lunedì 6 febbraio 2012

salviamo il paesaggio: censimento immobili sfitti, lettere ai ministri agricoltura

ecco un breve aggiornamento sulle attività di Salviamo il Paesaggio.

Il 13 febbraio partirà la campagna per il censimento nazionale degli immobili sfitti o non utilizzati, vi invieremo un'apposita newsletter fra qualche giorno con tutte le informazioni utili.

Nel frattempo, abbiamo inviato due lettere ufficiali a nome delle 583 associazioni aderenti al forum.

La più recente è una LETTERA AL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA Mario Catania, sul consumo di suolo legato alle energie rinnovabili (pannelli fotovoltaici, serre fotovoltaiche e biogas)

Leggi la lettera al ministro dell'agricoltura > http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/02/la-nostra-lettera-al-ministro-dellagricoltura-mario-catania/

La seconda, inviata qualche settimana fa, è una LETTERA AL MINISTRO DEI BENI CULTURALI Ornaghi, sulla normativa in materia di reati contro il patrimonio culturale. Il ministro ci ha risposto alcuni giorni fa.

Leggi la lettera al ministro dei beni culturali e la sua risposta > http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/02/lettera-al-nuovo-ministro-dei-beni-culturali/

Queste lettere derivano da discussioni condivise all'interno del gruppo di coordinamento nazionale, secondo il principio basilare che le decisioni vanno assunte per condivisione assoluta e non per maggioranze. Chi fosse interessato ad iscriversi al gruppo di coordinamento nazionale può farlo da questa pagina (attenzione: iscrivendosi al gruppo si riceveranno molte email!).

Inoltre, vi invitiamo cliccare "mi piace" sulla nostra pagina facebook per essere sempre aggiornati sulle novità!



Grazie e a presto!

Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
"SALVIAMO IL PAESAGGIO - DIFENDIAMO I TERRITORI"
www.salviamoilpaesaggio.it

La nostra lettera al Ministro dell’Agricoltura Mario Catania
by ADMIN on feb 4, 2012 • 09:24 9 commenti




Al Ministro
alle politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Mario Catania





Bra, 3 Febbraio 2012

Illustrissimo Signor Ministro,

Le scriviamo a nome della Rete delle 583 Organizzazioni che danno vita al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e alla sua prima Campagna nazionale denominata “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”.

Abbiamo apprezzato le dichiarazioni con cui Ella ha voluto farsi carico della delicata problematica relativa all’utilizzo speculativo di terreni agricoli per realizzare grandi impianti fotovoltaici. Condividiamo fortemente la volontà, sottesa al “Decreto Liberalizzazioni”, di prevenire fenomeni speculativi quali quelli verificatisi nel recentissimo passato e, ahinoi, ancora presenti in virtù delle proroghe concesse dal quarto Conto Energia.

Pensiamo che in ambito agricolo la produzione energetica da fonte solare debba rappresentare un’opportunità che l’azienda agricola possa utilizzare, per sviluppare un’integrazione al reddito agricolo, ma senza snaturare la propria attività, utilizzando per questo prioritariamente le superfici già coperte da edifici o, eventualmente, quelle non coltivabili già compromesse (aree adibite a parcheggio, aie, piazzali o terreni marginali irrimediabilmente compromessi all’uso agricolo), mentre all’opposto deve essere ostacolata in ogni modo la pratica, sovente speculativa, di sacrificare le produzioni agricole per realizzare coperture fotovoltaiche.

Da questo punto di vista, anche l’integrazione dei pannelli fotovoltaici nelle coperture di serre potrebbe risultare accettabile, ma solo laddove si attuino coltivazioni che richiedano parziale ombreggiamento. Tuttavia, riteniamo che il disposto del citato art. 65 possa invece risultare estremamente problematico e che tale norma vada pertanto corretta in modo robusto.

Una copertura fotovoltaica pari al 50% delle superfici delle serre corrisponde infatti ad una ombreggiatura pressoché totale dei terreni sottostanti, considerata l’inclinazione dei raggi solari, ed è pertanto chiaro che, laddove venissero approvati ed incentivati progetti simili, essi risulterebbero sostanzialmente incompatibili con qualsivoglia coltura agraria.

Di più: la possibilità offerta dal decreto è talmente generosa che potrebbe alimentare la realizzazione di “finte serre”, realizzate esclusivamente per giustificare l’accesso agli incentivi.

L’impatto ambientale e paesaggistico di simili installazioni sarebbe perfino maggiore di quello di un tradizionale impianto fotovoltaico al suolo, in quanto si sommerebbe l’ingombro e la visibilità delle due installazioni e, per di più, il suolo sottostante risulterebbe integralmente impermeabilizzato, con rilevanti conseguenze negative sulla corrivazione delle acque meteoriche in occasione di eventi estremi, nonché sull’alimentazione delle falde acquifere. L’equiparazione degli incentivi per i moduli fotovoltaici collocati su serre agli incentivi per i moduli collocati su edifici rischia di premiare proprio le speculazioni contro cui il decreto si batte.

