Che cos’è l’agricoltura sinergica? Quattro regole per fare un orto in cui nulla va sprecato
18/02/2013
Postato in: LAVORI E TECNICHE
Quando ho sentito parlare per la prima volta di agricoltura sinergica, mi sembrava un’utopia, con radici piantate "in cielo" più che in terra: un orto che non necessita di zappatura, concimi e fertilizzanti, in cui coesistono ortaggi di ogni tipo e ad ogni stadio di crescita? Eppure, la pratica ha messo a tacere le mie perplessità: vi spiego perché.
Tutto si basa sul principio che l’unione fa la forza, si tratta di sinergia, ovvero lacollaborazione di ogni parte per il raggiungimento di uno scopo comune.
E quale può essere lo scopo in un sistema tutto sommato “artificiale” com’è l’orto? Far sì che tutto tenda a riproporre un sistema naturale, con il minimo intervento umano: in natura nulla va sprecato e anche ciò che muore è necessario per la produzione di altra vita.
Questa tecnica agricola nasce dalla mente e dall’esperienza di un’agricoltrice spagnola, Emilia Hazelip (1938-2003), che applicò e approfondì i principi della permacultura e dell’agricoltura naturale del non-agire di Masanobu Fukuoka.
L’agricoltura sinergica è la commistione (soprattutto, ma non solo) di questi due grandi studi, applicati nello specifico all’orto: vi troviamo sia una buona progettualità iniziale, indispensabile per evitare interventi invasivi successivi e per far sì che si creino le migliori sinergie fra le piante (applicazione dei principi della Permacoltura), sia un rispetto per i meccanismi di auto-fertilità che si innescano naturalmente nel suolo - rielaborazione e adattamento ai climi europei dei principi dell’agricoltura del Mu a cui si ispirò Fukuoka.
Ed ecco la parola chiave, lo scopo per il quale è necessario “fare sinergia”, l’auto-fertilità, in cui "nulla va sprecato".
Ed ecco la parola chiave, lo scopo per il quale è necessario “fare sinergia”, l’auto-fertilità, in cui "nulla va sprecato".
Per arrivare a questo, l’agricoltura sinergica si attiene a quattro principi:
1. Non lavorare la terra, niente aratura, né zappatura: il suolo è naturalmente ricchissimo di organismi la cui attività, in seguito alle lavorazioni del suolo e quindi alla sua ossigenazione, viene alterata. Rigirando il terreno, non facciamo altro che interrompere l’azione combinata di essudati radicali, residui organici e attività chimica di batteri, funghi e lombrichi, generando uno squilibrio nutritivo. L’agricoltura tradizionale rimedia a tali carenze applicando fertilizzanti e concimi di sintesi. L’effetto che si ottiene però è solo temporaneo: le piante ne diventano dipendenti, il suolo si impoverisce progressivamente e aumenta la possibilità di sviluppo di patogeni.
2. Non compattare il suolo: per far sì che i micro-ecosistemi presenti nel sottosuolo abbiano la giusta areazione, non bisogna compattare il terreno; in pratica, non va calpestato. Anche per questo nell’agricoltura sinergica vi è una netta separazione fra terreno coltivato (fatto su bancali alti circa 40 cm) e passaggi su cui si cammina.
3. Non concimare: la fertilizzazione avviene tramite copertura organica permanente. Ricreiamo ciò che accade in natura: avete mai sollevato le foglie cadute in un bosco? Sotto di esse la vita prolifera, la terra è scura e ricca. Ma come fare nell’orto? Ci sono due modi:
- tramite una densa convivenza di piante, perenni e stagionali, a diversi stadi di crescita e con diverse caratteristiche. Non se ne estirpano le radici, ma restano nel suolo e si lasciano le foglie lì dove cadono. Anche le erbe spontanee hanno la loro utilità, aiutando a mantenere l’umidità del suolo (pacciamatura vivente);
- coprendo il terreno con paglia e altri materiali biodegradabili (pacciamatura secca, che svolge tante e importanti funzioni).
4. Piantare in ogni aiuola almeno tre specie differenti di piante: per attivare l’attività sinergica. Le piante si aiutano a vicenda, perciò piantiamo su ogni bancale almeno :
- una leguminosa, che fissa nel suolo l’azoto (principale nutrimento delle piante) presente nell’aria
- una liliacea (aglio, cipolla, porro, etc..), che ha capacità anti-batteriche
- un ortaggio appartenente ad altre famiglie: combinati insieme, i vari ortaggi arricchiscono il suolo e creano biomassa, stando comunque attenti alle corrette consociazioni. Non vanno poi dimenticati i fiori, che non rendono solo bello l’orto, hanno anch’essi funzioni di protezione, ed erbe aromatiche, che, correttamente consociate, aumentano lo sviluppo e il sapori di alcuni ortaggi (pomodoro/basilico, per fare un esempio).
Questo per quanto riguarda un po’ di teoria…
La gente di terra, però, ha bisogno del riscontro pratico, quindi tra breve vedremo:
● come preparare un bancale
● come creare un impianto di irrigazione a goccia
● la pacciamatura
● consociazioni ed esempi di orto
● la sistemazione di tutori permanenti
A presto!
La gente di terra, però, ha bisogno del riscontro pratico, quindi tra breve vedremo:
● come preparare un bancale
● come creare un impianto di irrigazione a goccia
● la pacciamatura
● consociazioni ed esempi di orto
● la sistemazione di tutori permanenti
A presto!
Dopo un lavoro da restauratrice, affiancato da studi di archeologia, con l'arrivo dei tre figliMicol Bettin decide di avvicinarsi al vasto tema della sostenibilità, dedicandosi a letture su permacultura, case di paglia e agricolture alternative. Mette in pratica poi le tecniche apprese di agricoltura sinergica dapprima sullo spazio a disposizione in terrazza, nell'orto di famiglia e organizzando poi un orto nella scuola materna, assieme a maestre e bambini. Collabora con amici nella sperimentazione di orti sinergici in ampi terreni messi a disposizione da privati.
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