Dopo l'ultimo rapporto Ipcc cresce l'allarme per un mutamento climatico "severo e irreversibile". Ma le reazioni mancano: i consumi di combustibili fossili continuano a crescere
di ANTONIO CIANCIULLO 27 agosto 2014 http://www.repubblica.it/ambiente/2014/08/27/news/oms_il_caos_climatico_minaccia_la_salute_umana-94523307/GLI SCIENZIATI dell'Onu hanno sintetizzato l'ultimo affinamento del livello di allarme climatico in un rapporto di 127 pagine inviato ai governi. E tutte le agenzie delle Nazioni Unite in queste ore stanno rilanciando il messaggio fornendo un quadro completo del rischio sanitario, economico, sociale e ambientale. Le probabilità di un impatto del caos climatico "severo, pervasivo e irreversibile" vengono quotate in forte crescita dall'Ipcc. L'Organizzazione meteorologica mondiale ricorda che gli ultimi 13 anni sono nella lista dei 14 più caldi dalla fine dell'Ottocento. E l'Organizzazione mondiale per la salute, per bocca del suo direttore Margaret Chan, definisce schiaccianti le prove della minaccia: "Il cambiamento climatico mette in pericolo la salute umana. Le soluzioni esistono e dobbiamo agire con decisione per cambiare la traiettoria del mutamento in corso".Le soluzioni esistono ma non vengono messe in pratica. La vera notizia non viene dagli scienziati ma dai ministri dell'economia che continuano a rimandare la reazione a una minaccia che diventa di mese in mese più drammatica e più vicina. I climatologi dell'Ipcc hanno usato la parola "rischio" 351 volte in 127 pagine. Vuol dire che, per la complessità del sistema atmosferico, non si può tracciare una mappa esatta dei disastri in arrivo e in alcuni casi neppure definire il segno del disastro: il caos climatico moltiplica, secondo confini solo in parte prevedibili, i fenomeni estremi spargendo sul pianeta alluvioni devastanti e siccità che tolgono il fiato.
Ma due elementi sono certi. Il primo è che la misura del rischio cresce con il crescere dei ritardi nella reazione. Mentre i proclami di buona volontà si ripetono, le emissioni serra globali continuano a salire e ormai l'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura a fine secolo entro i 2 gradi rispetto all'era pre industriale (la soglia considerata dai governi necessaria a contenere il rischio entro limiti accettabili) appare irraggiungibile anche perché di un accordo globale si potrà parlare - forse - a Parigi a fine 2015 per entrare in vigore solo nel 2020. Tempi considerati folli dagli scienziati. Il secondo elemento certo è che la terapia per ridurre il rischio climatico (altissimo) è la stessa che serve a curare un'altra malattia (certa): lo smog. L'aria inquinata - avverte oggi l'Oms - causa sette milioni di morti all'anno. Per pulire il cielo dalle sostanze che avvelenano (rapidamente) i nostri polmoni e alterano (più lentamente) l'equilibrio climatico, la prima mossa è tagliare drasticamente il consumo dei combustibili fossili. E invece la spinta ad aumentare proprio questi consumi cresce a livello globale. Se i due momenti decisionali, quello energetico-infrastrutturale e quello sanitario-ambientale, cominciassero a incrociarsi invece di divergere si potrebbe trovare la strada per rendere operative le soluzioni possibili. E forse anche per aiutare, con la forza di un obiettivo trascinante, il rilancio dell'economia.
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