Il “panino” rappresenta la modalità
con il quale la casta blocca l'informazione per non parlare dei
problemi reali e sopratutto per orientare le opinioni che altrimenti
sarebbero libere. La sua peggiore espressione (a parte i tg finti dei
tanti candidati e politici nazionali e locali padroni delle
televisioni) è certamente il TG1 una volta l'informazione per
eccellenza oggi peggio del peggior settimanale di pettegolezzi.
Durante le brevi esperienze del governo Prodi si presentava un
argomento, si facevano parlare i rappresentanti della maggioranza (il
tempo per ciascuno era prestabilito in base al manuale Cencelli)
qualcuno veniva intervistato, di qualche altro si mandavano immagini
e il giornalista leggeva parte della dichiarazione, sempre in base al
“potere” (nel senso della casta) del partito e dell'esponente
politico. Poi si passava all'opposizione che aveva quindi l'ultima
parola. Nei tanti governi della destra (con Berlusconi e Monti) era
diverso: il problema, la maggioranza, “l'opposizione” (si fa per
dire quando si parla di pd e sel) e di nuovo la maggioranza perchè
avesse l'ultima parola. Ovviamente si mistificava di tutto: sentenze
(la prescrizione diventava assoluzione), dati e numeri, la par
condicio lì non vale. Prevaricazioni di ogni tipo, se i giornalisti
si rifiutavano a dire boiate venivano spostati, licenziati, messi in
aspettativa. Senza contare le spese folli per pagare i giornalisti
comprati dalla casta. A Pontinia (fino all'arrivo de Il Territorio e
de La Provincia) c'era un solo giornalista che scriveva per Il Tempo
e per Latina Oggi i più letti. Poteva quindi fare il brutto (il
bello non arrivava mai) tempo e parlare di chi voleva e come voleva,
era l'unica “penna”. Poi sono arrivati i verdi a fare la
controinformazione, sono iniziate minacce, querele e ritorsioni
sociali e professionali contro chi diceva la verità. Travaglio
scrive che molti italiani pagherebbero per vendersi e che nella sua
categoria fanno a gara in tanti. Ovviamente l'unico giornalista era
della dc e consigliere comunale. Arrivava al ridicolo e all'assurdo
di parlare delle iniziative eclatanti dei verdi e degli ambientalisti
ma non li poteva nominare, così aveva imposto la casta... Pur avendo
una posizione nettamente di destra arruffona e facilona, sbrasona, Il
Territorio dava molto spazio anche ad alcune notizie e agli
ambientalisti. La Provincia per anni per affermarsi ha cercato di
essere più equilibrata ed aperta, poteva sembrare anche di sinistra.
Ovviamente poi a seconda dei corrispondenti e giornalisti, del
momento storico, dell'argomento del giorno si poteva dare anche
spazio alla vera informazione. Poi il Territorio ha chiuso. La
Provincia (a Pontinia) dava molto fastidio in quanto spesso riportava
le mie critiche e le mie proposte non sempre sopportate dalla casta
locale che cercava di non far pubblicare i miei interventi. Uno dei
giornalisti di un quotidiano locale è lo zio di un candidato alle
regionali che quindi trova ampio spazio, quasi ogni giorno il suo
servizio e la sua foto. Ma lo stesso giornalista ha altre passioni
ricorrenti, le riunioni familiari, i pomodori, un vivaista che fanno
pensare (ovviamente non è vero) a sponsorizzazioni commerciali.
Sullo stesso giornale scrivono altri un po' più professionali nella
pagina di Pontinia e sopratutto meno legati alla casta, quindi si
possono trovare anche le notizie che danno fastidio alla casta.
Sull'altro giornale invece il corrispondente ha curato la campagna
elettorale o comunque promosso in alcune occasioni del pd. Infatti
sono stati emarginati problemi e argomenti che potevano dar fastidio
alla casta. Le poche volte che ne ha parlato ha usato il “panino”
la parola finale (anche a costo di menzogne e falsità) è solo della
casta. Può crescere un paese se l'informazione non è libera?
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