http://www.ilmessaggero.it/latina/sanit_latina_ospedale_collasso/notizie/252680.shtmlDecine di pazienti gravi in attesa di un posto che non c'è. Si aspetta anche 36 ore, il "Santa Maria Goretti" è al collasso. Il dirigente del pronto soccorso: "Situazione vergognosa" |
di Giovanni Del Giaccio
Hanno dovuto chiedere in prestito le barelle ai reparti in piena notte. In pronto soccorso hanno finito anche quelle e la situazione, ieri, è stata da bollino rosso all’ospedale «Santa Maria Goretti». Una situazione che riguarda anche altri pronto soccorso del Lazio, ma in casi del genere non può valere il detto che mal comune è mezzo gaudio. Soprattutto quando ci sono di mezzo pazienti in condizioni serie. Alcuni ieri sera hanno raggiunto le 36 ore di attesa di un posto letto. Che non c’è è difficilmente ci sarà. L’ospedale, infatti, è al collasso e a dimostrare che il sistema dell’emergenza è imploso in tutta la regione ci sono i fax che arrivano da Roma al «Goretti» con la richiesta di disponibilità di posti. Normalmente avviene il contrario, ora che l’ospedale del capoluogo è rimasto l’unico a poter offrire una risposta in provincia di Latina, non c’è posto neanche a pagarlo. Risultato? Non si può ricoverare, quindi si resta sulle barelle ad aspettare per ore nella speranza che si liberi qualche posto, le ambulanze che portano altri casi non possono andare via perché le loro barelle sono «trattenute» in assenza di altri ausili. Non sono mancati momenti di tensione - tra la notte e la mattinata di ieri - per le lunghe attese e per il fatto che pur con tutta la buona volontà spazi a disposizione e personale sono quelli che sono. Nei reparti, fra l’altro, ci sono già pazienti sistemati in barella oltre i letti.
E sono 27 quelli gravi in attesa di ricovero da domenica notte. Non è un caso che infermieri e medici in prima linea siano stressati. Non è un caso che per placare gli animi di qualche parente più agitato sia stato necessario raddoppiare il servizio di guardia all’ingresso del pronto soccorso. Dove si vive tra esasperazione e rassegnazione. «Siamo qui da domenica sera - commentava ieri il familiare di un anziano - sappiamo che serve un ricovero e che non c’è posto, dobbiamo solo aspettare». Chi è nella piccola sala all’ingresso del pronto soccorso o sulle sedie lungo il corridoio impreca contro i politici, molti dei quali hanno messo nell’agenda dei loro giri elettorali anche l’ospedale. Un «classico», con risultati che poi non si vedono. O, peggio, sono quelli di un generale peggioramento. «Mi dispiace - dice sconsolato il dirigente del dipartimento di emergenza, Mario Mellacina - capisco che siamo in una situazione vergognosa per chi aspetta un ricovero. Ho formalizzato la richiesta di avere più posti letto a disposizione e di bloccare i ricoveri di elezione, vedremo». La Asl dovrebbe dare una risposta oggi, ma difficilmente sarà positiva. Sulla situazione pesano anche i lavori in corso, ma è solo un aspetto del problema. Quando ci sarà il nuovo pronto soccorso sarà allestita anche una zona-filtro per chi è in attesa di ricovero, ma questo non eviterà gli accessi record. Dovuti al fatto che il «Goretti» per le vicende più serie è rimasto l’unico punto di riferimento in provincia di Latina, mentre la neurochirurgia accoglie anche i pazienti da Frosinone e la cardiologia quelli di Anzio-Nettuno. A ciò si aggiunge che più della metà di chi arriva in pronto soccorso dovrebbe andare altrove, avere risposte dal «territorio» che non sono mai state messe in piedi. Si è provveduto a «tagliare» senza organizzare tutto il resto. Ecco i risultati.
Lunedì 18 Febbraio 2013 - 19:54
Ultimo aggiornamento: 23:20
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