LATINA, LE INDAGINI DELLA SQUADRA MOBILE COORDINANTE DAL PM SPINELLI
Si allarga l'inchiesta sulle discariche: altri sette arresti, sequestrate le quote societarie della Indeco
Truffa ai danni del Comuni pontini, frode nelle pubbliche forniture e falso: ai domiciliari l'intera famiglia Grossi, due membri del cda Green Holding e il direttore della Indeco Ernesto D'Aprano Si allarga l'inchiesta sulla gestione delle discariche di Borgo Montello: sequestrate le quote societarie della Indeco. La Squadra Mobile di Latina nelle prime ore del mattino ha eseguito altre sette ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari a carico di altrettanti componenti del gruppo Green Holding di Milano, di cui fa parte anche Indeco, la società che gestisce la discarica di Borgo Montello. L'ipotesi è quella di una truffa ai danni dei Comuni della provincia di Latina che conferiscono i rifiuti nel sito di via Monfalcone, frode nelle pubbliche forniture e falso. Le ordinanze emesse dal Gip Giuseppe Cario sono state richieste dal sostituto procuratore Luigia Spinelli, titolare dell'inchiesta che lo scorso 16 ottobre portò a sei arresti per peculato (ordinanze poi annullate dal Riesame), sulla base delle risultanze investigative e delle perquisizioni effettuate nelle ultime settimane dalla Squadra Mobile di Latina, diretta dal dottor Tommaso Niglio. I provvedimenti del Gip sono stati notificati, sei a Milano e uno a Latina, a tutti i componenti della famiglia Grossi, della Green Holding: Paola, Simona e di nuovo Andrea - figli di Giuseppe considerato il "re delle bonifiche" - e della madre Marina Cremonesi. Sono accusati, insieme agli altri destinatari delle nuove ordinanze Ernesto D'Aprano, Paolo Titta e Vincenzo Cinini, direttore Indeco e componenti del cda della Green Holding, di truffa, frode nelle pubbliche forniture e falso. Una storia di fatturazioni gonfiate emerse nel corso delle indagini coordinate dal pm Spinelli che hanno portato in questa seconda ondata di provvedimenti anche al sequestro delle quote societarie della Indeco.
IL CASTELLO DI AZIENDE Il lavoro investigativo svolto dalla Squadra Mobile ha permesso di disarticolare quello che gli inquirenti hanno definito un complesso meccanismo fraudolento messo in piedi dal management del gruppo Green Holding con la complicità degli amministratori di un’altra società dello stesso gruppo industriale, la Alfa Alfa, riconducibile anche questo alla famiglia Grossi per il tramite di altre società, la Adami srl e la Raps sas, un escamotage utile a indurre la Regione Lazio in errore nella determinazione della tariffa d’ingresso del rifiuto in discarica.
IL MECCANISMO Il gestore della discarica,, nel caso di specie Indeco srl, nella presentazione della domanda di autorizzazione è tenuto ad elencare i costi per l’avvio, l’esercizio e la chiusura della discarica, al fine di consentire all’ ente preposto, in questo caso la Regione Lazio, di determinare una tariffa congrua. Ebbene, è stato accertato nel corso delle indagini una sovrastima dei costi per noleggio dei mezzi d’opera necessari allo smaltimento dei rifiuti nella discarica alla periferia di Latina. L'amplificazione fittizia dei costi ha determinato una quantificazione della tariffa maggiore rispetto a quella che sarebbe stata applicata ove fossero stati computati i costi reali, con conseguente danno per i Comuni conferenti. Le società locataria dei mezzi d’opera alla Indeco era proprio la Alfa Alfa srl., il cui presidente del consiglio di amministratore è Simona Grossi, mentre il fratello Andrea è risultato consigliere delegato.
IL SEQUESTRO DI INDECO I provvedimenti restrittivi di oggi sono stati emessi sulla scorta del materiale acquisito nel corso delle perquisizioni disposte dal tribunale di Latina il 16 ottobre scorso in occasione dei primi sei arresti, documentazione che secondo gli inquirenti accerterebbero in maniera inequivocabile gli illeciti commessi all'interno del gruppo milanese. Insieme alle sette ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, l’autorità giudiziaria ha disposto anche il sequestro delle quote della società Indeco srl per impedire che possano essere aggravati gli effetti della condotta illecita, e quindi arrecare ulteriori danni alla collettività.
L'ACQUISIZIONE DELLE FIDEJUSSIONI Il magistrato ha poi delegato la polizia giudiziaria per l'acquisizione presso gli uffici della Regione Lazio delle polizze fideiussorie dovute da Indeco a tutela degli impegni finanziari riguardanti la gestione post-mortem del bacino S4, ovvero la bonifica dell'invaso, tenendo conto che quest'ultimo è stato autorizzato ad un innalzamento (la cosiddetta "ricarica") che ha consentito di abbancare ulteriori 600 tonnellate circa di rifiuti (per un totale di 2.610.800 tonnellate), con conseguente importo da garantire pari a circa 36 milioni di euro.
http://www.corrieredilatina.it/news/cronaca/12264/Si-allarga-l-inchiesta-sulle-discariche.html
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