domenica 11 settembre 2011

Santoro il dopo Annozero ecco come sarà

Santoro: “La Rai è nostra, riprendiamocela”
Il suo futuro in tv: “Comizi d’amore” “Gli amministratori della tv pubblica siano scelti dagli abbonati. La proposta di La7, con il controllo preventivo era inaccettabile. Che cosa farò? Quello che avete già visto con Raiperunanotte”. Michele Santoro arriva alla festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta e non delude le attese di migliaia di lettori in fila da questa mattina per trovare un posto nell’arena della Versiliana: “In tv ci vuole qualcuno che possa dire liberamente ‘Berlusconi fuori dalle balle’”.

Quale sarà il futuro televisivo di Santoro, dopo le stagioni di Annozero? ”Sono qua non per dire quello che faremo, per il semplice motivo che quello che faremo lo abbiamo già fatto vedere due volte a Bologna, con Raiperunanotte e Tuttinpiedi. Per cui se vi piacciono quei programmi realizzati in maniera indipendente e grazie al vostro aiuto, noi quei programmi vogliamo rifarli”. Nel corso del suo intervento, il conduttore ha rivelato il nome e le modalità del suo programma futuro: “Con l’aiuto di imprenditori qui presenti, del gruppo televisivo di Parenzo, del Fatto Quotidiano riusciremo a fare un programma che si chiamerà “Comizi d’amore”.

“Vengo a rendere omaggio a un grande giornale libero”, ha detto il conduttore appena salito sul palco insieme ad Antonio Padellaro e Marco Travaglio. Non sono qui per dire ciò che faremo perché quello che faremo lo abbiamo già fatto due volte: tutti in piedi e raiperunanotte”. Il ragionamento parte dall’11 settembre, dieci anni fa: “Ci siamo sentiti tutti americani ma essere americani significava guardre le cose da un solo punto di vista, quello dei pompieri morti nelle torri. Dei sopravvissuti ci siamo dimenticati. La realtà non è sempre la stessa, ma cambia con i racconti che se ne fanno. Sono le mie telecamere che danno un’angolazione ai fatti. Ed è importante che i punti di vista siano tanti. Ora, l’11 settembre ha segnato uno spartiacque: ci ha fatto dimenticare cosa voleva ottenere il terrorismo. Come se ci fosse un unico orizzonte. In Italia noi eravamo la sede del pacifismo. A un certo punto la guerra sembrava l’unico strumento per risolvere i problemi del mondo”.

Il ragionamento è proseguito con il ricordo delle censure del passato e di quelle più recenti. “L’editto bulgaro è intervenuto anche per non far parlare dell’intervento armato in Iraq. Non lo dico solo io, ma anche Obama che riconosce quel conflitto come fonte di tutti i guai. Io non credo alle teorie complottiste, ma credo che la guerra sia stata una scorciatoia per nascondere la crisi economica. La guerra ha presentatto al mondo l’esistenza di un nemico. E noi dove stiamo? Stiamo in Occidente. Il mondo si è serrato intorno alla paura. Anche i media hanno smesso di rappresentare chi non aveva paura. E’ mancato un programma che veicolasse l’opinione contraria alla guerra. Siamo arrivati all’assuefazione”.

“Mi rivolgo – ha proseguito Santoro” ai colleghi di Libero e del Giornale che mi danno del “guru della sinistra”. Io voglio chiedere a questi miei colleghi una cosa semplice: “Questa gente che è seduta qui ad ascoltare, queste migliaia di persone che i partiti non riescono più a raccogliere, hanno diritto a essere rappresdentati come opinione pubblica? I pacifisti non avevano diritto a esistere come opinione pubblica organizzata? Perché se questa opinione pubblica non ha diritto, questa non è democrazia.

“Se non si reagisce succede quello che è successo con l’11 settembre. Ci si parla tra noi, ma la realtà è scomparsa tanto che per credere un giovane parlante guardavamo il Grande Fratello. E’ stato umiliante passare l’80% del tempo con gli avvocati, sentire quello che usciva dall’inchiesta di Trani: non può Berlusconi chiedere a delle autorità, da lui stesso nominate, di chiudere un programma. Allora quando noi cominciammo con annozero avevamo uno spot con case popolari avvolte da voci di reality. Ora i reality hanno sovrastato la realtà. Il pubblico ha imparato a scegliere, a cercare i cabnali diove la realtà viene rappresenatata. I programmi che stavano dentro la tv hanno cominciato ad avere peso”.

Il giornalista ha dedicato un passaggio alle ragioni del fallimento del suo passaggio a La7. “L’Ad di Telecom ha usato una bella metafora, quella dei macachi sul banano Rai. Sono state dette tante cose. Non so se è vero quello che ha scritto Dagospia che Berlusconi ha telefonato a Bernabè per non avermi su La7. Perché un’azienda si tira indietro e l’ad tira fuori l’argomento della scaletta? Ridateci Masi! Quei contratti si firmano, deve venire Marco Trvaglio a dire; “come si fa a garantire l’ayutonmmia sse l’ad decide la scaletta?. E non viene nemmeno lui a dirlo, ma manda l’ufficio legale. E perche noi non reagiasmo? Cosa ha detto Bersani? Bersani ha detto: “Santoro è come Balotelli! che oprima o poi trova da giocare. Certo che triovo da giocare, ma abbiamo perso il servizio pubblico. Ci dobbiamo riprendere il mercato e il servizio pubblico. Riprendiamoci la Rai, è nostra! Facciamo la battaglia: datemi fiducia come avete già fatto per gli altri eventi. Come a bologna, costava 150mila euro”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/11/festa-del-fatto-santoro-annuncia-il-suo-futuro-in-tv/156823/

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