamenti. Per i militari i sette siti individuati farebbero parte di un vero e proprio «catasto parallelo», una mappa riservata con indicati i punti dove poter scaricare i rifiuti senza troppi problemi.

Le indagini sono ancora in una fase iniziale e per ora sono state denunciate tre persone: un ottantatreenne romano intestatario di un terreno – probabilmente un semplice prestanome – e due donne di Amaseno e Latina. La Guardia di finanza sta poi valutando la posizione degli enti locali coinvolti in qualità di proprietari dei terreni, con particolare riferimento all’area dove è stata individuata la diossina, intestata alla Regione Lazio. Si tratta di una zona abbandonata, senza nessuna struttura, situata in una delle Migliare – le strade che tagliano l’area di bonifica – lungo il fiume Ufente. Le indagini dovranno ora caratterizzare le sostanze presenti nelle discariche e i danni arrecati all’ambiente.

La zona di Pontinia non è nuova al ritrovamento di rifiuti industriali pericolosi. Alla fine degli anni ‘90 la commissione ecomafie – guidata all’epoca da Massimo Scalia – individuò un capannone industriale con migliaia di fusti stoccati abusivamente. Fu il punto di partenza di un’indagine complessa della commissione bicamerale d’inchiesta, che ricostruì, partendo dalle società di Pontinia, la complessa rete delle aziende coinvolte nei traffici illeciti di rifiuti. Nomi che ancora oggi continuano a tornare, grazie ai ridotti tempi di prescrizione dei reati ambientali.

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