sabato 23 agosto 2014

NUOVA PROTESTA A BORGO MONTELLO La discarica, la bonifica e i fusti tossici. "Gli stessi misteri, un anno dopo"

http://www.corrieredilatina.it/news/ambiente/9422/La-discarica--la-bonifica-e.html

Comitati e associazioni ambientaliste al fianco dei cittadini che abitano davanti agli invasi

La discarica, la bonifica e i fusti tossici. "Gli stessi misteri, un anno dopo"
Libralato e Piovesan:” Ad un anno dalle rivelazioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone nulla è stato fatto per dare risposte ai cittadini che continuano a subire disagi enormi e a convivere con un ambiente contaminato dalla presenza di un sito di smaltimento di rifiuti che non è in regola con la vigente normativa europea”
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Borgo Montello strada Monfalcone

Una nuova denuncia, con una disperata richiesta di aiuto, è stata al centro della conferenza stampa organizzata da comitati e associazioni in difesa della tutela dell'ambiente a ridosso della discarica di Borgo Montello. L'appuntamento si è tenuto nell'abitazione di una delle cittadine più penalizzate dalla presenza degli invasi, Carla Piovesan, presso l’ex podere 33 di via Monfalcone a Borgo Montello, proprio di fronte alla discarica gestita da Ecoambiente. “Ad un anno dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone – ha detto Giorgio Libralato di Pontinia Ecologia – non abbiamo ottenuto risposte e dati certi sui rischi reali per la salute dei cittadini coinvolti dalla problematica, torniamo a chiedere l’interessamento della comunità intera affinché le istituzioni locali e non solo riaccendano i riflettori sul caso della discarica di Borgo Montello garantendo l’avvio dei lavori per una bonifica vera e non falsi interventi come quelli realizzati finora attraverso controlli parziali, scavi in posti sbagliati e pozzi che scompaiono come per magia”. Se le affermazioni di Schiavone dovessero trovare conferme, infatti, l’inquinamento e i conseguenti rischi per la salute dei cittadini, non sarebbero  ciroscritti alla zona di Montello ma coinvolgerebbero l’intera provincia pontina e il resto del Lazio. Nei dati forniti da Schiavone, infatti, si parla di una vecchia cava in prossimità del lido di Latina, dove sarebbero stati interrati rifiuti altamente tossici, nonostante la presenza di un allevamento di bufale nelle immediate vicinanze, così come è stato fatto nella discarica di Penitro a Formia.
IL CASO IN COMMISSIONE AMBIENTE AL PARLAMENTO EUROPEO La protesta dei cittadini di Borgo Montello e il caso della discarica sono stati affrontati anche nella commissione Ambiente del Parlamento Europeo a novembre del 2013, ha confermato Libralato, ma nonostante la gravità e l’urgenza della questione e gli arresti che contemporaneamente hanno interessato la società che gestisce il servizio non c’è stato alcun passo in avanti in termini di interventi per la sicurezza e il ripristino della legalità. “La delibera comunale del 2012 che stabiliva la distanza minima delle abitazioni dalla discarica di circa 150 metri – continua Libralato – è stata ripubblicata successivamente senza produrre alcun risultato effettivo per la comunità, oggi, quindi, torniamo a chiedere a nome dei residenti dell’intera provincia di Latina alle istituzioni di fronteggiare una volta per tutte la situazione prima che il caso di Borgo Montello assuma dimensioni sempre più gravi e venga insabbiata per sempre”.
LA BONIFICA ALL’ACQUA OSSIGENATA I lavori di bonifica annunciati a marzo 2014 sono partiti solo a maggio, come sottolineano Piovesan e Libralato, dopo le continue pressioni e denunce presentate dai cittadini, tra l’altro, senza interessare i terreni circostanti alla discarica, ma esclusivamente il sito. “L’ennesima beffa – aggiungono i residenti – che ci ha spinti a presentare un esposto alla Guardia Forestale, al quale però non è seguito l’auspicato interessamento del Corpo”. Nonostante la condanna per le irregolarità della gestione della discarica di Borgo Montello, che arrivano dalla Regione, quindi la situazione resta immutata e i residenti si trovano costretti a chiedere la delocalizzazione delle sei famiglie che vivono a ridosso del sito di smaltimento dei rifiuti, in attesa di capire e indagare sulle conseguenze che il progressivo inquinamento prodotto dalla discarica avrà sull’intero comprensorio.

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