PREVEDA GLI INTERVENTI DI RISTORO, I GOVERNI
NON
HANNO STANZIATO NEANCHE UN EURO. I CITTADINI DI GENOVA SONO AVVISATI
4,5
mld
I
danni
certificati
NEI
27 STATI
D’EMERGENZA
dichiarati
a palazzo
Chigi
tra il 2013
e
il 2014: il ristoro è
previsto
da una legge
315
mln
Stanziati
dai
governi
NEGLI
ULTIMI
DUE
ANNI
per
le prime
emergenze:
salvare
le
persone, dargli
cibo,
tetto e cure
E
POI C’È LA BEFFA...
Dopo
una calamità
naturale,
se serve,
le
Regioni possono
aumentare
le tasse.
Gabrielli:
“Assicurazione
di
Marco
Palombi
Quando
qualcuno
dirà
ancora spending
reviewoppure
-
nel
caso sia un tecnico
di
fede brussellese - consolidamento
fiscale,
ricordatevi
quanto
segue: se per disgrazia
un’alluvione
o un terremoto
distruggerà
la vostra casa è
assai
probabile che lo Stato
non
vi darà una mano a ricostruirla.
Come
dimostrano i
dati
che seguono, infatti, l’Italia
ha
praticamente abdicato ai
doveri
di solidarietà verso i
suoi
cittadini. Solo nel
2013-2014
il governo ha dovuto
emanare
per 27 volte lo “stato
d’emergenza”
per eccezionali
eventi
atmosferici in territori
che
coinvolgono quasi
tutte
le regioni italiane: dopo
la
prima emergenza - quella in
cui
la Protezione civile si occupa
di
salvare la vita alle persone,
dar
loro cibo, un tetto e
cure
– non resta mai neanche
un
euro per la seconda fase,
quella
in cui bisognerebbe ristorare
le
perdite subìte tanto
dai
privati che dal pubblico.
IN
QUESTO BIENNIO a
richieste
di
danni per complessivi 4,5
miliardi
(senza contare la nuova
alluvione
in Liguria di una
settimana
fa) i governi Monti,
Letta
e Renzi hanno risposto
con
stanziamenti per 315,9 milioni
in
tutto, soldi che sono
stati
usati tutti per gestire le
emergenze
(nell’apposito Fondo
nazionale,
per dire, in questo
momento
non c’è neanche
un
euro). Eppure non si tratta
di
una cosa di cui la politica
non
si sia occupata: l’ultimo
intervento
legislativo sul tema
è
dell’estate 2013 (governo Letta)
e
prevede che Protezione civile
e
Regioni facciano una “ri -
cognizione
dei fabbisogni per
il
ripristino delle strutture e
delle
infrastrutture, pubbliche
e
private, danneggiate, nonché
dei
danni subiti dalle attività
economiche
e produttive” per
poi
procedere al ristoro “entro
i
limiti delle risorse finanziarie
disponibili”.
Ecco,
il numero dei relativi
stanziamenti
chiarirà al lettore
(o
ai commercianti di Genova
a
cui Matteo Renzi ha promesso
risarcimenti
via Facebook
)
cosa
aspettarsi in un caso del
genere:
zero, neanche un euro.
Alle
regioni, però, durante il
governo
Monti è stata assegnata
una
possibilità che aggiunge
il
danno alla beffa: se proprio
gli
servono i soldi per rimettere
a
posto le cose, possono sempre
alzare
le tasse locali.
Scorrere
l’elenco delle 27
emergenze
di questi ultimi due
anni
significa ricordare storie,
volti,
vittime, territori disastrati
apparsi
nei telegiornali e presto
dimenticati.
Tra piogge e
trombe
d’aria, ad esempio,
questa
estate pezzi di Lombar
-
dia
sono stati
strapazzati dal
maltempo:
87 milioni di danni
secondo
la ricognizione, ma lo
stanziamento
è stato di soli 5,5
milioni
di euro. In Abruzzo
,
l’alluvione
verificatasi tra il novembre
e
il dicembre 2013 ha
causato
296 milioni di danni: il
governo
ne ha concessi 13.
LA
STESSA STORIA si
ripete
dovunque:
la Basilicata
è stata
colpita
due volte tra gennaio e
febbraio
per 261 milioni di
danni
certificati, ne ha avuti in
tutto
21,5; due emergenze anche
in
Calabria
(novembre
2013
e febbraio 2014) che comportano
risarcimenti
per quasi
300
milioni a fronte di uno
stanziamento
governativo di
2,8
milioni. Ci sono casi peggiori.
Guidano
la fila le Mar
-
che:
in due successivi disastri
atmosferici
(autunno 2013 e
primavera
2014) Regione e
Protezione
civile hanno contato
distruzioni
per 764 milioni
in
tutto, da Roma sono arrivati
30
milioni. Oppure l’Emilia
Romagna:
4
stati di emergenza (al
netto
del terremoto del 2012),
danni
totali per circa 550 milioni,
fondi
per 62 milioni. E
poi
ci sono la Toscana
- quattro
emergenze
anche qui tra alluvioni,
piogge
torrenziali, trombe
d’aria
e 532 milioni di danni
conteggiati
a fronte di un contributo
di
41,8 milioni - e il La
-
zio,
dove le piogge di inizio anno
hanno
causato danni per
427
milioni cui il governo ha
reagito
con uno stanziamento
di
22 milioni e mezzo.
Giova
ribadirlo: la seconda fase,
quella
dei risarcimenti, a
Roma
non è mai partita. Il capo
della
Protezione civile, Franco
Gabrielli,
ha sostenuto più volte
che
–se questo è lo stato della
finanza
pubblica – allora
l’unica
soluzione per garantire
i
risarcimenti è “l’assicurazio -
ne
obbligatoria contro le calamità”
(com’è
ora per la Rc auto,
per
capirci): solo che oltre a
essere
un ulteriore costo per
cittadini
e imprese, l’assicura -
zione
obbligatoria andrebbe
accompagnata
da sgravi fiscali
e
dunque avrebbe un costo per
l’erario
in termini di mancati
incassi.
Il sottosegretario Graziano
Delrio,
qualche giorno fa
a
Genova, non s’è sbilanciato:
“Vediamo...”.
Sperando che il
piano
contro il dissesto idrogeologico
da
9 miliardi in 7 anni
lanciato
da Renzi funzioni:
niente
risarcimenti, ma almeno
meno
gente da risarcire.
il fatto quotidiano 23 novembre 2014
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