ricevo dal comitato provinciale Acqua Pubblica
Latina Oggi, Sabato 03 Settembre 2011
IL CONSIGLIO DI STATO RESPINGE IL RICORSO CHE CHIEDEVA IL COMMISSARIAMENTO DEI COMUNI «RIBELLI»
ACQUALATINA, NUOVO KO
«La convenzione non può essere cambiata nei valori fondanti»
NON si possono esercitare potere sostitutivi nei confronti dei Consigli comunali che non hanno approvato la convenzione del servizio idrico integrato. E’ questo in sintesi quanto stabilito dal Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso di Acqualatina contro la Regione Lazio (nei confronti dei Comuni di Aprilia, Cori, Amaseno e Bassiano), confermando la sentenza di primo grado del Tar Lazio, sezione di Latina. In pratica la giustizia amministrativa ha confermato la sovranità del Consiglio e la non conformità del contratto di gestione rispetto alla convezione tipo adottata dall’amministrazione regionale. Una storia iniziata nel 2008 quando la società che gestisce il servizio idrico ha chiesto alla Pisana di commissariare (e di sostituirsi a loro) quegli enti che non aveva votato l’adesione al contratto di gestione. La Regione spiegò di non poter fare nulla e per questo l’azienda si appellò alle vie legali. Ma sia nel primo che nel secondo grado di giudizio il ricorso è stato respinto. La sezione quinta del Consiglio di Stato ha giudicato infondato nel merito l’appello. «Una volta che è stato formulato uno schema tipico di convenzione - si legge nella sentenza della Camera di Consiglio presieduta da Marzio Branca e depositata il primo settembre - lo stesso può subire modificazioni ed integrazioni nell’ambito della conferenza dei sindaci. E’ evidente però che queste modificazioni possono essere solo di dettaglio, senza poter intaccare lo schema medesimo nei suoi valori fondamentali. Altrimenti non si vedrebbe alcuna ragione dell’approvazione dello schema tipico, riducendosi ad una mera proposta, assolutamente non vincolante su alcun punto, che metterebbe in seria discussione la posizione della Regione. Se una convenzione tipo è stata approvata dall’organo regionale questa deve avere necessariamente un suo valore nell’ambito del sistema. E il valore è quello di essere di guida per l’approvazio - ne della successiva convezione operativa. Tale atto, pur potendo modificare alcuni elementi, non se può certo discostare, come è avvenuto nella specie, su aspetti fondamentali. Invece le modifiche apportate alla convezione tipo appaiono rilevanti...». Il giudice ha sancito quel principio che consente al consigliere comunale eletto dal popolo la possibilità di assumere decisioni scevro da ogni condizionamento o imposizione dall’esterno. Ed è stata bocciata l’ipotesi, avanzata da Acqualatina, secondo cui la Regione poteva e doveva sostituirsi agli enti per l’approvazione. «E’ stato valutato come legittimo l’atteggiamento dell’assise che non ha approvato il contratto di gestione - commenta il sindaco di Aprilia, Domenico D’Alessio - E’ una sentenza nostri atti abbiamo confermato che non accettiamo ingerenze di alcun tipo, né dalla conferenza dei sindaci, tantomeno dal gestore idrico o dall’autorità d’am - bito. Inoltre queste decisioni confermano che la nostra politica è tutt’altro che velleitaria e che i nostri ricorsi non sono dannosi per la città. Il Comune si è costituito solo in sede di secondo grado di giudizio, ovvero dopo l’insediamento di questa giunta. Nel 2008, quando il Tar respinse il primo ricorso, l’am - ministrazione comunale non si costituì». Potrebbe essere questo il primo passo verso la ripubblicizzazione degli impianti. Anche se sul tema c’è un’altra partita da giocare. A marzo 2012 è infatti fissata l’udienza al Tribunale civile. «Questa sentenza non dà risposte in tal senso - dice D’Alessio - ma è chiaro che rafforza la nostra posizione. Perché fino a pochi giorni fa c’era chi affermava che la conferenza dei sindaci aveva il potere di decidere tutto. Invece se si dà ad un Consiglio comunale la facoltà di approvare un atto, automaticamente, gli si deva anche dare la possibilità di non recepirlo. E’ quello che è stato fatto perché all’interno del quadro regionale si può modificare qualche tassello ma non stravolgere tutto».
Luca Artipoli
NUGLIO (FDS): DECISIONE CHE RAFFORZA LA SCELTA REFENDARIA
Verso la gestione pubblica
«UN nuovo tassello per tornare alla gestione pubblica». Con queste parole Fausto Nuglio, assessori agli Affari Generali di Cori e consigliere provinciale del Pdci, commenta la decisione del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso di Acqualatina contro il commissariamento dei ribelli. «E’ una grande soddisfazione perché questa sentenza - continua Nuglio - fa il paio con il risultato referendario e ci dà forza per tornare alla gestione pubblica dell’acqua. Il consiglio di Stato ha ribadito la centralità del Consiglio comunale. Una risposta chiara a chi, in maniera improvvisata, aveva sposato il liberismo economico pensando di poter saltare a pié pari il parere dell’assise comunale ». Al tempo stesso il consigliere provinciale non manca di criticare quelle amministrazioni che sulla questione non si sono espressi. «Chi ha saltato il Consiglio comunale ha fatto un errore - continua Nuglio - perché è il popolo che elegge il Consiglio comunale». La decisione della giustizia amminstrativa da dunque forza alla battaglia per la ripubblicizzazione dell’a cqua. Al tempo stesso però il consigliere provinciale della Federazione della Sinistra-Pdci a non abbassare la guardia. Soprattutto rispetto alla manovra finanziaria che potrebbe reintrodurre alcuni norme del decreto Ronchi. «L’indirizzo del Consiglio di Stato ed il referendum devono essere dei moniti anche per la politica nazionale - conclude - Non vorrei infatti che quello che è uscito dalla porta rientrasse dalla finestra».
