domenica 2 novembre 2014

scandalo rifiuti a Borgo Montello Rifiuti, il Riesame si riserva Discusso il caso a Roma degli indagati accusati della truffa della discarica, caso Indeco Green Holding

In sei sono detenuti agli arresti domiciliari dopo l’ordinanza emessa dal gip Cario
GLI SCENARI
IL BLUFF
DELL’EMERGENZA
PER CONSENTIRE
L’AMPLIAMENTO,
I SOLDI FINIVANO
IN LUSSEMBURGO
NEL MIRINO
INDAGINI CONDOTTE
DALLA MOBILE
HANNO ACCERTATO
GLI ILLECITI
DELLA PESATURA

E’ stato discusso ieri a Roma
davanti ai giudici del
Tribunale del Riesame, il
caso dei sei indagati che sono agli
arresti domiciliari per lo scandalo
della discarica di Borgo Montello
che aveva portato all’arresto dei
vertici della Indeco.
Il collegio difensivo ha chiesto
la revoca della misura cautelare
emessa nei giorni scorsi dal giudice
per le indagini preliminari
Giuseppe Cario su richiesta del
pubblico ministero Luigia Spinelli.
Dopo la discussione i magistrati
romani si sono riservati e
nei prossimi giorni motiveranno
la loro decisione.
Secondo quanto ipotizza il pm
inquirente Luigia Spinelli, gli indagati
hanno sottratto e portato in
Lussenburgo ben 34 milioni di
euro; è il denaro delle bollette dei
rifiuti in teoria utilizzato per la
bonifica e la messa in sicurezza
della discarica di Borgo Montello.
L’accusa è quella di peculato
ma in questi giorni il sostituto
procuratore sta esplorando un’al -
tra ipotesi di reato come la truffa.
Nell’ordinanza di custodia cautelare
il principale indagato è Ernesto
D’Aprano insieme ad Andrea
Grossi. La «storia sorprendente
», come l’aveva ribattezzata
in un passaggio dell’ordinenza di
custodia cautelare il gip del Tribunale
di Latina Giuseppe Cario
non è ancora finita.
Erano stati gli agenti della Squadra
Mobile, coordinati dal vicequestore
aggiunto Tommaso Niglio,
a fare luce su un meccanismo
che alla Regione Lazio
invece non avevano mai notato.
I provvedimenti cautelari erano
stati emessi nei confronti di Ernesto
D’Aprano, nato in Germania
ma residente a Latina, presidente
del Cda della Indeco. Stessa sorte
anche per Cimini, consigliere del
consiglio di amministrazione della
Green Holding spa. Oltre a
D’Aprano e Cimini, sul registro
degli indagati e ai domiciliari,
sono finiti anche Stefano Lazzari,
originario di Salò in provincia di
Brescia e residente a Moniga sul
Garda (Brescia) 51 anni consigliere
del Cda della Indeco, Antonio
Romei, originario di Minucciano
(Lucca) ma residente
nell’hinterland milanese, anche
lui del Cda. E poi Paolo Titta,
bergamasco di 47 anni amministratore
della Green Holding spa
Le altre quattro persone che sono
state denunciate sono: A.B. 47
anni di Rho; P.C., 71 anni di
Segrate; S.G., 37 anni di Inzago;
P.G., 37 anni di Segrate, vivono
tutte nella zona di Milano. Nelle
prossime ore i giudici scioglieranno
la riserva.
IL QUOTIDIANO - Sabato 1 Novembre 2014

Latina 11

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