Ancora minacce per l’Amazzonia. Secondo dati dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile, nel 2015-2016 la deforestazione è aumentata del 29 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti, il più alto tasso di perdita di copertura forestale dal 2008. Nonostante ciò, il governo del presidente Michel Temer non ha dimostrato alcuna volontà di proteggere questo preziosissimo ecosistema e ha addirittura adottato provvedimenti che potrebbero aggravare la situazione.
Lo scorso 11 luglio l’esecutivo guidato da Temer ha approvato laLegge MP 759, di fatto un condono che spiana la strada all’accaparramento delle terre, rendendo più facile ed economicoper i grandi proprietari terrieri ottenere la proprietà di vaste aree forestali occupate abusivamente.
La MP 759 è solo l’ultima di una serie di misure adottate su pressione della cosiddetta lobby “bancada ruralista”. Ovvero quei rappresentanti dell’agribusiness, membri del Congresso brasiliano, che vorrebbero smantellare i progressi ambientali e sociali fatti dal Brasile dopo la fine del regime militare, avvenuta nel 1985. Il disegno di legge è stato approvato in un momento di tagli drastici dei fondi per i principali organi governativi, come l’agenzia ambientale Ibama, l’istituto di riforma agraria Incra e l’agenzia responsabile per le questioni indigene Funai.
La nuova legislazione MP 759 modifica il programma Terra Legal, introdotto dall’ex presidente Lula nel 2009 come mezzo per consentire alle famiglie contadine di acquisire la proprietà di terreni. Terra Legal era già stato utilizzato in modo improprio, finendo per favorire i grandi agricoltori piuttosto che le famiglie di contadini, grazie a prestanome che acquistavano porzioni di terra che però di fatto erano controllate da poche grandi famiglie benestanti. Adesso, le modifiche apportate da Temer faciliteranno ulteriormente l’accaparramento di terre visto che la nuova legge prevede un aumento della dimensione massima delle singole occupazioni diterra condonabili, che passeranno da 1.500 a 2.500 ettari.
La MP 759 indebolisce inoltre anche la normativa ambientale. Viene infatti abolito l’obbligo per i richiedenti di conservare intatta la foresta sull’appezzamento da loro richiesto, pena la perdita del titolo di proprietà del fondo. Ora, quindi, sarà possibile deforestare con l’unico vincolo di registrare la terra “occupata” nell’Inventario Ambientale Rurale nazionale.
Due recenti operazioni condotte dalla polizia federale brasilianahanno dimostrato che molto spesso gli “accaparratori” tentano di sconfinare occupando le terre demaniali dell’Amazzonia. Invece di optare per un’amnistia e fornire mezzi legali per condonare tali comportamenti criminali, il governo avrebbe dovuto mandare un messaggio molto diverso e sottolineare che questo furto di proprietà pubblica non può essere tollerato. In un periodo di crisi economica, con il contestuale aumento della deforestazione, la MP 759 produrrà effetti distruttivi. di Greenpeace | 25 luglio 2017 http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/25/amazzonia-come-il-governo-brasiliano-sta-alimentando-la-deforestazione/3752556/
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