lunedì 24 luglio 2017

discarica Borgo Montello Latina – Delitto di don Cesare Boschin, interrogatori della Dia di #Napoli sui conti correnti del parroco

di Paolo Iannuccelli Grosse novità riguardo la morte di don Cesare Boschin, il parroco del Montello, borgo alle porte di Latina. La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, alla quale quale è affidato il caso dopo la riapertura, starebbe interrogando alcune persone molto vicine al sacerdote, un precursore di battaglie ambientaliste.
Sarebbero spuntati, dopo accurate ricerche, due conti correnti bancari intestati al prelato sui quali sarebbero state versate somme molto consistenti, cifre da fare riflettere attentamente gli investigatori. Chi consegnò quel denaro al parroco? Chi aveva interesse a compiere quel gesto? Una cosa è certa: il sacerdote non ha speso nemmeno una lira di quei soldi, non risultano prelevamenti, non si è arricchito. Il mistero è fitto ma gli investigatori – molto attivi e competenti – stanno lavorando con estrema cura.
Era la mattina del 30 marzo 1995. Delitto senza colpevoli per ora: la pista della rapina compiuta da balordi si arenò. Ma adesso, al termine di una lunga battaglia di comitati civici e associazioni come Libera di don Luigi Ciotti, l’inchiesta sull’omicidio di don Cesare Boschin, il prete «anti-discarica» massacrato a 80 anni nella sua parrocchia, torna alla ribalta.
Il riserbo sui nuovi elementi posti all’attenzione della magistratura è alto, ma qualcosa è trapelato. Nell’ultimo periodo, il pool costituito dall’avvocato di parte lesa Stefano Maccioni ed al quale collaborano la criminologa Immacolata Giuliani, il medico legale Luigi Cipolloni e Lorenzo Zanon, il sindaco di Trebaseleghe (Padova) paese di cui era originario don Cesare, ha riesaminato le circostanze del delitto avvenuto nella chiesa di Montello e concentrato l’attenzione su tre elementi: le tracce sul nastro adesivo usato dal killer, le macchie di sangue su un asciugamano e il momento del decesso, che andrebbe spostato indietro di alcune ore.
Don Cesare aveva il corpo ricoperto da lividi, la mascella fratturata, la bocca incerottata. Morì per soffocamento. Dalla canonica furono portate via le due agende del sacerdote e non 800mila lire contenute nel portafoglio, particolare che fa prevalere altri moventi rispetto a quello ipotizzato all’inizio, della rapina conclusa tragicamente.E’ stata colpita la coerente ed incessante linea del parroco nella battaglia contro la discarica di Borgo Montello. Don Boschin aveva raccolto le confidenze di parrocchiani che riferirono di fusti interrati di notte e di alcuni genitori, insospettiti dal fatto che i figli avessero un’improvvisa disponibilità di danaro al ritorno da viaggi a bordo di tir. «Speriamo di vederci domani», diceva il prete a chi passava a salutarlo. Aveva paura. E’ stato facile profeta.https://seicolonne.com/2017/07/23/latina-delitto-di-don-cesare-boschin-interrogatori-della-dia-di-napoli-sui-conti-correnti-del-parroco/

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