Dopo
il pronunciamento del Riesame sul peculato
Per
i sei indagati il quadro indiziario era cambiato
RETROSCENA
AL
TELEFONO
GLI
INDAGATI
PARLANO
DI
UN CANALE
«BUONO»
CHE
C’E’
IN
REGIONE
Se
il Tribunale del Riesame
di
Roma poteva aver sparigliato
le
carte decretando
l’annullamento
della prima misura
cautelare
nei confronti degli
indagati
della prima tranche sullo
scandalo
di Montello, il pubblico
ministero
Luigia Spinelli che aveva
richiesto
la prima ordinanza di
custodia
cautelare, non molla la
presa
e ha presentato ricorso in
I
magistrati romani infatti avevano
«rivisitato»
l’inchiesta che lo
scorso
16 ottobre aveva portato
agli
arresti domiciliari i vertici
della
Green Holding, tra cui proprio
Andrea
Grossi e poi erano
stati
arrestati anche Ernesto
D’Aprano,
residente a Latina,
presidente
del Cda della Indeco e
poi
Enzo Cimini, consigliere del
consiglio
di amministrazione della
Green
Holding spa e Stefano
Lazzari,
51 anni consigliere del
Cda
della Indeco, Antonio Romei
e
poi Paolo Titta.
La
difesa nel suo ricorso aveva
puntato
l’indice sull’insussisten -
za
dell’ipotesi di reato contestata
nel
provvedimento cautelare e
cioè
quello di peculato per distrazione
e
alla fine i giudici romani
avevano
accolto questa linea su
cui
aveva poggiato le basi gran
parte
del ricorso.
Ma
come erano nate le indagini
sulla
discarica di Borgo Montello?
Dopo
una serie di esposti dei
residenti
di Borgo Montello, gli
investigatori
della Squadra Mobile
coordinati
dal vice questore
aggiunto
Tommaso Niglio, avevano
puntato
sulla discarica e anche
i
filmati della doppia pesatura
dei
camion sembravano fin troppo
eloquenti
sul sistema dei rifiuti. In
realtà
come è emerso dall’inchie -
sta,
gli indagati avevano architettato
una
finta emergenza per ottenere
l’ampliamento
della discarica
e
fare in questo modo altri
affari.
Come è emerso anche in
una
intercettazione telefonica annotata
dalla
Squadra Mobile e che
risale
allo scorso giugno quando
Vincenzo
Cimini, membro del
Cda
della Green Holding, la società
per
azioni che controlla Indeco,
ad
Andrea Grossi, il rampollo
della
famiglia, general manager
della
Green Holding che
«in
Regione c’è un canale proprio
buono,
lì c’è il responsabile
d
el l ’area... dell’as s es s or at o .. .
quello
lì che fa il factotum area
tecnica
dell’assessore e con gli
uffici
preposti...». Già proprio in
Regione
nessuno si è accorto di
quello
che accadeva a Latina, una
svista
clamorosa, con i soldi che
finivano
in Lussemburgo. Adesso
la
Procura torna alla carica.
IL
QUOTIDIANO - Venerdì 28
8
Latina
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