Radioattività in Europa: si teme una fuga in Slovenia, a Krsko
Silenzio dall’Aiea. Iodio-131, cesio-134 e 137 a 120 km da Trieste
Da http://www.ilcapoluogo.com
di Paolo Della Ventura
http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?PHPSESSID=g0cv3avhr71fttc7ingt9g50r3&topic=1965.0
Roma, 15 nov 2011 - Tracce di iodio-131 sono state rilevate nell'aria dell'Europa. Lo ha riferito l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), lo scorso 11 novembre, assicurando che «non vi sono rischi per la salute» e che il radioisotopo non arriva dalla centrale nucleare giapponese di Fukushima, danneggiata dallo tsunami del marzo scorso.
La fonte dello iodio-131, trovato in «quantità molto basse», sarebbe invece nella Repubblica Ceca, la cui autorità che si occupa del nucleare ha indicato l'origine nel settore di fabbricazione dei prodotti radiofarmaceutici. L'Aiea ha sottolineato di star «lavorando con le proprie controparti per determinare causa e origine della diffusione» dello iodio-131. L'agenzia non ha precisato in quali altre aree d'Europa sia stato trovato il radioisotopo.
Per l’agenzia Reuters la presenza di iodio-131 risale a fine ottobre. Per la Criirad – Commissione di ricerca e informazione indipendente sulla radioattività – nei primi di novembre iodio-131 è stato registrato anche nel nord della Germania ed in Ungheria. Secondo l’Eurdep - Piattaforma europea di scambio dati radiologici -, iodio-131 è stato rilevato in Slovenia e Croazia, in quattro luoghi diversi: a Zagabria, Lubiana, Krsko, e al confine tra Croazia Ungheria e Serbia.
Da fonti non ufficiali si apprende che due centrali nucleari sarebbero state interessate dal rilascio di iodio-131: la centrale nucleare di Krsko (Slovenia) e la centrale nucleare di Paks (Ungheria). Facendo una ricerca sul cesio, sul sito dell’Eurdep, solo la centrale nucleare di Krsko sarebbe interessata perché in Europa, solo questo sito accumula iodio-131, cesio-134 e cesio-137.
Questo sarebbe indice, secondo alcuni, di un possibile incidente alla centrale, avvenuto a soli 120 chilometri da Trieste. E del resto quella centrale ha già avuto problemi di fughe nel 2008: il 4 giugno si verificò una perdita nel circuito primario del sistema di raffreddamento del reattore.
In ogni caso, è bene sottolineare che l’Erdep (European Radiological Data Exchange Platform), fa capo alla Commissione Europea e in esso confluiscono i dati sulla radioattività provenienti da 4.200 stazioni di rilevamento. Ma la maggior parte delle misurazioni non sono validate e difetti negli strumenti, nelle apparecchiature elettroniche o nel software possono restituire valori errati.
E' comunque inquietante il silenzio dell'Aiea, e, in Italia, dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il cui presidente è Bernardo De Bernardinis.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento