Le cronache di questi giorni tra bavaglio imposto, scioperi manifestazioni scelgonoargomenti spesso “leggeri” occupandosi anche dei disagi dei dipendenti pubblici negli uffici senza aria condizionata.
Si parla di incidenti ma nessuno osa affrontare il tema della prevenzione.
Il bavaglio autoimpostosi da alcuni, per esempio, non si occupa di come migliorare le condizioni di lavoro da un lato e prevenire incidenti anche eclatanti.
Così si trascura che il testo unico della sicurezza sugli ambienti di lavoro (decreto legislativo 81 / 2008) viene ignorato da alcune aziende che presentano progetti incompatibili con il territorio, come ha fatto l'azienda che propone la centrale a biomasse che nel settembre 2008 (dopo 4 mesi dalla sua entrata in vigore) ne ignorava l'esistenza.
Idem per la Provincia di Latina (che non è competente in materia) ed è comprensibile, non così la ASL che dava il suo parere positivo comunque.
Sempre lo stesso autobavaglio trascura incidenti che invece potrebbero accadere sulla tubazione di alimentazione del gas che dovrebbe alimentare l'altra centrale incompatibile con il territorio, quella a turbogas.
Che non ne parlino gli organi di informazione (che sono aziende private e quindi spesso preferiscono non turbare chi potrebbe fare pubblicità o semplicemente non attirarsi querele da aziende importanti) può essere comprensibile, che tali eventi li ignorano gli “enti competenti”, che gli incidenti li dovrebbero prevenire, in materia di salute pubblica no.
Sarebbe interessante conoscere, tornando ai temi relativamente leggeri, il parere dei dipendenti pubblici che non lavorano in condizioni ottimali per la tutela della salute in ambienti non condizionati, per almeno 2 motivi:
la valutazione dei rischi nei posti di lavoro (sempre per il D.Lgs. 81/2008) dovrebbe garantire idonee condizioni;
sarebbe bastato che l'amministrazione comunale, di cui fanno parte, quindi loro stessi, avessero presentato la richiesta di partecipazione al finanziamento pubblico per l'alimentazione con il fotovoltaico dei loro uffici. Climatizzati con l'energia autoprodotta non sarebbe costato nulla. Anzi loro come dipendenti e, alcuni come cittadini, avrebbero goduto del risparmio delle casse pubbliche.
Ma se il comune di Pontinia decide (dopo centrale a turbogas, biomasse, impianto di compostaggio, centro commerciale, impianti fotovoltaici in agricoltura a vantaggio di pochi) avesse una sensibilità ambientale avrebbe fatto come le città di Padova, Busto Arsizio, Agrigento ed Andria dove gli impianti fotovoltaici, nelle case private, vengono installati gratuitamente.
Giorgio Libralato
FOTOVOLTAICO GRATIS ALLE FAMIGLIE: IN TUTTA ITALIA SI MOLTIPLICANO LE INIZIATIVE “A COSTO ZERO”
Energia pulita e rinnovabile a costo zero. Non si tratta di uno slogan ambientalista, ma di una formula per descrivere ciò che sta accadendo in tutto il paese. Almeno nel settore del fotovoltaico. Grazie infatti al Conto Energia, all’evoluzione della tecnologia solare, alla maggior sensibilità dei cittadini nei riguardi della sostenibilità, ma soprattutto delle amministrazioni locali, la pratica di installare a costo zero un impianto fotovoltaico si sta diffondendo a macchia d’olio.
Ne avevamo già parlato a proposito di Padova e di Busto Arsizio, mentre ora è il turno di altre due città, questa volta del sud Italia: Agrigento, in Sicilia, e Andria, comune pugliese di quasi 100.000 abitanti. Entrambe le iniziative sono il connubio di due esigenze, quella di chi le promuove – soddisfare il fabbisogno energetico e abbattere le emissioni di CO2 – e quelle di chi le abbraccia – risparmiare sul costo della bolletta. Vediamole quindi in dettaglio.
Agrigento. La proposta prende il nome di 1.000 tetti fotovoltaici ed è promossa dal Consorzio abn – a&b network sociale Soc. Coop. Sociale in collaborazione con Il lavoro solidale – Consorzio regionale cooperative sociali. Gli impianti solari (3 KW di potenza l’uno) verranno installati e messi in opera gratuitamente a chi ne farà richiesta – famiglie o piccole attività imprenditoriali – e i futuri costi di gestione e manutenzione saranno sostenuti dallo stesso Consorzio abn. Al termine dei vent’anni del contratto l’impianto potrà essere acquistato dai cittadini alla cifra simbolica di cento euro, oppure, a costo zero, essere rimosso e quindi smaltito. Il progetto, oltre che in Sicilia è attualmente portato avanti anche in alcuni comuni dell’Umbria e della Calabria. Per saperne di più e scaricare i bandi per le domande :http://plone.voludia.it:8080/portale_abn/servizi/1000-tetti
Andria. Ad Andria in provincia di Bari verrà presentato proprio in questi giorni il progetto Fotovoltaico gratuito che permetterà Si tratta in questo caso di una conferenza aperta al pubblico, che avrà luogo il 7 luglio nella sala consiliare del Comune di Andria, in cui verrà illustrata la possibilità di installare impianti fotovoltaici a costo zeroofferta dall’azienda Nuova Cultura d’Impresa (www.fotovoltaico-gratuito.it) per conto di Ener20, azienda che provvederà ad installare e donare al Comune di Andria anche un pannello in cui sarà possibile verificare la quantità di elettricità prodotta dai pannelli solari installati e la quantità di CO2 che si è evitato di immettere nell’aria. Saranno presenti il sindaco del Comune di Andria, Nicola Giorgino, il presidente del Consiglio Comunale, Nicola Marmo, e l’amministratore delegato di Ener20, Gianluca Lancellotti.
Benché quasi sempre a carattere locale, dunque, esperienze di questo tipo sembrano destinate a crescere e diffondersi. Alla faccia del nucleare.
http://www.progettogaia.it/stampa/index.asp?id=2115
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