domenica 31 agosto 2014

attuare la raccolta differenziata in provincia di Latina al 50% darebbe 1.000 posti di lavoro l'anno,

Attuare la raccolta differenziata in provincia di Latina al 50% darebbe circa 1.000 posti di lavoro l'anno, con un incremento del volume di affari della filiera di circa 60 milioni di €, secondo la stima del Conai (http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rifiuti/2014/08/28/da-rifiuti-urbani-90mila-nuovi-posti-di-lavoro-entro-2020_ef7a90fa-347b-4660-a373-446516544720.html). Attualmente la differenziata in provincia di Latina supera di poco, secondo i dati ufficiali, il 23% (vedere pag. 73 http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2013/cap2_rapporto_rifiuti_urbani_2013.pdf)
Facendo un calcolo empirico, portandola al limite di legge (obbligatorio nel 2012 poi prorogato dall'ennesimo attentato alla salute pubblica della maggioranza pd-sel-legambiente alla regione Lazio al 2020) arrivando al 65% avremo ulteriori circa 500 posti di lavoro con un volume di affari di circa 30 milioni.

In pratica non attuando la raccolta differenziata oltre a favorire pratiche illecite negli ultimi 30 anni (vedere inquinamento delle falde nella discarica di Borgo Montello, processi e sequestri che hanno interessato le varie società) oggi la provincia di Latina perde 1.500 posti di lavoro con un volume di affari di circa 90 milioni di € per incapacità politica, amministrativa e imprenditoriale.
Oltre al conto delle spese che nessuno mai farà sui danni biologici per le passati, presenti e future generazioni avvelenate da pratiche illecite che ancora oggi continuano.

Da rifiuti urbani 90mila nuovi posti di lavoro entro 2020

Studio Conai sull'occupazione nel settore del riciclo

28 agosto, 19:33
 Cogliere gli obiettivi UE che fissano al 50% il riciclo dei rifiuti urbani e domestici entro il 2020 potrà postare a 90mila nuovi posti di lavoro. E' quanto emerge dallo studio "Ricadute occupazionali ed economiche nello sviluppo della filiera del riciclo dei rifiuti urbani", realizzato da Conai - Consorzio Nazionale Imballaggi - in collaborazione con Althesys, illustrato oggi, nell'ambito del convegno "Creare Occupazione Quali Garanzie?".

Dati alla mano, nello scenario più prudente, gli addetti aggiuntivi della filiera del riciclo (raccolta differenziata, trasporto, selezione e riciclo al netto dell'occupazione persa in altri settori, come per esempio le discariche) sarebbero circa 76.400, mentre gli addetti per le costruzioni di impianti (di selezione, compostaggio, riciclo intermedio e termovalorizzazione) circa 12.600, per un totale sull'intero territorio nazionale di circa 89.000 nuovi posti di lavoro.

Gli effetti occupazionali, in entrambi gli scenari, sono in proporzione maggiori al Centro e al Sud soprattutto nelle attività di raccolta differenziata in ragione del ritardo che caratterizza tali aree. Al contrario la maggior concentrazione di industrie del riciclo al Centro Nord determina in tali aree un incremento occupazionale percentualmente superiore per tali attività.

Per quanto riguarda il volume d'affari incrementale della filiera (si fa riferimento a raccolta differenziata, trasporto, selezione, produzione di semilavorati per il riciclo, compostaggio, termovalorizzazione) è stato valutato pari a circa 6,2 miliardi. Gli investimenti in infrastrutture (impianti di selezione, produzione di semilavorati per il riciclo, compostaggio e termovalorizzazione), ammonterebbero invece a circa 1,7 miliardi, mentre il valore aggiunto è stato quantificato in circa 2,3 miliardi.
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