IL COMITATO ESULTA E SOLLECITA L’ENTE: BISOGNA RISPETTARE GLI IMPEGNI PRESI
De Monaco: «Ora gli impianti»
Adesso la politica non può più attendere
UNA vittoria oltre che dell’am - ministrazione anche e soprattutto del comitato acqua pubblica, della cittadinanza attiva che in questi anni si è sempre battuta contro Acqualatina. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso del gestore privato contro la Regione, nei confronti dei comuni di Aprilia, Cori, Amareno e Bassiano, confermando la sentenza di primo grado del Tar Lazio che aveva di fatto legittimato l’ente regionale nella sua decisione di non esercitare poteri sostitutivi nei confronti di quei consigli comunali che non hanno approvato la convenzi one di gestione del servizio idrico integrato. Una convenzi one che per il Consiglio di Stato è stata oltremodo modificata. La sentenza, depositata giovedì scorso, è stata accolta con favore dal comitato acqua pubblica che ha rivendicato i propri meriti per una battaglia iniziata molti anni fa e che ora potrebbe arrivare all’atto finale. «Ancora una volta – afferma Alberto De Monaco presidente del comitato acqua pubblica abbiamo avuto ragione. Nella sentenza del Consiglio di Stato si ritrovano tutte le argomentazioni che noi avevamo inserito nell’ultima delibera di consiglio comunale, quella del 2010. Il contratto di servizio, che il consiglio comunale di Aprilia giustamente non ha approvato, è stato stravolto dal gestore privato e l’organo giudiziario lo ha riconosciuto. È una vittoria importante sia per gli enti comunali che con questo verdetto vengono legittimati nelle loro decisioni, sia per noi cittadini attivi che abbiamo iniziato questo percorso legale molti anni fa contro Acqualatina». Ora potrebbero aprirsi nuovi scenari. Il sindaco Domenico D’Alessio e la sua maggioranza non hanno mai fatto mistero della volontà di riappropriarsi degli impianti idrici, tornando, in tal modo, ad una gestione pubblica dell’a cqua. Un impegno preso durante la campagna elettorale del 2009 e che ha generato una lunga battaglia legale, ancora oggi in essere, con il gestore privato. Ma la sentenza di giovedì, secondo il comitato acqua pubblica, potrebbe fornire nuove certezze e dare forma e vigore alla definizione di un atto propositivo del comune di Aprilia, capace di chiudere definitivamente la questione. Insomma ora o mai più. «La politica - conclude De Monaco - deve essere responsabile. Non si può più attendere. Il sindaco D’Alessio deve intraprendere un’azione propositiva insieme agli altri comuni che hanno affiancato Aprilia in questa battaglia. Se non lo farà mancherà gravemente ad un dovere politico oltre che alle promesse fatte due anni fa». Alessandro Piazzolla
ZARATTI (SEL): IN PROVINCIA DI LATINA SI SONO VERIFICATE STRANE ANOMALIE.
Atti illegittimi da parte dell’Ato 4
«LA decisione del Consiglio di Stato di respingere il ricorso di Acqualatina contro la Regione Lazio e contro i comuni pontini, conferma che nell’Ato4 sono stati assunti atti illegittimi tutti sbilanciati a favore del gestore, caricando sugli enti locali oneri e perdite». È questo il durissimo commento del consigliere regionale di Sinistra e Libertà Filiberto Zaratti alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il ricorso del gestore privato, ribadendo la sovranità dei consigli comunali locali ma anche la non conformità del contratto di gestione di Acqualatina rispetto alla convenzione tipo adottata dalla Regione. «Da sempre - spiega Zaratti - affermiamo che nel territorio della provincia di Latina si sono verificate gravi anomalie, scaturite principalmente dalle modifiche apportate alle convenzioni, introdotte dall’autorità d’ambito, modifiche successive all’aggiudicazione della gara e all’affidamento del servizio idrico ad Acqualatina. Per questo la Regione, con un’indagine conoscitiva, aveva contestato ventisette punti di illegittimità all’Ato4, chiedendo di correggere le gravi anomalie riscontrate». «Dopo la sentenza del Consiglio di Stato - conclude il consigliere regionale Filiberto Zaratti - è ancora più ingiustificabile il silenzio del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che sotto la sua gestione si è ben guardata dal disturbare il presidente Cusani e dall’esercitare i poteri di indirizzo e controllo. Proprio per questi motivi ritengo serva un commissario ad acta per ripristinare quanto prima la legalità nella provincia di Latina. Considerando i risultati dei recenti referendum, l’insof - ferenza dei cittadini per la gestione privatistica dell’acqua è fin troppo chiara. Quindi, continuare con questo atteggiamento omissivo sarebbe ancor più imbarazzante per la Presidente della Regione Lazio». Al. P.
domenica 4 settembre 2011
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