PROCESSO ETERNIT: Il Tribunale ha appena letto la sentenza: 16 anni ciascuno a Schmidheiny e a De Cartier
Casale Monferrato | 13/02/2012 — Ore 13,15 - Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno l'imputato svizzero Stephan Schmidheiny e il l'imputato Louis De Cartier alla fine del processo Eternit
Il presidente Casalbore legge immediatamente il verdetto. Sedici anni a entrambi gli imputati per i fatti relativi a Cavagnolo e Casale, non per Rubiera e Bagnoli perché i reati sono prescritti. Condanna inoltre gli imputati al pagamento delle spese processuali e in solido con le società chiamate in causa come civilmente responsabili al pagamento di risarcimenti. De Cartier dovrà versare 4 milioni di euro a favore del Comune di Cavagnolo (Schmidheiny aveva firmato una transazione a giugno per due milioni di euro) ed entrambi tra gli altri alla provvisionale a favore dell’Inail di 15 milioni che aveva chiesto complessivamente 272 milioni di euro per le spese sostenute a causa delle malattie causate dall’amianto ai lavoratori. Poi procede con la drammatica, lunghissima lista delle parti civili, i singoli cittadini che si sono costituiti nel processo per la morte dei propri familiari.
http://www.ilmonferrato.it/articolo.php?ARTUUID=15976F4C-95DA-4408-B56F-8057571F48AC&MUUID=AFA9393B-B907-4AD0-878F-5C402A0A8219
Ore 12,30 - Si ritorna in aula per la sentenza. Fuori dal Palazzo le manifestazioni delle associazioni
Si ritorna in aula in attesa del rientro della Corte. La sentenza è prevista per le 13,15. Durante la mattinata, fuori dal Palazzo di Giustizia, si è svolta una manifestazione con le associazioni dei famigliari delle vittime dell'amianto di Casale e della Francia, Voci della Memoria, No Tav. A mezzogiorno c'è stato anche tempo per il pranzo "al sacco" offerto dall'Afeva.
Ore 11,45 - Guariniello: un processo che è anche una parola di speranza per le popolazione vittime dell'amianto
«È un processo in cui si può dire una parola di speranza per tutte le popolazioni che sono state esposte all’amianto, ed è una parola di speranza che vale anche per tutte le altre grandi tragedie del lavoro e dell’ambiente che si consumano nel mondo. Dimostra che ci può essere una risposta delle pubbliche istituzioni, e l’esito è importante per dimostrare a tutti che questi processi si possono e si devono fare».
Con queste parole il pm Raffaele Guariniello questa mattina in attesa del verdetto ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse il significato del Processo Eternit, giunto oggi all’ultima udienza.
«Ho cominciato a occuparmi di sicurezza del lavoro dagli anni Settanta, da allora è cambiato molto – ha aggiunto Guariniello - basta guardare quest’aula per capire quanta speranza oggi c’è e quanto possa essere ritenuta fondata». Un’aula strapiena di giornalisti giunti a Torino da tutto il mondo per assistere all’epilogo di quello che è stato definito il processo del secolo da un organo di stampa giapponese.
«Le istituzioni pubbliche hanno un grande compito nel dare una risposta a questa sete di giustizia che arriva dalle popolazioni. Oggi speriamo – ha aggiunto Guariniello - di poter dare risposte adeguate, che facciano capire a tutti i vertici delle grandi impresi che verrà giudicata la politica aziendale della sicurezza».
«L’insegnamento di questo processo è – ha detto inoltre il noto magistrato torinese - che noi dobbiamo entrare nelle stanze dei consigli di amministrazione dove si decide quanto si spende per fare sicurezza».
A una giornalista francese che ha chiesto a Guariniello se la sentenza potrà influire sull’attesa di giustizia delle vittime dell’amianto nel suo paese ha risposto: «Non solo la Francia ma anche tanti altri paesi. Questo processo dimostra che si può e si deve fare…».
Ore 9,34 - La sentenza sarà letta alle ore 13,15
Zaccone, legale di De Cartier, rinuncia alla replica. La Corte si ritira: «Ci vediamo alle 13,15 per la lettura della sentenza» afferma Casalbore (nella foto Guariniello assediato dai giornalisti al Palazzo di Giustizia).
