L’obiettivo non è fornire risposte univoche, ma sollevare domande e offrire ai visitatori utili strumenti per cercare le proprie personali risposte. Il dibattito coinvolge visitatori e partecipanti e si costruisce giorno dopo giorno attraverso eventi, mostre, convegni e incontri che veicolano i principali temi che Expo Milano 2015 vuole approfondire.
Una vera e propria sfida che coinvolge tutti i soggetti partecipanti, inclusi i visitatori che si interrogano sulle conseguenze delle proprie azioni per le prossime generazioni.
Pubblicità
Agli albori del 2011, c’erano 925 milioni persone affamate in tutto il mondo. Entro la fine dell’anno, i disastri atmosferici e iprezzi alimentari in crescita possono riportare questa cifra a un miliardo, picco del 2008. In un mondo che fornisce abbastanza cibo per nutrire tutti, perché tanta gente soffre la fame?
La lista delle risposte è lunga in modo impressionante, spesso grossolana e quasi sempre polarizzata. Troppo commercio internazionale. La mercificazione dell’agricoltura. Una romantica ossessione per l’agricoltura contadina. Poco investimento in biotecnologie. La crescita galoppante della popolazione.
La maggioranza di queste spiegazioni è autoreferenziale, pensata per dare la colpa agli affamati oppure per difendere gli interessi particolari di coloro che si approfittano dello status quo. Il che è sintomatico di una verità più profonda: chi ha il potere decide chi mangia e chi va a letto affamato. La fame, l’obesità, il livello osceno raggiunto dagli sprechi e il terrificante degrado ambientale mondiale: questi fenomeni sono il prodotto di un sistema alimentare al collasso.
Un sistema progettato da una piccola minoranza con lo scopo principale di trarne profitto. Una minoranza costituita dalle lobby delle grandi e ricche imprese agricole, dipendenti dai contributi incassati a scapito dei coltivatori nei Paesi in via di sviluppo, che fanno pagare ai consumatori dei paesi ricchi più tasse e prezzi alimentari più alti.
Quando io mi sono laureato in Medicina, nel 1980, moriva di fame un bambino ogni 4 secondi. Oggi, nel 2014, non solo non è cambiato nulla, pur avendo il mondo intero raggiunto e superato la autosufficienza nella produzione del fabbisogno alimentare, ma soprattutto muore di complicanze del diabete nel mondo circa un adulto ogni 7 secondi.
Chi, meglio di Caravaggio, col suo genio maledetto ma profondamente e radicalmente cattolico, poteva esprimere meglio e anticipare di secoli, nell’Arte universale, questo sistema iniquo e selvaggio, profondamente anticristiano?
Dal 2006, da quando ho scelto di illustrare e spiegare al popolo campano il disastro ambientale più grande e più negato della Storia di Italia (Terra dei Fuochi), con oltre mille conferenze gratuite su tutto il territorio campano, sin dal primo momento ho scelto, per illustrare la incapacità di “lettura del contesto” politico – igienico- ambientale del governo, il quadro di Caravaggio Le 7 Opere di Misericordia corporale del 1607.
L’artista non solo descrive in maniera meravigliosa e universale nel tempo e nello spazio , i concetti di una salvezza dell’uomo carnale e concreta pur se di elevatissima spiritualità, ma anticipa di ben 50 anni, (1607- 1656), anche le immagini della terribile pestilenza che ucciderà a Napoli ben 3 cittadini su 4, le cui cause erano ben illustrate nel quadro, ma che nessuno sia dei gentiluomini cattolici committenti, che soprattutto il Governo dell’epoca comprese: il profondo degrado socio economico e soprattutto igienico della tumultuosa Napoli di inizio seicento. Solo la Chiesa di Napoli, in totale contrapposizione con la rigida Inquisizione Spagnola dell’epoca, intuisce il profondo valore cattolico e profetico del messaggio visivo di Caravaggio e non ha un solo secondo di esitazione a considerare quelle immagini anche eccezionalmente erotiche, sacre, e le espone alla preghiera e alla meditazione dei fedeli sull’altare di una Chiesa. Caravaggio esprime non solo il concetto universale delle 7 Opere di misericordia corporale, ma, fotografando in maniera perfetta la tumultuosa e caotica vita dei vicoli di Napoli, illustra e anticipa in maniera perfetta le cause igienico sanitarie del disastro che scoppierà circa 50 anni dopo.
Napoli era diventata una città sovrapopolata nel giro di pochi anni per la politica fiscale degli occupanti spagnoli. Aveva raggiunto e superato Parigi come numero di abitanti in pochi anni ma senza alcun sviluppo parallelo sia dell’urbanistica che soprattutto del sistema idrico e fognario, totalmente inadeguati a reggere questo peso demografico. Nessuno capì il senso in termini di igiene della immagine del morto che esce “in orizzontale e con i piedi davanti”, come da allora si dice a Napoli, dallo stesso edificio dove pure si banchetta e dove pure ci si prostituisce, come lascia intendere la immagine violentemente erotica anche della donna che allatta al seno il vecchio carcerato.
Una somma esplosiva di degrado igienico sanitario e civile che sarà la base della terribile pestilenza del 1656 che toglierà definitivamente Napoli dal novero delle grandi capitali europee. (CONTINUA http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/31/la-terra-dei-fuochi-e-come-un-quadro-di-caravaggio-parte-i/1103624/
Nessun commento:
Posta un commento