martedì 22 novembre 2011

Finmeccanica: tangenti all'udc, Casini e Cesa

Finmeccanica, “200 mila euro destinati
a Casini”. E Guarguaglini “sapeva”

Dai verbali d'interrogatorio il presunto giro di soldi tra l'azienda pubblica e diversi politici, che smentiscono in blocco. L'imprenditore Di Lernia tira in ballo il leader dell'Udc, il consulente Cola chiama in causa Bonferroni, ex parlamentare Dc e membro del cda dell'azienda pubblica. Il manager Borgogni: "Ero io il collettore dei favori". Spuntano i nomi di La Russa, Giorgetti, Romani, Scajola, Matteoli

Pierfrancesco Guarguaglini
Sarebbero stati destinati a Pier Ferdinando Casini i 200 mila euro di provenienza Finmeccanica consegnati, secondo l’accusa, al tesoriere dell’Udc Giuseppe Naro. Lo racconta in interrogatorio Tommaso di Lernia, imprenditore romano in affari con Enav-Finmeccanica, spiegando di averlo saputo dall’amministratore delegato di Enav Guido Pugliesi, arrestato nell’inchiesta della Procura di Roma sugli affari del colosso pubblico controllato dal ministero dell’Economia.

A questi si aggiungerebbero i trecentomila euro in contanti consegnati “all’onorevole Bonferroni, espressione dell’Udc”, citati in interrogatorio da Lorenzo Cola, superconsulente di Finmeccanica. Il riferimento è a Franco Bonferroni, classe 1938, già deputato e senatore democristiano, in Parlamento fino al 1994, poi membro del consiglio d’amministrazione della società. Nell’interrogatorio del 9 dicembre 2010, Cola dichiara ai pm di Roma di aver consegnato “agli inizi del 2008″ 300 mila euro in contanti “all’on. Bonferroni”, spiegando che “per noi del gruppo Bonferroni era espressione dell’Udc”, “un riferimento politico preciso”. Bonferroni nega tutto: “Non ho mai ricevuto somme di denaro dal signor Cola né da altri. Le dichiarazioni che Cola avrebbe rilasciato al pm di Roma Ielo sono false”, aggiunge, “mi stupiscono grandemente e mi procurano molta amarezza. Ho dato incarico al mio legale, Romano Corsi del Foro di Reggio Emilia, di querelarlo immediatamente”.

Le carte dell’inchiesta descrivono un consistente flusso di denaro verso i partiti, alimentato da fondi neri creati grazie a false fatturazioni delle aziende del gruppo. Si parla per esempio di un finanziamento alla festa del Pdl milanese del 2010, o di interessi particolari dell’ex ministro Altero Matteoli. Tutti gli interessati smentiscono.

Cola, che sta fornendo un’ampia collaborazione, in precedenza aveva sempre assicurato che i vertici Finmeccanica fossero ignari delle tangenti ai politici. Ma nell’interrogatorio del 24 agosto scorso ha cambiato versione, approfondendo anche la terminologia che faceva da sfondo alle sue ‘chiacchierate’ con il presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini. “Nelle nostre discussioni – ha detto Cola ai pm – l’attività di sovrafatturazione e di pagamento di tangenti veniva definita ‘fare i compiti’. Locuzione che serviva per definire anche l’attività di mettere a posto le carte, la contabilità e tutto il resto, per evitare si scoprissero i fatti illeciti che intervenivano. Quando qualcuno incappava in qualche vicenda giudiziaria, e a ciò veniva dato risalto mediatico, dicevamo che avevano fatto male i compiti”.

Guarguaglini rispedisce al mittente le accuse. “Non ho mai creato fondi neri, non ho mai elargito né dato ordini di elargire somme di denaro a politici e/o partiti” ha detto il presidente di Finmeccanica, il quale ha ribadito che “il signor Lorenzo Cola non è mai stato il suo braccio destro”. Tra accuse e smentite, la vicenda delle presunte tangenti nella società statale continua a tirare in ballo nomi di spicco della politica italiana, Udc in primis.

IL COINVOLGIMENTO DELL’UDC

Quella di Bonferroni è la seconda vicenda che tira in ballo il partito centrista, dopo la presunta somma consegnata al tesoriere Giuseppe Naro. Si tratta dei 200 mila euro che, secondo quanto riferito dall’imprenditore Tommaso Di Lernia ai pm, erano destinati direttamente a Pier Ferdinando Casini. “Pugliesi (amministratore delegato di Enav, arrestato per la tangente, ndr) mi disse che erano destinati a Casini – ha detto Di Lernia ai magistrati – Vennero consegnati al tesoriere dell’Udc perché erano assenti sia Cesa (Lorenzo Cesa, segretario del partito, ndr) che Casini, impegnati in un’operazione di voto, secondo quanto disse il tesoriere (Naro, ndr). Riguardo a questa vicenda, Pier Ferdinando Casini, annunciando querele, ha rispedito al mittente i sospetti: “Non mi sembra che le accuse vengano da Santa Maria Goretti” ha detto il leader Udc (qui il video).http://ilfattoquotidiano.it/2011/11/21/finmeccanica-dimissioni/172081/

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