Ore 9,30 - Nessuna revoca della costituzione di parti civili dei Comuni
L'avvocato Marco Gatti dichiara di avere depositato la revoca della costituzione di parti civili di alcuni Comuni. Casalbore non concede l'intervento e precisa che la revoca è intempestiva e che se ne terrà conto nei successivi gradi di giudizio.
Ore 9,20 - Comincia l'udienza
Il Tribunale – presidente Giuseppe Casalbore, giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo - fa ingresso nella maxiaula 1. Tutti in piedi. Il presidente Casalbore getta uno sguardo sull’aula strapiena di avvocati, giornalisti, familiari, sindaci: «Prego accomodatevi». Ammonisce i giornalisti a fare silenzio: «L'aula non è un teatro».
L’udienza che dirà se i due imputati – lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis de Cartier - sono innocenti o colpevoli e di quali reati, quindi ha inizio.Subito l'appello dei legali.
Ore 9 - Gli studenti al Palazzo della Provincia di Torino
Sei pullman di studenti giungono al palazzo della Provincia da dove seguiranno su maxischermo grazie al collegamento garantito via web.
Ore 8,45 - L’arrivo a Torino al Palazzo di Giustizia
Ventiquattro pullman solo di familiari delle vittime e cittadini colpiti dal dramma amianto nelle località in cui c’erano gli stabilimenti dell’Eternit, in Italia e in Europa sono arrivati a Torino. Ma ci sono anche delegazioni da molti altri Paesi in cui l’amianto ha fatto strage oppure viene ancora attualmente lavorato. Davanti al Palazzo di giustizia una fiumana di persone.
Lunedì 13 ore 7 - Novecento casalesi su 16 pullman sono partiti alla volta di Torino per il processo Eternit
Sono partiti alle ore 7 i circa 900 cittadini casalesi alla volta di Torino per assistere all’udienza del Processo Eternit. Sedici pullman da piazza Castello più varie auto e un pullmino, più il pulmann dei sindaci e degli amministratori organizzato dal Comune di Casale per prendere parte all’udienza finale del Processo Eternit, un processo su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo (foto Igor Furlan).
Giunti parecchi giornalisti di testate emittenti e tivù nazionali
A Casale oggi – domenica - sono giunti parecchi giornalisti di testate emittenti e tivù nazionali e stranieri, tra cui le troupe di «LA7» che ha seguito la vicenda della transazione e gli inviati del quotidiano francese «Le Monde», tanto per fare un esempio.
Tantissimi gli accrediti richiesti per questa udienza finale del processo al tribunale di Torino, «un faldone», dice una impiegata del palazzo di giustizia che gestisce le richieste.
Tante da indurre il presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore a un fermo invito ai giornalisti all’autoregolamentazione «perché non derivi un pregiudizio per il regolare e sereno svolgimento dell’udienza che il Tribunale valuterà nel corso stesso dell’udienza. In tal caso al fine di evitare di dovere revocare a tutti l’autorizzazione alle riprese televisive si invitano gli interessati a coordinarsi spontaneamente tra di loro in modo da limitare all’indispensabile l’uso di apparecchiature tecniche. In caso contrario questo tribunale di vedrà costretto a dovere vietare qualsiasi ripresa televisiva».
Domani – insomma – sarà il giorno della verità, si saprà se lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Jean Louis De Cartier de la Marchienne sono o no – secondo la giustizia italiana - gli effettivi responsabili di quella multinazionale dell’amianto che col marchio Eternit ha accumulato in quasi un secolo enormi profitti lavorando una fibra che in modo inequivocabile, da metà anni Sessanta, è diventato evidente che provocasse danni gravissimi alla salute.
Vent’anni la richiesta della pena formulata dai pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace.
Lunedì sarà il momento in cui il diritto, le leggi, la norma, si misureranno con le coscienze, la storia, i destini di quella comunità internazionale offesa da una industria criminale in cui il caso ha voluto rientrasse con un tragico ruolo di spicco anche la città di Casale. Insieme a Napoli, Rubiera, Cavagnolo e chissà quante località nel mondo dove Eternit e altri gruppi lavoravano il cemento-amianto.
La rilevanza internazionale
Un processo di enorme rilevanza (2.889 le vittime dell’amianto) non solo a livello nazionale, ma a cui tutto il mondo guarda per le implicazioni che una sentenza che inchiodasse alle proprie responsabilità i vertici della multinazionale Eternit potrebbe avere laddove la giustizia non ha fatto ancora il suo corso.