Oltre a quanto descritto, per comprendere quale sia l’impatto attuale e futuro delle realizzazioni fotovoltaiche al suolo, Le chiediamo, Signor Ministro, di farsi urgentemente promotore di un’indagine per capire quali e quanti progetti di impianti di grandi dimensioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili installabili su terreni agricoli, fertili, ancor liberi e non edificati e su siti di importanza naturalistica, sono effettivamente in corso di realizzazione in tutta Italia, autorizzati dal 3° Conto Energia nonché dalle disposizioni temporanee del 4° Conto Energia, e da quali soggetti siano essi proposti.

La preghiamo altresì di farsi promotore nel richiedere tutte le misure, anche urgenti, che Lei ritenesse necessarie per salvaguardare questi terreni da un abnorme numero di impianti già autorizzati o in via di autorizzazione.

Sottolineando quanto sia importante che il nostro Paese affronti al meglio la sfida delle energie rinnovabili, ci preme evidenziare la necessità che tale obiettivo non sia perseguito a danno di beni preziosi quali i suoli agricoli e il paesaggio, e che le localizzazioni degli impianti da energia rinnovabile siano dunque stabilite nel rispetto degli elementi di sostenibilità collegati. Siamo lieti che il Governo abbia intrapreso una incisiva azione tesa a salvaguardare la destinazione dei terreni agricoli primariamente alla produzione alimentare e, dunque, alla piena valorizzazione della fertilità del suolo come strumento per arrestare il costante allontanamento dalla terra e dall’agricoltura dei suoi principali ed essenziali protagonisti: i contadini e gli allevatori.

E’ nostra preoccupazione che sia impedito quanto sta già accadendo in alcuni territori, ovvero che la produzione di energia rinnovabile, del tutto auspicabile in sé, provochi il depauperamento di una risorsa naturale con tutta evidenza scarsa ed esauribile, quale è il suolo e così si comprometta irrimediabilmente quella “parte di territorio il cui carattere deriva dall’azione di fattori umani e naturali e dalle loro interrelazioni” che la Convenzione europea (art.1) definisce come “paesaggio” e che “concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana” (art.2).

Riteniamo, insomma, che l’ installazione di tali impianti debba essere pienamente in accordo con le esigenze di autentica sostenibilità, ovvero non compromettere la qualità dell’ambiente e della vita delle future generazioni. Dalla Puglia all’Emilia Romagna, dalla Toscana al Piemonte, da ogni Regione e da ogni Provincia e Comune, ci giungono infatti messaggi fortemente preoccupati di cittadini e comunità che denunciano progetti che occuperanno grandi superfici agricole, incrinando paesaggi già fragili e alla perenne ricerca di una valorizzazione. Non possiamo restare inerti.

Nei prossimi giorni sarà nostra cura inviare una precisa richiesta anche al prof. Lorenzo Ornaghi, Ministro ai Beni e alle Attività Culturali, per sollecitare un Suo urgente intervento – nei confronti tanto delle Regioni quanto dello Stato co-pianificatore – per l’approvazione dei Piani Paesaggistici e la conseguente corretta e urgente loro applicazione (oggi gravemente trascurata, nonostante la Legge nazionale approvata da anni), così da fornire un fondamentale strumento ulteriore anche alla chiarezza sul tema degli impianti per la produzione energetica da fonti rinnovabili.

Sin d’ora, però, vogliamo segnalare a Lei, proprio per la sua carica di Ministro dell’agricoltura, un altro, grave elemento di criticità connesso al pur necessario ed auspicabile sviluppo delle energie rinnovabili: si tratta del vero e proprio dilagare, soprattutto nelle zone rurali del nord pianeggiante, di impianti per il biogas, per la cui “alimentazione” sempre più estesi campi di mais vanno a sostituire (e a cancellare) i tradizionali prati stabili delle zone irrigue.

I danni all’ambiente ed al paesaggio sono tanto devastanti quanto lo sono le conseguenze che l’incontrollata espansione di questo settore della produzione energetica sta avendo sulla vita e sui redditi di contadini , agricoltori e allevatori, i quali, alle altre difficoltà congiunturali vedono sommarsi l’inarrestabile lievitazione dei fitti rurali.

Le chiediamo in proposito di accogliere i suggerimenti contenuti nella Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2008 in particolare laddove si raccomanda non solo di “non mettere a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare della popolazione”( art.17), ma anche di privilegiare “la produzione di biogas basata sull’effluente di allevamento animale, fanghi e rifiuti animali e organici” (art.20) e di valutare “gli effetti delle dimensioni dell’impianto sul paesaggio circostante, tenuto conto dell’estensione della coltivazione delle monoculture” che lo vanno ad alimentare (art.21).

RingraziandoLa anticipatamente per la Sua attenzione, e sicuri del Suo interesse per una tematica così attuale, urgente e delicata, porgiamo le nostre più vive cordialità, restando in attesa di una Sua cortese e urgente risposta e ponendoci sin d’ora a Sua disposizione per ogni approfondimento necessario.



Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio



Nella foto in alto: Puglia (Salento), ulivi secolari tagliati per far posto a pannelli fotovoltaici


Ecco la nostra lettera al Ministro:

Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Prof. Lorenzo Ornaghi
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma

Bra (Cuneo), 19 Dicembre 2011



Illustrissimo Signor Ministro Prof. Lorenzo Ornaghi,
ci permettiamo rivolgerLe questo appello urgente, certi della Sua sensibilità.

Secondo le Nazioni Unite, il traffico illegale di opere d’arte è il quarto business del crimine mondiale dopo i traffici di droga, armi e denaro riciclato.

E l’Italia risulta essere il Paese in assoluto più colpito.

Certo, perché il Bel Paese possiede il maggior patrimonio artistico e culturale dell’umanità, con più di 3.500 musei e 2.000 siti archeologici, “materia prima” abbondante che non può sfuggire alle attenzioni senza scrupoli del mercato nero, dietro il quale sempre più presente è la criminalità organizzata.

Una presenza che i carabinieri del Comando tutela patrimonio artistico e la Guardia di Finanza tentano da anni di arginare come possono, mettendo a segno spesso colpi formidabili. Ma se nessun’opera pittorica, scultorea o architettonica può dirsi in salvo è anche e soprattutto perché il nuovo codice dei Beni culturali varato dal governo Berlusconi e dal ministro Giuliano Urbani il 22 gennaio 2004 (peraltro già parzialmente anticipato dal Decreto legislativo 29 ottobre 1999 impostato dal Governo D’Alema) prevede pene risibili: tombaroli, ricettatori e trafficanti d’arte rubata, in genere, rischiano multe così minime da apparire “comiche” (da 775 a 38.734,50 euro) e una reclusione massima di tre anni, talmente ridotta da escludere la detenzione prima di una condanna definitiva.

Il problema è che nessuna sentenza di condanna, per quanto ci è dato sapere, è mai diventata definitiva. E tra i 69.000 detenuti che oggi affollano le carceri italiane, neppure uno risulta essere in cella per avere rubato un quadro, scavato una tomba etrusca o trattato con un ricettatore straniero la vendita di un vaso antico.

Come “Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio”, avendo a massima cura il patrimonio di beni comuni del Paese, Le chiediamo, signor Ministro, che quella legge possa essere rivista e superata.
E’ una richiesta prioritaria, che riveste carattere di somma urgenza, la cui soddisfazione orienterebbe la visione della cultura e il futuro del sentire comune nazionale, oltre che contraddistinguere il suo ministero.

Il Suo predecessore, Giancarlo Galan, aveva giurato di cambiare: il 20 settembre aveva portato in Consiglio dei Ministri un disegno di legge per raddoppiare le pene da tre a sei anni. Cosa che – almeno – consentirebbe l’arresto, la custodia cautelare, l’allungamento dei tempi per la prescrizione e le intercettazioni, più che mai indispensabili per questo tipo di reati.

Signor Ministro, Le chiediamo di accompagnare l’Italia in un cammino di progresso che impedisca nuove umiliazioni del patrimonio comune, della casa comune, attraverso lo stupro delle nostre bellezze artistiche.

Le rivolgiamo questo appello, condiviso e fatto proprio dalla Rete delle 507 Organizzazioni che danno vita al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e alla Campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, affinché quel disegno di legge riprenda il cammino da dove la caduta del Governo l’ha visto interrompersi: un cammino di Memoria, di Giustizia e di Rispetto per la storia di questo nostro amato Paese.

RingraziandoLa anticipatamente per la Sua attenzione, porgiamo le nostre più vive cordialità restando in attesa di una Sua cortese risposta.

Per Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
Federico Massimo Ceschin
Roberto Burdese

Via Mendicità Istruita 8
12042 Bra (Cuneo).
info@salviamoilpaesaggio.it
www. salviamoilpaesaggio.it



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Ecco la risposta del Ministro:







Dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Al Forum italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio




Oggetto: D.d.l per il conferimento al Governo della delega a riformare la normativa in materia di reati contro il patrimonio culturale



Si fa riferimento alla nota del 19 dicembre 2011 con la quale codesta Associazione ha rivolto al Signor Ministro un appello affinché il disegno di legge, presentato nello scorso mese di settembre dall’allora Ministro Giancarlo Galan, di riforma della normativa in materia di reati contro il patrimonio culturale, possa riprendere l’iter legislativo.

Al riguardo, su indicazione del Signor Ministro, si informa che il suddetto disegno di legge, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 22 settembre 2011, dopo la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato e l’autorizzazione del Presidente della Repubblica ad essere presentato alle Camere, è attualmente iscritto come Atto Senato n° 3016 e assegnato in data 15/12/2011 alla seconda Commissione permanente (Giustizia) in sede referente.

Il Ministro, nella recente presentazione delle linee della propria azione di governo dinnanzi alle Commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato, ne ha raccomandato il pronto esame ed ha espresso l’auspicio di una sua rapida approvazione, trattandosi di un testo ampiamente condiviso da tutti gli schieramenti politici.

Il capo dell’ufficio legislativo
Cons. Paolo Carpentieri

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