Buon compleanno Kyoto (anche se è l’ultimo)
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Oggi, 16 febbraio 2012, l’unico strumento legale e globale esistente per combattere i cambiamenti climatici, il Protocollo di Kyoto, compie 7 anni. Ma cosa c’è da festeggiare, se questo è il suo ultimo anno di vita? Scritto e adottato l'11 dicembre 1997 a Kyoto, è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 e scadrà il 31 dicembre 2012.
Durante la conferenza ONU sul clima di Durban, tenutasi nella prima metà dello scorso dicembre in Sudafrica, qualcosa si è mosso: si vanno delineando accordi futuri e strategie di contenimento del caos climatico. Ma siamo in ritardo.
È stato deciso di proseguire con un secondo periodo di vita del Protocollo, che riguarderà solo Europa, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera, Norvegia e pochi altri. Canada, Giappone e Russia escono dall’accordo. L’Unione Europea si è dichiarata disposta a ridurre le proprie emissioni fino al trenta per cento, ma solo se altri Paesi faranno sforzi analoghi. Gli Stati Uniti hanno confermato l’offerta avanzata a Copenhagen di riduzione volontaria delle emissioni del diciassette per cento al 2020 rispetto al 2005.
La prospettiva principale emersa in Sud Africa riguarda la formulazione, entro il 2015, di “un nuovo protocollo o altro strumento legale o esito condiviso dotato di forza legale”, che comprenda tutti i Paesi, anche quelli “in via di sviluppo” (tra cui, fondamentali, Cina, India e Brasile). Questo nuovo strumento definirebbe obiettivi “vincolanti” solo a partire dal 2020.
Per adesso, dunque, sul piatto ci sono solo impegni non formali e non vincolanti: potranno rappresentare lo strumento per costruire un accordo realmente globale, ambizioso e stringente; o rivelarsi un fallimento, stante il rischio che quel traguardo sia (2020), rispetto ai trend di cambiamento del clima, è troppo lontano.
L’Italia sta facendo la sua parte? Gli ultimi dati dell’Agenzia europea per l’ambiente dicono che il nostro Paese è a quota -4,8% di emissioni di CO2, rispetto all’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto per il 2012, del -6,5% rispetto ai livelli del 1990. Una performance ambientale mediocre, dunque. Che potrebbe fallire del tutto nel momento in cui i piani di sviluppo di nuove centrali a carbone andassero in porto. Le emissioni di CO2 dalla fonte più sporca e nociva per il clima aumenterebbero del settanta per cento nel giro di pochi anni. Per questo, la sfida italiana per la salvaguardia del clima passa per la promozione dell’energia pulita e per la netta opposizione al carbone come soluzione energetica.
Oggi è l’ultimo compleanno del Protocollo di Kyoto come lo abbiamo conosciuto sin ora. E se pensiamo al futuro del pianeta, e a quanto poco si sta facendo per preservarlo, possiamo ben dirci “Incazzati Neri”. Neri come il carbone. E tu? Visita il sito del Comitato “Fermiamo il carbone” - di cui fa parte anche Greenpeace - e partecipa alla protesta..
Andrea Boraschi,
responsabile campagna Energia e Clima
http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/buon-compleanno-kyoto-anche-se-lultimo/blog/39077/
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