E anche nei confronti di coloro che continuano a lavorare la fibra killer, confidando, come avveniva in passato, che la lunga latenza delle patologie provocate dall’asbesto consenta di fare profitti dribblando - infine - le proprie responsabilità, grazie al fatto che decenni dopo risulta estremamente complesso ricostruire le vicende e attribuire le colpe.
Lunedì il tribunale di Torino - presidente Giuseppe Casalbore, giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo - pronuncerà il proprio verdetto dopo un processo durato due anni: 65 udienze, tante testimonianze, perizie e controperizie, una montagna di documenti (solo l’indagine della Procura conta circa 230mila pagine), che l’accusa e la difesa hanno prodotto per suffragare le proprie tesi.
E dei quali il Tribunale ha dovuto valutare veridicità e peso effettivo.
Una udienza che si aprirà alle 9 con le conclusioni dell’avvocato Cesare Zaccone, difensore dell’imputato belga, a cui seguirà la Camera di Consiglio durante il quale il tribunale provvederà formalmente alla stesura della sentenza. Poi il tribunale rientrerà per la lettura del verdetto.
Seimila le parti civili costituite nel Processo Eternit
Nel dispositivo della sentenza dovranno essere chiarite - secondo i legali - non solo le effettive responsabilità degli imputati, ma la sussistenza dei reati, il ruolo delle società chiamate in causa come civilmente responsabili (che dovranno mettere mano al portafogli se i responsabili non pagassero...), e l’ammissibilità della parti civili, circa 6000.
Una lettura che si annuncia lunga visto l’elevatissimo numero di soggetti coinvolti e su cui il Tribunale, si presume, dovrà esprimersi per chiarire le moltissime e differenti posizioni all’interno del processo. Quattro o cinque ore per la lettura del dispositivo, valutano i legali delle parti civili che dovrebbe chiarire quali posizioni sono state accolte, quali il tribunale ha deciso di liquidare con la cosiddetta «provvisionale» (l’«acconto» sui risarcimenti richiesti da chi ha subito danni qualora gli imputati siano ritenuti colpevoli), le posizioni non ritenute ammissibili per la più svariate ragioni.
Una partecipazione straordinaria
L’udienza potrà essere seguita anche via internet collegandosi al nostro sito con puntuali aggiornamenti, oppure sul sito della Provincia di Torino che trasmetterà il filmato in streaming (http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2009/processo_eternit) o in diretta audio su Radio Gold (frequenze FM89.1 – FM88.8) oppure sempre in streaming sul sito www.radiogold.it.
Prevista una partecipazione straordinaria all’udienza; la Protezione Civile allestirà all’esterno del palazzo di giustizia alcuni gazebo per distribuzione bevande e servizi igienici.
Sono 23 i pullman coordinati dalla «multinazionale delle vittime»; giungeranno da Casale, Reggio Emilia, Bologna (con tanti giovani); ce ne sarà uno dei lavoratori della Bemberg, industria di Gozzano (NO) che produceva rayon utilizzando forti quantità di rame e ammonio. E poi cittadini da Livorno, Viareggio, Savona, Roma, Bari, Milano, Broni, Napoli.
Tre pullman e varie delegazioni dalla Francia: esponenti dell’Andeva (l’associazione delle vittime francese), minatori della Lorena, delegazioni dall’Ardèche e dall’Alta Savoia, giungeranno in treno le vedove di Dunkerque, località dell’estremo nord della Francia in cui vi era uno stabilimento Eternit.
Attese altre delegazioni da Inghilterra, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Belgio.
In tutto si valuta che affluiranno a Torino almeno 1200 persone e si sta quindi provvedendo a organizzare questa eccezionale affluenza. A disposizione due aule bunker da 250 posti, più l’aula magna da 700 e la sala congressi della vicina provincia di Torino con altri 250.
Nella maxiaula 2 verranno sistemate le delegazioni degli stranieri e si sta lavorando per organizzare un servizio di traduzione simultanea in inglese e francese.
Si annuncia una copertura giornalistica globale: tivù e giornalisti di carta stampata e radio stanno giungendo a Casale in questi giorni da tutta Europa.
Massimiliano Francia, Alberto Marello, Fabrizio Gambolat
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